laurence316
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martedì 26 settembre 2017
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questa tesi non s'ha da fare
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1° lungometraggio del giovane Amenábar, Tesis ruota attorno al fenomeno dei cosiddetti snuff movies, ovvero un genere di film, di cui nessuno ha ancora dimostrato l’effettiva esistenza, in cui le torture e le sevizie che si vedono sullo schermo sono realmente perpetrate.
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1° lungometraggio del giovane Amenábar, Tesis ruota attorno al fenomeno dei cosiddetti snuff movies, ovvero un genere di film, di cui nessuno ha ancora dimostrato l’effettiva esistenza, in cui le torture e le sevizie che si vedono sullo schermo sono realmente perpetrate. Anche se non originale, è un’ottima premessa da cui partire per costruire suspense ed inquietudine, che difatti nel film non mancano.
Nonostante alcune cadute, dovute probabilmente all’eccessiva durata, Tesis rimane un buon film d’esordio, un thriller più che un vero horror, in cui violenza, gore e splatter sono quasi completamente assenti.
E, inoltre, la storia non è altro che un pretesto per riflettere circa la pornografia della violenza, la sua proliferazione in cinema e televisione, sui limiti etici e morali della rappresentazione della stessa (evitando però anche di cadere nel moralismo), oltre che sul fascino che esercita e sul voyeurismo che l’accompagna (“Bisogna dare al pubblico quello che vuole”, come afferma Castro in una scena del film).
Un esperimento interessante, non del tutto riuscito, ma pur sempre degno di nota.
Ottime le prove degli attori (irresistibile il personaggio di Martinez), ma una spanna sopra gli altri rimane la Torrent (la protagonista bambina di Lo spirito dell’alveare), la quale regge l’intero peso del film sulle proprie spalle. Sarcastico ed emblematico il finale.
Girato in pochissime settimane con un budget irrisorio, ottiene un buon successo di pubblico, lanciando così la carriera del giovane regista.
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emanuelemarchetto
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sabato 18 marzo 2017
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voyeurismo e snuff movie
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Alejandro Amenábar è un regista che non ha mai sbagliato un colpo: ogni suo film è stato accolto con una pioggia di premi e nomination, fino a vincere l'Orscar per Mare Dentro nel 2004.
Nonostante ciò, non ha mai firmato nessun vero capolavoro, ed ora tutti sono in fermento per l'uscita del suo ultimo film: Regression (2015).
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Alejandro Amenábar è un regista che non ha mai sbagliato un colpo: ogni suo film è stato accolto con una pioggia di premi e nomination, fino a vincere l'Orscar per Mare Dentro nel 2004.
Nonostante ciò, non ha mai firmato nessun vero capolavoro, ed ora tutti sono in fermento per l'uscita del suo ultimo film: Regression (2015).
Ma nell'attesa volevo parlare di quello che, secondo me, è il suo film più riuscito e di cui si parla meno: Tesis.
è un thriller di poche pretese, ma che già dimostrava tutta l'abilità del regista nel costruire la suspance. Il film racconta la storia di una studentessa di cinema che scopre nella sua scuola un traffico di snuff movie e decide di indagare, aiutata da un cultore del cinema violento.
Il film affronta l'argomento(che all'epoca non andava di moda come oggi) in modo intelligente, riuscendo a creare tensione senza mostrare mai la violenza, ma solo descrivendola e facendoci sentire le urla agghiaccianti che provengono dai video incriminati.
Interessante anche il la riflessione sul voyeur, che in modo differente è insito in tutti i personaggi del film.
Non un capolavoro, ma lo consiglio caldamente.
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satanson
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lunedì 4 luglio 2011
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tra snuff e metalinguaggio
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Tesis racconta le vicende di Angela, iscritta all'università di cinema e in dirittura d'arrivo. Nella ricerca di materiale per la sua tesi sulla violenza negli audiovisivi si imbatte, suo malgrado, in dei video snuff (video connotati da materiale come: amputazioni, torture, etc.) in cui compaiono delle ragazze che frequentavano la sua stessa facoltà. Questa storia di base che, nei suoi improvvisi e continui colpi di scena (a mio avviso ben riusciti), trascende la narrazione a fini di intrattenimento per far riflettere lo spettatore sulla sua stessa posizione nei confronti del film che sta vedendo e del cinema in generale. Questo spettatore, che il regista (a ragione) considera affamato di violenza, si trova quindi messo di fronte al proprio sadismo.
