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giovedì 11 maggio 2023
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se non hanno pane che mangino le brioche
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Ebbene sì questa frase Maria Antonietta molto probabilmente non l'ha mai pronunciata! E Sofia Coppola molto intelligentemente evita stereotipi e luoghi comuni su di un personaggio storico tanto complesso quanto, evidentemente, poco conosciuto. Se proprio si vuole fare una critica sulla fedeltà storica di un film (tenendo presente che un opera d'arte non è un documentario, e che il film in questione tranne alcuni voluti anacronismi in termini di costumi/scenografie è in realtà molto fedele storicamente), che almeno si conosca un po' più di storia, se no sembra che non si sa di cosa si sta parlando.
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giulio andreetta
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domenica 9 agosto 2020
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molto bene
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Buon lavoro di Sofia Coppola, figlia del celebre regista Francis Ford Coppola. Tutto sommato ci troviamo di fronte a un esperimento originale, per molti aspetti: innanzitutto la fotografia e il montaggio meritano un apprezzamento in quanto estremamente professionali, ma anche la colonna-sonora è interessante. Infatti appare controcorrente e originale la decisione di inserire una musica rock per accompagnare le vicende della regina. Venendo poi alla sceneggiatura, essa è sicuramente ben curata, e mi piace molto l'idea del finale, che appare sospeso, ma allo stesso tempo drammatico e malinconico.
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Buon lavoro di Sofia Coppola, figlia del celebre regista Francis Ford Coppola. Tutto sommato ci troviamo di fronte a un esperimento originale, per molti aspetti: innanzitutto la fotografia e il montaggio meritano un apprezzamento in quanto estremamente professionali, ma anche la colonna-sonora è interessante. Infatti appare controcorrente e originale la decisione di inserire una musica rock per accompagnare le vicende della regina. Venendo poi alla sceneggiatura, essa è sicuramente ben curata, e mi piace molto l'idea del finale, che appare sospeso, ma allo stesso tempo drammatico e malinconico. Ottima l'interpretazione dell'attrice Kirsten Dunst, che impersona magistralmente una figura storica sulla quale si è scritto tutto e il contrario di tutto. In essa traspaiono certamente gli elementi di un'esistenza trascorsa in una sorta di ozio dorato. Ma forse sarebbe il caso di ricordare che a quei tempi tutte le corti europee assumevano uno stile di vita improntato al lusso, e a divertimenti che oggi appaiono un poco frivoli. Inoltre la donna generalmente non aveva un ruolo decisionale e politico, e dunque non aveva molte alternative per passare il tempo. In conclusione questa pellicola appare diretta con intelligenza. Ovviamente per l'appassionato risulterà anche interessante la visione di tutta una serie di usi, costumi e oggetti dell'epoca di Versailles.
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fabius76
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martedì 5 maggio 2020
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banale e inutile
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Non so come si possa considerare questo un buon film (addirittura ! Manco decente...). Ma la regista doveva voleva parare ? La regina è superficialmente raffigurata. Come d'obbligo (lo sappiamo ormai tutti), è in fondo brava, amante del marito (ma tutt' tutt' altro che ingenua) e devota madre. O. K. e poi ? La vediamo tutte le notti cercare di avere rapporti con il marito riluttante, tutte le mattine alzarsi dal letto allo stesso modo e imbellettarsi, cercare di intrufolarsi in enormi e dimenticabili balli dove fare un flirt con un nobile di cui non si conosce nè l' origine nè il destino. E' appena accennata la diplomazia, non ci sono riferimenti nè allo stato nè alle finanze che seguiva, ahimè, con molta attenzione ( mi sembra un pò troppo poco dire "l' appoggio con gli Stati Uniti ci è costato più del previsto".
