luca scialo
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sabato 13 maggio 2023
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i mali della società giapponese presentati con crudeltà
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Fukasaku Kinji, veterano dello yakuza eiga e del cinema violento e di genere, propone un film la cui sceneggiatura è stata scritta dal figlio Kenta. Il quale curerà anche il sequel, dato che il padre morirà proprio quando inizieranno le riprese. La pellicola narra di un gruppo di studenti portati su un'isola deserta allo scopo di uccidersi a vicenda, per il classico "ne resterà soltanto uno". Nessuno di loro può esimersi, né collaborare con gli altri, altrimenti saranno uccisi tutti. A presentargli le regole il professor Kitano, interpretato proprio dal grande regista Takeshi. Il gioco, perverso e violento, è un modo per punire i giovani giapponesi, rei di essere rammolliti e poco rispettosi degli adulti.
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Fukasaku Kinji, veterano dello yakuza eiga e del cinema violento e di genere, propone un film la cui sceneggiatura è stata scritta dal figlio Kenta. Il quale curerà anche il sequel, dato che il padre morirà proprio quando inizieranno le riprese. La pellicola narra di un gruppo di studenti portati su un'isola deserta allo scopo di uccidersi a vicenda, per il classico "ne resterà soltanto uno". Nessuno di loro può esimersi, né collaborare con gli altri, altrimenti saranno uccisi tutti. A presentargli le regole il professor Kitano, interpretato proprio dal grande regista Takeshi. Il gioco, perverso e violento, è un modo per punire i giovani giapponesi, rei di essere rammolliti e poco rispettosi degli adulti. Il film suscitò molte polemiche e censure. Nel nostro paese non uscì nelle sale.
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kyotrix
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sabato 31 dicembre 2022
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capolavoro dove?
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Ho visto ieri sera la versione director's cut. Dai commenti, voti, recensioni, forse mi aspettavo troppo.
Ma ad oggi ( film del 2000 ) lo trovo ridicolo. Sarà anche il precursore dei film di violenza usciti poi negli ultimi anni, ma proprio non l'ho digerito. Sono abituato a film orientali, e il loro stile di recitazione, ma qui si sesagera.. A parte la trama ridicola, comportamento dei ragazzi ridicoli vista la situazione, recitazione orribile, sembra una recitazione teatrale fatta per gioco, scene montate in maniera ridicola. Sicuramente sarà un film d'arte, ed io l'arte non la capisco. Film per pochi.
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nerimarcorã©
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venerdì 21 ottobre 2022
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caposaldo della storia del cinema
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Ricordo ancora le polemiche apocalittiche sui giapponesi pazzi che avevano fatto un film da malati di mente. Questo 20 anni fa. Oggi (che Hunger Games e Squid Game sono diventati fenomeni di massa) Battle Royale è un classico che finalmente possono vedere tutti al cinema. Bellissima idea ridistribuire oggi un film che fu praticamente autocensurato all'epoca. Dovrebbe essere in proiezione in tutta Italia, è un capolavoro!!! Una medaglia a chi ha avuto questa idea.
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laurence316
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sabato 4 febbraio 2017
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l'aranca meccanica del sol levante
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Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Koushun Takami, che egli stesso ha adattato poi in un manga, pubblicato dal 2000 al 2005, per i disegni di Masayuki Taguchi, diretto da Kinji Fukasaku (famoso in Occidente in particolare per aver diretto le sequenze giapponesi di Tora! Tora! Tora!) e scritto dal figlio Kenta, Battle Royale è un film lucido e brutale, iperviolento e a tratti raccapricciante, dal taglio quasi documentaristico. Il cui tema portante e i modi in cui viene trattato non possono che riportare alla mente l’Arancia meccanica di Kubrick, anche se il film di Fukasaku tenta un discorso proprio e più legato alle problematiche del suo paese di origine.
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Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Koushun Takami, che egli stesso ha adattato poi in un manga, pubblicato dal 2000 al 2005, per i disegni di Masayuki Taguchi, diretto da Kinji Fukasaku (famoso in Occidente in particolare per aver diretto le sequenze giapponesi di Tora! Tora! Tora!) e scritto dal figlio Kenta, Battle Royale è un film lucido e brutale, iperviolento e a tratti raccapricciante, dal taglio quasi documentaristico. Il cui tema portante e i modi in cui viene trattato non possono che riportare alla mente l’Arancia meccanica di Kubrick, anche se il film di Fukasaku tenta un discorso proprio e più legato alle problematiche del suo paese di origine.
