giassi
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mercoledì 31 gennaio 2018
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pessima trasposizione elevata al quadrato
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Non comprendo le valutazioni positive. A meno che non siano una forma di controdipendenza nei confronti di un critico cinematografico come Davide Morena, la cui valutazione condivido appieno. Avviene infatti spesso che le recensioni del pubblico siano positive quasi - sembra - per "partito preso" contro i critici d'arte, considerando certe motivazioni poco consistenti ed entusiaste in modo sospetto. Attribuisco al film due stelle solo per la fotografia impeccabile di John Mathieson. Né comprendo come Andrew L. Webber abbia accettato di impantanarsi in una avventura come questa. Appare evidente che non si può trasporre un musical, un genere nato e sviluppatosi negli USa tra l'800 e il 900 (vedi Wikipedia alla voce "musical"), in un film di taglio inevitabilmente contemporaneo senza avere quella dose di capacità creativa che notoriamente manca a Schumacher.
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Non comprendo le valutazioni positive. A meno che non siano una forma di controdipendenza nei confronti di un critico cinematografico come Davide Morena, la cui valutazione condivido appieno. Avviene infatti spesso che le recensioni del pubblico siano positive quasi - sembra - per "partito preso" contro i critici d'arte, considerando certe motivazioni poco consistenti ed entusiaste in modo sospetto. Attribuisco al film due stelle solo per la fotografia impeccabile di John Mathieson. Né comprendo come Andrew L. Webber abbia accettato di impantanarsi in una avventura come questa. Appare evidente che non si può trasporre un musical, un genere nato e sviluppatosi negli USa tra l'800 e il 900 (vedi Wikipedia alla voce "musical"), in un film di taglio inevitabilmente contemporaneo senza avere quella dose di capacità creativa che notoriamente manca a Schumacher. Il risultato è una Mary Poppins senza la genialità di Julie Andrews, e probabilmente la Disney avrebbe ottenuto risultati migliori.
Ma non basta solo questo per distruggere un meraviglioso musical live. In Italia il film è stato anche doppiato! Il doppiaggio dei film è uno scandalo tutto italiano, ma non si riesce a comprendere come sia possibile trasporre in lingua italiana una sceneggiatura che si realizza anche musicalmente su una fraseggiatura rigorosamente anglosassone. Il risultato, ascoltare in italiano attori che cantano in inglese, con voci italiane francamente adatte a SanRemo, è penoso e imbarazzante specialmente per chi conosce e apprezza la lingua originale. Perché mai non lasciare tutto invariato e usare i classici sottotitoli? E mi piacerebbe in fondo sapere come è stato fatta la terribile sincronizzazione del fraseggio cantato in italiano conle melodie suonate in originale. Ma forse non apprezzo fino in fondo il messaggio del geniale Morena, quando afferma "Nell'aria un pungente odore di bieca operazione commerciale..."
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cordobes
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lunedì 8 maggio 2017
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tempi estenuanti
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Avendo visto l'opera al teatro Majesty in inglese,che non conosco bene, ho apprezzato molto il testo in italiano.
E lo rivedrò ancora per le stupende musiche che mi emozionano ognivolta.
Come film sono d'accordo con le critiche fatte da Davide Morena ed alla sua conclusione "nell'aria un pungente odore di biega operazione commerciale.......
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antonello chichiricco
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mercoledì 22 ottobre 2014
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la più romantica e riuscita versione del fantasma
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Non si contano le trasposizioni teatrali, televisive e cinematografiche del romanzo di Gaston Leroux, Le Fantôme de l’Opéra. Nel 1986 Andrew Lloyd Webber, già assurto agli onori internazionali con Jesus Christ Superstar esordisce a Londra con una sua versione musicale del Fantasma. Lo spettacolo parte in tromba e diviene un successo strepitoso. Attualmente (2014) è tuttora rappresentato ininterrottamente da ventotto anni (uguagliando Les miserables) e a Broadway da ventisei anni (battendo il record di Cats sempre di Webber).
Nel 2004 lo stesso autore – sullo slancio del successo ottenuto dall’opera teatrale - dopo sofferta e lunga gestazione decide di curarne personalmente una versione cinematografica in collaborazione col regista Joel Schumaker (Storie di ordinaria follia, Batman forever).
