gianleo67
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lunedì 17 ottobre 2022
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l'homme, la femme, le rat...
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Brillante ingegnere, coinvolto suo malgrado nella torbida liaison tra il suo capo e la moglie, si ritrova a fare i conti con l'assurdo suicidio di quest'ultima, l'inspiegabile comportamento della giovane consorte ed una strana invasione di roditori scandinavi. Senza scomodare le ossessioni Hitchcockiane di donne redivive o le incoffessabili agnizioni coniugali dell'onirismo Bergmaniano, il franco-tedesco Dominik Moll trova la quadra di un soggetto tanto bizzarro quanto affascinante attraverso le insospettate risorse di un cinema personale che riesce a contaminare la realtà con i malefici influssi di una volontà perversa che nessun dispositivo di registrazione, per quanto sofisticato ed all'avanguardia (il drone domotico ma anche lo stesso occhio della cinepresa) potrà mai veramente far venire alla luce.
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Brillante ingegnere, coinvolto suo malgrado nella torbida liaison tra il suo capo e la moglie, si ritrova a fare i conti con l'assurdo suicidio di quest'ultima, l'inspiegabile comportamento della giovane consorte ed una strana invasione di roditori scandinavi. Senza scomodare le ossessioni Hitchcockiane di donne redivive o le incoffessabili agnizioni coniugali dell'onirismo Bergmaniano, il franco-tedesco Dominik Moll trova la quadra di un soggetto tanto bizzarro quanto affascinante attraverso le insospettate risorse di un cinema personale che riesce a contaminare la realtà con i malefici influssi di una volontà perversa che nessun dispositivo di registrazione, per quanto sofisticato ed all'avanguardia (il drone domotico ma anche lo stesso occhio della cinepresa) potrà mai veramente far venire alla luce. Se sul piano formale il racconto sembra incanalarsi sui consueti e rassicuranti territori del thriller passionale (storie di corna reali e intenzionali), bastano gli inserti di un simbolismo fiabesco votato all'horror e la sublime interpretazione delle due Charlotte a far degenerare il meccanismo, conducendolo verso la lenta deriva di un apologo nichilista e nerissimo sulla sconcertante doppiezza della natura umana. A fronte di un movente intenzionalmente anodino (la presunta subordinazione della donna alle prevaricazioni coniugali), il contrappasso si rivela di sproporzionata crudeltà, trascinando i personaggi in un gioco al massacro tanto più incomprensibile quanto più apparentemente assurde appaiono le premesse e finendo per promuovere il rilievo che si attribuisce al lato esoterico della vicenda; alla doppiezza delle protagoniste, ma anche alla loro fungibilità, si associa quindi l'ambivalenza di un dispositivo filmico in cui la spiegazione realista e quella magico-simbolica sembrano altrettanto plausibili ma all'interno del quale trova sempre posto il senso di una vendetta che riluce nello sguardo sulfureo della giovane Benedicte, presunta sonnambula eterodiretta (posseduta dallo Shiry? della suicida?) che rivela invece le insospettate doti di una spietata pifferaia magica in grado di incantare e condurre alla rovina orde di Lemming nella loro ciclica corsa al precipizio come pure all'eliminazione di un sedicente maschio alfa per mano dell'altro. Se il controllo sul mondo appare saldamente in mano ai personaggi maschili, con il loro potere economico ed i loro occhiuti ammennicoli, è sempre la donna ad avere l'ultima parola, irresistibile incantatrice di uomini e topi che converrebbe per ogni buon conto tenersi buona. Nomination colpevolmente non andata abuon fine per la Palma d'Oro al Festival di Cannes 2005.
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luca scialo
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sabato 6 giugno 2020
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thriller svuotato di suspance
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Alain e Benedicte sono una coppia sposata, dalla vita tranquilla, ancora priva di prole. Lui è un ingegnere di domotica, da poco assunto da una grande multinazionale. Benedicte era una rappresentante farmaceutica e ora casalinga felice.
Una sera invitano a casa il capo di lui, Richard Pollock, che arriva in ritardo insieme alla moglie che si mostra fin da subito chiusa e scostante. Fino a mostrarsi ostica e dispreggiativa nei confronti del marito e degli stessi padroni di casa.
