gaetano calabrese
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domenica 21 agosto 2022
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recensione inevitabile come la morte e le tasse
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Recensione "Vi presento Joe Black"
Cosa succederebbe se un dio vi scegliesse come guida nel mortal reame? E cosa succederebbe se quel dio fosse il triste mietitore in persona? Beh, andate avanti e scopritelo; William Parrish, importante uomo d'affari che a pochi giorni dal suo sessantacinquesimo compleanno riceve una certamente inaspettata visita: la morte lo ha scelto, dovrà guidarlo in cambio di altri giorni da vivere, scelto il nome, come dice il titolo stesso un semplice quanto sfarzoso Joe Black, ci troviamo catapultati nella vita mondana dei due. È in questa che notiamo la fragilità di un essere eterno, ha visto spegnersi e accendersi ogni stella del cielo ma difronte al burro d'arachidi non sa che fare, e sorride inebetito meravigliandosi di quanto sia buono, cammina in mezzo agli uomini, in mezzo ad esseri mortali, vani, destinati a sparire, ma è in mezzo alla polvere che la luce risplende; dunque la morte è terribilmente più piccola in un mondo non suo, un dio fragile che diventa umano, che come il più semplice dei nipoti viene rimproverato, che come il più semplice degli innamorati si perde in sé stesso, e infine, come il più semplice degli esseri umani deve scegliere.
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Recensione "Vi presento Joe Black"
Cosa succederebbe se un dio vi scegliesse come guida nel mortal reame? E cosa succederebbe se quel dio fosse il triste mietitore in persona? Beh, andate avanti e scopritelo; William Parrish, importante uomo d'affari che a pochi giorni dal suo sessantacinquesimo compleanno riceve una certamente inaspettata visita: la morte lo ha scelto, dovrà guidarlo in cambio di altri giorni da vivere, scelto il nome, come dice il titolo stesso un semplice quanto sfarzoso Joe Black, ci troviamo catapultati nella vita mondana dei due. È in questa che notiamo la fragilità di un essere eterno, ha visto spegnersi e accendersi ogni stella del cielo ma difronte al burro d'arachidi non sa che fare, e sorride inebetito meravigliandosi di quanto sia buono, cammina in mezzo agli uomini, in mezzo ad esseri mortali, vani, destinati a sparire, ma è in mezzo alla polvere che la luce risplende; dunque la morte è terribilmente più piccola in un mondo non suo, un dio fragile che diventa umano, che come il più semplice dei nipoti viene rimproverato, che come il più semplice degli innamorati si perde in sé stesso, e infine, come il più semplice degli esseri umani deve scegliere. Inutile dire quanto la regia di Martin Brest sia eccelsa, specialmente nel rappresentare l'alienazione di Joe, ogni suo sguardo, ogni suo sorriso viene accentuato dall'inquadratura precisa e puntuale, d'altronde non ci si poteva aspettare nulla di meno dal regista di "Scent of a Woman - Profumo di donna" del '92, capolavoro con il quale Al Pacino vinse l'Oscar. Impossibile non parlare delle due vere tar del film Anthony Hopkisn e Brad Pitt, nei panni, rispettivamente, di William Parrish e Joe Black, in particolare il secondo; mostra un'abilità sovrumana, come si confà al personaggio interpretato, ogni suo sguardo, o come dicevo poc'anzi, ogni suo sorriso rendono divinamente un dio in un mondo che non gli appartiene. Insomma, un capolavoro ormai senza tempo. Come direbbe Joe leggete questo, moltiplicatelo all'infinito, portatelo negli abissi dell'eternità e vedrete appena uno spiraglio di quello di cui parlo. Voto: 9
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gustibus
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lunedì 26 dicembre 2016
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un film particolare...lungo ma non annoia!
