howlingfantod
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mercoledì 12 aprile 2017
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ancora una fiaba...aki
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Una malinconica guardia giurata (Koistinen) in una Helsinki scarna e deserta viene coinvolto con l’inganno in una possibile storia d’amore con un’ avvenente donna bionda che lavora per dei gangster che tramite lei riescono a ottenere i codici di accesso ad una gioielleria per rapinarla.
Come in tutto il cinema di Kaurismaki c’ è uno sguardo affettuoso e compassionevole verso gli ultimi, i derelitti, gli sconfitti, i puri, tutti osservati con uno sguardo candido, lucido e profondo a dispetto del loro aspetto da macchiette inespressive e della stralunata ironia tipicamente nordica che li racconta, altro tratto fondante del cinema del regista finlandese.
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Una malinconica guardia giurata (Koistinen) in una Helsinki scarna e deserta viene coinvolto con l’inganno in una possibile storia d’amore con un’ avvenente donna bionda che lavora per dei gangster che tramite lei riescono a ottenere i codici di accesso ad una gioielleria per rapinarla.
Come in tutto il cinema di Kaurismaki c’ è uno sguardo affettuoso e compassionevole verso gli ultimi, i derelitti, gli sconfitti, i puri, tutti osservati con uno sguardo candido, lucido e profondo a dispetto del loro aspetto da macchiette inespressive e della stralunata ironia tipicamente nordica che li racconta, altro tratto fondante del cinema del regista finlandese.
Bellissima la fotografia, netta, curatissima e precisa, contemporaneamente come un quadro di Hopper con gli interni di bar nella notte e scene di comune solitudine urbana ed allo stesso tempo caravaggesca con gli ampi spazi di luce bianca sui volti dei protagonisti , quasi a simboleggiare una luce divina che li osserva, li custodisce e forse li protegge.
In tutti i suoi film Kaurismaki pone particolare attenzione agli ultimi, alla sopraffazione, ai traditi dalla vita, alle più umili professioni, in questo caso rendendo dignità ad una categoria, le guardie giurate e lo fa con un linguaggio cinematografico straniante, che non vuole coinvolgere lo spettatore su un piano simpatetico e melodrammatico, ma fa questo con i dialoghi ridotti all'osso, con le immagini scarnificate, eppure riesce a farci amare i suoi “ultimi” e questo lo può fare solo un grande artista.
Prima che un altro omaggio del regista finlandese a Chaplin, non può non venire in mente “Luci della città” sia dal titolo che dalle rispettive scene finali dei due film con le mani che si stringono i protagonisti con il messaggio di speranza insito nel gesto, “Luci della sera” è una bellissima fiaba di un grande regista.
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no_data
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lunedì 31 ottobre 2016
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bellissimo film
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vaskir
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venerdì 8 agosto 2014
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intensa solitudine
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Un film tetro, oscuro, sempre presente il filo conduttore della solitudine, sia nelle azioni del protagonista che nelle riprese.
La storia, secondo me un po banale, è raccontata al pubblico in modo introspettivo tramite ambientazioni buie, inquadrature senza soggetti e intensi sguardi dei protagonisti.
A me è piaciuto, quindi ve lo consiglio.
Buona visione!
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eugenio
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sabato 6 luglio 2013
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il commovente ritratto di un vinto
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Già il titolo mette in guardia l’attento spettatore: un riferimento troppo evidente a delle “luci” lascia presagire dei capolavori indiscussi del maestro del cinema muto; conoscendo poi il regista, il finlandese Kaurismaki, la sottile intuizione si tramuta presto in ovvia certezza.
Koistinen è un guardiano notturno di un centro commerciale di una sterile Helsinki, vive solo, senza amici e senza aver mai conosciuto l’amore. E’ sensibile, cerca di aiutare chi soffre ma è incompreso e schernito dai colleghi e dalle donne. Finchè si innamora di una bella bionda inconsapevole che è l’amante di un boss senza scrupoli incaricata di sedurre l’ingenuo guardiano per favorire il colpo alla gioielleria da questi sorvegliata.
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Già il titolo mette in guardia l’attento spettatore: un riferimento troppo evidente a delle “luci” lascia presagire dei capolavori indiscussi del maestro del cinema muto; conoscendo poi il regista, il finlandese Kaurismaki, la sottile intuizione si tramuta presto in ovvia certezza.
