Il parere dei Morandini è eccessivamente negativo, e motivato da pregiudizio ideologico antimilitarista. In realtà è un buon lavoro. Si veda intanto il cast: uno splendido Gene Hackman, nella parte del Maggiore, una misurata Deneuve in quello della figlia parigina e viziata dell'archeologo, ancora per un po' "bella di giorno", ed un Girotti-Terence Hill, invero alquanto sopra le righe, come inevitabile da un reduce del "Trinità" dello spaghetti-western, quale legionario. Ma un buon regista lo avrebbe migliorato, come si è visto negli sceneggiati televisivi su "Don Matteo". Del resto, questo è già accaduto all'Abbantantuomo di "Viulenza", poi protagonista di un buon "Mediterraneo", o, ancor prima, al "leggero" Johnny Dorelli di "State buoni se potete" di Magni.
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Il parere dei Morandini è eccessivamente negativo, e motivato da pregiudizio ideologico antimilitarista. In realtà è un buon lavoro. Si veda intanto il cast: uno splendido Gene Hackman, nella parte del Maggiore, una misurata Deneuve in quello della figlia parigina e viziata dell'archeologo, ancora per un po' "bella di giorno", ed un Girotti-Terence Hill, invero alquanto sopra le righe, come inevitabile da un reduce del "Trinità" dello spaghetti-western, quale legionario. Ma un buon regista lo avrebbe migliorato, come si è visto negli sceneggiati televisivi su "Don Matteo". Del resto, questo è già accaduto all'Abbantantuomo di "Viulenza", poi protagonista di un buon "Mediterraneo", o, ancor prima, al "leggero" Johnny Dorelli di "State buoni se potete" di Magni.
Ma intanto, la trama. Alla fine della Grande Guerra (a proposito, bellissima la scena del rientro alla Gare de Lyon, quando una vecchietta canta la "Marsigliese" ai feriti con le stampelle, bendati e sorretti da Hackman), la Legione Straniera ritorna ai suoi fortini in Nordafrica. Uno zingaro truffatore, Hill, ammannettato dai gendarmi, scappa tra le loro file, ed in virtu' di una tradizione nata nel lontano 1831, ed oggi scomparsa, viene arruolato scampando alla pena. Inizia cosi' la storia. Una spedizione archeologica francese ha nel frattempo scoperto in Marocco una mummia, la "Vergine del deserto", considerata sacra dai locali, ed ha sequestrato e torturato gli archeologi. Il maggiore Hackman, con una compagnia della Legione straniera, è incaricato dal Governo di liberare l'una e gli altri. In realtà, Hackman è un cinico, come il Marlon Brando del "Queimada" od il colonnello Mathieu de La battaglia di Algeri", entrambi di Pontecorvo. Ma anche se disprezza l'Occidente, farà il suo dovere sino alla morte, malgrado sappia che un suo vecchio avversario, che gli è anche simpatico, il Rais locale, sfrutterà l'episodio per i propri fini politici. Scoppia qundi la battaglia, che dura metà del fim: è una cosa degna delle pellicole sulla guerra tra Inglesi e Zulu'. Ma ci sono in piu', come è giusto. anagraficamente cinquant'anni dopo, le mitragliatrici. L'effetto è spettacolare, con morti da tutte le parti.
Alla fine, c'è l'apoteosi della "Legion ètrangere", che dispiace ai Morandini: Terence Hill, rieducato dall'episodio, rinuncia alla diserzione a pagamento che gli offre un sordido trafficone locale, che ha già arruolato la Deneuve, sconvolta dalla morte violenta del padre, come sua prostituta. E lo vediamo, nell'ultima scena, sull'attenti e perfettamento integrato, accanto al suo superiore, ad attendere le nuove reclute al suono dell'inno della "Legio Patria Nostra". La Deneuve, che già era diventata amante di Hackman e di cui Hill si è innamorato, invece rimarrà là, o tornerà in Francia verso la disperazione di una vita senza piu' scopo. Degna di nota è l'amicizia virile tra il Maggiore, già feroce punitore, ed il soldato Hill, culminata nel bacio al cadavere del primo da parte del secondo.
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