Certo, l’idea, per l’appunto, non è originalissima e talvolta in film scade nel ridicolo involontario, in particolar modo nel finale, mentre altre volte si perde nel mare di violenza, omicidi, spargimenti di sangue e caos vari, ma Battle Royale rimane un film in anticipo sui tempi nella sua lucida critica sociale che si scaglia contro le istituzioni (che hanno varato il folle BR Act), il mondo dello spettacolo (irresistibile e geniale la sequenza con la presentatrice televisiva che espone ai ragazzi le regole del gioco come se si trattasse di un banale reality TV) e, forse, anche il sistema scolastico giapponese, fortemente competitivo, severo e rigoroso.
E, inoltre, sempre al pari di Arancia meccanica fa un uso sistematico della violenza più estrema al fine di deprecarla, condannarla e non di esaltarla o glorificarla. Questo è un fattore chiave per comprendere il film, che è stato spesso però volutamente ignorato in gran parte dei paesi del mondo in cui è stato distribuito andando incontro a forti censure (Giappone compreso, dov’è intervenuto addirittura il governo a tentare di metterlo al bando, accusandolo di incitazione alla violenza giovanile). E’ comunque vero che il film soffre di alcune lacune, soprattutto in fase di sceneggiatura, e che le performance degli attori non sono proprio eccezionali (ad eccezione del grande Takeshi Kitano), ma rimane un film da vedere.
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brucettino
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martedì 28 luglio 2015
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voto 6+
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Surreale e approssimativo. Se si considera questo un ottimo film allora chiunque potrà sfornare grandi film inventandosi di sana pianta una storia senza capo ne coda. Giappone giorni nostri.. a causa dello sconforto per un paese senza valori ne uomini veri una classe elementare viene rapita, segregata, armata e costretta da dei collari esplosivi, stile "Sotto massima sorveglianza", ad eliminarsi a vicenda su un'isola del Pacifico finchè non ne rimarrà uno solo, il quale dimostrerà alla patria di poter diventare un ottimo adulto con il tacito consenso delle famiglie e dello stato....ma per favore! L'unica cosa che si salva è la recitazione di tutti questi baby attori che si trucidano a vicenda.
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Surreale e approssimativo. Se si considera questo un ottimo film allora chiunque potrà sfornare grandi film inventandosi di sana pianta una storia senza capo ne coda. Giappone giorni nostri.. a causa dello sconforto per un paese senza valori ne uomini veri una classe elementare viene rapita, segregata, armata e costretta da dei collari esplosivi, stile "Sotto massima sorveglianza", ad eliminarsi a vicenda su un'isola del Pacifico finchè non ne rimarrà uno solo, il quale dimostrerà alla patria di poter diventare un ottimo adulto con il tacito consenso delle famiglie e dello stato....ma per favore! L'unica cosa che si salva è la recitazione di tutti questi baby attori che si trucidano a vicenda. Uno splatter bello e buono per gli amanti del genere, niente di più.
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valetag
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giovedì 3 aprile 2014
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la vita è un gioco, vedete se valete
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La società orientale sta cambiando: i giovani sono sempre più ribelli e gli adulti sempre meno capaci di controllarli. Per questo motivo, viene istituita la legge dei Battle Royale: ogni anno gli studenti di una classe delle superiori vengono sorteggiati, confinati su un’isola disabitata e costretti a fronteggiarsi tra loro in scontri all’ultimo sangue. Solo l’ultimo sopravvissuto può lasciare l’isola, a patto che tutti gli altri siano stati uccisi entro tre giorni.
Questa è la trama della pellicola tanto censurata del regista Kinji Fukasaku, tratta dall’omonimo romanzo scritto nel 1999 da Koushun Takami, e poi diventato un famoso manga.
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La società orientale sta cambiando: i giovani sono sempre più ribelli e gli adulti sempre meno capaci di controllarli. Per questo motivo, viene istituita la legge dei Battle Royale: ogni anno gli studenti di una classe delle superiori vengono sorteggiati, confinati su un’isola disabitata e costretti a fronteggiarsi tra loro in scontri all’ultimo sangue. Solo l’ultimo sopravvissuto può lasciare l’isola, a patto che tutti gli altri siano stati uccisi entro tre giorni.
Questa è la trama della pellicola tanto censurata del regista Kinji Fukasaku, tratta dall’omonimo romanzo scritto nel 1999 da Koushun Takami, e poi diventato un famoso manga.
