esakki
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martedì 29 marzo 2022
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sono morto!
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stenoir
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giovedì 22 ottobre 2020
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e così termina la vita di un tiranno
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Veri o presunti, romanzati o immaginati, gli ultimi giorni di vita del cancelliere alla fine del quarto mese dell’anno 1945, non possono in ogni caso lasciare indifferente lo spettatore. Una scena in particolare (che non rivelo, ma chi ha visto il film può immaginare a quale mi stia riferendo) verrà ricordata per lungo tempo da chi scrive. Le ricostruzioni della Berlino dell’epoca e del leggendario bunker sono riprodotte in maniera egregia e Bruno Ganz interpreta magnificamente Adolf Hitler. Infine, se volete ottenere un’“immersione” maggiore, consiglio la visione in lingua originale.
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onufrio
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mercoledì 16 gennaio 2019
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gli ultimi giorni di hitler
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Attraverso la testimonianza di una delle segretarie di Adolf Hitler, Traudl Junge, "La Caduta" descrive gli ultimi giorni di vita del Fuhrer rinchiuso all'interno di un bunker, impotente dinnanzi all'imminente sconfitta. Un film dai tratti documentaristici, di ottima fattura e con una narrazione fluida e linera nonostante l'ampia durata della pellicola.
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mauri67
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lunedì 14 maggio 2018
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estremo fanatismo.
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La lunghezza dell’opera (150 minuti) è forse un punto di debolezza che rallenta eccessivamente il ritmo narrativo, soffermandosi su una serie di dettagli talvolta esageratamente superflui. Interessante è però la scelta di proseguire lo sguardo fino a ben oltre la morte di Hitler, analizzando con perfetto taglio socio-psicologico le reazioni della cerchia ristretta di potere orfana del suo Fuhrer. Emergono allora nettamente le follie individuali e collettive di un popolo che mostrava di aver subito un perfetto lavaggio del cervello, di modo che una volta perso il suo carismatico leader-messia, non ha più avuto ragione di vivere.L'estremo fanatismo porta alla moglie di Joseph Goebbels ad uccidere personalmente i propri cinque figli per evitare che possano vivere in un mondo privato del nazionalsocialismo.
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La lunghezza dell’opera (150 minuti) è forse un punto di debolezza che rallenta eccessivamente il ritmo narrativo, soffermandosi su una serie di dettagli talvolta esageratamente superflui. Interessante è però la scelta di proseguire lo sguardo fino a ben oltre la morte di Hitler, analizzando con perfetto taglio socio-psicologico le reazioni della cerchia ristretta di potere orfana del suo Fuhrer. Emergono allora nettamente le follie individuali e collettive di un popolo che mostrava di aver subito un perfetto lavaggio del cervello, di modo che una volta perso il suo carismatico leader-messia, non ha più avuto ragione di vivere.L'estremo fanatismo porta alla moglie di Joseph Goebbels ad uccidere personalmente i propri cinque figli per evitare che possano vivere in un mondo privato del nazionalsocialismo. Un fanatismo che mette in evidenza la sottile differenza che separa un sogno ideologico da un orrore, qualora si perda il contatto con la realtà e la ragione.In ogni caso la morte di Adolf è stata vana nel senso e' scomparso il piu' feroce ma intelligente dittatore della storia,ma le guerre nel mondo dal 1945 ad oggi si sono quadruplicate.Voto 8,5
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iuriv
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lunedì 16 maggio 2016
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follia e claustrofobia.
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Claustrofobico ritratto del tramonto Hitleriano, questo film mette in scena gli ultimi giorni del nazismo.
La pellicola sceglie un punto di vista difficile, specialmente per una produzione tedesca. La scelta di concentrare tutta la storia all'interno del bunker, mentre l'artiglieria russa bombarda incessantemente Berlino, porta, inevitabilmente, a umanizzare i tratti di alcune figure storicamente assimilate a demoni ultraterreni.
E' una decisione controversa questa. Perché, se da un lato fa scendere dal piedistallo questi personaggi, riportandoli sulla terra e dimostrando come siano semplici uomini compromessi da un'ideologia delirante, dall'altro rischia di richiamare un senso di pietà nello spettatore.
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Claustrofobico ritratto del tramonto Hitleriano, questo film mette in scena gli ultimi giorni del nazismo.
La pellicola sceglie un punto di vista difficile, specialmente per una produzione tedesca. La scelta di concentrare tutta la storia all'interno del bunker, mentre l'artiglieria russa bombarda incessantemente Berlino, porta, inevitabilmente, a umanizzare i tratti di alcune figure storicamente assimilate a demoni ultraterreni.
