luca scialo
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martedì 25 aprile 2023
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da apprezzare la vena estetica del regista
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In una Roma di fine anni '80, un noto architetto americano, Stourley Kracklite, viene chiamato ad allestire una mostra dedicata al visionario architetto neoclassico Étienne-Louis Boullée, operativo verso fine '700. L'uomo ben presto inizierà a soffrire di problemi allo stomaco e crede che la moglie lo stia avvelenando. In realtà, scoprirà che ha un tumore al pancreas allo stadio avanzato. Ma ciò non è l'unica sciagura: sua moglie lo tradisce con un collega molto più giovane di lui, che finirà pure per soffiargli la gestione della mostra. L'uomo così giungerà ad una estrema decisione. Peter Greenaway è un'esteta del cinema, in virtù anche del fatto di essere un pittore. Ed ecco che, più che della storia in sé, della pellicola è soprattutto apprezzabile il contrasto dei colori e la fotografia.
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In una Roma di fine anni '80, un noto architetto americano, Stourley Kracklite, viene chiamato ad allestire una mostra dedicata al visionario architetto neoclassico Étienne-Louis Boullée, operativo verso fine '700. L'uomo ben presto inizierà a soffrire di problemi allo stomaco e crede che la moglie lo stia avvelenando. In realtà, scoprirà che ha un tumore al pancreas allo stadio avanzato. Ma ciò non è l'unica sciagura: sua moglie lo tradisce con un collega molto più giovane di lui, che finirà pure per soffiargli la gestione della mostra. L'uomo così giungerà ad una estrema decisione. Peter Greenaway è un'esteta del cinema, in virtù anche del fatto di essere un pittore. Ed ecco che, più che della storia in sé, della pellicola è soprattutto apprezzabile il contrasto dei colori e la fotografia. In una Roma esaltata in tutta la sua bellezza, la lussuria dei suoi antenati, ma, soprattutto, il suo eterno mistero.
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giulio andreetta
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martedì 7 luglio 2020
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capolavoro
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Pellicola spettacolare in cui si fondono le immagini della grande architettura romana con il minimalismo musicale, e con la personalissima poetica di Peter Greenaway. Con questo film siamo ai vertici dell'arte del maestro, che confeziona un capolavoro, sotto ogni aspetto: dalla superba recitazione, da oscar, dell'attore principale Brian Dennehy, alla musica meravigliosa di Wim Mertens, alla fotografia spettacolare di una Roma rinascimentale e romana. Ma è soprattutto la trama a tenere avvinto lo spettatore, infatti l'allestimento della mostra sul pittore Boullée non è che un pretesto per descrivere le molte sottili sfumature caratteriali del protagonista e la sua discesa verso l'abisso.
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Pellicola spettacolare in cui si fondono le immagini della grande architettura romana con il minimalismo musicale, e con la personalissima poetica di Peter Greenaway. Con questo film siamo ai vertici dell'arte del maestro, che confeziona un capolavoro, sotto ogni aspetto: dalla superba recitazione, da oscar, dell'attore principale Brian Dennehy, alla musica meravigliosa di Wim Mertens, alla fotografia spettacolare di una Roma rinascimentale e romana. Ma è soprattutto la trama a tenere avvinto lo spettatore, infatti l'allestimento della mostra sul pittore Boullée non è che un pretesto per descrivere le molte sottili sfumature caratteriali del protagonista e la sua discesa verso l'abisso. Il processo di identificazione è completo, e il dolore per le disavventure dell'artista è vivo nello spettatore. Ma al di là di tutto, questa pellicola appare anche porsi in netto contrasto con certe mode cinematografiche dell'epoca (1987), a testimoniare una sincera ispirazione di Greenaway e una sua cifra espressiva indipendente da vari stereotipi filmici. Il racconto procede in modo uniforme, ma gradualmente intensificando la carica tensionale e di suspense nello spettatore, sino allo sconvolgente epilogo. Il connubio tra immagini e musica, in alcune precise scene, forma un originale, raffinato e riuscito esperimento, che sembra non avere precedenti né eredi a livello stilistico. Capolavoro.
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paride86
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lunedì 25 ottobre 2010
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colto e difficile
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Finora, dei film che ho visto di Greenaway, è quello che mi è piaciuto di meno, forse per l'eccessiva insistenza del protagonista in una sofferenza immaginata e provocata dalle sue stesse paure.
Certo, è difficile non rimanere affascinati dalla grande capacità di Greenaway come regista e dal suo eccezionale talento visivo: tutto ciò, unito al gusto per il cinema colto e ad una certa raffinata perfidia, che sempre lo contraddistingue, fa de "Il Ventre dell'Architetto" un film davvero particolare e denso di materia, ma - almeno per me - difficile da amare davvero.
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