alex2044
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martedì 2 giugno 2020
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25 anni ma non li dimostra
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Ho rivisto , dopo 25 anni , questo film e l'ho apprezzato nuovamente , veramente un bel film che non dimostra , per nulla , la sua età .Un giallo teso , interessante , con pochissime pause . Che ti invita a seguirlo fino alla fine con attenzione . Coralmente molto ben interpretato da un cast di attori di prim'ordine . La regia dimostra una maturità sorprendente per un regista , all'epoca, ancora abbastanza giovane . Lo stile è modernissimo , le inquadrature spesso molto originali . Aver creato , deliberatamente , questo contrasto fra finzione e realtà ed averlo perseguito fino alla fine, rende questo film piacevolmente intrigante , evitando certezze che sarebbero solo consolatorie .
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Ho rivisto , dopo 25 anni , questo film e l'ho apprezzato nuovamente , veramente un bel film che non dimostra , per nulla , la sua età .Un giallo teso , interessante , con pochissime pause . Che ti invita a seguirlo fino alla fine con attenzione . Coralmente molto ben interpretato da un cast di attori di prim'ordine . La regia dimostra una maturità sorprendente per un regista , all'epoca, ancora abbastanza giovane . Lo stile è modernissimo , le inquadrature spesso molto originali . Aver creato , deliberatamente , questo contrasto fra finzione e realtà ed averlo perseguito fino alla fine, rende questo film piacevolmente intrigante , evitando certezze che sarebbero solo consolatorie . Insomma un film che ha fatto scuola e che merita di non essere dimenticato. .
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elgatoloco
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martedì 2 giugno 2020
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decisamente notevole, extra-ordinario
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"The Usual Suspects"(Bryan Singer, 1995)racconta "à rebours", cioè a partire dal presente una vicenda, "crininale" passata, tra equivoci, inganni, sospetti, personalità mashcerate(un personaggio fatomatico percorre tutto il film)a partire dall'esplosione di una nave sospettata di portare droga da San Pedro a Los Angeles, con l'inedita alleanza di cinque pregiudicati che mai abrebbero pensato/progettato di attuare un"colpo"insieme. Solo che, nel corso del tempo, tutto si complica, anche per quella sorta di"variabile indipendente"che è il personaggio sconosciuto(x)che percorre tutta la storia... E' tutto un flash-back, volendo, il film, motivo per il quale il flash-back non c'è, essendoci sempre un continuo passaggio da una dimensione temporale all'altra; anche tecnicamente si passa senza alcuna"marca semantica"dal passato al presente e/o viceversa.
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"The Usual Suspects"(Bryan Singer, 1995)racconta "à rebours", cioè a partire dal presente una vicenda, "crininale" passata, tra equivoci, inganni, sospetti, personalità mashcerate(un personaggio fatomatico percorre tutto il film)a partire dall'esplosione di una nave sospettata di portare droga da San Pedro a Los Angeles, con l'inedita alleanza di cinque pregiudicati che mai abrebbero pensato/progettato di attuare un"colpo"insieme. Solo che, nel corso del tempo, tutto si complica, anche per quella sorta di"variabile indipendente"che è il personaggio sconosciuto(x)che percorre tutta la storia... E' tutto un flash-back, volendo, il film, motivo per il quale il flash-back non c'è, essendoci sempre un continuo passaggio da una dimensione temporale all'altra; anche tecnicamente si passa senza alcuna"marca semantica"dal passato al presente e/o viceversa. D'altronde, a parte le scene"d'azione"(ma di"action"nel senso banale del termine ce n'è poca, il"minimo indispensabile", prevalendo invece il contatto-conflitto psicoloigico, tecnicamente espresso dal "gioco"campo-controcampo su cui si fondano molte sequenze del film, in realtà. Un film atipico, anche in quella metà degli anni 1990 che sembra da un lato"piena di film", dall'altra non particolarmente ricca di opere veramente importanti sul piano filmico(anzi sul piano culturale tout court, ma qui allargeremmo troppo il campo); certo è che la mera anticonvenzioanle(o almeno non-convenzionale, volendo)di raccontare una storia appare decisamente interessante e capace, tra l'altro, di suscitare, non"imitatori", ma registi e autori capaci di "inventare"novità e di opere che, sul piano stilistico come su quello della produzione di senso, sfuggano al richiamo del"genere", capace di attirare solo"aficionados"di quel genere specifico, chiudendo ogni altra possibiilità espressiva, come è successo in molti casi e tuttora succede-invece l'innovazione di"The Usual Suspects", con poche eccezioni, sembra non aver fatto scuola, essersi quasi"arenata"nelle secche di opere sostanzialmente incapaci di novitù. Interpreti di grande spessore, da Gabriel Byrne a Chazz Palminteri a Kevin SPacey a un Benicio del Toro che all'epoca non era ancora"esploso"come successivamente quale vero e proprio maestro di un"cinema fantastico", se vogliamo definirlo così, ad altri/e ancora, che in seguito si sarebbero distinti in maniera notevole. El Gato
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iltrequartista
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martedì 27 giugno 2017
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kaiser singer
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Senza voler esagerare,questo è uno dei thriller più interessanti che ho mai visto,di sicuro uno dei meno banali,gran parte del merito va agli attori,tutti meritevoli di un plauso e tutti calati perfettamente nel proprio ruolo.
