figliounico
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martedì 25 ottobre 2022
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una critica sociale venata di romanticismo
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Misconosciuto, a torto, piccolo capolavoro artigianale della coppia De Sica-Zavattini sulle misere condizioni di vita del popolino romano nell’Italia andreottiana del boom economico dove chi costruisce materialmente le case della piccola e media borghesia non ha diritto, paradossalmente, ad un tetto sotto cui far vivere la propria famiglia. Girato rigorosamente in stile neorealista con attori presi dalla strada è venato da quel romanticismo zavattiniano che sempre addolcisce l’amara verità di una società fondata sullo sfruttamento dei lavoratori nel dopoguerra democratico cristiano di quegli anni risolvendo le contraddizioni sociali con l’esaltazione dei buoni sentimenti della povera gente pronta ad aiutarsi a vicenda nel momento del bisogno.
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fedeleto
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giovedì 7 aprile 2016
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un tetto per vivere..
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Appena sposati,i giovani Luisa e Natale cercano disperatamente una soluzione per avere una casa.Dopo gli affitti troppo alti decidono di costruirsi una casa in terreno comunale entro una notte,in modo che le guardie una volta che è finito anche il tetto,non possano mandarle via.A volte forse anche ai poveri il destino aiuta.Vittorio De Sica (la porta del cielo,miracolo a Milano) firma una pellicola dal tardo sapore neorealista.Scritto interamente da Cesare Zavattini,il film racconta la necessità di avere una casa,un posto dove poter abitare,e quindi un bene che possa donare autonomia passano dal collettivo dunque all'indipendente.La particolarità della pellicola Desichiano, sta nel rappresentare l'idealismo dell'amore culminato nel matrimonio, e diretto verso l'esigenza spasmodica di trovare un materialismo reale per vivere.
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Appena sposati,i giovani Luisa e Natale cercano disperatamente una soluzione per avere una casa.Dopo gli affitti troppo alti decidono di costruirsi una casa in terreno comunale entro una notte,in modo che le guardie una volta che è finito anche il tetto,non possano mandarle via.A volte forse anche ai poveri il destino aiuta.Vittorio De Sica (la porta del cielo,miracolo a Milano) firma una pellicola dal tardo sapore neorealista.Scritto interamente da Cesare Zavattini,il film racconta la necessità di avere una casa,un posto dove poter abitare,e quindi un bene che possa donare autonomia passano dal collettivo dunque all'indipendente.La particolarità della pellicola Desichiano, sta nel rappresentare l'idealismo dell'amore culminato nel matrimonio, e diretto verso l'esigenza spasmodica di trovare un materialismo reale per vivere.La vita pertanto è fatta di sogni ma anche di realtà.Infatti se di realtà si parla,non si può non notare la cornice del film,fatta di agglomerati urbani,di nascite dei sobborghi,una città chiaramente visibile nel suo cambiamento radicale immobiliare(la scena iniziale dove si vede il cantiere in costruzione).Ad ogni modo questo cinema apologico dei deboli,si sviluppa come una lotta proletaria contro il potere (la polizia),che vorrebbe aggirare l'ostacolo finendo il tetto,e quella giustificazione finale forse è la tregua di questa lotta e la comprensione per tali persone che soffrono e necessitano di questo bene primario.I personaggi attori appaiono semplici,puri,ma motivati a portare avanti il loro sogno,e' soprattutto il personaggio di Natale a ricordare seppur da molto lontano un Totò il buono di miracolo a Milano,non a caso costruisce la casa per gli altri e poi per sé stesso,ma rimane nel cuore anche Luisa,che nonostante la disapprovazione del padre sposa il ragazzo ed è decisa a fare una casa abusiva.Un film che assapora di neorealismo,ma che tende ad essere qualcosa di più evolutivo,manifesto di una città oramai in cambiamento.Forse non il miglior film di De Sica,ma degno di visione e comprensione.Presentato a Cannes senza successo,colpa forse di una giuria borghese che non capisce il cinema dei poveri.
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95miyu
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domenica 25 settembre 2011
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stupendo!
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l'ho visto stanotte su la7, mi è piaciuto moltissimo, ben fatto!!!
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pino laface
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sabato 18 ottobre 2003
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un film sottovalutato
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Questo film ha avuto il torto di essere uscito dopo capolavori assoluti come Ladri di biciclette e Umberto D. Tuttavia ha una sua potenza drammatica ed una sensibilità degna (quasi) dei grandi film del neorealismo. Assolutamente da rivalutare.
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(di kiara)
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