La donna cerca poi di sedurre Alain, anche per fare un dispetto al marito che la tradisce spesso. Ma che egli vent'anni prima aveva provato ad uccidere. E' anche invidiosa di Benedicte.
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Alain e Benedicte sono una coppia sposata, dalla vita tranquilla, ancora priva di prole. Lui è un ingegnere di domotica, da poco assunto da una grande multinazionale. Benedicte era una rappresentante farmaceutica e ora casalinga felice.
Una sera invitano a casa il capo di lui, Richard Pollock, che arriva in ritardo insieme alla moglie che si mostra fin da subito chiusa e scostante. Fino a mostrarsi ostica e dispreggiativa nei confronti del marito e degli stessi padroni di casa.
La donna cerca poi di sedurre Alain, anche per fare un dispetto al marito che la tradisce spesso. Ma che egli vent'anni prima aveva provato ad uccidere. E' anche invidiosa di Benedicte.
Un giorno, si presenta a casa loro in modo inaspettato. Sfociando il suo malessere in un gesto estremo. Da quel momento, la vita della tranquilla coppia non sarà più la stessa.
Come spesso accade, ad una buona sceneggiatura non fa seguito una cabina di regia adeguata. La storia è sicuramente intrigante e cresce lentamente, ma Dominik Poll non dà ad essa la giusta suspance e il ritomo ideale capace di incollare lo spettatore. Il quale, più che impressionarsi, finisce per annoiarsi. Complice anche una durata dilatata.
Non mancano comunque piacevoli intuizioni, su tutte, la metafora del lemming o le due protagoniste che si scambiano di ruolo nel buio.
I quattro attori protagonisti, poi, non sembrano troppo in simbiosi. Da una parte abbiamo le brave donne, la talentuosa Charlotte Gainsbourg e la elegante Charlotte Rampling. Dall'altro gli uomini, Laurent Lucas che sembra un pesce lesso e André Dousselier che sembra Gianfranco D'Angelo prestato al dramma.
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sandrone65
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sabato 11 ottobre 2008
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non ci siamo...
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Il classico film con un incipit teso e coinvolgente che promette chissà che e che poi si sgonfia progressivamente in un insieme di banalità senza risposta. La vita tranquilla e regolata della classica coppia felice (Alain e Benedicte) che viene disturbata dall'intrusione di alcuni elementi inquietanti che sembrano essere in relazione: il ritrovamento di un lemming (animale votato al suicidio) dentro lo scarico del lavandino e la conoscenza con una coppia (Richard e Alice) in crisi profonda il cui contatto genera situazioni al limite dell'assurdo e che si risolve nel suicidio di Alice.
Fin qui tutto regge e coinvolge lo spettatore. Poi il film imbocca la strada del paranormale, la personalità di Benedicte viene sostituita da quella della defunta Alice e di qui in avanti di male in peggio fino all'ottuso finale.
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Il classico film con un incipit teso e coinvolgente che promette chissà che e che poi si sgonfia progressivamente in un insieme di banalità senza risposta. La vita tranquilla e regolata della classica coppia felice (Alain e Benedicte) che viene disturbata dall'intrusione di alcuni elementi inquietanti che sembrano essere in relazione: il ritrovamento di un lemming (animale votato al suicidio) dentro lo scarico del lavandino e la conoscenza con una coppia (Richard e Alice) in crisi profonda il cui contatto genera situazioni al limite dell'assurdo e che si risolve nel suicidio di Alice.
Fin qui tutto regge e coinvolge lo spettatore. Poi il film imbocca la strada del paranormale, la personalità di Benedicte viene sostituita da quella della defunta Alice e di qui in avanti di male in peggio fino all'ottuso finale.
Peccato...
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luca-to
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martedì 9 settembre 2008
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bravissima la rampling; il resto lasciam perdere
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Devo dire che l'ho appena rivisto per la seconda volta; non ricordavo la noiosissima seconda parte, che si salva ,a tratti, nel finale.
Secondo me è insostenibile per i troppi minuti di silenzio, per le ripetizioni, per le scene "vuote", che paiono esser buttate lì, tanto per "riempire"...
Favolosa, a mio giudizio, la Rampling.
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bello
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venerdì 9 maggio 2008
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bello
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max
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mercoledì 9 maggio 2007
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orribile
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Orribile a tratti insostenibile.