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Tesis racconta le vicende di Angela, iscritta all'università di cinema e in dirittura d'arrivo. Nella ricerca di materiale per la sua tesi sulla violenza negli audiovisivi si imbatte, suo malgrado, in dei video snuff (video connotati da materiale come: amputazioni, torture, etc.) in cui compaiono delle ragazze che frequentavano la sua stessa facoltà. Questa storia di base che, nei suoi improvvisi e continui colpi di scena (a mio avviso ben riusciti), trascende la narrazione a fini di intrattenimento per far riflettere lo spettatore sulla sua stessa posizione nei confronti del film che sta vedendo e del cinema in generale. Questo spettatore, che il regista (a ragione) considera affamato di violenza, si trova quindi messo di fronte al proprio sadismo. La scena in cui Angela avvia per la prima volta la riproduzione del video snuff dal suo registratore è significativa da questo punto di vista. La ragazza, spaventata dall'eventualità di venire a contatto visivo con cose troppo truci (che sembrano aver causato la morte per infarto del relatore della sua tesi) porta la luminosità del suo televisore al minimo rendendo, di fatto, invisibile la scena. Tuttavia l'audio viene fuori dalle casse forte e chiaro e, se Angela decide di non procedere con la riproduzione, diversa è la voglia dello spettatore di Tesis, a mio avviso esplicitamente punzecchiato da un regista che sembra volergli dire: vorresti vederlo eh? Vorresti vedere la fonte di tali grida e appagare la tua voglia di proibito...In Tesis, però, non si viene mai a contatto con scene dirette di esagerata violenza anche se un gioco registico di rinvii nel tempo fa pensare che prima o poi, durante la visione, ciò accadrà. L'altra scena importante è quella finale ambientata in ospedale. In questa scena, una carrellata accompagna i due personaggi principali verso lo scioglimento ma, e credo sia questa la sua funzione più importante, durante il suo tragitto svela i volti dei ricoverati che pendono dalle labbra di una telegiornalista che annuncia loro che entro poco tempo gli sarebbe stato mostrato un video snuff ad onor del vero e di cronaca. Questi ricoverati rappresentano proprio gli spettatori cinematografici: quelli di questo film, in costante attesa di vedere il proibito, ma amche quelli del cinema in generale. A rinforzare il concetto è proprio la chiusura di Tesis che, andando di paripasso con il TG in TV (TV che è diventata la nostra visione totale sullo schermo), annuncia che le scene che sarebbero state mandate in onda da li a poco non sono adatte alla visione da parte di persone particolarmente sensibili. Dopo questo? niente: titoli di coda; un'ultima provocazione nei confronti dello spettatore che crede che, almeno nel finale, potrà soddisfare la propria curiosità, il proprio sadismo. La vera "tesi" che questo film propone è proprio questa.
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kronos
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sabato 12 febbraio 2011
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esordio in tono minore, ma promesse mantenute
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Il film d'esordio di Amenabar non è certo entrato nella storia del cinema gotico-thriller: sceneggiatura modesta, realizzazione modesta, cast dimenticabile, poche emozioni.
Va tuttavia riconosciuto al regista il merito d'aver concretizzato, anni dopo, quel salto di qualità del cinema spagnolo che in questo film viene più volte auspicato.
E bravo Alejandro: dalla teoria ai fatti in un lustro o poco più...
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paride86
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mercoledì 13 gennaio 2010
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un bell'esordio
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Davvero un buon esordio quello di Alejandro Amenabar, che ci pronone un thriller sugli snuff-movie. La storia non è carica di adrenalina, ma fino all'ultimo momento riesce a celare l'identità dell'assassino confondendo continuamente lo spettatore con false piste.
In certi momenti ricorda un po' "Videodrome" di Cronenberg.
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pelomane
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venerdì 13 giugno 2008
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non mi ha entusiasmato ...
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Un pò troppo lento, poca tensione ... la storia poteva essere raccontata molto meglio.
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paolo
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martedì 27 maggio 2008
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che bel film di nicchia!!!