Vero è che verso il finale si cominciano ad acquisire certezze su chi sia il vero artefice del misfatto e vero è che nel rivedere una seconda volta la pellicola si fa più attenzione agli eventuali falli narrativi,ma quando ve lo gusterete la prima volta capirete il motivo dei tanti premi ricevuti.
Dimenticate spargimenti di sangue a iosa ed effetti speciali,qui si lavora su perfide strategie,furbizia e dialoghi curati nei dettagli,i poliziotti di turno bella figura non fanno tuttavia il "lieto inganno" necessitava dei polli o del pollo di turno.
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Senza voler esagerare,questo è uno dei thriller più interessanti che ho mai visto,di sicuro uno dei meno banali,gran parte del merito va agli attori,tutti meritevoli di un plauso e tutti calati perfettamente nel proprio ruolo.
Vero è che verso il finale si cominciano ad acquisire certezze su chi sia il vero artefice del misfatto e vero è che nel rivedere una seconda volta la pellicola si fa più attenzione agli eventuali falli narrativi,ma quando ve lo gusterete la prima volta capirete il motivo dei tanti premi ricevuti.
Dimenticate spargimenti di sangue a iosa ed effetti speciali,qui si lavora su perfide strategie,furbizia e dialoghi curati nei dettagli,i poliziotti di turno bella figura non fanno tuttavia il "lieto inganno" necessitava dei polli o del pollo di turno.
Qualcuno potrebbe storcere il naso ed accusare Kaiser Soze di essere un tremendo bluff in puro stile americano,altri potrebbero considerarlo il messia dei lestofanti,ma nessuno può oggettivamente obiettare sull'originalità del prodotto offerto.
E per questo non ringraziamo il cielo,piuttosto il buon Singer.
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antoniodl
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mercoledì 30 dicembre 2015
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cinque sospettati, un unico criminale: kaiser soze
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New York, anni 90; un camion carico d'armi viene misteriosamente depredato e la polizia, trovandosi in un vicolo cieco, decide di interrogare cinque uomini, ritenuti sospetti a causa della loro fedina penale:
-McManus, cleptomane finito in galera esclusivamente per una ragione: rapina
-Hockney, amante degli esplosivi e delle fiamme, un lupo solitario
-Verbal, zoppo e con una mano paralizzata, avente un passato in prigione di soli 6 mesi: in poche parole l'anima "bianca" del gruppo
-E infine Keaton, uomo con dei precedenti penali, ma che prova in ogni modo di tornare sulla retta via, lasciandosi il passato alle spalle
In poche parole, i soliti sospetti. Dopo una notte passata sotto interrogatorio, il gruppo viene rilasciato per mancanza di prove.
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New York, anni 90; un camion carico d'armi viene misteriosamente depredato e la polizia, trovandosi in un vicolo cieco, decide di interrogare cinque uomini, ritenuti sospetti a causa della loro fedina penale:
-McManus, cleptomane finito in galera esclusivamente per una ragione: rapina
-Hockney, amante degli esplosivi e delle fiamme, un lupo solitario
-Verbal, zoppo e con una mano paralizzata, avente un passato in prigione di soli 6 mesi: in poche parole l'anima "bianca" del gruppo
-E infine Keaton, uomo con dei precedenti penali, ma che prova in ogni modo di tornare sulla retta via, lasciandosi il passato alle spalle
In poche parole, i soliti sospetti. Dopo una notte passata sotto interrogatorio, il gruppo viene rilasciato per mancanza di prove. Una volta fuori, i 5 decidono di coalizzarsi per pianificare il furto di alcune gemme, riuscendo a convincere anche Keaton, nonostante cercasse di allontanarsi dalla malavita (d'altronde il lupo perde il pelo ma non il vizio). Loro malgrado, scopriranno che ogni loro mossa, ogni loro colpo, sono stati attuati per la volontà di un criminale che incombe su di loro da molto tempo come un'ombra: Kaiser Soze, il diavolo in persona, il quale ha bisogno del loro aiuto per saccheggiare una nave carica di droga. Ma loro non sanno chi è realmente Kaiser Soze.
Uno dei pochi film in cui i veri protagonisti sono i dettagli, sui quali lo spettatore si concentra per scoprire l'identità del tanto temuto criminale nel corso del film. Il filo narrativo si evolve grazie all'interrogatorio di Verbal (Kevin Spacey), il quale decide di raccontare alla polizia l'incubo vissuto con il gruppo. Inoltre è presente una delle migliori interpretazioni di Kevin Spacey, fulcro centrale del racconto. Tutti ottimi presupposti per godersi uno dei migliori film del genere thriller, non mancante di finale a sorpresa.
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aristoteles
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mercoledì 5 agosto 2015
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convincimi
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Un grande film.
Strepitosa l'interpretazione di Kevin Spacey.
