serenad
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giovedì 5 luglio 2012
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a volte i critici sono solo presuntuosi
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Il film può piacere o non piacere e questo ci sta. Ma solo chi ha vissuto e proviene da quel tipo di vita, può capire davvero questo film. Lo trovo struggente, triste a volte ma quella era la realtà dei fatti, una realtà che non c'è più e che se allora non era perfetta a rivederla ora a distanza di tutti questi anni, si nota una semplicità che si è persa. Dare del triste al paesaggio appenninico ce ne vuole, ce ne vuole davvero.Non so con quale coraggio il Farinotti dice questo, immagino non sia mai andato da quelle parti o forse non ricorda il film l'albero degli zoccoli, anche quello era un paesaggio triste???? Io credo che quando si voglia raccontare una storia che non sia il solito film di natale per racimolare soldi, le "location" vadano studiate bene e per rendere una storia reale, si devono usare paesaggi reali e non sempre il paesaggio è allegro1!!!!!! L'appennino tosco emiliano è bello e non triste, la vita nel passato su quei monti è stata bella e difficile, triste forse solo per motivi sentimentali legati a perdite e dolori, ma di certo non triste per il paesaggio.
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Il film può piacere o non piacere e questo ci sta. Ma solo chi ha vissuto e proviene da quel tipo di vita, può capire davvero questo film. Lo trovo struggente, triste a volte ma quella era la realtà dei fatti, una realtà che non c'è più e che se allora non era perfetta a rivederla ora a distanza di tutti questi anni, si nota una semplicità che si è persa. Dare del triste al paesaggio appenninico ce ne vuole, ce ne vuole davvero.Non so con quale coraggio il Farinotti dice questo, immagino non sia mai andato da quelle parti o forse non ricorda il film l'albero degli zoccoli, anche quello era un paesaggio triste???? Io credo che quando si voglia raccontare una storia che non sia il solito film di natale per racimolare soldi, le "location" vadano studiate bene e per rendere una storia reale, si devono usare paesaggi reali e non sempre il paesaggio è allegro1!!!!!! L'appennino tosco emiliano è bello e non triste, la vita nel passato su quei monti è stata bella e difficile, triste forse solo per motivi sentimentali legati a perdite e dolori, ma di certo non triste per il paesaggio.
Pupi Avati è un grande, questo film non deve piacere a tutti i costi come dice Farinotti, può benissimo non piacere, ma è personale, non cumulativo!
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mentino
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lunedì 4 giugno 2012
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la via degli angeli
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Un film in punta di piedi,che solo chi ha vissuto o che ha avuto contatto con quel mondo passato puo' forse assaporare fino in fondo. Un mondo che non c'e piu', fatto di poche cose ,che diventavano preziosissime. Ma un mondo in cui i valori piu' importanti, come il rispetto, erano alla base dei rapporti umani. Il mondo del VOI. Avati e' perfetto nella regia, stupenda l'interpretazione di tutti, bellissima l'ambientazione: per chi e' nato ed ha vissuto gli anni della gioventu'in quei luoghi, come chi scrive, direi come dar vita a vecchie, preziose,bellisiime foto del passato.
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atokit
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lunedì 5 giugno 2006
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gli angeli di pupi
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Peccato che questo film di Pupi Avati non abbia trovato riscontro nel pubblico. I distributori l'hanno lanciato due settimane prima di Natale (idea assurda!!!). Come sempre Avati descrive il mondo che conosce meglio, quello della campagna emiliana del secondo dopoguerra. Gianni Cavina è perfetto nel ruolo del fratello di Loris, brave le ragazze, su tutte Valentina Cervi, Chiara Muti ed Eliana Miglio. Un pò meno Delle Piane, ma comunque più che sufficiente.
La pellicola è dedicata alla madre dei fratelli Avati, ci riporta ad atmosfere scomparse, che non dobbiamo dimenticare. Pupi Avati è un instancabile narratore di storie, e ogni volta racconta bene e sceglie bravi attori, due rarità nel cinema italiano! Ci fossero più Pupi Avati nel nostro cinema!
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lucignolo
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sabato 10 dicembre 2005
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farinotti ma c perchè ce l'ahai con avati?
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Mi sembra eccessivo l'acredine del recensore!!!!!
sembra quasi Vittorio Feltri o Emilio Fede quando deve attaccare i " comunisti"!!!!!!!
a questo punto che deobbiamo dire:"Viva 'Vacanze di Natale' " ?
Ce ne fossero di film così!!!!!!
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lucia
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sabato 3 marzo 2001
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la via per gli angeli
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Come tributo alla madre scomparsa, Pupi e Antonio Avati raccontano la storia della sua giovinezza e dell'amore per il futuro marito. Storie di uomini e donne che si incontrano in un ballo d'estate per trovare un amore (i ragazzi della montagna o gli immigrati meridionali), per ritrovarlo (il medico, Carlo Dalle Piane), per trovare la stima di un fratello interessato solo al denaro (il fratello di Loris, dolce e ingenuo "reclutatore" di clienti, uno straordinario Gianni Cavina). E' proprio Cavina a legare tra loro le storie di questi uomini e queste donne dalla vita difficile, ma pur sempre piena di speranze, salendo e scendendo monti e vallate. E solo la scena dell'improvvisata "scuola di ballo" in mezzo ai prati gli sarebbe valsa ben più di un premio!
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(di street)
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