Il film assume a tratti uno spessore splatter: si continua a lottare anche dopo essere stati feriti mortalmente, e non si muore mai prima di aver espresso l’ultimo desiderio, stretto per l’ultima volta il braccio di qualcuno o confessato un amore segreto. Il sangue è volutamente troppo arancione per essere credibile, e gli scontri a volte rasentano il ridicolo.
La ragazza invasata del video che spiega le regole del gioco ci ricorda che il Giappone è la patria del manga e degli anime.
Particolare la scelta di utilizzare la musica classica come colonna sonora, creando contrasto, e forse esaltando la drammaticità degli eventi.
La violenza è tutta ideologica: gli adulti che non hanno più nemmeno il controllo su sé stessi; i ragazzini non esitano a trucidare il compagno di banco; la scalata per la sopravvivenza, costruita sacrificando i propri avversari.
E’ il film preferito di Quentin Tarantino, parente stretto degli Hunger Games hollywoodiani e uno dei più amati del genere fantapolitica. Consigliatissimo.
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manolo
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domenica 27 gennaio 2013
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malefica grandezza
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Questo film è di malefica grandezza, tutta la sua violenza è necessaria , mai banale nella sua efferatezza. Il film nonostante non abbia un cast di primo ordine riesce comunque a delineare la psicologia dei personaggi nei pochi minuti che gli vengono dedicati (sono 45 personaggi + un malefico professor kitano ,lui si di primo ordine), la sceneggiature non è epica , ma la trama è una trovata geniale per raccontare i messaggi che il regista con una regia sempre attenta e attiva vuole far passare .
Il film eccita e raccapriccia per tutta la sua durata, e continuerà a turbare anche dopo la sua visione .
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bras0la
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martedì 4 settembre 2012
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da vedere
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Film malato che traspone il romanzo omonimo. Che l'autrice di Hunger Games lo ammetta o meno, è chiaro che quest'ultimo è perlomento fortemente ispirato a Battle Royale, pur non raggiungendo la sua qualità. Lo spettatore è indotto a riflettere sulla natura umana quando è spinta al limite e, con echi che rimandano al libro "Signore delle Mosche" di Golding ( lettura consigliatissima ), ciò che avviene non è certo piacevole. Una visione del genere doveva arrivare dall'Oriente, che come già in altri film appare più interessato al problema. Per fortuna un po' di speranza e di umanità traspaiono nel finale, ma c'è da chiedersi, dopo la visione, se l'uomo sia veramente quell'essere superiore che pensa o solo un animale che maschera ma non riesce ad estirpare i suoi istinti e che dispone di armi più potenti? Infine una critica al sistema italiano.
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Film malato che traspone il romanzo omonimo. Che l'autrice di Hunger Games lo ammetta o meno, è chiaro che quest'ultimo è perlomento fortemente ispirato a Battle Royale, pur non raggiungendo la sua qualità. Lo spettatore è indotto a riflettere sulla natura umana quando è spinta al limite e, con echi che rimandano al libro "Signore delle Mosche" di Golding ( lettura consigliatissima ), ciò che avviene non è certo piacevole. Una visione del genere doveva arrivare dall'Oriente, che come già in altri film appare più interessato al problema. Per fortuna un po' di speranza e di umanità traspaiono nel finale, ma c'è da chiedersi, dopo la visione, se l'uomo sia veramente quell'essere superiore che pensa o solo un animale che maschera ma non riesce ad estirpare i suoi istinti e che dispone di armi più potenti? Infine una critica al sistema italiano. Non so chi siano i responsabili ma la scelta di non proiettare un film come questo assieme alla scarsa qualità del 90% dei film nostrani rendono l'idea dello stato attuale delle cose...
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le noir
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domenica 19 agosto 2012
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e tutti divennero serial killer professionisti.
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La chiave di lettura con cui si decide di seguire il film è determinante per farne un giudizio.
Pecca sicuramente nella scarsa credibilità dei dialoghi;battute botta e risposta talvolta improbabili fino al ridicolo.
L'idea del film è sicuramente originale e avrà fatto leva proprio sui rapporti che intercorrono tra compagni di classe nell età adolescenziale,il tutto rivisitato in un contesto dove per esigenza possono vedersi costretti a uccidere la persona amata o approfittare per far fuori il bullo di turno.
Ciò che fa perdere punti alla pellicola è sicuramente il fatto che i ragazzi affrontano la cosa in maniera assolutamente irrealistica.
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La chiave di lettura con cui si decide di seguire il film è determinante per farne un giudizio.
Pecca sicuramente nella scarsa credibilità dei dialoghi;battute botta e risposta talvolta improbabili fino al ridicolo.