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Non so come si possa considerare questo un buon film (addirittura ! Manco decente...). Ma la regista doveva voleva parare ? La regina è superficialmente raffigurata. Come d'obbligo (lo sappiamo ormai tutti), è in fondo brava, amante del marito (ma tutt' tutt' altro che ingenua) e devota madre. O. K. e poi ? La vediamo tutte le notti cercare di avere rapporti con il marito riluttante, tutte le mattine alzarsi dal letto allo stesso modo e imbellettarsi, cercare di intrufolarsi in enormi e dimenticabili balli dove fare un flirt con un nobile di cui non si conosce nè l' origine nè il destino. E' appena accennata la diplomazia, non ci sono riferimenti nè allo stato nè alle finanze che seguiva, ahimè, con molta attenzione ( mi sembra un pò troppo poco dire "l' appoggio con gli Stati Uniti ci è costato più del previsto". Si salvano solo i costumi e gli ambienti esterni (ma mi sembra ben poco...) Ah, e per finire la colonna sonora ! Francamente l' ho trovata fuori luogo e disturbante, non si può rappresntare un ambientazione come la corte di Francia del XVIII secolo con la musica rock ! Non dico la Sarabanda di Haendel ma un pò di decenza ! Insomma un film che fa acqua da tutte le parti.
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tiffany85
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giovedì 16 marzo 2017
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la storia della regina più famosa e frivola
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Maria Antonietta d’Austria viene concessa in matrimonio a Luigi XvI ben presto la corte di Francia diventa la sua casa dove annoiata e frustrata dalle mancate attenzioni del marito si perde tra feste e frivolezze eccessive.
Sofia Coppola ha rappresentato la corte di Francia come un susseguirsi di feste, alcool, dolci e bagordie fino alle ore piccole. La colonna sonora è moderna, allegra e nonostante non sia consona al periodo storico, non stona ma dà un ritmo incalzante e coinvolgente. Quella di accostare dettagli moderni ad ambientazioni d’epoca ricorda molto regista Baz Lhurman che ha fatto dei suoi” mix temporali” un vero e proprio marchio di fabbrica.
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Maria Antonietta d’Austria viene concessa in matrimonio a Luigi XvI ben presto la corte di Francia diventa la sua casa dove annoiata e frustrata dalle mancate attenzioni del marito si perde tra feste e frivolezze eccessive.
Sofia Coppola ha rappresentato la corte di Francia come un susseguirsi di feste, alcool, dolci e bagordie fino alle ore piccole. La colonna sonora è moderna, allegra e nonostante non sia consona al periodo storico, non stona ma dà un ritmo incalzante e coinvolgente. Quella di accostare dettagli moderni ad ambientazioni d’epoca ricorda molto regista Baz Lhurman che ha fatto dei suoi” mix temporali” un vero e proprio marchio di fabbrica.
Maria Antonietta viene rappresentata come una bambina viziata e immatura con un velo di tristezza e infelicità. Un ritratto che probabilmente, secondo le fonti storiche, non si allontana molto dalla realtà.
Il vero punto di forza di questa pellicola sono però i costumi. Oscar del 2006 per l’italiana Milena Canonero. I Vestiti sono sgargianti,con colori fluo, un inno all’ eccesso con una grande cura dei dettagli, cappelli sfarzosi e scarpe con lustrini semplicemente deliziose tanto da far desiderare alle spettatrici più modaiole di indossarle dimenticando le ambite lobouiten.
Nel cast la protagonista è Kirten Dunst, un bravo Jason Schwarzmann nei panni di Lluigi XVI, sia Argento impersona Madame Du Barry ed un Jamie Dornan alle prime armi davanti alla camera da presa è l’affascinante Conte di Fersen.
Film frivolo, colorato e spumeggiante.
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great steven
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mercoledì 18 gennaio 2017
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la sovrana adolescente più lussuriosa d'europa.
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MARIE ANTOINETTE (USA, 2006) diretto da SOFIA COPPOLA. Interpretato da KIRSTEN DUNST, JASON SCHWARTZMAN, JUDY DAVIS, ROSE BYRNE, ASIA ARGENTO, STEVE COOGAN, MARIANNE FAITHFULL, RIP TORN, MOLLY SHANNON, SHIRLEY HENDERSON, DANNY HUSTON
Dal 1768, quando la regina d’Austria propone la figlia adolescente Maria Antonietta d’Asburgo come consorte del delfino di Francia Louis Auguste per suggellare un accordo politico fra l’Impero e la Francia, al 1793, in piena rivoluzione, con la famiglia reale costretta ad abbandonare Versailles, presa d’assedio dal terzo stato insorto, la biografia della più odiata e calunniata regina francese.
