fedeleto
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domenica 5 marzo 2017
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l'ultimo viaggio di de sica
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Alla morte di un ricco uomo siciliano, due fratelli (Cesare e Antonio)ereditano il suo testamento. Nel documento vi è scritto che Antonio deve sposare Adriana, che invece è innamorata di Cesare. I due si sposeranno ma alla morte del marito, ella fuggira con il cognato e vivranno il loro amore anche se la donna è afflitta da una grave malattia cardiaca. Vittorio De Sica (i girasoli,il boom) dirige il suo ultimo film, tratto da un soggetto di Pirandello e sceneggiato da Fabbri, Franciosa e Montagna, la storia si incentra su un amore celato agli occhi degli altri, un amore difficile che esplode solo con la tragedia, e che appena assurge è giunto già al tramonto.
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Alla morte di un ricco uomo siciliano, due fratelli (Cesare e Antonio)ereditano il suo testamento. Nel documento vi è scritto che Antonio deve sposare Adriana, che invece è innamorata di Cesare. I due si sposeranno ma alla morte del marito, ella fuggira con il cognato e vivranno il loro amore anche se la donna è afflitta da una grave malattia cardiaca. Vittorio De Sica (i girasoli,il boom) dirige il suo ultimo film, tratto da un soggetto di Pirandello e sceneggiato da Fabbri, Franciosa e Montagna, la storia si incentra su un amore celato agli occhi degli altri, un amore difficile che esplode solo con la tragedia, e che appena assurge è giunto già al tramonto. L'insoddisfazione e la rassegnazione sono i temi ben presenti, insieme al destino del fato segnato e imperante, la caducità dell'uomo come sempre nei film del regista di Sora è al centro, la fuga dei due infatti rImane l'unica cosa bella in un clima dove sta scoppiando la prima guerra mondiale. De Sica lascia una grande impronta del suo cinema, anche se Richard Burton è più legnoso del solito. Brava Sophia Loren, che quanto a drammaticità è a livelli alti. Un film amaro che naviga in acque scure per poi trovate l'abisso. Forse non il miglior De Sica, ma sicuramente uno dei più drammatici.
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giorgio
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lunedì 7 luglio 2008
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testimonianza di buon artigianato cinematografico
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De Sica è un signore dell'artigianato cinematografico.
E un artigiano di classe come lui, riesce sempre a conferire ad un film certo modesto come "il viaggio" il tocco di grazia della vera "mano esperta".
Secondo il mio modesto giudizio, De Sica è un regista che, come Germi, ha patito un fatale fraintendimento critico. De Sica parte dalle stesse premesse di Germi, è essenzialmente un artigiano del cinema. I film di De Sica come Germi non partono da un discorso letterario, stilistico, culturale pre-costituito come Visconti, Antonioni, Bertolucci. De Sica e Germi, prima di 'teorizzare' il cinema, FANNO CINEMA!
Il loro cinema conosce, pertanto, tutte le bellezze, tutti i limiti e le contraddizioni del cinema artigianale.
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De Sica è un signore dell'artigianato cinematografico.
E un artigiano di classe come lui, riesce sempre a conferire ad un film certo modesto come "il viaggio" il tocco di grazia della vera "mano esperta".
Secondo il mio modesto giudizio, De Sica è un regista che, come Germi, ha patito un fatale fraintendimento critico. De Sica parte dalle stesse premesse di Germi, è essenzialmente un artigiano del cinema. I film di De Sica come Germi non partono da un discorso letterario, stilistico, culturale pre-costituito come Visconti, Antonioni, Bertolucci. De Sica e Germi, prima di 'teorizzare' il cinema, FANNO CINEMA!
Il loro cinema conosce, pertanto, tutte le bellezze, tutti i limiti e le contraddizioni del cinema artigianale.
De Sica, in particolare, da vero artigiano, non ti garantisce il capolavoro, ma certo ti garantisce (99 volte su 100) uno spettacolo comunque decoroso; anche se commerciale, anche se manifestamente giocato sul divismo dei protagonisti; anche se frontatamente tradisce il riferimento letterario di partenza: come ne "il viaggio".
De Sica mi ricorda molto l'artigianato della "commedia dell'arte" con la sua infinita capacità di manipolare qualsiasi soggetto, qualsiasi materiale per fini spettacolari, per "darlo in pasto alla platea", a seconda che la platea volesse ridere o piangere. Oggi, questo modo di far spettacolo fa inorridire i puristi della critica; certo, la commedia dell'arte è quasi dimenticata; eppure fior di artisti si sono fatte le ossa (vedi Totò); ma certo l'artiginanto era il "seminario" degli artisti veri: attraverso la pratica dell'artigianato si coltivava nel tempo il mestiere e così dallo scambio di
esperienze della "bottega" nascevano i grandi artisti ed i grandi capolavori.
Io sono convinto che la crisi del cinema sia legata alla crisi di questa fondamentale capacità artigianale.
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adriano
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martedì 25 settembre 2007
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nonostante tutto un capolavoro
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non e' brutto però si vede che de sica voleva lasciare il cinema sarebbe stato un capolavoro ma
manca di realismo e poi la loren non e' adatta al ruolo pero' e' prodotto da ponti e burton nel nobile siciliano lo vedo molto poco molto meglio
"una breve vacanza".
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