lei.lydia
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giovedì 10 marzo 2016
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una vendetta dell'uomo
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mi sembra una manifestazione contraccolpo dalla parte degli uomini rispetto al movimento del femminismo assoluto di quel tempo.
la qualità densa sia della produzione del film sia della vita di allora oggi già irripetibile, sicuramente conta fra le esembre dell'industria cinematofrafica di quel tempo.
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gianni quilici
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venerdì 7 febbraio 2014
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un film libero
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E’ un film libero. Rappresenta una fase della storia italiana, in cui un’ondata di libertà aveva travolto istituzioni e ideologie, anche se la libertà stessa si esprimeva soprattutto nella superficie e non in una vera liberazione.
Marco Ferreri segue il flusso dell’esistenza di una coppia, che agisce in base ad impulsi contingenti e mutevoli.
Lui, Giovanni, giovane ingegnere separato con bimbo, è il maschio compiaciuto di esserlo, che tuttavia vive la crisi del ruolo oscillando tra autorità e dolcezza, tra un comportamento aggressivo ed uno insicuro e alla fine rassegnato.
Lei, Valeria, maestra d’asilo, bellissima, che accetta di andare a vivere con lui, ondeggia tra tenerezza e rivolta, tra sottomissione e un desiderio generico di libertà.
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E’ un film libero. Rappresenta una fase della storia italiana, in cui un’ondata di libertà aveva travolto istituzioni e ideologie, anche se la libertà stessa si esprimeva soprattutto nella superficie e non in una vera liberazione.
Marco Ferreri segue il flusso dell’esistenza di una coppia, che agisce in base ad impulsi contingenti e mutevoli.
Lui, Giovanni, giovane ingegnere separato con bimbo, è il maschio compiaciuto di esserlo, che tuttavia vive la crisi del ruolo oscillando tra autorità e dolcezza, tra un comportamento aggressivo ed uno insicuro e alla fine rassegnato.
Lei, Valeria, maestra d’asilo, bellissima, che accetta di andare a vivere con lui, ondeggia tra tenerezza e rivolta, tra sottomissione e un desiderio generico di libertà. Ambedue senza una consapevolezza piena di loro stessi e della loro relazione.
Su tutto incombe la struttura urbanistica: un alveare di appartamenti, in una periferia di recente urbanizzata piena di anonimato e di solitudine, senza verde, parchi, luoghi di incontro, almeno per quello che la pellicola ci mostra.
Da questo conflitto è il maschio, che soccombe, perché da un lato è in crisi con il vecchio ruolo di uomo-padrone e non riesce a rielaborarne uno nuovo e dall’altro non a sostiene la solitudine e la sconfitta.
Questa condizione viene da Ferreri estremizzata. Giovanni si taglia il pene. Una scelta forse più del regista che del personaggio. Forse più simbolica che realistica. Una scelta netta, che esprime la visione poetica e disperata di Ferreri sui rapporti uomo-donna in quel contesto storico.
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logical
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domenica 26 agosto 2012
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una solitudine biologica
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In ogni film di Ferreri c'è una donna-guida, un pesce pilota per la storia. E la storia ha sempre un'unità di spazio circolare, come una gabbia in cui l'azione deve crearsi e esaurirsi. Lo sfondo e il recinto sono le nuove unité de habitation della periferia parigina, funzionali, in ottimo stato, lussuose e progressiste come i centri commerciali che le circondano. La meraviglia è quello che non c'è: nessun problema di immigrazione, nessun minimalismo nell'arredamento o nella mente, nessuna assenza, nessun torpore da computer o compresenza sociale da sostenere, nessun nemico 'esterno' a cui imputare i propri fallimenti. L'attenzione è tutta sui corpi, sul loro destino associato, sulle mancanze e sui desideri.