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giuric
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domenica 26 novembre 2006
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aveva un senso
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carino... sono arrivata in fondo e mi sono chiesta ma di che parlava ?aveva un senso tutto ciò..prolisso, lento unica cosa da dire ti teneva con il fiato sospeso..per il resto ce di meglio
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leo pellegrini
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domenica 9 aprile 2006
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una narrazione al limite tra realtà e sogno
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“Due volte lei”, scelto per inaugurare il 58mo Festival di Cannes, ricorda Hitchcock, Clouzot, Polanski, Lynch…ma ha una sua personalità originale.
Un uomo smonta lo scarico del suo lavandino e trova qualcosa di strano, un lemming… Come ha fatto questo animale che vive unicamente nel nord della Scandinavia ad arrivare sin lì?
La stranezza (che avrà poi una spiegazione abbastanza banale) è l’inizio dell’irrompere dell’irrazionale in un ambito prettamente normale, del disordine in una esistenza apparentemente ordinata. L’uomo crede di avere il controllo totale del suo lavoro e della propria vita sentimentale, non si pone più domande, pensa che tutto sia scontato… ma a poco a poco perderà tutti i suoi punti di riferimento.
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“Due volte lei”, scelto per inaugurare il 58mo Festival di Cannes, ricorda Hitchcock, Clouzot, Polanski, Lynch…ma ha una sua personalità originale.
Un uomo smonta lo scarico del suo lavandino e trova qualcosa di strano, un lemming… Come ha fatto questo animale che vive unicamente nel nord della Scandinavia ad arrivare sin lì?
La stranezza (che avrà poi una spiegazione abbastanza banale) è l’inizio dell’irrompere dell’irrazionale in un ambito prettamente normale, del disordine in una esistenza apparentemente ordinata. L’uomo crede di avere il controllo totale del suo lavoro e della propria vita sentimentale, non si pone più domande, pensa che tutto sia scontato… ma a poco a poco perderà tutti i suoi punti di riferimento.
Si sviluppa così una narrazione al limite tra realtà e sogno, una vicenda che lascia libero lo spettatore di interpretarla a suo modo: una storia di allucinazioni? un racconto di possessioni? un thriller con tanto di delitto perfetto? una feroce analisi della famiglia borghese? una metafora dell’assoluta mancanza di certezze nella vita di ognuno di noi, dell’inesistenza di una felicità tranquilla, dell’impossibilità di essere normali?
Eccezionale la maestria del regista nel porre costantemente il pubblico in bilico tra le diverse e contrastanti visioni che offre ad ogni situazione.
Tutto sembra credibile in questa strana vicenda. I comportamenti sono assurdi ma quanto ci viene mostrato è così scorrevole e lineare che ogni cosa sembra logica e naturale.
Un’opera intrigante e avvincente al massimo, che affascina e al contempo turba, che coinvolge e non permette un attimo di distrazione. Un film di desolata amarezza ma anche di umorismo nero, dall’atmosfera rarefatta e costruito su lunghi silenzi, cupo-inquietante-enigmatico. Un lavoro che invita a riflettere su noi stessi e porta alla discussione (il che non è poco).
“Due volte lei” sarebbe stato un piccolo gioiello se la seconda parte fosse stata più stringata, più sintetica: si avverte invece un senso di ripetitivo, di prolisso che guasta in parte il giudizio sull’intera opera.
Da lodare incondizionatamente lo straordinario quartetto di attori.
Laurent Lucas è perfetto nel difficile personaggio di chi stenta a prendere coscienza di quanto accade (impressionante la somiglianza con Montgomery Clift), Charlotte Gainsbourg è forte e fragile come richiede il suo ruolo, Charlotte Rampling è (come al solito) semplicemente grande nel ritrarre una donna contemporaneamente seducente agitata vulnerabile, André Dussollier è la quintessenza dell’uomo che si è sbarazzato completamente di tutti i complessi.
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silvia
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mercoledì 5 aprile 2006
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uno dei peggiori.
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davvero pesante, senza senso. troppo irreale ed irrazionale. di un cinismo assolutamente non veritiero.
Ritmi troppo lenti.
scenografia fredda e vuota.
musiche solo d'ansia.
Storia ridicola.
solo un po' di suspance.
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