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MARIE ANTOINETTE (USA, 2006) diretto da SOFIA COPPOLA. Interpretato da KIRSTEN DUNST, JASON SCHWARTZMAN, JUDY DAVIS, ROSE BYRNE, ASIA ARGENTO, STEVE COOGAN, MARIANNE FAITHFULL, RIP TORN, MOLLY SHANNON, SHIRLEY HENDERSON, DANNY HUSTON
Dal 1768, quando la regina d’Austria propone la figlia adolescente Maria Antonietta d’Asburgo come consorte del delfino di Francia Louis Auguste per suggellare un accordo politico fra l’Impero e la Francia, al 1793, in piena rivoluzione, con la famiglia reale costretta ad abbandonare Versailles, presa d’assedio dal terzo stato insorto, la biografia della più odiata e calunniata regina francese. Poco più che ragazzina e investita del compito di dare un erede alla più potente nazione europea della seconda metà del 1700, ben decisa a disinteressarsi degli affari statali ed economici per dedicare le sue attenzioni ai più riprovevoli svaghi (fra i quali annoverava anche un talento artistico di cantante non troppo mediocre): balli di corte all’insegna dello sfarzo più sfegatato, orge cortigiane, spettacoli con fuochi pirotecnici, scampagnate nelle valli erbose circondanti la reggia, partite a carte e a biliardo e frivolezze coreografiche delle risme più disparate. Il film di S. Coppola non si propone però ambizioni storiche, come molti critici hanno giustamente sottolineato: tant’è vero che la rivoluzione passa facilmente in secondo piano, dando di sé soltanto qualche accenno accorato che ne rammenti lo svolgimento, e la vicenda termina prima della decapitazione per ghigliottina. I suoi intenti rientrano nell’ambito di una biografia che, malgrado non inventi alcunché di nuovo per il genere né tenti di rivitalizzare il relativo filone con qualche corroborante novità, resta un bio-pic classico, in piena regola, addirittura tradizionale, ma non manca di analizzare nel profondo la psicologia di una donna figlia del suo tempo e perfettamente inseritavi con tutti gli aspetti (più negativi che positivi) che l’inglobamento coercitivo comporta: menefreghismo nei confronti della povertà, matrimoni d’interesse spogli di amore e sentimento, gusto del lusso più sfrenato al limite della lascivia e dell’autocompiacimento, rapporti interpersonali fra cortigiani e principi di sangue segnati dal pettegolezzo, dall’invidia e dalle reciproche malelingue e uno Stato così importante, anche nella sua ottica di esempio internazionale di prosperità economica e stabilità politica interna, messo nelle mani di un re indegno di questo nome perché troppo indeciso e incapace di amministrare i tumulti che gli scoppiano sotto il naso, covati in due decenni sotto la cenere di un fuoco che reclamava uguaglianza fra gli uomini, giustizia universale e un trattamento adeguato tanto per gli innocenti quanto per i colpevoli. Nonostante l’aspetto eccessivamente carino e la recitazione a cachinni e smorfie che ogni tanto stucca, la Maria Antonietta della Dunst è un personaggio efficace, quantomeno in grado di muoversi a suo agio nel proprio universo che la ubriaca di gioielli, calici pieni di champagne, cuscini colorati, letti a castello, parrucche, fiori, bicchieri sonanti, cartellini di carta, scarpe all’ultimo grido, viali alberati e animali domestici ben curati. L’unico riscatto che la sceneggiatura concede all’inconsistenza e fragilità emotiva di Maria Antonietta è l’amore (sincero) che mostra nei riguardi della figlia Maria Teresa, così chiamata in onore della madre che, quando muore, le genera nel cuore un enorme sconforto, dopo averla esortata sempre con maggiore insistenza ad impalmare l’impacciato delfino di Francia (un J. Schwartzman perfetto nel ruolo del sovrano imbambolato, docile e vittima di trame da cui si fa involontariamente trascinare), mandando anche in ispezione il fratello della futura regina. Austriaca trapiantata in territorio straniero, la protagonista si immerge in un mondo di corte per lei nuovo e se ne fa assorbire a tal punto che dimentica di governarlo, perde completamente di vista