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In ogni film di Ferreri c'è una donna-guida, un pesce pilota per la storia. E la storia ha sempre un'unità di spazio circolare, come una gabbia in cui l'azione deve crearsi e esaurirsi. Lo sfondo e il recinto sono le nuove unité de habitation della periferia parigina, funzionali, in ottimo stato, lussuose e progressiste come i centri commerciali che le circondano. La meraviglia è quello che non c'è: nessun problema di immigrazione, nessun minimalismo nell'arredamento o nella mente, nessuna assenza, nessun torpore da computer o compresenza sociale da sostenere, nessun nemico 'esterno' a cui imputare i propri fallimenti. L'attenzione è tutta sui corpi, sul loro destino associato, sulle mancanze e sui desideri. Il corpo invecchia e cade in occasioni sociali che lo svuotano, lo fermano, lo vestono: qui è ancora il momento della nudità post-hippie in cui si comincia a capire che il tempo sta per scadere. Ornella Muti è finalmente grandiosa e perfetta nella gestione poliforme degli affetti, emette, irradia e condiziona tutto quello che le si avvicina o che lei vuole possedere. Michel Piccoli fa da trait d'union con il mondo sociale e grottesco che non può mancare.
Un film senza pace che chiarisce la semplicità perdente perchè unidirezionale del comportamento e della sensualità maschile. Il cortocircuito, la propria negazione è la nemesi di una solitudine biologica, costruita e prevista socialmente, come quei balconi, quei vialetti di collegamento, questi quartieri costruiti per dormire.
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dandy
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martedì 11 maggio 2010
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sconvolgente,disturbante...grande.
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Un nichilista omaggio del regista alla superiorità femminile sull'uomo,che già aveva accennato ne"La grande abbuffata".Ambientato in una Parigi quasi aliena e notevolmente fotografato da Luciano Tovoli,con prevalenza sui toni freddi(a sottolineare l'impossibilità di vicinanza tra i protagonisti).IL 28enne Depardieu è istrionico come non mai,la sensuale Muti,appena 21enne,gli tiene testa.Sorprendente il bambino,il cui nome ora mi sfugge purtroppo.Finale spaventoso e desolante,con i suoi strilli in sottofondo,dopo una prima parte vitale e scanzonata,e una seconda più malinconica e greve,nello stile tpico Ferreriano.In definitiva uno dei suoi film migliori.
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michele
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venerdì 6 giugno 2008
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film unico!
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film capolavoro di libertà e trasgressione, splendido sfondo grigio di un sobborgo di Parigi che viene rialzato da questa pellicola non solo sexy ma anche simpatica. Splendido spaccato di difficoltà condominiali e di convivenza in generale. Finale da incubo!
Ne sono rimasto meravigliato dalla capacità di calarsi nel ruolo da parte dei due protagosnisti, Gerard Depardieur e Ornella Muti, che ammiro molto.
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riccardo
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mercoledì 30 gennaio 2008
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depardieu si taglia il pene per ferreri
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Il finale è notissimo: Gerard Depardieu, nudo, che si taglia via il pene con un coltello elettrico, mentre il suo neonato piange a squarciagola in braccio a una sconvolta Ornella Muti. Un finale davvero agghiacciante. E un film che dovrebbe piacere molto alle femministe, perchè mostra quanto (secondo Ferreri, che si redime dalle misoginie maschiliste degli esordi con Tognazzi) la donna sia superiore all'uomo, e inevitabilmente gli sopravviva. Ma la domanda che sorge spontanea è: come mai Ferreri è così sicuro che le donne, sopravvissute ai maschi, salveranno e cambieranno il mondo?
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(di jimmydilauro)
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gerard
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giovedì 15 novembre 2007
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a must see!
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aunque lenta aveces, el drama desarrolla la complejidad de relación amorosa, en complicidad y cercanía con el público, escalofriántemente cercana a la realidad.
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gerard
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aunque lenta aveces, el drama desarrolla la complejidad de relación amorosa, en complicidad y cercanía con el público, escalofriántemente cercana a la realidad.
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