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Non vorrei aver esagerato..ma Joe Black..E' un film da vedere!..e'cinema!..quello vero...poteva essere una catastrofe visto che E'IL rifacimento di un vecchio film"la morte va.in vacanza"..invece complice.una SPLENDIDA REGIA...un eccelso HOPKINS...e uno stuolo di ATTORI TUTTI bravi...specialmente i comprimari...3ore di FILM che.ti prende...l'innegabile!...ii dico che val la pena di vederlo...la TV lo trasmette tutti gli anni e fa AUDITEL e non ANNOIA MAI.
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alex vale
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domenica 27 dicembre 2015
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puro cinema
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Un film assolutamente perfetto, in ogni sua parabola simbolica, e in ogni suo più minuscolo e piccolo significato, che possa essere sulla straordinaria importanza della vita, che sulla morte, narrata benissimo dal regista Martin Brest, che riesce a gestire la baracca con stile, e inserendoci all'interno una componente romanticistica a dir poco soddisfacente in ogni sua sfaccettatura.Bello anche il finale, direi semplice ma eccelso.
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marilena
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domenica 11 ottobre 2015
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da brividi
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Film che fa riflettere sul valore di vita / morte:sulla possibilità che ci viene data 1 volta sola su questa terra e sull’opportunità di viverla al meglio…..
Splendidamente calati nei personaggi, gli attori Hopkins e Pitt di una fanno a gara di bravura….. non solo verbale, ma anche fatta di silenzi e di sguardi che vanno oltre il significato delle parole stesse, coinvolgendo emotivamente lo spettatore che auspica sino alla fine un ipotetico quanto irrealizzato “happy end”
Fragilità e sbalordimento incarnano il personaggio di W. Parrish contrapposto all’impassibilità (quasi) gelida di quello di Joe Black.
Restare indifferenti di fronte a tanto spessore recitativo è davvero impossibile ! consigliatissimo!
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marco petrini
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giovedì 1 ottobre 2015
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hopkins
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Inutile dire che la sola presenza di questo enorme attore invoglia a vedere il film. Tuttavia non si rimane delusi: l'interpretazione di Hopkins è, come sempre, magistrale, ma anche il resto del cartellone non delude; Brad Pitt è valente nel suo ruolo, sdolcinata quanto deve esserlo la Forlani. Remake del "La morte può attendere"? mah, a me fa venire in mente anche "Il settimo sigillo" di Bergman. Comunque un ottimo film (mi manca una stella per la lentezza verso il finale, ma forse, allora, si è stanchi, sono 3 ore di film!)
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luigi chierico
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mercoledì 25 giugno 2014
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piacere
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Sapere che si proietta un film con Anthony Hopkins è sempre un’occasione da non perdere, occorre andarlo a vedere.Con un attore del genere il film non può che essere bello.
Sir Philip Anthony Hopkins,come Philip Seymour Hoffman,recentemente scomparso,è degno erede di tanti straordinari attori inglesi, da Laurence Oliver a Richard Burton, da Peter Ustinov a Charles Laughton.Le sue interpretazioni sono sempre impeccabili, non c’è un solo film che lo abbia visto protagonista che si possa dimenticare, e sono proprio tanti.Direi che la bella storia, fantastica, ma ricca di metafore,passa in secondo ordine assistendo ed ascoltando tutto quanto fa e dice Bill Parrish,attraverso Anthony Hopkins.
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Sapere che si proietta un film con Anthony Hopkins è sempre un’occasione da non perdere, occorre andarlo a vedere.Con un attore del genere il film non può che essere bello.
