eugen
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giovedì 6 ottobre 2022
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le truffe...mah...
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"Confidence"(James Foley, ma scritto da Doug Jung,, 2003)e'il film su vari criminali-truiffatori che si mettono insieme , anche se con con intenti diversi e varie differenze al loro interno, per compiere la"supertruffa", ma vengono gabbari da poliziotti non meno corrotti di loro e anche da una soorta di supeagent dei Federali che non ha una precisa collocazione... Decisamente deciso a riproporre lo stile"cinico" e disincantato, anche nella strutura narrativa(voce narrante e differenti sketches che si riferiscono alla preminenza di un personaggio sugli altri), rimane un film piacevole, ma decisamente in stile"postmodern", ossia senza una caratterizzazione precisa; beninteso, chi scrive certo non vorrebbe la"morale del film", anzi, ma forse uno sguardo disincantato non preclude un minimo di valutazione sui singoli peronsaggi, una loro disamina critica, che possa essere significante anche per la"soggettivita"'del fim ossia per il punto di vista del regista-"narratore-creatore", ammesso che si senta tale e voglia riconoscersi come tale, dove il riferimento e', certo, allo stesso James Foley.
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"Confidence"(James Foley, ma scritto da Doug Jung,, 2003)e'il film su vari criminali-truiffatori che si mettono insieme , anche se con con intenti diversi e varie differenze al loro interno, per compiere la"supertruffa", ma vengono gabbari da poliziotti non meno corrotti di loro e anche da una soorta di supeagent dei Federali che non ha una precisa collocazione... Decisamente deciso a riproporre lo stile"cinico" e disincantato, anche nella strutura narrativa(voce narrante e differenti sketches che si riferiscono alla preminenza di un personaggio sugli altri), rimane un film piacevole, ma decisamente in stile"postmodern", ossia senza una caratterizzazione precisa; beninteso, chi scrive certo non vorrebbe la"morale del film", anzi, ma forse uno sguardo disincantato non preclude un minimo di valutazione sui singoli peronsaggi, una loro disamina critica, che possa essere significante anche per la"soggettivita"'del fim ossia per il punto di vista del regista-"narratore-creatore", ammesso che si senta tale e voglia riconoscersi come tale, dove il riferimento e', certo, allo stesso James Foley... Nel film comunque un cameo che e'piu'di un mero"cameo"del grande Dustin Hoffman, un efficacissimo ANdy Garcia nella parte del "hjio de puta", osisa il superagente federale, bravo Edward Burns, molto convincente Rachel Weisz, che oltre all'avvenenza, gioca anche la carte di quella sottile ambiguita'ce e'un"piatto forte"sempre e comunque e vari altri intepreti di notevole livlelo. Film in qualche modo"confinato", pero'in quegl anni, quelli d0inizio millennio... El Gato
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giovedì 14 maggio 2020
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critica della ragion pura
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Cambia mestiere oppure carattere,oppure prospettiva di giudizio. Paolo T.
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lordfreedom93
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domenica 26 aprile 2020
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grandi interpreti per un thriller deludente
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Jake Vig (Edward Burns) è un piccolo truffatore che, suo malgrado, sottrae i soldi al corriere di uno strano boss (Dustin Hoffman). Per ripagare "The King", questo il nome del curioso padrino, Jake organizza un colpo ad una grossa banca.
Variazione sul tema "Ocean's eleven" con un cast medio-alto e uno schema simile. Il risultato è un curioso misto tra il film di Soderbergh e "I soliti sospetti", senza la raffinatezza del primo, nè il lato cupo del secondo. L'ironia è spicciola, i personaggi poco sviluppati, i grandi interpreti sono sprecati, (Dustin Hoffman, il motivo per cui nasce la storia, pare un ospite), la trama procede troppo velocemente ed in modo poco credibile.