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Non si contano le trasposizioni teatrali, televisive e cinematografiche del romanzo di Gaston Leroux, Le Fantôme de l’Opéra. Nel 1986 Andrew Lloyd Webber, già assurto agli onori internazionali con Jesus Christ Superstar esordisce a Londra con una sua versione musicale del Fantasma. Lo spettacolo parte in tromba e diviene un successo strepitoso. Attualmente (2014) è tuttora rappresentato ininterrottamente da ventotto anni (uguagliando Les miserables) e a Broadway da ventisei anni (battendo il record di Cats sempre di Webber).
Nel 2004 lo stesso autore – sullo slancio del successo ottenuto dall’opera teatrale - dopo sofferta e lunga gestazione decide di curarne personalmente una versione cinematografica in collaborazione col regista Joel Schumaker (Storie di ordinaria follia, Batman forever). Ed eccone il risultato: un film eccezionale, sfarzoso, di ricca sceneggiatura, curatissimo nei particolari, di grandissimo impatto emotivo grazie certo alla storia in sé ma anche a una fotografia e una scenografia magistrali che supportano magnificandolo il menage a trois più toccante della storia del cinema moderno. Addirittura maniacale la ricostruzione degli ambienti, l’accuratezza dei costumi, l’attenzione alle luci, ai giochi d’ombra, al colore. Gli attori: senza nulla togliere alla pur buona recitazione dei tre protagonisti Gerard Butler, Emmy Rossum e Patrick Wilson, a mio parere, una particolare nota di merito va ad interpreti comprimari quali Minnie Driver (Carlotta, la cantante italiana), Miranda Richardson (Meg Giry, la matrigna di Erik) Charàn Hinds e Simon Callow (gestori del teatro). E vogliamo parlare delle musiche? Webber dopo l’incredibile vertice qualitativo precocemente dimostrato in J.C.Superstar (composto a 21 anni) è stato accusato in quest’opera matura di rifarsi troppo ad autori classici. Che bestialità è mai questa? Chi, anche dei più grandi geni della storia della musica, non è stato più o meno ispirato da precedenti compositori? Beethoven, Mozart, Schubert in primis. Webber d’altronde - figlio d’arte qual è - non ha mai nascosto il suo grande amore per la musica colta, in particolare italiana (è del 1978 il suo splendido “Variazioni sul Capriccio 24 in La minore di Nicolò Paganini). Io qui sento nell’aria - più che “un pungente odore di operazione commerciale” come afferma David Morena – un pungente odore di sadismo demolitorio, tipico di una certa pletora di critici nostrani. Dunque per una volta critichiamo anche loro.
Diverse recensioni degli addetti ai lavori perdono totalmente contatto con ciò che dovrebbero essere e non informano con linguaggio chiaro e obbiettivo il pubblico fornendo del film una propria valutazione ma spesso si avvitano in involutismi lessicali, astrusi panegirici, fuorvianti arrovellamenti tecnicistici, espressioni per iniziati e, non ultimo, indulgono in eccessive esaltazioni o s’accaniscono in stroncature sospette. Quando capiranno questi signori critici che i film non sono prodotti concepiti a loro esclusivo uso e consumo, per compensare prudori o frustrazioni rimosse, o come strumenti di vendetta o di potere, ma nascono “solo” per raccontare storie alla gente con immagini e dialoghi, per comunicare, emozionare, divulgare, far riflettere. Qualunque genere trattino (drammatici, brillanti, d’impegno civile, d’evasione, ecc.) i film sono opere che senza il pubblico non avrebbero ragione d’essere. Mentre senza i critici cinematografici, esisterebbero eccome!
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vales.
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martedì 13 settembre 2011
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polpettone melenso
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Da molti acclamato come un capolavoro, questo film mi ha interessata solo per le atmosfere, la storia suggestiva e le musiche. I personaggi - e chi li interpreta - sono poco incisivi e patetici, ma del resto è tratto da uno spettacolo teatrale e dunque proprio per questo (almeno a me) risultano così innaturali e melensi da nauseare.
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artnico
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mercoledì 15 dicembre 2010
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operazione commerciale
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Scrivo a caldo dopo aver spento il mio lettore blu ray al 53° minuto del film.
Innanzitutto al quindicesimo minuto ho sentito il bisogno viscerale di cambiare l'audio visto che il cantato in italiano è finto e con effetti sulle voci di cattivo gusto.
Nonostante l'audio in inglese fosse sicuramente apprezzabile, il film è davvero noioso. Sia la sceneggiatura che la regia non fanno altro che allontanare l'attenzione che a questo punto non cala del tutto solo grazie alle parti musicali.