Sir Philip Anthony Hopkins,come Philip Seymour Hoffman,recentemente scomparso,è degno erede di tanti straordinari attori inglesi, da Laurence Oliver a Richard Burton, da Peter Ustinov a Charles Laughton.Le sue interpretazioni sono sempre impeccabili, non c’è un solo film che lo abbia visto protagonista che si possa dimenticare, e sono proprio tanti.Direi che la bella storia, fantastica, ma ricca di metafore,passa in secondo ordine assistendo ed ascoltando tutto quanto fa e dice Bill Parrish,attraverso Anthony Hopkins.Il regista Martin Bres si avvale di altri ottimi attori :Brad Pitt(Joe Black nella duplice figura di Amore e Morte), Claire Forlani(Susan Parrish,figlia prediletta di Bill di cui anche la Morte,come Joe,si innamora), Marcia Gay Harden (Allison Parrish sorella di Susan e moglie di Eddie Sloane, ottimamente interpretato da David S.Howard). Una menzione particolare per Brad Pitt che ha saputo indossare il corpo della Morte innamorata, del paziente esecutore del destino di Bill, a cui fa da gran consigliere. Non è un film sulla morte ma sulla vita e sull’Amore che, sovrano, la governa.Le corde del cuore sono corde di violino che vibrano per emettere un suono che è melodia, fatto di note armoniche.“L’amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi”,” Dimentica il cervello e ascolta il cuore” dice Bill a Susan,e ciascun innamorato sa quanto è vero. La Morte prende vita per qualche giorno, conosce il cibo,i sentimenti e l’Amore,al punto che preferirebbe la Vita a se stessa. Prende corpo di Joe portato appena innamoratosi di Susan, ma la Morte non può e non deve amare, non può venire a compromessi, così deve tornare là di dove è venuta dopo aver compiuto la sua missione. Ha indossato un corpo che deve lasciare sulla terra perché non gli appartiene. Susan continuerà ad amare il Joe che ha incontrato vivo e di cui è stata attratta anche quando ha preso le vesti del misterioso Joe Black( Nero come la morte, buia e misteriosa), senza cambiarne le sembianze. La vicenda si svolge nel bel mondo, tra tanta ricchezza, potere ed eleganza, tra profondi affetti familiari,dove tutto sembra sereno ed eterno, ma la morte è lì sempre in agguato, come dovunque.Non si presenta con la falce per sfidare a scacchi il predestinato Bill, come in “L’ultimo sigillo”, né con le forbici come Atropos, una delle Moire della mitologia greca, con le quali recideva il filo della vita, si presenta con il fascino,la gentilezza e la bellezza di Brad Pitt,tanto che Susan,in quelle vesti lo seguirebbe in capo al mondo.
Non ci resta che raccogliere l’invito di Bill Parrish:“L’Amore è fiducia, responsabilità,assumersi il peso delle scelte e dei sentimenti, passare il resto della vita tenendo fede a questi e soprattutto non ferire l'oggetto del tuo amore”.Aggiungo che deve portare al matrimonio che ha come sicura base l’amore,quello tenace,profondo,sempre abbarbicato alla fiducia nel domani, l’amore che illumina la vita e si infiamma dinanzi alle avversità. Il matrimonio ha lo scopo di formare una famiglia, e questa comporta impegni e doveri che possono essere osservati ed onorati solo con la dirittura morale e la sacralità delle scelte, lo spirito di rinuncia e di adattamento,il reciproco rispetto e comprensione,sotto la guida dell’Amore.chibar22@libero.it
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piccola elsa
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martedì 24 giugno 2014
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ecco 5 motivi per amare questo film
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"Vi presento Joe Black", film del 1998 e rifacimento del celeberrimo "La morte va in vacanza", è degno di essere visto e gustato fino ai titoli di coda. Mi sono chiesta perchè questo film mi sia piaciuto così tanto e forse sono riuscita a trovare 5 risposte che sintetizzino i punti forti del film. 1 Anthony Hopkins, il fantastico Hannibal della saga "Il silenzio degli innocenti", si mostra nella pellicola nei perfetti panni di colui che sta per andare via da questo mondo, soddisfatto della vita che ha trascorso, ricca di soddisfazioni e di amore e priva di rimpianti. 2 Brad Pitt, uno degli attori più belli di Hollywood, impersona Joe Black, il nome "alternativo" della Morte".