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guardato per sbaglio...ottima pellicola consigliato
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nameless
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domenica 13 gennaio 2008
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snuff movies - superbo sadismo
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Snuff Movies è un termine che si associa a film nel quale le scene di sesso, violenza e poi morte si ritrovano in un contesto di pura realtà. Sono film solitamente molto corti, girati ovviamente amatorialmente ma, spesso su commissione. È ormai un commercio molto fiacco, dato che il realismo è oggi rappresentato veramente molto bene tramite le modernissime tecniche di trucco, effetti speciali, ecc... Si pensa che questo tipo di filmati, ha avuto il suo picco fra gli anni '70 e '80, quando internet non era presente nelle nostre case e il cinema non era così reale come lo è oggi, che spesso può confondere realtà con finzione.
"Tesis", è un film che vede come protagonisti due studenti universitari, Angela la ragazza ingenua che scopre un "nuovo sporco mondo" e Chema, il ragazzo appassionato da codeste immagini che in realtà, come molti, si dimostra più umano di quanto pensi.
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Snuff Movies è un termine che si associa a film nel quale le scene di sesso, violenza e poi morte si ritrovano in un contesto di pura realtà. Sono film solitamente molto corti, girati ovviamente amatorialmente ma, spesso su commissione. È ormai un commercio molto fiacco, dato che il realismo è oggi rappresentato veramente molto bene tramite le modernissime tecniche di trucco, effetti speciali, ecc... Si pensa che questo tipo di filmati, ha avuto il suo picco fra gli anni '70 e '80, quando internet non era presente nelle nostre case e il cinema non era così reale come lo è oggi, che spesso può confondere realtà con finzione.
"Tesis", è un film che vede come protagonisti due studenti universitari, Angela la ragazza ingenua che scopre un "nuovo sporco mondo" e Chema, il ragazzo appassionato da codeste immagini che in realtà, come molti, si dimostra più umano di quanto pensi. Angela lavora alla propria tesi "la violenza contenuta negli audiovisivi", chiedendo ad un insegnante di mostrarle i film contenenti violenza; il professore entra nella cineteca della scuola, e fra una mancianta di videocassette ne sceglie una a caso, che visionerà nella sala video dell'istituto. Angela troverà l'insegnante morto d'infarto, di fronte ad uno schermo che mostra lo scorrere del tratto vergine della pellicola. Portando via la videocassetta, scoprirà un passato e forse un presente all'interno della scuola che l'accompagnerà in un incubo.
Il film non contiene scene di particolare violenza ma, a tratti riesce a mostrare il lato perverso dello Snuff Movie
e la voglia di capire il perché di questi cosìdetti "omidici in diretta", dimostrandosi così, uno dei migliori film sull'argomento..
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[+] non credevo...
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piera
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giovedì 16 agosto 2007
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la fine io nn la capisco
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Non è che nn la ho vista.......proprio guarda non la capisco!!!!
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gianpaolo
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giovedì 25 gennaio 2007
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glissiamo sui difetti
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Per certi versi "Tesis" è principalmente utilizzato dal talento (qui in fase embrionale) dell'esordiente Amenàbar come un veicolo atto a descrivere la deriva dell'attuale cinematografia, soffocata in ogni sua forma artistica da una sorta di selvaggia "rambizzazione".
Il messaggio attraverso il soggetto sostanzialmente pretestuale è piuttosto chiaro,.....ciò fa si che il Film (avviluppatosi nel finale) possa essere apprezzato al di la dei suoi difetti.
L'urlante vittima, legata e torturata ad una sedia...altro non è che un intelligente metafora per descrivere la sofferenza dello spettatore cinefilo dinanzi all'estrema forma di crepuscolarità artistica da cui è afflitta la moderna cosidetta "settima arte".
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Per certi versi "Tesis" è principalmente utilizzato dal talento (qui in fase embrionale) dell'esordiente Amenàbar come un veicolo atto a descrivere la deriva dell'attuale cinematografia, soffocata in ogni sua forma artistica da una sorta di selvaggia "rambizzazione".
Il messaggio attraverso il soggetto sostanzialmente pretestuale è piuttosto chiaro,.....ciò fa si che il Film (avviluppatosi nel finale) possa essere apprezzato al di la dei suoi difetti.
L'urlante vittima, legata e torturata ad una sedia...altro non è che un intelligente metafora per descrivere la sofferenza dello spettatore cinefilo dinanzi all'estrema forma di crepuscolarità artistica da cui è afflitta la moderna cosidetta "settima arte".
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