E' una decisione controversa questa. Perché, se da un lato fa scendere dal piedistallo questi personaggi, riportandoli sulla terra e dimostrando come siano semplici uomini compromessi da un'ideologia delirante, dall'altro rischia di richiamare un senso di pietà nello spettatore.
Grazie all'abile disegno, però, questo non succede. Il regista si premura di sottolineare spesso, attraverso la voce dei gerarchi, come Hitler e i suoi uomini in realtà disprezzino il popolo tedesco e non si sentano responsabili delle avversità che gli hanno causato.
La pazzia disturbante di alcuni avvenimenti realmente accaduti all'interno del bunker fa il resto, togliendo ogni tentazione salvifica all'interpretazione del film.
Hitler viene dipinto come un uomo ossessionato dalla grandezza che stava tentando di costruire attorno a se, capace di essere premuroso con le persone che riesce a non avversare e persino ipocrita nel mascherare il suo delirio di onnipotenza dietro la potenza tedesca. Ma è anche un uomo finito, tradito da chi ha capito che ormai la festa è finita, e con un pensiero di rivalsa completamente scollegato dalla realtà.
Un vecchio orgoglioso che nasconde goffamente i suoi limiti fisici e che non si rassegna al tempo che passa. Capace però di scatti d'ira talmente violenti da allontanare subito da se ogni forma di compassione.
Al di la di tutto, La Caduta è un bel film, proprio perché riesce a portare lo spettatore nel cuore della follia nazional-socialista tentando di porsi in maniera neutra verso un mostro che ha devastato l'Europa. Magari è giusto un filo troppo lungo, specialmente quando, tardivamente, si ricorda di quella che dovrebbe essere la protagonista della vicenda e la segue negli ultimi momenti del racconto. A quel punto ormai l'aspetto più interessante della pellicola è stato sviscerato e i destini dei superstiti non coinvolgono più di tanto.
Un finale che comunque non toglie nulla a un lavoro che val la pena di conoscere.
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alexander 1986
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sabato 22 agosto 2015
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la caduta di sogni e incubi
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Berlino, aprile 1945. I russi sono arrivati nella capitale del Reich, ormai si lotta strada per strada. Adolf Hitler (Bruno Ganz) e tutto il suo entourage sono al sicuro, ma non per molto: bisogna decidere se arrendersi o continuare una guerra praticamente persa. Il leader nazista, ormai stanco e fuori di sé, vede disfarsi poco a poco quello che credeva di avere costruito.
Pellicola all'epoca costosissima per gli standard del cinema europeo (budget di 15 milioni di euro) e accompagnata da una forte polemica internazionale. La rappresentazione di Hitler come essere umano - disgustoso certo, ma senza corna e tridente in mano - disturbò la sensibilità generale. In realtà il film del regista Hirschbiegel racconta la vicenda della fine di Hitler solo superficialmente.
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Berlino, aprile 1945. I russi sono arrivati nella capitale del Reich, ormai si lotta strada per strada. Adolf Hitler (Bruno Ganz) e tutto il suo entourage sono al sicuro, ma non per molto: bisogna decidere se arrendersi o continuare una guerra praticamente persa. Il leader nazista, ormai stanco e fuori di sé, vede disfarsi poco a poco quello che credeva di avere costruito.
Pellicola all'epoca costosissima per gli standard del cinema europeo (budget di 15 milioni di euro) e accompagnata da una forte polemica internazionale. La rappresentazione di Hitler come essere umano - disgustoso certo, ma senza corna e tridente in mano - disturbò la sensibilità generale. In realtà il film del regista Hirschbiegel racconta la vicenda della fine di Hitler solo superficialmente. Ciò che viene realmente illustrato è quel che succede quando un'utopia cade sconfitta dalla storia: c'è chi scappa, chi resta, chi cambia idea, chi resta fedele fino alla fine, chi tradisce, chi uccide, chi si uccide, chi piange, chi ride, chi perde la ragione, chi scopre ciò che davvero vuole. Mille diversi personaggi circondano il leader pazzo: nessuno può dirsi dalla parte della ragione, qualunque sia la sua scelta nei momenti finali. La Germania, tanto vituperata oggi, ha svolto tali riflessioni sulla propria storia. L'Italia le ha bellamente evitate, sia in politica che in arte. Grande interpretazione di Bruno Ganz e ricostruzione storica eccellente grazie alla consulenza di Joachim Fest. Candidato agli Oscar 2005 come miglior film straniero.