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Jake Vig (Edward Burns) è un piccolo truffatore che, suo malgrado, sottrae i soldi al corriere di uno strano boss (Dustin Hoffman). Per ripagare "The King", questo il nome del curioso padrino, Jake organizza un colpo ad una grossa banca.
Variazione sul tema "Ocean's eleven" con un cast medio-alto e uno schema simile. Il risultato è un curioso misto tra il film di Soderbergh e "I soliti sospetti", senza la raffinatezza del primo, nè il lato cupo del secondo. L'ironia è spicciola, i personaggi poco sviluppati, i grandi interpreti sono sprecati, (Dustin Hoffman, il motivo per cui nasce la storia, pare un ospite), la trama procede troppo velocemente ed in modo poco credibile. Punticino in più per la colonna sonora (tema finale dei Coldplay). Fastidiosissimo montaggio da videoclip e doppiaggio italiano orrendo. Una gran bella delusione.
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stefano bruzzone
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giovedì 14 agosto 2014
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bello
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se siete amanti delle truffe e delle trame intricate e apparentemente, senza fine, questo è il film per voi. Un cast importante per il regista di Americani per un film scorrevole e divertente, ben articolato che scivola via senza intoppi sino all'epilogo finale.
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se siete amanti delle truffe e delle trame intricate e apparentemente, senza fine, questo è il film per voi. Un cast importante per il regista di Americani per un film scorrevole e divertente, ben articolato che scivola via senza intoppi sino all'epilogo finale.
Voto: 7
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andyflash77
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domenica 29 luglio 2012
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film di truffa pittosto modaiolo
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Jake Vig è un abile truffatore che un giorno imbroglia, senza saperlo, il contabile di un boss mafioso. Per risarcirlo senza scatenare la sua ira, Jake e la sua banda organizzano una truffa clamorosa. Ma non tutto sembra andare per il verso giusto... La simpatia degli attori è una chimera, la struttura è rigida, i colpi di scena sono di serie, la verve è opaca. I dialoghi sono chiacchiere, che non avvolgono né, figuriamoci, incidono. E rimangono, appunto, chiacchiere. Foley, che pure ha fatto belle cose (_A distanza ravvicinata_, _The Corruptor_), continua a essere una promessa rimandata.I film di rapine e di truffe sono un piccolo genere a sé. Leggero, spensierato, spesso inamidato.
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Jake Vig è un abile truffatore che un giorno imbroglia, senza saperlo, il contabile di un boss mafioso. Per risarcirlo senza scatenare la sua ira, Jake e la sua banda organizzano una truffa clamorosa. Ma non tutto sembra andare per il verso giusto... La simpatia degli attori è una chimera, la struttura è rigida, i colpi di scena sono di serie, la verve è opaca. I dialoghi sono chiacchiere, che non avvolgono né, figuriamoci, incidono. E rimangono, appunto, chiacchiere. Foley, che pure ha fatto belle cose (_A distanza ravvicinata_, _The Corruptor_), continua a essere una promessa rimandata.I film di rapine e di truffe sono un piccolo genere a sé. Leggero, spensierato, spesso inamidato. Comunque divertente, per la partecipazione ironica di cast molto assortiti e sceneggiature frizzanti e congegnate al millesimo. Se poi c’è anche una regia attenta, meglio ancora. Andavano molto negli anni ‘60-‘70. Adesso sono tornati in voga, tra gli undici dell’oceano e job italiani in restyling. Ma se si vuole davvero vederne uno vitale e sorprendente, è bene recuperare lo strepitoso Nove regine, che purtroppo non si è filato nessuno. Confidence tenta di essere cool e spiritoso, veloce e sostenuto, ingarbugliato ma infine limpido: invano, perché è tutto d’accatto, a pilota automatico, di plastica. La banda di Burns (mediocre regista e mediocre attore, una specie di Ben Affleck un po’ meno quarto di bue), con tanto di agente federale alle calcagna (un Andy Garcia versione “uomo del Monte”), prepara un colpo ai danni dell’impero di Robert Forster (che quasi non si vede), per conto di un Hoffman isterico e insostenibile. Ma la simpatia degli attori è una chimera, la struttura è rigida, i colpi di scena sono di serie, la verve è opaca. I dialoghi sono chiacchiere, che non avvolgono né, figuriamoci, incidono. E rimangono, appunto, chiacchiere. Foley, che pure ha fatto belle cose (A distanza ravvicinata, The Corruptor), continua a essere una promessa rimandata.