Insomma, confrontato a Jesus Christ Superstar, Cats ed Evita, non sembra neanche un'opera di Webber ma un filmetto disney senza parte nè arte
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lady libro
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giovedì 25 novembre 2010
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una meraviglia unica!
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La storia di Christine Daaè, cantante dell'Opera, innamorata (e ricambiata) del visconte Raoul de Chagny (suo amico d'infanzia) e amata dal misterioso Fantasma dell'Opera, che è insieme uno spietato assassino, un artista dalla voce sublime, compositore dal volto sfigurato nascosto da una maschera, un "Angelo della musica" così chiamato da Christine, alla quale egli insegnò a cantare e a far sgorgare da essa la voce che l'ha resa una cantante acclamata e di successo.
Un film bellissimo, romantico, dolce e commovente, molto ricco anche di suspense e mistero.
La trasposizione assai ben riuscita del musical di Andrew Lloyd Webber e alquanto fedele al romanzo di Gaston Leroux con piccolissime e insignificanti differenze, con attori bravissimi sia nel canto che nella recitazione.
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La storia di Christine Daaè, cantante dell'Opera, innamorata (e ricambiata) del visconte Raoul de Chagny (suo amico d'infanzia) e amata dal misterioso Fantasma dell'Opera, che è insieme uno spietato assassino, un artista dalla voce sublime, compositore dal volto sfigurato nascosto da una maschera, un "Angelo della musica" così chiamato da Christine, alla quale egli insegnò a cantare e a far sgorgare da essa la voce che l'ha resa una cantante acclamata e di successo.
Un film bellissimo, romantico, dolce e commovente, molto ricco anche di suspense e mistero.
La trasposizione assai ben riuscita del musical di Andrew Lloyd Webber e alquanto fedele al romanzo di Gaston Leroux con piccolissime e insignificanti differenze, con attori bravissimi sia nel canto che nella recitazione.
Il migliore di tutti è sicuramente Gerard Butler (il Fantasma dell'Opera) la cui voce è stupenda.
Notevole anche Minnie Driver (Carlotta Giudicelli) e non male anche Emmy Rossum (Christine Daaè) e Patrick Wilson (Raoul de Chagny).
Bravissimi inoltre i personaggi secondari (Madame Giry, i direttori dell'Opera, le comparse....).
Tutto il film risulta perfetto e completo nel suo insieme, restando perennemente nel cuore dello spettatore.
Un film assolutamente da vedere e da non perdere.
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brucemyhero
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giovedì 15 luglio 2010
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il fantasma dell'opera.
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Ho voluto dare 5 stelle, non perchè si tratta di un capolavoro, ma di un bellissimo film fatto per chi ama non solo i sentimenti, che in questo lavoro di Schumacher, sono tradotti in una non facile movie-operetta (di fascino pressochè ineguagliabile). Ma anche e soprattutto le atmosfere. Il male qui, non è il maligno, ma un uomo (e la scena in cui lei gli toglie la maschera lo sottolinea stupendamente), che non solo si vergogna del suo volto sfigurato, ma trova nell'amore e nel sentimento in lei riposto, l'unico antidolorifico per placare la rabbia. L'esilio forzato dalla società. Premetto che non amo i musical, ma qui ci troviamo di fronte ad una storia che, con pochi effetti speciali, riesce a commuovere anche i muri.
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Ho voluto dare 5 stelle, non perchè si tratta di un capolavoro, ma di un bellissimo film fatto per chi ama non solo i sentimenti, che in questo lavoro di Schumacher, sono tradotti in una non facile movie-operetta (di fascino pressochè ineguagliabile). Ma anche e soprattutto le atmosfere. Il male qui, non è il maligno, ma un uomo (e la scena in cui lei gli toglie la maschera lo sottolinea stupendamente), che non solo si vergogna del suo volto sfigurato, ma trova nell'amore e nel sentimento in lei riposto, l'unico antidolorifico per placare la rabbia. L'esilio forzato dalla società. Premetto che non amo i musical, ma qui ci troviamo di fronte ad una storia che, con pochi effetti speciali, riesce a commuovere anche i muri. E si finisce per 'tifare' per lui, il fantasma, uomo profondamente ferito ma anche crudele, che riesce però ad amare e quindi a purificare, anestertizzare, l'altra parte di se, come raramente i 'normali' potrebbero fare. La sua sconfitta è dovuta, poichè in lui vivono due nature in contrapposizione stridente, incompatibili, ma, ed è una domanda che rivolgo a voi che come me lo avete visto, chi vorreste essere dei due?: io, senza alcun dubbio il dannato, poichè la normalità appiattisce tutto. Voglio dire che a mio avviso non vi è più alto sentimento, se non il connubio fra, chi soffre, e chi riesce a vedere dentro, oltre l'apparenza che talvolta, anzi spesso, può trasformare un essere umano, nell'apparentemente malvagio. Ma per questo colmo di un amore altrimenti raramente riscontrabile in condizioni 'normali'. Mi ripeto: "bellissimo", non ci sono altre parole.
