paolo1967
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giovedì 4 maggio 2023
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più che dignitoso episodio della serie
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Il primo Bond di Dalton è più serio degli ultimi episodi con Moore ma fin dai titoli di testa una dose di umorismo e lo stesso modo di enfatizzare i tratti del viso e dello sguardo del protagonista avvicinano e ricordano le caratteristiche da fumetto per ragazzi senza pretese che è fondamentalemente la serie. Appena si afferma un tono piuttosto scuro che semnra la caratteristica del film, una situazione o un dialogo umoriscono rischiarano con una ironia non però parodistica come in molti dei Bond precedenti. La regia di John Glen (che aveva diretto alcuni di questi film) si riconosce facilmente, ma egli è molto abile nel tentavìtivo di realizzare un Bond a suo modo originale, sempre gradevole e vario.
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Il primo Bond di Dalton è più serio degli ultimi episodi con Moore ma fin dai titoli di testa una dose di umorismo e lo stesso modo di enfatizzare i tratti del viso e dello sguardo del protagonista avvicinano e ricordano le caratteristiche da fumetto per ragazzi senza pretese che è fondamentalemente la serie. Appena si afferma un tono piuttosto scuro che semnra la caratteristica del film, una situazione o un dialogo umoriscono rischiarano con una ironia non però parodistica come in molti dei Bond precedenti. La regia di John Glen (che aveva diretto alcuni di questi film) si riconosce facilmente, ma egli è molto abile nel tentavìtivo di realizzare un Bond a suo modo originale, sempre gradevole e vario. Come ne "Al servizio segreto di sua maestà", altro film molto vicino al libro di Fleming, il film sembra concentrarsi sul personaggio di Bond più che sull'attore che lo interpreta. In molte sequenza c'è un aspetto sardonico (altra parentela coi libri di Fleming) che ne ne mitiga certo aspetti (come nelle scene violente) in modo che non disturbino ma piuttosto sempre divertano lo spettatore. La realtiva freddezza del film si riscalda nelle seqienze con Maryam d'Abo (la musica classica è una piacevole novità nei film di 007). Sempre interessanti, spesso suggestive, talvolta splendide le ambientazioni. Sempre aggiornato, il Bond del 1987 è monogamo per via dell'AIDS, e per questo potrebbe assomigliare ad altri film (o fumetti) d'azione celebri. Nel corso degli anni la violenza ha preso progressivamente piede sulle componenti del Bond originale, ma qui c'è trova un equlibrio tra il mantenere serie le scene d'azione ed elementi umoristici, paradossali, perfino comici anche funzionali (piuttosto abbondanti le trovate) al ritmo delle scene stesse.
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fedeleto
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domenica 4 ottobre 2020
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zona:007
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James Bond viene inviato a Bratislava per aiutare un ufficiale del kgb chiamato Koslov a fuggire da un attentato.In realtà dietro tutto questo c e un perfido inganno, tra mercanti d armi e di oppio incomincerà una guerra, e james bond non fallirà nel tentare di fermare questo complotto, grazie anche ad una dolce ragazza cecoslovacca. L entrata in scena di Timothy Dalton non è male, ma l ironia manca (cosa che comunque era già presente in connery e moore) nonostante tutto le scene d azioni non mancano(inseguimento iniziale, lotta sull aereo) ma la sceneggiatura di Maibaum e Wilson non brilla, e nonostante tutto a tratti sembra annoiarsi.Belle scenografie, ma zona pericolo non è certo tra i migliori e forse Bond avrebbe bisogno di qualche altro attore nella parte, nonostante la bravura di Dalton.