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enzobar
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venerdì 24 settembre 2010
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trama avvincente
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Un gran bel film, poca violenza, una trama non scontata, la partecipazione di due grandi come Andi Garcia e Dustin Hoffmann e un finale con sorprese continue.
Da gustare
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doni64
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lunedì 28 giugno 2010
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film azione gradevole
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Film del genere azione gradevole interpretato da attori molto noti come Dustin Hoffman,Endy Garcia ecc. ecc.nel complesso un film piu' che discreto.Voto 6+
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ultimoboyscout
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domenica 14 febbraio 2010
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piacevolissimo.
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Veramente un film gustoso e godibile con interpretazioni di livello, azione, sentimenti e la giusta dose di ironia. Personaggi fantastici interpretati da attori più che convincenti, una storia scorrevole e finale davvero che non ti aspetti. Strepitoso Andy Garcia!
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valedio
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martedì 1 dicembre 2009
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il cinema di intrattenimento e l'intellettualoide
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Dunque, considerando la critica messa a disposizione da MyMovies rispetto a questa pellicola, il cinema di intrattenimento è spazzatura. Dunque, considerando il voto dato dalle stesso relatore della critica, se di fronte non ci troviamo "Il settimo sigillo" non è possibile lodare un film? Io credo che il mondo cinematografico sia pieno di palloni gonfiati. Gente che ha studiato film di 80 anni fa e fa i paragoni tra attualità e leggenda. Ma spesso le leggende si creano su basi infondate. E' peccato originale dire ad un intellettuale celluloide che, si, la commedia leggera, il film-truffa, le dissolvenze a scorrimento, i piani stretti a spalla, tutto questo ci è piaciuto. Ardetemi a Campo de' Fiori!
Il film.
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Dunque, considerando la critica messa a disposizione da MyMovies rispetto a questa pellicola, il cinema di intrattenimento è spazzatura. Dunque, considerando il voto dato dalle stesso relatore della critica, se di fronte non ci troviamo "Il settimo sigillo" non è possibile lodare un film? Io credo che il mondo cinematografico sia pieno di palloni gonfiati. Gente che ha studiato film di 80 anni fa e fa i paragoni tra attualità e leggenda. Ma spesso le leggende si creano su basi infondate. E' peccato originale dire ad un intellettuale celluloide che, si, la commedia leggera, il film-truffa, le dissolvenze a scorrimento, i piani stretti a spalla, tutto questo ci è piaciuto. Ardetemi a Campo de' Fiori!
Il film. Divertente, scorrevole, ottimo ritmo, mai noioso e banale. Nel finale, apprezzabile il "bidone" al pubblico. La struttura del film riesce a nascondere il finale a sorpresa. Logico, dopo "La stangata", dopo "Il bidone", tutti i film con una truffa di base saranno inferiori. Ma con questa logica, dopo Shakespeare niente più storie drammatiche. Riusciamo ad essere seri e "professionali" o ci dobbiamo necessariamente riempire la bocca di parole a vanvera per apparire più cinematograficamente colti?
P.s. Edward Burn è un buonissimo regista, apprezzabilissimo "I marciapiedi di New York". Un po' meno buono come attore.
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filippaccio
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mercoledì 11 febbraio 2009
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dicesi intrattenimento......
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Non vincera' il leone d'oro, l'oscar o il golden globe, ma il cinema deve essere anche ( o soprattutto )intrattenimento e non e' male rimanere sorridenti e " truffati " alla fine della fiera.Mi sono divertito!
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