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annagiuditta
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lunedì 31 maggio 2010
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the phantom of the opera is there, inside my mind
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Non ci sono parole per descrivere un film che, sebbene possa apparire noioso ed espasperante per le troppe canzoni e le poche parti parlate, risulta comunque la vera e propria Opera d'arte di Joel Schumacher.
A differenza del romanzo di Leroux e del musical teatrale di Broadway, il film racchiude in sé atmosfere horror, romantiche, misteriose e fiabesche, narrando la struggente storia di un uomo costretto dalle convenzioni e dai costumi dell'epoca a vivere rintanato nei sotterranei del teatro parigino non a causa di un qualche scandalo o crimine, ma solo per una deformazione facciale congenita che ha sempre dato modo alla gente di usarlo e umiliarlo come fenomeno da baraccone. Ma se il Fantasma risulta un mostro solo per via di uno sfregio al volto, egli riesce ad apparire ugualmente il più fascinoso e virile degli uomini, anche con metà viso nascosta dietro una maschera dalle forme inquietanti.
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Non ci sono parole per descrivere un film che, sebbene possa apparire noioso ed espasperante per le troppe canzoni e le poche parti parlate, risulta comunque la vera e propria Opera d'arte di Joel Schumacher.
A differenza del romanzo di Leroux e del musical teatrale di Broadway, il film racchiude in sé atmosfere horror, romantiche, misteriose e fiabesche, narrando la struggente storia di un uomo costretto dalle convenzioni e dai costumi dell'epoca a vivere rintanato nei sotterranei del teatro parigino non a causa di un qualche scandalo o crimine, ma solo per una deformazione facciale congenita che ha sempre dato modo alla gente di usarlo e umiliarlo come fenomeno da baraccone. Ma se il Fantasma risulta un mostro solo per via di uno sfregio al volto, egli riesce ad apparire ugualmente il più fascinoso e virile degli uomini, anche con metà viso nascosta dietro una maschera dalle forme inquietanti. Gerard Butler è magnifico nelle vesti eleganti e oscure del Fantasma. Si muove con disinvoltura lungo ogni gradinata, corridoio, galleria, quinta o palco, lasciando dietro di sé un'ombra incombente di terrore e ambiguità in grado di irretire tutti i sensi. Con i suoi calamitanti occhi verdi, quel fisico muscoloso e statuario e la voce baritonale e vibrante, può incantare chiunque lo veda o lo ascolti. Egli è ciò che potrebbe essere definito la Sublimità, quell'"orrore" gotico che riesce a diventare una bellezza che si valorizza proprio grazie a quei difetti che l'han reso oggetto di scherno della crudeltà del prossimo. Una fanciulla matura e razionale cadrebbe di fronte al suo fascino, ai suoi modi cortesi e naturali, e lo amerebbe anche a costo di rinunciare alla luce del giorno, per vivere un'esistenza non solo di tenebra, ma anche di amore, pace e serenità della notte. Non si può quindi evitare di avanzare delle critiche a Christine Daae, quando ella sceglie invece alla sensibilità e all'attrazione del Fantasma, la bellezza efebica e sdolcinata di Raoul De Chagny, denunciando quindi ancora troppa ingenuità, superficialità e sottomissione al bello estetico, alla mera apparenza fisica. Un altro punto a favore di questo film è l'ottimo doppiaggio delle canzoni in italiano. Al Fantasma di Gerard Butler calza a pennello la voce suadente di Luca Velletri, così come Emmy Rossum- Christine riesce a trasmettere allo spettatore italiano la magia della storia grazie alla voce dolce e delicata di Renata Fusco, un duo perfetto, specie nel viaggio del Fantasma e di Christine nei sotterranaei dell'Opera, dove i protagonisti cantano la canzone del titolo.
