no_data
|
martedì 15 novembre 2022
|
ancora un ottimo film di schrader.
|
|
|
|
Mi pare che anche nel caso di questo AFFLICTION si possa parlare dello scritto saggistico giovanile del regista Schrader sul "trascendente nel cinema", visto che nell'episodio della morte della madre del protagonista Wade l'atmosfera appunto "trascendente" viene evocata dai fratelli di lui, che si inginocchiano religiosamente, mentre recalcitranti appaiono Wade e l'anziano padre. "Tu non mi conosci", ripete Wade nel tragico finale, quando colpisce a morte il genitore, suscitando un clima fosco e cupamente paranormale tra "echi mitologici"(Mereghetti), clima che percorre il film anche nei paesaggi freddi e nevosi, dal cielo plumbeo. "Film tragico e potente - osserva Venturelli in un libro sul "noir" americano - sulle relazioni maschili all'interno della famiglia".
[+]
Mi pare che anche nel caso di questo AFFLICTION si possa parlare dello scritto saggistico giovanile del regista Schrader sul "trascendente nel cinema", visto che nell'episodio della morte della madre del protagonista Wade l'atmosfera appunto "trascendente" viene evocata dai fratelli di lui, che si inginocchiano religiosamente, mentre recalcitranti appaiono Wade e l'anziano padre. "Tu non mi conosci", ripete Wade nel tragico finale, quando colpisce a morte il genitore, suscitando un clima fosco e cupamente paranormale tra "echi mitologici"(Mereghetti), clima che percorre il film anche nei paesaggi freddi e nevosi, dal cielo plumbeo. "Film tragico e potente - osserva Venturelli in un libro sul "noir" americano - sulle relazioni maschili all'interno della famiglia". Ma la parabola del protagonista Wade Whitehouse - impersonato da un Nolte eccezionale, la cui andatura caracollante rimane una sigla della sua interpretazione - si rivela una "caduta agli inferi" dai toni anche troppo disperati, abbandonato come rimane dalla figlia, dalla partner e dai pochi amici. La voce del fratello fuori campo accompagna questo itinerario di vita, distanziando appunto il tragico esito di Wade. Robusta e concentrata, la regia di Schrader non lascia spazio ad ottimismo nella violenza del vivere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
martedì 15 novembre 2022
|
ancora un ottimo film di schrader.
|
|
|
|
Mi pare che anche nel caso di questo AFFLICTION si possa parlare dello scritto saggistico giovanile del regista Schrader sul "trascendente nel cinema", visto che nell'episodio della morte della madre del protagonista Wade l'atmosfera appunto "trascendente" viene evocata dai fratelli di lui, che si inginocchiano religiosamente, mentre recalcitranti appaiono Wade e l'anziano padre. "Tu non mi conosci", ripete Wade nel tragico finale, quando colpisce a morte il genitore, suscitando un clima fosco e cupamente paranormale tra "echi mitologici"(Mereghetti), clima che percorre il film anche nei paesaggi freddi e nevosi, dal cielo plumbeo. "Film tragico e potente - osserva Venturelli in un libro sul "noir" americano - sulle relazioni maschili all'interno della famiglia".
[+]
Mi pare che anche nel caso di questo AFFLICTION si possa parlare dello scritto saggistico giovanile del regista Schrader sul "trascendente nel cinema", visto che nell'episodio della morte della madre del protagonista Wade l'atmosfera appunto "trascendente" viene evocata dai fratelli di lui, che si inginocchiano religiosamente, mentre recalcitranti appaiono Wade e l'anziano padre. "Tu non mi conosci", ripete Wade nel tragico finale, quando colpisce a morte il genitore, suscitando un clima fosco e cupamente paranormale tra "echi mitologici"(Mereghetti), clima che percorre il film anche nei paesaggi freddi e nevosi, dal cielo plumbeo. "Film tragico e potente - osserva Venturelli in un libro sul "noir" americano - sulle relazioni maschili all'interno della famiglia". Ma la parabola del protagonista Wade Whitehouse - impersonato da un Nolte eccezionale, la cui andatura caracollante rimane una sigla della sua interpretazione - si rivela una "caduta agli inferi" dai toni anche troppo disperati, abbandonato come rimane dalla figlia, dalla partner e dai pochi amici. La voce del fratello fuori campo accompagna questo itinerario di vita, distanziando appunto il tragico esito di Wade. Robusta e concentrata, la regia di Schrader non lascia spazio ad ottimismo nella violenza del vivere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
carloalberto
|
sabato 20 febbraio 2021
|
l''illusione del riscatto ed il demiurgo demoniaco
|
|
|
|
Dramma esistenziale diretto da Paul Schrader, sceneggiatore tra l’altro di Taxi driver, incentrato sulla figura di un uomo qualunque, un povero diavolo, interpretato da uno straordinario Nick Nolte, a cui capita di imbattersi, dopo una vita ordinaria di comuni angherie e soprusi subiti fin da bambino, in qualcosa di eccezionale che promettendogli un riscatto illusorio gli manda invece in frantumi gli ultimi sogni e gli rovina addosso come una valanga che sommerga definitivamente un superstite mentre a fatica cerca di risollevarsi dalla fossa in cui è scivolato pian piano nel corso della sua esistenza.
La violenza repressa di tutta una vita, dovuta all’odio per il padre autoritario e manesco, spesso ubriaco, James Coburn, premiato giustamente con l’Oscar, per la moglie saccente e petulante, che gli ha messo contro, dopo la separazione, l’unica figlia, per il datore di lavoro, faccendiere avido e meschino, che lo sfrutta e lo umilia, finalmente giustificata dalla necessità di fare giustizia, può sfociare nell’atto liberatorio della pira purificatrice in cui bruciare il suo passato e che lo scioglie al contempo da qualsiasi legame con la società civile e le sue leggi, la cui autorità è similmente arsa con l’autorità paterna in cui si identificava.