Koistinen è un guardiano notturno di un centro commerciale di una sterile Helsinki, vive solo, senza amici e senza aver mai conosciuto l’amore. E’ sensibile, cerca di aiutare chi soffre ma è incompreso e schernito dai colleghi e dalle donne. Finchè si innamora di una bella bionda inconsapevole che è l’amante di un boss senza scrupoli incaricata di sedurre l’ingenuo guardiano per favorire il colpo alla gioielleria da questi sorvegliata. Incastrato in una rapina, Koistinen finirà in carcere per evitare di denunciare la donna, pur consapevole della trama orchestrata ai suoi danni. Dopo aver scontato la sua pena e un saltuario lavoro in un ristorante come capocuoco, non potrà aspirare alla giusta vendetta ma troverà comprensione, speranza e forse l’amore in una timida e solitaria venditrice di hot-dog, sua anima gemella. Questo in breve Le luci della sera, una favoletta nel tributo di Chaplin dalla semplicità profonda che conserva una forza e un fascino notevoli nella caratterizzazione disperata di un dignitoso reietto abbandonato dal mondo, uno stupido romantico (come definito cinicamente dal duro boss) addolorato dalla vita. Koistinen è l’uomo medio dalla vita media schiacciato da una società ostile che lo isola reprimendo le sue ambizioni (la scena del prestito alla banca ha la forza espressiva di un pugno allo stomaco) che tuttavia trova la prontezza di reagire sulla base di oramai dimenticate norme morali. Essenziale e senza distrazioni o ingegnosità, lucido e scarno, Le luci della sera conclude la trilogia dedicata alla condizione esistenziale umana già iniziata dal regista finlandese con Nuvole in viaggio, incentrato sul dramma della perdita del posto di lavoro e poi continuata con il gran premio speciale alla giuria al Festival di Cannes L’uomo senza passato. Le luci della sera non è il fanalino di coda della trilogia ma anzi è forse il più drammaticamente riuscito dei precedenti: in esso è possibile riconoscere l’amore di Kaurismaki per l’oggettività della narrazione, la scelta di uno stile sobrio e privo di barocchismi, la spoglia rappresentazione dialogica spesso sillabica tra i protagonisti. Attraverso la splendida fotografia di una Helsinki quasi irreale e irriconoscibile dalle tinte rosso blu, il regista svedese gira un melodramma asciutto sulla disperazione e la solitudine umana, forte del potere delle immagini e della musica (che spazia dalla classica a quella dei cori finlandesi) che accompagnano la lenta discesa agli inferi del solitario Koistinen. L’ansia di riscatto e la sua volontà sono trasmesse empaticamente allo spettatore evitando di scivolare nel patetismo e nella lezione della vecchia letteratura russa (Tolstoj e Dostoevskij); Koistinen è la maschera umana dell’uomo del XXI secolo, superstite rassegnato di un mondo cui non appartiene perdente dignitoso emotivamente anonimo. Un martire destinato al naturale sacrificio in un mondo di indifferenza rischiarato solo dalla tenue luce di un’anima gemella che lo possa sostenere nel freddo squallore di una vita dall’ignoto futuro.
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andrea
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domenica 30 ottobre 2011
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da vedere per rendersi conto di un mondo diverso
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quelle che ho letto sono critiche da "critici intenditori" ,
ma il film colpisce più per l'ambientazione in una città morta , dove non c'è nessuno, non c'è vita ,
e per l'espressione dei volti che sono come maschere di cera .
da vedere per rendersi conto di un mondo diverso.
andrea
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mimmo_calciano
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lunedì 13 settembre 2010
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io non ci ho capito niente
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Non so se ero stanco oppure se non me ne intendo ma è stato un film che secondo me lascia inalterati, l'unica sensazione è quella di aver perso 90 minuti della vita... ma perchè si permette di fare questi film solo perchè si chiama kaurismaki!!!!
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gianni
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martedì 17 giugno 2008
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così dev’essere l’amore
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In Le luci della sera non ci sono divagazioni, né intermezzi umoristici né annotazioni surreali, la narrazione si attiene in modo rigoroso a un tema unico: per amore di una donna, che non si ferma davanti a nulla per raggiungere i propri loschi scopi, il protagonista, Koistinen, si lascia ingannare, tradire, accusare, condannare, incarcerare, sbeffeggiare, picchiare, e accetta tutto questo fino in fondo, senza quasi reagire, senza difendersi [[1]], senza parlare. Sottraendosi appunto ad ogni calcolo e ad ogni prudenza, proprio perché la sua essenza sta in un consegnarsi ‘fiduciosamente’ inermi all’altro, l’amore non può che venire tradito, umiliato, offeso: “Sempre sciocco, ingannato, soverchiato, così, sempre, dev’essere l’amore” (dall’ode Tränen di Hölderlin, citata da Adorno in Minima Moralia, aforisma 104 - vale la pena ricordare che il sottotitolo di MM è appunto Meditazioni della vita offesa).
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In Le luci della sera non ci sono divagazioni, né intermezzi umoristici né annotazioni surreali, la narrazione si attiene in modo rigoroso a un tema unico: per amore di una donna, che non si ferma davanti a nulla per raggiungere i propri loschi scopi, il protagonista, Koistinen, si lascia ingannare, tradire, accusare, condannare, incarcerare, sbeffeggiare, picchiare, e accetta tutto questo fino in fondo, senza quasi reagire, senza difendersi [[1]], senza parlare. Sottraendosi appunto ad ogni calcolo e ad ogni prudenza, proprio perché la sua essenza sta in un consegnarsi ‘fiduciosamente’ inermi all’altro, l’amore non può che venire tradito, umiliato, offeso: “Sempre sciocco, ingannato, soverchiato, così, sempre, dev’essere l’amore” (dall’ode Tränen di Hölderlin, citata da Adorno in Minima Moralia, aforisma 104 - vale la pena ricordare che il sottotitolo di MM è appunto Meditazioni della vita offesa).
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tia
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sabato 23 febbraio 2008
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tristissimo
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mi spiace, ma più di mezz'ora a vedere la faccia da cadavere del protagonista non ho resistito, poi ci si è messa pure la ragazza faccia di marmo...
direi che il film sembra fatto per dare credito ai comici di zelig che ironizzano sui "mattoni polacchi"!
comunque sicuramente la storia è bella e ha un senso.
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amante dei film...belli
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domenica 22 luglio 2007
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la demenza è amata dai critici !!!
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Ma quando la finiranno di acclamare certe schifezze a Cannes ?
Meglio se cambiassero lavoro critici e i loro apprezzatissimi "registi",
bha che delusione
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alechino
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domenica 24 giugno 2007
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sponsor marlboro?
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Film davvero scadente,certamente sponsorizzato dalla Marlboro, nel film non si fa che fumare in continuazione : la critica positiva si può spiegare solo in questo modo
Situazioni improbabili e di una banalità disarmante, ritmo inesistente, qui e là qualche brano musicale di effetto calato dal cielo(Gardel,Brani d'opera ) che non hanno però nessuna attinenza con la storia...
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