L'uomo in più

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Un film di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Andrea Renzi, Nello Mascia, Angela Goodwin, Italo Celoro.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 100 min. - Italia 2001. MYMONETRO L'uomo in più * * * - - valutazione media: 3,15 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
ennio giovedì 18 ottobre 2018
film autoreferenziale, con poco entusiasmo Valutazione 2 stelle su cinque
33%
No
67%

La prima parte del film è passabile, il personaggio di Servillo mette buonumore, e lui canta pure benino. Nella seconda parte il film si perde in dilungamenti inutili, scene slegate dal contesto, ricorrendo spesso ad altrettanto non necessari momenti onirico-simbolici.  Ci si salva dal sonno solo grazie a qualche momento da one-man-show di Servillo.
Per il resto la trama è alquanto banale. Due uomini tristi, uno per carattere l'altro per destino esistenziale, che casualmente portano lo stesso nome e che altrettanto casualmente non hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro. Resta da capire se Andrea Renzi, che interpreta il calciatore, sia un attore così così oppure un attore talmente bravo da recitare in modo così realistico la parte di un uomo tanto ingenuo quanto triste e indifeso di fronte ai casi della vita. [+]

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martedì 7 agosto 2018
film pessimo e volgare Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
0%

Ho cominciato a visionario in tv su IRIS. Mi piacciono molto i films che trattano di eventi legate a squadre, allenatori, competizioni sportive. Gli americani , con grandi attori, ne hanno fatti tanti realistici e ottimamente costruiti! Questo italiano, come d'uso, volgare, con attori che parlano in becero dialetto, parolacce in quantità, ceffi che si misurano con atteggiamenti guappeschi! In sostanza un film vomitevole e non fruibile da persone civili! In Italia, purtroppo, la cinematografia e' molto ma molto scadente!

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gabri0001 venerdì 29 maggio 2015
gli uomini in piu' Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
100%



Nel film, Antonio Pisapia, (il calciatore), propone di utilizzare in campo la tattica chiamata “l’uomo in piu” da cui prende titolo il film.
Nel film, il regista segue le vite di due personaggi omonimi, facendo vedere il loro successo e poi, la loro discesa.
Il titolo, che può avere moltissimi significati, fa chiaramente notare allo spettatore che non c’è un uomo in  piu’, ma ben due: il calciatore e il cantante.
Quando la madre di Antonio, (il cantante), gli dice ‹‹Dovevi morirci tu in quel mare e non tuo fratello››; si sente appunto come un uomo in piu’.
E quando all’omonimo calciatore viene detto che non potrà fare l’allenatore, anche lui si sente così. [+]

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fabio1957 giovedì 5 marzo 2015
struggente Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
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Primo film di Sorrentino e forse di Servillo.Lontanamente ispirato alla storia di Agostino Di Bartolomei,mitico giocatore della Roma e a Franco Califano il cantante "Califfo".La trama racconta due storie che si incrociano accidentalmente e si svolgono quasi in parallelo,i dialoghi sono essenziali e calibrati,la sceneggiatura è sobria ma  solida.L'interpretazione di Servillo è straordinaria,preludio a un cinema fatto di assordanti  silenzi e grandi espressività,il suo  cinismo, la durezza, la schiettezza del suo personaggio, fanno  da contraltare alla delicatezza e fragilità dell'altro protagonista ,poetico, crepuscolare, malinconico e perdente. [+]

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stefano capasso giovedì 20 novembre 2014
estroversi e introversi Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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Nella Napoli degli anni 80, due personaggi omonimi che rispondono al nome di Antonio Pisapia, sono al culmine della carriera: uno come calciatore l'altro è un cantautore. Due persone molto diverse, uno dalla personalità timida, integro e leale; l''altro, il cantante, cocainomane, privo di scrupoli. Entrambi cadono in disgrazia e tenteranno di rientrare nel giro che conta a modo loro

Primo film di Paolo Sorrentino, che mette in evidenza buone intuizioni e diversi punti che rimangono poco chiari. Evidentemente ispirato alle storie di Califano e Di Bartolomei, emerge dalla storia, la capacita di a sopravvivenza del cantante, capace di gettarsi alle spalle le ferite della vita, di adattarsi meglio al momento della vita che cambia, a differenza del calciatore imprigionato lealmente al suo mondo ideale. [+]

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jackmalone domenica 4 maggio 2014
il coraggio di non vivere Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