[+]
Dramma esistenziale diretto da Paul Schrader, sceneggiatore tra l’altro di Taxi driver, incentrato sulla figura di un uomo qualunque, un povero diavolo, interpretato da uno straordinario Nick Nolte, a cui capita di imbattersi, dopo una vita ordinaria di comuni angherie e soprusi subiti fin da bambino, in qualcosa di eccezionale che promettendogli un riscatto illusorio gli manda invece in frantumi gli ultimi sogni e gli rovina addosso come una valanga che sommerga definitivamente un superstite mentre a fatica cerca di risollevarsi dalla fossa in cui è scivolato pian piano nel corso della sua esistenza.
La violenza repressa di tutta una vita, dovuta all’odio per il padre autoritario e manesco, spesso ubriaco, James Coburn, premiato giustamente con l’Oscar, per la moglie saccente e petulante, che gli ha messo contro, dopo la separazione, l’unica figlia, per il datore di lavoro, faccendiere avido e meschino, che lo sfrutta e lo umilia, finalmente giustificata dalla necessità di fare giustizia, può sfociare nell’atto liberatorio della pira purificatrice in cui bruciare il suo passato e che lo scioglie al contempo da qualsiasi legame con la società civile e le sue leggi, la cui autorità è similmente arsa con l’autorità paterna in cui si identificava.
Nel racconto pacato e distaccato del fratello minore, diventato professore di storia all’università, Willem Dafoe, che da voce narrante fuori campo entra in scena, accelerando gli eventi verso l’epilogo tragico, come un demiurgo demoniaco incarnatosi per una redenzione, al contrario, della sua creatura, la storia del protagonista assume i contorni quasi epici di una favola lontana nel tempo in cui l’eroe maledetto da immaginario giustiziere si trasforma in folle assassino agli occhi del mondo. E’ come il personaggio ribelle di un romanzo che cerca di sfuggire disperatamente al ruolo assegnatogli dal suo creatore, lo scrittore, che interviene nella storia, materializzandosi in occasione del funerale della madre, e lo convince subdolamente che l’incidente di caccia è in realtà un omicidio premeditato, frutto di un complotto dei malvagi, riconducendolo così sulla via del destino per lui immaginato sin dall’inizio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
il befe
|
martedì 10 marzo 2015
|
capolavoro
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a il befe »
[ - ] lascia un commento a il befe »
|
|
d'accordo? |
|
luca r.
|
venerdì 2 settembre 2011
|
intrigante
|
|
|
|
questo film ha un fascino intrigante,lunico difetto e che forse puo risyltare lento.il film merita sopratutto per la bravura degli attori....mai cosi bravi nolte e corburne.....da vedere assolutamente,ma con paziennza.
|
|
[+] lascia un commento a luca r. »
[ - ] lascia un commento a luca r. »
|
|
d'accordo? |
|
aliasname
|
martedì 25 gennaio 2011
|
capolavoro che non si vede mai in tv
|
|
|
|
Il film è a mio parere unico e magistralmente montato,recitato e ideato.
Il padre di nick nolte è da oscar (che giustamente prese) al suo pari è nick nolte che recita talmente bene che dallo sguardo ci sembra di capire cosa stia pensando, ci trasmette le pressioni, le disperazioni, le debolezze che abitano anche le persone più buone che però sono spesso vittime dell'ambiente in cui si trovano a vivere loro malgrado.Il film ha delle pause pazzesche nelle quali l'attore ragiona senza parlare, fa domande ma non si da risposte, continua a pensare e pensare fino a che la mole di problemi affettivi e sociali lo ingoia completamente portandolo alla disperazione.
[+]
Il film è a mio parere unico e magistralmente montato,recitato e ideato.
Il padre di nick nolte è da oscar (che giustamente prese) al suo pari è nick nolte che recita talmente bene che dallo sguardo ci sembra di capire cosa stia pensando, ci trasmette le pressioni, le disperazioni, le debolezze che abitano anche le persone più buone che però sono spesso vittime dell'ambiente in cui si trovano a vivere loro malgrado.Il film ha delle pause pazzesche nelle quali l'attore ragiona senza parlare, fa domande ma non si da risposte, continua a pensare e pensare fino a che la mole di problemi affettivi e sociali lo ingoia completamente portandolo alla disperazione.Il protagonista cerca di reagire a tutto questo, ma facendolo finisce per diventare un uomo peggiore dell'uomo che più odia al mondo...suo padre.
Alla fine del film non si riesce a capire con chi stare,chi sia il più buono o il più cattivo o il più vigliacco...film molto lento ma con tensione psicologica a salire all'inverosimile fino al pugno allo stomaco dell'ultima parte.(sicuramente da vedere) .
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aliasname »
[ - ] lascia un commento a aliasname »
|
|
d'accordo? |
|
noaffliction
|
giovedì 3 luglio 2008
|
sconvolgente
|
|
|
|
ho visto il film ad un festival di cinema in sicilia e ne sono rimasta abbastanza sconvolta, è troppo pesante da digerire, non riesci a seguire la storia perchè la tensione è presente in modo eccessivo ed opprimente dal primo all'ultimo minuto. i dialoghi sono smorzati e l'espediente dell'omicidio sinceramente non lo trovo originale. una vera afflizione insomma!
|
|
[+] lascia un commento a noaffliction »
[ - ] lascia un commento a noaffliction »
|
|
d'accordo? |
|
|