L'idea del film è sicuramente originale e avrà fatto leva proprio sui rapporti che intercorrono tra compagni di classe nell età adolescenziale,il tutto rivisitato in un contesto dove per esigenza possono vedersi costretti a uccidere la persona amata o approfittare per far fuori il bullo di turno.
Ciò che fa perdere punti alla pellicola è sicuramente il fatto che i ragazzi affrontano la cosa in maniera assolutamente irrealistica.nei pochi giorni di vita restanti certi si ritrovano a ridere e a scherzare come se una vacanza ed altri si rivelano veri e propri serial killer con una violenza degna di Scarface.
Il mio giudizio non è però completamente negativo se vogliamo vedere il film in chiave più "filosofica" ossia una malata amplificazione dello spettro sentimentale di ragazzini che si ritrovano faccia a faccia con i primi veri problemi della vita in maniera spesso troppo brusca.
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dandy
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martedì 5 giugno 2012
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cosa non si fa per sopravvivere.
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Uno dei più grandi successi giapponesi al botteghino di inizio millennio(e non solo).Al suo ultimo film,il veterano Fukasaku si ispira al romanzo omonimo di Koushun Takami(adattato per lo schermo dal figlio del regista Kenta),che poi è diventato anche un manga.Un pò la versione nipponica de "Il signore delle mosche" con ovvia frecciata ai danni della società mediatica e a quella giovanile,cinica e insensibile.Allo spettatore italiano non può non venire in mente "L'isola dei famosi" in questo caso in versione anonima e perversa(e sarebbe bello se ci leggesse[sebbene qui siamo in tutt'altro campo e in tutt'altro luogo] una critica ai reality-spazzatura,che allora erano prossimi a imperare nelle nostre tv).
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Uno dei più grandi successi giapponesi al botteghino di inizio millennio(e non solo).Al suo ultimo film,il veterano Fukasaku si ispira al romanzo omonimo di Koushun Takami(adattato per lo schermo dal figlio del regista Kenta),che poi è diventato anche un manga.Un pò la versione nipponica de "Il signore delle mosche" con ovvia frecciata ai danni della società mediatica e a quella giovanile,cinica e insensibile.Allo spettatore italiano non può non venire in mente "L'isola dei famosi" in questo caso in versione anonima e perversa(e sarebbe bello se ci leggesse[sebbene qui siamo in tutt'altro campo e in tutt'altro luogo] una critica ai reality-spazzatura,che allora erano prossimi a imperare nelle nostre tv).Piuttosto in anticipo sui tempi,se si considerano i successivi esempi (spesso indistinguibili)americani sui giovani antipatici e non che tirano fuori il peggio in situazioni brutte.Allegramente spietato e acre nell'umorismo come i giapponesi sanno essere.Non ineccepibile,specie nella caratterizzazione dei personaggi,spesso al limite dello stereotipo(oltre ai soliti sfigati,c'è anche la ragazza con traumi infantili dovuti a violenze domestiche)e di certo senza sorprese particolari una volta iniziato il gioco.Ma per tutto il resto funziona a meraviglia:la violenza abbonda e ci sono un paio di momenti gore.Gli spettatori sensibili 12 anni fa avrebbero potuto voltarsi,vedendolo oggi purtroppo appare quasi mite.Simpatiche le scritte in sovraimpressione che indicano il numero dei morti e di chi ancora è vivo(oggi sarebberò banali).Kitano,il professore al servizio dell'esercito che impartisce gli ordini,è tenuto a freno ma non rinuncia all'istrionismo.Non per niente dopo due raffiche di mitraglietta si rialza e non schiatta prima di gustarsi un ultimo biscotto.Grande successo dunque,ma anche un polverone in patria senza precedenti.Il governo stesso ha tentato di ottenere il ritiro,accusandolo di istigamento alla violenza giovanile.Suppongo che il confronto con "Arancia meccanica"nasca da qui,assieme all'affinità di ambientazione(sia qui che con Burgess ci troviamo in un futuro imprecisato e impazzito).Esiste la versione breve(114')e quella director's cut di 121'.Io ho acquistato quest'ultima ma la nonostante la scritta sulla copertina e la durata indicata sul retro,dura solo 115'.State attenti.Ad ogni modo,ho sentito che le scene in più non sarebbero reintegrate bensì girate apposta per l'occasione.E ci sarebbero flashback in più.Questo "Hunger games" che è appena uscito,suppongo sia la solita scemenza americana che scimmiotta fra gli altri,anche da qui e non fa un passo avanti rispetto ai soliti slasher.E scommetto che sarà il solito successone.
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