Per dirci che si può ridere delle proprie pene d'amore, il regista compie un girotondo sentimentale male orchestrate e ridondante: non si ride mai e si riflette di meno. Escludendo il buon feeling tra i due protagonisti maschili, coppia contrastante e funzionante (aitante/malinconico, un pò come lo furono i genitori), i personaggi femminili appaiono sbiaditi, mere caricature e l'unica sorpresa (o presunta tale) è intuibile ben prima che si palesi. Il passaggio al cinema, rispetto al palcoscenico teatrale, soffre troppo di staticità, soffoca, il film non è mai brillante e le gag nbon hanno smalto mentre la regia risulta fiacca, trasformando un buon pezzo di teatro in un buddy movie all'italiana sciocco e giovanilistico.
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Per dirci che si può ridere delle proprie pene d'amore, il regista compie un girotondo sentimentale male orchestrate e ridondante: non si ride mai e si riflette di meno. Escludendo il buon feeling tra i due protagonisti maschili, coppia contrastante e funzionante (aitante/malinconico, un pò come lo furono i genitori), i personaggi femminili appaiono sbiaditi, mere caricature e l'unica sorpresa (o presunta tale) è intuibile ben prima che si palesi. Il passaggio al cinema, rispetto al palcoscenico teatrale, soffre troppo di staticità, soffoca, il film non è mai brillante e le gag nbon hanno smalto mentre la regia risulta fiacca, trasformando un buon pezzo di teatro in un buddy movie all'italiana sciocco e giovanilistico. Gli unici temi che si mettono in evidenza sono miseri, spiccioli e mai convincenti, quasi da rotocalco di gossip superficiale, smancerie a non finire e quella sensazione di arrivare troppo, troppo in ritardo sa proprio di errore imperdonabile. Longoni, che aveva diretto abilmente anche la divertente piece, non fa una gran figura, trasformando quello che avrebbe dovuto essere un film in un prodotto dallo stile prettamnente televisivo, fallendo clamorosamenmte il proprio intento (semmai ne avesse uno chiaro).
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