il suo scopo, anche e soprattutto politico, di guida temporale di una comunità che però arriva a tal punto a mostrarle il suo disappunto da scatenare l’evento storico che ha segnato il tramonto definitivo dell’ancien régime. Nel cast, spiccano la favorita di Re Luigi XV, Madame DuBarry (un’A. Argento più convincente e meno monocorde del solito) e il consigliere/ambasciatore della delfina di Francia di provenienza asburgica (un S. Coogan a briglia stretta che si distingue per un’insolita eleganza e gentilezza). Ai costumi Milena Canonero, italiana e premiata giustamente con l’Oscar 2006: i suoi vestiti d’epoca settecentesca calano lo spettatore proprio dentro lo scenario caleidoscopico e multiforme della corte francese, tanto più zeppo e traboccante di preziosità introvabili quanto povero e desolato di genialità, umanità e creatività genuine. Interessante colonna sonora che adotta il colpo di genio di alternare musica classica in stile inconfondibile con brani pop e heavy metal: una scelta intelligente che sottolinea la storia nelle sue ondulazioni di pathos, ironia, giudizi spuri e prospettive narrative onniscienti.
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cpettine
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lunedì 23 maggio 2016
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un contenitore elegante quanto vuoto
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In un mega albergo di lusso in Germania si svolge il periodico summit tra i potenti della terra: i pochi ministri dei paesi più sviluppati, invitati dal direttore del Fondo Monetario Internazionale insieme a una scrittrice di successo, a una rock star e un monaco certosino, devono decidere chi vive e chi muore, in termini economici, applicando formule matematiche di austerità sulla mappa geografica del pianeta.
Andò pesca a piene mani dal presente per volare alto e parlare dell’uomo, del potere e delle sue logiche.
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In un mega albergo di lusso in Germania si svolge il periodico summit tra i potenti della terra: i pochi ministri dei paesi più sviluppati, invitati dal direttore del Fondo Monetario Internazionale insieme a una scrittrice di successo, a una rock star e un monaco certosino, devono decidere chi vive e chi muore, in termini economici, applicando formule matematiche di austerità sulla mappa geografica del pianeta.
Andò pesca a piene mani dal presente per volare alto e parlare dell’uomo, del potere e delle sue logiche. Per far questo sceglie una location verosimile (il lussuoso resort del film fu quello del vero G8 del 2007) e una fotografia asciutta e millimetrica. Scarnifica i personaggi, li destruttura, li spoglia, letteralmente, fino a renderli nudi in una piscina, uomini che decidono le sorti del mondo, intorno ad un personaggio simbolico e centrale: un monaco certosino, figura emblematica e quasi super partes, con Servillo interprete dei suoi silenzi più tipici.
Come tanti dei dell’olimpo saranno spiazzati dalla morte del loro Zeus, un Auteuil introverso e funereo, e faranno emergere le logiche del potere in una pseudo realtà metafisica, che potrebbe essere il senato romano, l’olimpo o il vertice di un summit. Fino a qui tutto funziona, il film virando nel giallo potrebbe anche trovare la sua strada. Ma il giallo presto svanisce, e la fotografia e la logica narrativa, ben lontana dall’estetismo di un Sorrentino o dalla forza di un Malick, non è sufficiente a reggere il film.
Andò confeziona un affascinante contenitore, ma si dimentica per strada il contenuto: la scatola dorata una volta aperta ci mostra un filo narrativo che si annacqua fino a perdersi in qualche timida risposta neocattolica. Rimane il solito, straordinario, faccione di Servillo, il più grande, uno dei più grandi attori italiani, che porta sulle sue spalle (narcisistiche, ma chi non lo è?) tutto il senso e il peso del film. La fine surrealista (o neorealista) non basta a dare un senso ad un film riuscito solo a metà. Peccato.
