E' un film dedicato al passaggio, all'aspirazione al cambiamento, tutto affidato a piani sequenza che sembrano ricordarci quanto sia difficile e complicato il distacco, lo spostamento di visuale. Gli eventi, anche quelli violenti, si svolgono nel silenzio, senza drammi o colpi ad effetto. La sequenza iniziale, bellissima, non è casuale: i binari che sembrano scorrerci sotto i piedi e allontanarci da quel sud che è nel titolo.
Qual è questo sud? E' Taiwan, l'isola occidentalizzata che non ha mai dimenticato il caos, la criminalità, lo smarrimento che deriva da un senso di appartenenza nazionale abbastanza precario. E che guarda con reverenza mista a timore quella Cina sognata dal protagonista.
[+]
E' un film dedicato al passaggio, all'aspirazione al cambiamento, tutto affidato a piani sequenza che sembrano ricordarci quanto sia difficile e complicato il distacco, lo spostamento di visuale. Gli eventi, anche quelli violenti, si svolgono nel silenzio, senza drammi o colpi ad effetto. La sequenza iniziale, bellissima, non è casuale: i binari che sembrano scorrerci sotto i piedi e allontanarci da quel sud che è nel titolo.
Qual è questo sud? E' Taiwan, l'isola occidentalizzata che non ha mai dimenticato il caos, la criminalità, lo smarrimento che deriva da un senso di appartenenza nazionale abbastanza precario. E che guarda con reverenza mista a timore quella Cina sognata dal protagonista. Ma il Sud del regista sembra corrispondere poco o nulla ad un luogo geografico, è qualcosa che si agita all'interno dei personaggi che si affacciano sulla scena, che li turba ma li tiene legati alla terra, alla famiglia. Qualcosa alla quale è difficile dire davvero addio.
[-]
|
|