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catullo
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domenica 12 luglio 2015
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ganz s'è preso la scena
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Questi film storici fatti con tanta attenzione e rigore sono la gioia dei cultori della storia nella sua rappresentazione spettacolare e cinematografica. Qui si parla di Hitler e dei suoi ultimi giorni nell'atmosfera rarefatta e da Horror nel bunker più famoso al mondo. Visto che i personaggi storici vorrei commentare forse con una punta di civettuola preparazione storica i personaggi che scorrono nelle ultime ore di Berlino prima dell'arrivo dei giovanotti di Stalin. Un'elogio senza se e seza ma a Bruno Ganz praticamente Hitler stesso, ottime le interpretazioni di Eva Braun e Magda Goebbels..due attrici perfette per tali ruoli....Goebbels stesso non mi ha convinto, l'attore era troppo alto e poco somigliante al ministro della propaganda che era più mingherlino e certamente non spento come l'attore.
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Questi film storici fatti con tanta attenzione e rigore sono la gioia dei cultori della storia nella sua rappresentazione spettacolare e cinematografica. Qui si parla di Hitler e dei suoi ultimi giorni nell'atmosfera rarefatta e da Horror nel bunker più famoso al mondo. Visto che i personaggi storici vorrei commentare forse con una punta di civettuola preparazione storica i personaggi che scorrono nelle ultime ore di Berlino prima dell'arrivo dei giovanotti di Stalin. Un'elogio senza se e seza ma a Bruno Ganz praticamente Hitler stesso, ottime le interpretazioni di Eva Braun e Magda Goebbels..due attrici perfette per tali ruoli....Goebbels stesso non mi ha convinto, l'attore era troppo alto e poco somigliante al ministro della propaganda che era più mingherlino e certamente non spento come l'attore. Speer mi è parso realistico...Gooring una macchietta troppo macchietta e Himmler troppo effeminato. Keitel molto somigliante...Borman no! Fegelein,cioè il marito fedigrafo della sorella di Eva è interpretato dall'attore che nel "Pianista" di Polanski interpretava il nazista buono ...in realtà non fu fucilato così tra i due piedi davanti alla cancelleria ma fu portato nel bunker dove subì un processo e fucilato nel cortile dello stesso Bunker. Hitler poi..tutti sanno che nell'ultima cena mangiò un piatto di spaghetti al pomopdoro e non tortelli anch'essi al pomodoro come nel film.....
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robileo68
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lunedì 22 giugno 2015
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purtroppo
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erano uomini anche i suoi sottoposti, è grave anche questo
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marcobrenni
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venerdì 1 maggio 2015
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un film-documentario che tutti dovrebbero vedere
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Fosse solo per la recitazione straordinaria di BRUNO GANZ questo film meriterebbe l'Oscar. Ma c'è molto di più: è un film-documentario basato pure su scritti autentici e su testimonianze che hanno vissuto in diretta le ultime scene ( ad es. la dattilografa personale di Hitler , scampata per miracolo al crepuscolo degli dei) . Il fim è fatto con teutonico rigore e serietà, non lasciando proprio nulla al caso. Definisco stupido il commento di Davide Morena, laddove definisce questo film come "inutile" ! Ma DOVE inutile ??! Solo fino a poco tempo fa, sulla vera fine di Hitler nel Bunker si sapeva poco o nulla: illazioni, complottismi e dicerie.
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Fosse solo per la recitazione straordinaria di BRUNO GANZ questo film meriterebbe l'Oscar. Ma c'è molto di più: è un film-documentario basato pure su scritti autentici e su testimonianze che hanno vissuto in diretta le ultime scene ( ad es. la dattilografa personale di Hitler , scampata per miracolo al crepuscolo degli dei) . Il fim è fatto con teutonico rigore e serietà, non lasciando proprio nulla al caso. Definisco stupido il commento di Davide Morena, laddove definisce questo film come "inutile" ! Ma DOVE inutile ??! Solo fino a poco tempo fa, sulla vera fine di Hitler nel Bunker si sapeva poco o nulla: illazioni, complottismi e dicerie. Solo pochi anni fa fu possibile ricostruire la VERA storia della fine di Hitler e della sua adorata Germania ariana, anche perché gli alleati (sovietici) hanno occultato molto materiale documentario. C'è in giro una versione in DVD ma fu raccorciata e tagliata nelle scene finali più tragiche: un fatto imperdonabile, perché proprio nella parte finale il film si rivela essere un capolavoro assoluto (!) della cinematografia mondiale che avrebbe meritato ben altra attenzione e premi.
Ma si sa: il tema è tuttora scottante perché può urtare diverse sensibilità.
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il befe
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martedì 10 marzo 2015
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che cult
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