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gaia03
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mercoledì 16 marzo 2016
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la rivelazione di maria antoniette
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Io credo che Sofia Coppola abbia voluto dare una nuova immagine come una rivelazione di Maria Antoniette,la famosa regina ghiotta di dolci e la ladra dei beni di stato,lei ci ha voluto far capire anche la sua vita sentimentale amorosa ed è solo grazie alla visione di questo film che ho intuito del tutto chi era Mairia Antoniette prima nella mente vedevo in lei solo soldi e dolci invece no!lo consiglio a tutti di vedere e pertanto ritengo che la critica sia stata troppo severa nel giudicare questo film...inoltre ci ha dato l'immagine di questa regina anche come una ragazza in etá adolescenziale, rocckettarra e questo mi è piaciuto molto anche se è andata un pò oltre alla verità di Maria Antoniette questa sua nuova sfumatura di lei che ci ha dato mi è piaciuta con i sonori e tutto.
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Io credo che Sofia Coppola abbia voluto dare una nuova immagine come una rivelazione di Maria Antoniette,la famosa regina ghiotta di dolci e la ladra dei beni di stato,lei ci ha voluto far capire anche la sua vita sentimentale amorosa ed è solo grazie alla visione di questo film che ho intuito del tutto chi era Mairia Antoniette prima nella mente vedevo in lei solo soldi e dolci invece no!lo consiglio a tutti di vedere e pertanto ritengo che la critica sia stata troppo severa nel giudicare questo film...inoltre ci ha dato l'immagine di questa regina anche come una ragazza in etá adolescenziale, rocckettarra e questo mi è piaciuto molto anche se è andata un pò oltre alla verità di Maria Antoniette questa sua nuova sfumatura di lei che ci ha dato mi è piaciuta con i sonori e tutto.Vorrei anche congratulare gli scenografi ed i costumisti che hanno puntato al dettaglio alla perfezione ,il panorama era ottimo sopratutto nel punto in cui ad esempio la regina da sola sale le scale all'entrata della reggia, davvero perfettto.consiglio a tutti di guardarselo per darsi una nuova idea di Maria Antoniette!
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dandy
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domenica 3 gennaio 2016
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un bambina per fare il lavoro di una donna.
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La Coppola adatta la biografia di Antonia Fraser,ritraendo Maria Antonietta alla stregua di una star schiacciata da un mondo dominato da un'insopportabile e grottesca etichetta,e da doveri insostenibili per una persona appena adolescente.Si avvertono agganci con i precedenti film della regista,e qualcuno ha voluto leggervi una nota autobiografica(il peso dovuto sopportare nell'infanzia per essere figlia di Francis Ford Coppola).Ma sembra essere piuttosto indecisa tra sfarzo sontuoso e opprimente alla "Barry Lyndon" e il pop anacronistico alla "Romeo e Juliet".Dopo una prima parte promettente si gira a vuoto,e il risultato è alquanto freddo.La critica(specialmente francese)ha pestato i piedi per le varie inesattezze storiche,e per il cast.
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La Coppola adatta la biografia di Antonia Fraser,ritraendo Maria Antonietta alla stregua di una star schiacciata da un mondo dominato da un'insopportabile e grottesca etichetta,e da doveri insostenibili per una persona appena adolescente.Si avvertono agganci con i precedenti film della regista,e qualcuno ha voluto leggervi una nota autobiografica(il peso dovuto sopportare nell'infanzia per essere figlia di Francis Ford Coppola).Ma sembra essere piuttosto indecisa tra sfarzo sontuoso e opprimente alla "Barry Lyndon" e il pop anacronistico alla "Romeo e Juliet".Dopo una prima parte promettente si gira a vuoto,e il risultato è alquanto freddo.La critica(specialmente francese)ha pestato i piedi per le varie inesattezze storiche,e per il cast.Kirsten Dunst è bravissima,qualcuno degli altri poteva fare meglio(ma almeno Asia Argento parla poco e sparisce presto).Marianne Faithfull interpreta la madre di Marie Antoinette.Mathieu Amalric compare nella scena del ballo in maschera.Tom Hardy è Raumont.Girato nell'autentica residenza di Versailles.Bel mix nella colonna sonora di musica classica,rock anni '80(The cure,Gang of Four,Bow Wow Wow,Siouxie and the Banshees)e recente,come i Phoenix.Oscar ai costumi di Milena Canonero.