Due persone famose che hanno in comune solo il nome : il cantante di successo che sta invecchiando ha passato indenne problemi personali e persino il carcere , menefreghista ,cocainomane, anaffettivo nei rapporti familiari  sembra spuntarla finchè la sua carriera finisce, non per il suo vissuto e la sua condotta amorale, ma perchè incastrato da una minorenne consenziente . L'altro, un calciatore leale e appassionato che rifiuta il calcio scommesse e una volta infortunato cerca in tutti i modi di risalire la china cercando di diventare allentore: troverà solo porte chiuse fino al suicidio finale, solo e abbandonato da tutti. E' lui l'uomo in più? Chi non è abbastanza forte da superare la disillusione e gli avversi colpi della sorte non può lasciare nulla dietro di sè e non dovrebbe nemmeno esistere. [+]

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dario domenica 8 settembre 2013
manierato Valutazione 1 stelle su cinque
0%
No
100%

Il guaio sta nella costruzione tutta arrtificiale delle due vicende. Tutto è evidente sin dalle prime inquadrature. Il regsta fa un esercizio di calligrafia con un testo bislacco, parolaio e non credibile. La discesa all'inferno dei due è in realtà una spinta vigorosa e persino ammantata di sadismo. Un sadismo a buon mercato, s'intende. Il film odora di pretesto per consentire un esercizio presuntuoso, virtuosistico senza mezzi intellettuali adeguati. Tecnicamente la regia non è male, ma la sceneggiatura è povera e l'interpretazione statica, orizzontale e manierata. Ne esce un prodotto modesto, concettualmente imbarazzante, spento. Servillo meno sopra le righe del solito. [+]

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gianleo67 lunedì 4 marzo 2013
ineffabile omonimia della diversità Valutazione 3 stelle su cinque
33%
No
67%

Storia di Antonio Pisapia, anzi due. Nati il 15 Agosto dalle parti di Napoli, l'uno cantautore melodico raffinato e guascone di periferia, l'altro riservato ma solido stopper di un blasonato club di seria A (il Napoli?) che studia a Coverciano e sogna di fare il tecnico di calcio. Le loro storie, tra vicissitudini, compromessi (mancati e non) e un lento declino, scorrono parallele fino a sfiorarsi ed incrociarsi in un epilogo drammatico e movimentato.
A vent'anni dagli eventi narrati (gli inizi degli anni '80) la penna e la macchina da presa di Sorrentino scandiscono un sorprendente esordio cinematografico in cui il vissuto di personaggi tanto uguali nel nome (lo stesso) quanto diversi nella vita, tracciano la triste parabola di esistenze che sembrano toccare i vertici di un'epoca di edonismo e facile successo professionale e dove si intravedono già i segni di una decadenza inarrestabile, le piccole crepe di esistenze in bilico tra il sentimento di onnipotenza dell'uomo di successo e l'incombenza di fattori imponderabili che ne dominano le scelte e i destini. [+]

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maximilione martedì 16 ottobre 2012
una nuova speranza per il cinema italiano Valutazione 3 stelle su cinque
86%
No
14%

Tutta la straziante ed intensa poetica del primo lungometraggio di Paolo Sorrentino sembra palesarsi immediatamente a parole con le due citazioni d'apertura, che assumono -con il senno di poi- l'importanza strategica di un prologo vero e proprio. Due citazioni che si succedono, si mescolano, si intercambiano, agiscono una sull'altra fino a condensarsi in un'unica conclusione, che a conti fatti coi

ncide con la trama stessa del film. [+]

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paperino martedì 20 settembre 2011
idea interessante che però non riesce a convincerm Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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Interessante  come idea il film mi è sembrato un po' lento con dei momenti di " vuoto".Servillo ( che con i capelli perde tutto il suo fascino! ) sempre bravissimo  e anche il suo omonimo con un'ostentata  faccia da perdente... Persino la sua morte è sottotono, quasi per non voglia  disturbare: del resto  allo stesso modo aveva accettato  l 'abbandono della moglie senza un commento. Forse è l'eccessiva differenza , soprattutto iniziale, fra i due personaggi a lasciare un po' spiazzati. Bello l' attimo di sospensione  in cui i due si incontrano e capiscono di avere qualcosa in comune... in fondo non si diranno nemmeno una parola  e la loro vicenda è legata  solo dalla loro omonimia. [+]

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