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James Bond viene inviato a Bratislava per aiutare un ufficiale del kgb chiamato Koslov a fuggire da un attentato.In realtà dietro tutto questo c e un perfido inganno, tra mercanti d armi e di oppio incomincerà una guerra, e james bond non fallirà nel tentare di fermare questo complotto, grazie anche ad una dolce ragazza cecoslovacca. L entrata in scena di Timothy Dalton non è male, ma l ironia manca (cosa che comunque era già presente in connery e moore) nonostante tutto le scene d azioni non mancano(inseguimento iniziale, lotta sull aereo) ma la sceneggiatura di Maibaum e Wilson non brilla, e nonostante tutto a tratti sembra annoiarsi.Belle scenografie, ma zona pericolo non è certo tra i migliori e forse Bond avrebbe bisogno di qualche altro attore nella parte, nonostante la bravura di Dalton. La regia di John glen non delude mai.Colonna sonora degli aha dimenticabile e poco orecchiabile.Peccato.
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gepy7
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domenica 11 settembre 2016
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ritorno alle origini
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Dopo i deliri psichedelici degli ultimi episodi con Roger Moore, i produttori Broccoli e Wilson, il regista Glen e lo sceneggiatore storico Maibaum riscrivono la storia di 007 recuperando lo stile di Fleming, quindi costruendo, per il nuovo interprete, una storia di spie più che un film d'avventura, sul modello di Dalla russia con amore anzichè dei Moonraker che tanto avevano snaturato l'eroe di ian Fleming. Qui 007 deve favorire la fuga e la diserzione, da Bratislava, di un generale russo, che in realtà si rivelerà un doppiogiochista in combutta con un collega americano. E di doppioni si avvale tutta la storia scritta dagli sceneggiatori: l'esercitazione, fasulla, a Gibilterra, il killer dapprima venditore di latte e poi di palloncini,la violoncellista che si rivela un agente del Kgb, un detenuto afgano rivelatosi combattente dei muhjaideen.
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Dopo i deliri psichedelici degli ultimi episodi con Roger Moore, i produttori Broccoli e Wilson, il regista Glen e lo sceneggiatore storico Maibaum riscrivono la storia di 007 recuperando lo stile di Fleming, quindi costruendo, per il nuovo interprete, una storia di spie più che un film d'avventura, sul modello di Dalla russia con amore anzichè dei Moonraker che tanto avevano snaturato l'eroe di ian Fleming. Qui 007 deve favorire la fuga e la diserzione, da Bratislava, di un generale russo, che in realtà si rivelerà un doppiogiochista in combutta con un collega americano. E di doppioni si avvale tutta la storia scritta dagli sceneggiatori: l'esercitazione, fasulla, a Gibilterra, il killer dapprima venditore di latte e poi di palloncini,la violoncellista che si rivela un agente del Kgb, un detenuto afgano rivelatosi combattente dei muhjaideen. Lo stesso 007 è impegnato in un falso omicidio (del generale Pushkin) inscenato per scoprire i veri intenti dell'uomo che ha fatto fuggire e che lo ha tradito. C'è una maggiore finezza nella scrittura e nella stesura della storia, che toglie un pò spazio all'azione ma che recupera in definizione dei personaggi, non più caricatura o macchiette da fumetto. Dalton è stato un buon Bond, pur non avendo il carisma del grande Sean o il fascino di Moore ha avuto il merito di recuperare gli aspetti primordiali dell'eroe di Fleming, divenuto comico negli ultimi Moore, poi ripreso da Craig negli anni 2000. Avrebbero dovuto farlo debuttare , forse, prima, così non è stato, e il risultato è che il cinema ha dimenticato, in fretta, gli 007 degli anni 80 (quelli di minor incasso), non per colpa del suo interprete. Peccato.
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elgatoloco
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giovedì 23 giugno 2016
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my name is bond...
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Personalmente ho un problema con Timothy Dalton as James Bond: lo trovo molto lontano dall'immagine forse stereotipata, che , da Sean Connery in poi, mi sono fatta del personaggio: è troppo"capellone", ma so che qualcuno dice che sarebbe stato gradito a Ian Fleming, creatore letterario della serie: sarà, ma non si puù controllare, in absentia personae e comunque il film è altra cosa dai romanzi...Per il resto, tutto ben"orchestrato"(è il caso di dirlo, con la violoncellista di Bratislava co-protagonista), ben diretto e realizzato: belle tutte le sequenze, quelle sul Prater viennese, quelle nel deserto afghano-pakistaniano, quelle "aeree"e quelle terrestri.