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"Vi presento Joe Black", film del 1998 e rifacimento del celeberrimo "La morte va in vacanza", è degno di essere visto e gustato fino ai titoli di coda. Mi sono chiesta perchè questo film mi sia piaciuto così tanto e forse sono riuscita a trovare 5 risposte che sintetizzino i punti forti del film. 1 Anthony Hopkins, il fantastico Hannibal della saga "Il silenzio degli innocenti", si mostra nella pellicola nei perfetti panni di colui che sta per andare via da questo mondo, soddisfatto della vita che ha trascorso, ricca di soddisfazioni e di amore e priva di rimpianti. 2 Brad Pitt, uno degli attori più belli di Hollywood, impersona Joe Black, il nome "alternativo" della Morte". Esistente da migliaia di anni, resta affascinato dalla passione e dalle parole ricche di significato con le quali Anthony Hopkins/Bill Parrish descrive l'amore e incuriosito scende sulla Terra per dare un'occhiata "da vicino". Con uno sguardo magnetico, un volto da eterno bambino e la sua seducente e fantastica presenza, Brad Pitt incarna la perfetta figura della Morte con la quale vorremmo più che volentieri andare via. 3 L'amore che sboccia tra Brad Pitt e la figlia di Bill Parrish. Un amore puro e incondizionato quello tra i due giovani, il cui ricordo resterà indelebile nel cuore della Morte. 4 Il tema della morte, presente in molte pellicole, viene riaffrontato in modo molto diretto e allo stesso tempo molto rassicurante. La morte, vista come un atto liberatorio per chi soffre e per la conclusione perfetta di una vita magnifica, cinge così in un abbraccio il protagonista, portandolo via con sè. 5 Nel quinto punto posso solo dirvi una cosa e cioè vedete questo film. Osservate gli sguardi ipnotici di Joe Black, ammirate il coraggio e l'ironia di Antony Hopkins e amate la vita come il più prezioso dei tesori, ricordandovi sempre che la vita è breve e non siamo semirette bensì semplici segmenti.
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kayako
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venerdì 27 dicembre 2013
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una storia d'amore magnificamente particolare
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Finalmente una storia d'amore diversa da tutte le altre! William Parrish, interpretato da Anthony Hopkins (vincitore dell'Oscar in "Il Silenzio degli innocenti"), è un miliardario che sta per compiere 65 anni e... morire, a sua insaputa. Ma nella sua mente, comincia a sentire una voce che gli dice ripetutamente la parola "Si". A portarlo verso la morte, sarà l'affascinante Joe Black, interpretato da Brad Pit. In realtà, Joe, è la morte, che ha preso "in prestito" il corpo di un ragazzo con cui Susan, la figlia del signor Parrish, ha avuto una specie di colpo di fulmine. Joe Black, una volta arrivato a casa del signor Parrish, si presenta a lui e gli rivela che la parola "Si" ,che sente nella sua testa, è la risposta alla domanda inconscia che si pone: "Io sto per morire?".
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Finalmente una storia d'amore diversa da tutte le altre! William Parrish, interpretato da Anthony Hopkins (vincitore dell'Oscar in "Il Silenzio degli innocenti"), è un miliardario che sta per compiere 65 anni e... morire, a sua insaputa. Ma nella sua mente, comincia a sentire una voce che gli dice ripetutamente la parola "Si". A portarlo verso la morte, sarà l'affascinante Joe Black, interpretato da Brad Pit. In realtà, Joe, è la morte, che ha preso "in prestito" il corpo di un ragazzo con cui Susan, la figlia del signor Parrish, ha avuto una specie di colpo di fulmine. Joe Black, una volta arrivato a casa del signor Parrish, si presenta a lui e gli rivela che la parola "Si" ,che sente nella sua testa, è la risposta alla domanda inconscia che si pone: "Io sto per morire?". Joe decide però di lasciarlo vivere fino al suo compleanno, e fino ad allora, il signor Parrish gli farà conoscere quello che è la sua vita quotidiana: così, "la Morte" entra a far parte della vita sia sua che di quella di Susan, la quale si innamora di Joe, ovviamente senza conoscere la sua identità. Non rivelerò altro sulla proseguimento del film. Si può dire che quest'ultimo è ottimo per la sua particolarità, nonché per l'interpretazione dei personaggi (soprattutto Brad Pitt e Anthony Hopkins, naturalmente). Il signor Joe Black ci conquista con il suo carattere affascinante, ma anche per scene ironiche come quella del burro d'arachidi: lui lo assaggia, non sapendo cos'è, e gli piace a tal punto che passeggia per tutta la villa del signor Parrish mentre lecca il cucchiaio, quasi sembra un bambino. Oltre ad essere uno dei miei film preferiti, trovo che sia un film assolutamente fantastico.