In conclusione, bisogna aggiungere che, probabilmente, il musical avrebbe riscosso maggior successo se avesse mantenuto di più l'atmosfera stregonesca dell'originale del 1925, con Lon Chaney e Mary Philbin, nonché una maggiore fedeltà al libro.
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thewolfmanlover
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sabato 29 maggio 2010
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il fantasma dell'opera: amore, mistero e leggenda
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The Phantom of The Opera è l'autentico capolavoro di Joel Schumacher!
Ispirato al musical di Broadway con le musiche di Andrew Lloyd Webber, a sua volta tratto dall'omonimo romanzo di Gaston Leroux, narra la storia gotico-romantico di un geniale musicista sfigurato e costretto a nascondere il proprio volto dietro un'inquietante maschera color cera, che nelle sue mani inguantate di nero diviene un feticcio, un viso finto ma calamitante, da cui si viene inevitabilmente attratti. Innamorato della ballerina soprano Christine Daae, la istruisce e incanta grazie allo strumento di seduzione più inpalpabile e magico, la Voce, una voce dai toni misteriosi, caldi, profondi capace di suggestionare qualsiasi donna innocente e pura, tanto da non poter evitare il suo richiamo attraverso le tenebre e gli specchi.
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The Phantom of The Opera è l'autentico capolavoro di Joel Schumacher!
Ispirato al musical di Broadway con le musiche di Andrew Lloyd Webber, a sua volta tratto dall'omonimo romanzo di Gaston Leroux, narra la storia gotico-romantico di un geniale musicista sfigurato e costretto a nascondere il proprio volto dietro un'inquietante maschera color cera, che nelle sue mani inguantate di nero diviene un feticcio, un viso finto ma calamitante, da cui si viene inevitabilmente attratti. Innamorato della ballerina soprano Christine Daae, la istruisce e incanta grazie allo strumento di seduzione più inpalpabile e magico, la Voce, una voce dai toni misteriosi, caldi, profondi capace di suggestionare qualsiasi donna innocente e pura, tanto da non poter evitare il suo richiamo attraverso le tenebre e gli specchi.
Gerard Butler è l'attore spaventosamente sensuale e graffiante che incarna l'attrazione dell'Orrido, la sensibilità e l'amore puro, il fascino oscuro dell'Uomo dei Sogni, della Fantasia e dei Segreti. E' l'uomo relegato dalla società solo per il suo aspetto di "diverso", che vive la sua drammatica storia d'amore tra le virtuosistiche danze mascherate nei saloni barocchi e sfolgoranti di luci e colori dell'Opera, i sussurri di antiche superstizioni e dicerie taciute, il buio dei labirintici corridoi e cunicoli sotterranei che conducono alle sue grotte nascoste, le bianche nebbie e i silenzi lontani dei cimiteri perduti nelle invernali campagne parigine. E' l'uomo in grado di far sospirare e pensare, aggirandosi inquieto e minaccioso, come un'ombra nera, tra palchi e platee, botole e passaggi segreti; è colui che riesce a scatenare il terrore e la compassione, e non si può far a meno di pensare alla sua sofferenza di fronte al tradimento di una troppo ingenua e superficiale Emmy Rossum, bravissima nel canto e nell'intensità, ma troppo diversa rispetto alla Christine Daae del romanzo ( nell'opera di Leroux viene presentata come quasi totalmente sottomessa al Fantasma, e quindi sempre innocente e semplice, ma molto più misteriosa, tormentata, evanescente e forse di gran lunga più attraente).
Il Fantasma dell'Opera è magnifico anche nel doppiaggio italiano della canzoni, e nonostante possa sembrare esasperante e noioso, è un film degno d'essere ricordato, tenendo conto, inoltre, che ha ricevuto diversi premi e nomination, prima fra tutti quella ai Golden Globe, rendendo famosi sia Butler che la Rossum. Avrebbe avuto un successo ancora maggiore se fosse stato più cupo e avesse sperimentato le stesse atmosfere stregonesche ed agghiaccianti della versione in bianco e nero del 1925 con Lon Chaney sr, forse la più fedele, la più bella e suggestiva nonostante l'assenza dell'elemento musicale.
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jane
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venerdì 28 agosto 2009
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passa il ponte fra noi due
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che dire? é stupendo. Amore, sofferenza, dolore, gelosia: un mix per un capolavoro del cinema e anche della musica, perchè le musiche sono veramente bellissime...
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