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Personalmente ho un problema con Timothy Dalton as James Bond: lo trovo molto lontano dall'immagine forse stereotipata, che , da Sean Connery in poi, mi sono fatta del personaggio: è troppo"capellone", ma so che qualcuno dice che sarebbe stato gradito a Ian Fleming, creatore letterario della serie: sarà, ma non si puù controllare, in absentia personae e comunque il film è altra cosa dai romanzi...Per il resto, tutto ben"orchestrato"(è il caso di dirlo, con la violoncellista di Bratislava co-protagonista), ben diretto e realizzato: belle tutte le sequenze, quelle sul Prater viennese, quelle nel deserto afghano-pakistaniano, quelle "aeree"e quelle terrestri. Realizzato in epoca gorbacevana (era il 1987)ma decisamente ancora legato alla guerra fredda(pericolo KGB, pur se nascosto in un ufficiale"traditore", ma quale sarà-questo il Mac Guffin...), "The Living Daylights"è comunque film piacevole, per le scene. Fellini dichiarava di amare i"James Bond"per l'allure fantastico, ma la fantasia è troppo legata alla tecnologia e alla finalizzazione bellica, il che(ma è questione di"gusto"o meglio di struttura"caratteriologica")diverte francamente di meno. Myriam D'Abo è personaggio comunque interessante, Joe Don Baker è attore comunque bravo e intrigante, qui nella parte del"vilain", anche se, invero, è un film senza"SPectre"vel similia, semmai con mujajdin afghani e segrete mene nel KGB e nell'ex-URSS... El Gato
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angelino67
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giovedì 5 maggio 2016
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dalton riporta serietà al ruolo
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Dalton fa lo 007 che doveva fare Brosnan, che però era impegnato in tv, venti anni dopo quando era già stato preso in considerazione, nel '67 (e pure nel '69) ma era troppo giovane. La grinta e la freddezza che Glen cercò di infondere a Moore é espressa benissimo da Dalton. Egli porta una rinnovata profondità al personaggio, distaccato e spietato come nei libri di Fleming. Il film é avventuroso e coinvolgente, soprattutto nella prima parte. I temi sono il commercio illegale di armi, le estorsioni, il traffico di droga e l'aiuto ai mujaheddin contro l'invasione sovietica anche se il film non esagera con la propaganda e evoca piuttosto la guerra in Afghanistan in maniera romantica. La regia di John Glen é sobria e equilibrata.
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Dalton fa lo 007 che doveva fare Brosnan, che però era impegnato in tv, venti anni dopo quando era già stato preso in considerazione, nel '67 (e pure nel '69) ma era troppo giovane. La grinta e la freddezza che Glen cercò di infondere a Moore é espressa benissimo da Dalton. Egli porta una rinnovata profondità al personaggio, distaccato e spietato come nei libri di Fleming. Il film é avventuroso e coinvolgente, soprattutto nella prima parte. I temi sono il commercio illegale di armi, le estorsioni, il traffico di droga e l'aiuto ai mujaheddin contro l'invasione sovietica anche se il film non esagera con la propaganda e evoca piuttosto la guerra in Afghanistan in maniera romantica. La regia di John Glen é sobria e equilibrata. Egli ha un vero senso dell'immagine che esprime bene l'atmosfera dei luoghi. L'ultima colonna sonora di John Barry, che comprende anche Mozart, Tchaikovsky, Dvorak, Borodin e i Pretenders (la canzopne dei titoli é cantata dagli a-Ha). La sequenza prima dei titoli è straordinaria. Ottimi i gadget. La sceneggiatura é una delle delle migliori da "Dalla Russia con amore" e probabilmente la migliore da "Al servizio segreto di sua maestà". Myriam D'Abo è piuttosto mite come Bond girl ma è affascinante, intelligente e indipendente. La monogamia di Bond riflette la paura dell'AIDS di quegli anni ma forse anche una maggiore maturità del personaggio. Dalton non è né meschino né lezioso: il suo é un Bond serio. A differerenza di episodi precedenti questa non é una non è una commedia anche se ci sono momenti divertenti. Gli effetti speciali e visivi sono eccellenti. Certamente più vicino ai libri di Fleming del Bond di Moore. Nel cast una menzione speciale per John Davies nella parte di Puskin.