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paride86
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mercoledì 23 ottobre 2013
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troppo zucchero
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Una miscela di zucchero e tanta filosofia sentimentale unita a due attori appariscenti e pieni di fascino: ecco "Vi presento Joe Black".
Il film sembra più volte sul punto di finire e invece continua: che noia!
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fufa78
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martedì 23 aprile 2013
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una bella favola
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Una bella favola che si regge su un telaio fin troppo sfarzoso e importante, a cominciare dalla scelta degli attori: sto pensando in particolare a Hopkins, che veste fin troppo bene i panni dell'imperturbabile uomo d'affari e che per questo trasmette poche emozioni e sinceramente non ci fa arrivare quel senso di stima e calore umano che pare il motivo per cui tutti amano il suo personaggio all'interno della storia. In generale, se apprezzo la perfezione stilistica dei tanti eloquenti discorsi che si sentono lungo tutta la durata della pellicola, ritengo che questi contribuiscano a raggelare un po' l'atmosfera e anche gli scambi di battute
In effetti la prima impressione è stata che ci sia, da parte del regista, una corsa al perfezionismo e al tecnicismo esasperato che però fa perdere al film l'emozione che deve trasmettere.
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Una bella favola che si regge su un telaio fin troppo sfarzoso e importante, a cominciare dalla scelta degli attori: sto pensando in particolare a Hopkins, che veste fin troppo bene i panni dell'imperturbabile uomo d'affari e che per questo trasmette poche emozioni e sinceramente non ci fa arrivare quel senso di stima e calore umano che pare il motivo per cui tutti amano il suo personaggio all'interno della storia. In generale, se apprezzo la perfezione stilistica dei tanti eloquenti discorsi che si sentono lungo tutta la durata della pellicola, ritengo che questi contribuiscano a raggelare un po' l'atmosfera e anche gli scambi di battute
In effetti la prima impressione è stata che ci sia, da parte del regista, una corsa al perfezionismo e al tecnicismo esasperato che però fa perdere al film l'emozione che deve trasmettere.
Questo intento si raggiunge in alcuni momenti, anche grazie alla fortunata colonna sonora sempre pronta a sottolinearli e a ravvivarli.
Personalmente le scene che mi piacciono "umanamente" di più sono quelle in cui si trova la figlia maggiore che impazzisce nel preparare la festa di compleanno del padre, che sembra quasi fargliene una colpa; figlia che viene palesemente snobbata a favore dell'altra, la bella di turno, a cui andrà l'amore niente meno che della Morte.
Ho sempre pensato, nell'assistere al comportamento algido e indifferente di Bill, che non fosse poi molto degno del grande "uomo" pieno di sentimenti da tutti ritenuto. Anche il dialogo chiarificatore alla fine del film non è sufficiente a farlo sembrare un padre senza preferenze - Allison è costretta ad accettare la serie B altrimenti non la sfanga- come i baci e gli abbracci che egli dedica alla figlia, prima di andare a ballare con la minore, alla quale confessa invece tutto il suo affetto e fa intuire il dispiacere di distaccarsi dalla vita.
Il lieto fine è opinabile solo se non si parte dal presupposto che ci si trova nell'ambito del fiabesco e non della realtà e che il film, già dall'inizio, si presenta con questa caratteristica. Sicuramente belle e sofisticate le ambientazioni.
Un film da vedere e da prendere per quello che è, senza perdersi in tanti ragionamenti.
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