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folgore94
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martedì 24 febbraio 2015
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non ci siamo
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ottimi i costumi,discreta la fotografia , ma regia e sceneggiatura lasciano alquanto a desiderare a mio parere . sembra quasi un film x teenager
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rosie san
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giovedì 19 giugno 2014
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adorabile rivisitazione pop...
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Ho rivisto Marie Antoniette da poco e mi ha ricordato quanta tenerezza, tristezza e sorrisi e malinconia mi fece la prima volta che lo vidi.
E' un film delicato e penetrante, come è nello stile della Coppola.
Fotografia, luce e silenzi che rendono le atmosfere soffici ed eteree che contrastano con la pomposità, il lusso che regnano nelle scenografie e nell'epoca stessa.
Penetrante grazie ai tanti silenzi che evidenziano i pochi dialoghi, parole che sembrano grida, pianti che lacerano il cuore.
La colonna sonora è l'elemento di svolta, tanto criticato ma che rende indubbiamente questo film un capolavoro. In tanti ci hanno provato a rivisitare storie passate in chiave moderna usando musiche e costumi ma non succede questo in questo film, non c'è un tentativo di fare di Marie Antoniette una moderna Paris Hilton o cose del genere, tutto è profondamente realistico, nessuno stravolgimento nei costumi nella storia, nei dialoghi, tutto è quello che definiremmo un film storico in costume ( e che costumi!!!) ma.
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Ho rivisto Marie Antoniette da poco e mi ha ricordato quanta tenerezza, tristezza e sorrisi e malinconia mi fece la prima volta che lo vidi.
E' un film delicato e penetrante, come è nello stile della Coppola.
Fotografia, luce e silenzi che rendono le atmosfere soffici ed eteree che contrastano con la pomposità, il lusso che regnano nelle scenografie e nell'epoca stessa.
Penetrante grazie ai tanti silenzi che evidenziano i pochi dialoghi, parole che sembrano grida, pianti che lacerano il cuore.
La colonna sonora è l'elemento di svolta, tanto criticato ma che rende indubbiamente questo film un capolavoro. In tanti ci hanno provato a rivisitare storie passate in chiave moderna usando musiche e costumi ma non succede questo in questo film, non c'è un tentativo di fare di Marie Antoniette una moderna Paris Hilton o cose del genere, tutto è profondamente realistico, nessuno stravolgimento nei costumi nella storia, nei dialoghi, tutto è quello che definiremmo un film storico in costume ( e che costumi!!!) ma... con una colonna sonora contemporanea che fa realmente immedesimare lo spettatore in quei tempi, non ai nostri, esattamente in QUEI tempi.. la musica che oggi definiamo "classica" in quei tempi era Pop, autori come Beethoven o Mozart (per citare giusto un paio di nomi celebri) erano precursori musicali, come oggi potremmo definire i Clash o Kurt Cobain, alle feste si ballava, vi erano musici "proibiti", come potremmo oggi ripercorrere certe emozioni ed euforie se non portandoci indietro nel tempo con la musica?
E' un film che tocca corde emotive inconsce, musica, odori, suoni ed immagini. Prendete questo film, ritagliatene una decina di fotogrammi a caso e potrete trarne 10 quadri da appendere in casa. Una meraviglia.
Mi stupisco nel leggere le critiche a questo film, critiche asettiche, critiche pretestuose, che parlano di noia, incoerenza, inesattezze storiche... come si può non vedere questo film con gli occhi di Antoniette?
Marie Antoniette mi è rimasta nel cuore, tutti i protagonisti mi sono rimasti nel cuore, era come essere li con loro... un adorabile e delicata storia di altri tempi vista con i nostri occhi popolari.
Dopo 10 anni ancora non ho visto film tanto belli, mi manca la Coppola!
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