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jackpug
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venerdì 14 agosto 2015
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non male il primo film di bond con dalton
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Dopo aver interpretato per l'ultima volta il ruolo di James Bond in "Bersaglio mobile", Roger Moore passa il testimone a Timothy Dalton.
Il Bond di Dalton è molto diverso da quello di Moore e più vicino a quello dei romanzi di Fleming : più rigido, freddo, spietato e violento ( anche se questo si vedrà di più in "Vendetta privata" ).
"Zona pericolo" risulta essere un buon film d'azione, abbastanza moderno ma niente di stupefacente se messo a confronto con altri film della saga di 007.
La trama va bene tanto da far apparire Dalton-Bond anche leggermente sensibile di fronte alla paura e alla dolcezza della bella Bond Girl Kara Milovy ( Maryam D'Abo ) ma pur sempre pronto a mandare in aria i piani dei soliti villlains pazzoidi o doppiogiochisti.
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Dopo aver interpretato per l'ultima volta il ruolo di James Bond in "Bersaglio mobile", Roger Moore passa il testimone a Timothy Dalton.
Il Bond di Dalton è molto diverso da quello di Moore e più vicino a quello dei romanzi di Fleming : più rigido, freddo, spietato e violento ( anche se questo si vedrà di più in "Vendetta privata" ).
"Zona pericolo" risulta essere un buon film d'azione, abbastanza moderno ma niente di stupefacente se messo a confronto con altri film della saga di 007.
La trama va bene tanto da far apparire Dalton-Bond anche leggermente sensibile di fronte alla paura e alla dolcezza della bella Bond Girl Kara Milovy ( Maryam D'Abo ) ma pur sempre pronto a mandare in aria i piani dei soliti villlains pazzoidi o doppiogiochisti.
L'ironia viene meno in questo film rispetto ai titoli precedenti con Moore ma è pur sempre un buon capitolo ( non eccellente ) di questa maestosa serie cinematografica, accompagnato dalla grandissima theme song "The Living Daylights" del gruppo A-ha.
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onufrio
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domenica 24 febbraio 2013
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arriva il quarto bond della saga
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Timothy Dalton prende il posto di Roger Moore, con poca espressività e meno charme; l'agente di sua maestà si ritrova ancora una volta indaffarato nel risolvere questioni pericolose col KGB, in suo soccorso verrà una giovine violoncellista di nome Kara, che a mio parere è una tra le peggiori bond girl della saga, che insieme dunque al peggior bond della saga(un pò per demeriti dell'attore,un pò anche per la ripetitività di questi 007 usciti constantemente ogni due anni) non fanno altro che sviluppare un episodio senza alti nè bassi,soltanto una maggiore serietà durante lo svolgersi delle vicende rende il film più che discreto, a differenza degli ultimi 007 con Moore dove i film stavano acquistando sempre più le sembiosi di parodie del genere spionaggio.
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paolo 67
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sabato 26 novembre 2011
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un bond ruvido ma romantico
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Il pregio maggiore a mio giudizio di questo 15° Bond che John Glen dirige con disinvoltura puntando molto sull'azione ma sapendo anche creare la tipica atmosfera bondiana è la fotografia di Alec Mills, vecchio operatore di 007 finalmente promosso che con un sapiente uso dei filtri, senza intaccare quella semplicità che oltre nei temi voleva nello stile il produttore Broccoli, fa lussureggiare il mondo come avveniva nei film anni '60 della serie. Timothy Dalton debutta dignitosamente nel primo dei suoi due Bond con una interpretazione soprattutto fisica della durezza del personaggio originario di Fleming mentre Jeroen Krabbe fa quasi un buffone di un bifolco arricchito doppiogiochista alleggerendo la parte del cattivo del film (che, divertimento dell'attore a parte, sarebbe stata meglio intonata al Bond farsesco di altri titoli).
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Il pregio maggiore a mio giudizio di questo 15° Bond che John Glen dirige con disinvoltura puntando molto sull'azione ma sapendo anche creare la tipica atmosfera bondiana è la fotografia di Alec Mills, vecchio operatore di 007 finalmente promosso che con un sapiente uso dei filtri, senza intaccare quella semplicità che oltre nei temi voleva nello stile il produttore Broccoli, fa lussureggiare il mondo come avveniva nei film anni '60 della serie. Timothy Dalton debutta dignitosamente nel primo dei suoi due Bond con una interpretazione soprattutto fisica della durezza del personaggio originario di Fleming mentre Jeroen Krabbe fa quasi un buffone di un bifolco arricchito doppiogiochista alleggerendo la parte del cattivo del film (che, divertimento dell'attore a parte, sarebbe stata meglio intonata al Bond farsesco di altri titoli). Maryam D'Abo è una Bond girl molto affascinante (farà un servizio su "Playboy" "vestita" solo di un gatto e un violoncello) in un film in cui, come ha confermato il regista, la monogamia del protagonista riflette la paura dell'AIDS della società di allora. Nonostante il ritmo delle scene d'azione, "007 Zona pericolo" è un film in cui l'evasione maggiore è il piacere dell'immagine, dello spettacolo puro (dove il Marocco non sfigura di fronte alla splendida Vienna). John Barry, autore di gran parte delle colonne sonore dei Bond, si vede come direttore d'orchestra verso la fine del film.
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dragonia
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mercoledì 29 giugno 2011
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buona spy-story con un ritmo vivace
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La prima avventura bondiana con Dalton ha un sacco di punti a suo favore: azione a iosa, ritmo sostenuto, bravi interpreti (Dalton su tutti, checché ne dicano i critici) e località suggestive. Purtroppo, però, come tutti i film del genere, non è esente da difetti: ai cattivi (fatta eccezione per il diabolico Necros, uno dei migliori killer della serie) non viene dato abbastanza spazio, come già era successo in Dalla Russia con amore e, mentre il villain "principale", il generale russo, fa una figura piuttosto ridicola (grave errore la scelta di farlo sopravvivere, secondo me), il secondo, il contrabbandiere Whitaker, è abbastanza presente per far sentire la sua antipatia.
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La prima avventura bondiana con Dalton ha un sacco di punti a suo favore: azione a iosa, ritmo sostenuto, bravi interpreti (Dalton su tutti, checché ne dicano i critici) e località suggestive. Purtroppo, però, come tutti i film del genere, non è esente da difetti: ai cattivi (fatta eccezione per il diabolico Necros, uno dei migliori killer della serie) non viene dato abbastanza spazio, come già era successo in Dalla Russia con amore e, mentre il villain "principale", il generale russo, fa una figura piuttosto ridicola (grave errore la scelta di farlo sopravvivere, secondo me), il secondo, il contrabbandiere Whitaker, è abbastanza presente per far sentire la sua antipatia. Una bond-girl piuttosto scialba, protagonista di alcune sequenze un po' stonate, insieme a quanto detto prima, mi impedisce di dare cinque stelle a questo film, che rimane comunque assai gradevole da vedere.
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lorenzomnt
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sabato 17 luglio 2010
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ottimo film
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é quasi tutto perfetto in questo spy movie che rompe con il passato.Ottima la colonna sonora,i gadget,l'azione e la scelta del nuovo bond.Mi dispiace però per la bond girl:non è brutta,ma non mi sembra un granchè come aspetto.Se pensiamo ai film che venivano prima e che nel precedente "episodio" la bond girl era tanya roberts,beh,il confronto mi pare impietoso.Questo mi impedisce di dare *****.Peccato.
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