E' rigorosamente vietato parlare della trama per non rovinare il gusto della sorpresa a chi ha ancora non ha visto il film.
Mil limito a commentare che il cattivo qui la fa da padrone , sopratutto con l'intelligenza.
Non lo rivedrete una seconda volta perchè i "gialli" spesso sono fatti per essere visti una volta sola e in questo caso è proprio cosi'.
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yurigami
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domenica 26 ottobre 2014
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non tutti lo hanno capito
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unico nel suo genere ma se dovessi trovagli una a collocazione direi, poliziesco, senz'altro questo è il miglior poliziesco che abbia mai visto in vita mia, davvero strabiliante la voce (originale) di Spacey a raccontare, poi tutto il resto senza fare spoiler, imprevedibile. Sceneggiatura più che perfetta, fluida e coinvolgente, recitazione molto buona, quella di Spacey divina. Un po' complicato all'inizio ma quando ti allinei con la trama non ne esci più, come una calamita però bisogna prenderlo per il lato giusto questo film, perché delle persone che conosco hanno detto che è terribilmente noioso, quando qualcuno dice così di un film del genere vuol dire che non ha capito la trama.
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unico nel suo genere ma se dovessi trovagli una a collocazione direi, poliziesco, senz'altro questo è il miglior poliziesco che abbia mai visto in vita mia, davvero strabiliante la voce (originale) di Spacey a raccontare, poi tutto il resto senza fare spoiler, imprevedibile. Sceneggiatura più che perfetta, fluida e coinvolgente, recitazione molto buona, quella di Spacey divina. Un po' complicato all'inizio ma quando ti allinei con la trama non ne esci più, come una calamita però bisogna prenderlo per il lato giusto questo film, perché delle persone che conosco hanno detto che è terribilmente noioso, quando qualcuno dice così di un film del genere vuol dire che non ha capito la trama.
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utentetest
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sabato 11 ottobre 2014
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wetman
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mercoledì 11 giugno 2014
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thriller di tutto rispetto
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Volete vedere un film con una bella sceneggiatura? Abbandonate subito "I soliti sospetti". Il film di Singer, infatti, non ha una bella sceneggiatura, il film di Singer ha una sceneggiatura perfetta. Io, personalmente ho sempre sognato un film con una trama normale che però diventa fuori dal comune negli ultimi 5 minuti, e finalmente l'ho trovato. La pellicola, infatti, ha una sceneggiatura che fa convergere tutta una serie di fatti, raccontanti all'incirca in un'ora e mezza, in un solo punto di massima tensione, che in questo caso è il finale. Come? Qualcuno ha detto "La parola ai giurati"? Se pensate che "I soliti sospetti" sia simile al capolavoro di Lumet, date immediatamente il vostro cervello in pasto a cani rabbiosi.
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Volete vedere un film con una bella sceneggiatura? Abbandonate subito "I soliti sospetti". Il film di Singer, infatti, non ha una bella sceneggiatura, il film di Singer ha una sceneggiatura perfetta. Io, personalmente ho sempre sognato un film con una trama normale che però diventa fuori dal comune negli ultimi 5 minuti, e finalmente l'ho trovato. La pellicola, infatti, ha una sceneggiatura che fa convergere tutta una serie di fatti, raccontanti all'incirca in un'ora e mezza, in un solo punto di massima tensione, che in questo caso è il finale. Come? Qualcuno ha detto "La parola ai giurati"? Se pensate che "I soliti sospetti" sia simile al capolavoro di Lumet, date immediatamente il vostro cervello in pasto a cani rabbiosi. Infatti, mentre in uno i fatti sono raccontati e parlati in successione lineare, nell'altro vengono narrati con delle scene magnifiche, a volte flashback, che di tanto in tanto sono messe in un ordine cronologico invertito e, in un certo senso, alla pari de "La parola ai giurati", tutto narrato in una stanza sola. E ad un tratto il finale, un colpo di scena incredibile, un fatto che nessuno si aspettava, il commissario Kujan scopre il mistero che assilla lo spettatore da un'ora e quaranta minuti. Non ha più bisogno di Kint e lo manda via quando questo è ancora in lacrime. Ma, aspetta un momento, cosa succede? La sceneggiatura era ancora troppo banale, serviva qualcos'altro che facesse esplodere tutto un'altra volta, qualcosa come un contro-colpo di scena, ed è esattamente ciò che accadde negli ultimi tre minuti di film: un enorme Big Bang in cui lo spettatore si trova esattamente al centro. Ovviamente lascio a chi ancora non ha visto il film la possibilità di andare a scoprire da solo cosa succede in quei fatidici 180 secondi. Ma non è solo la sceneggiatura a fare di questo film un capolavoro. Infatti, che cos è una sceneggiatura perfetta senza degli attori perfetti? Ed ecco che entra in scena Kevin Spacey, magistrale nel suo ruolo oltre ogni dire. Ciò che compie nel film è perfetto in ogni scena, anche quando non parla. Tutti gli altri attori non sono da meno e compiono un lavoro di squadra ottimo (la faccia che fanno quando scoprono che Kobayashi lavora per Kaiser Soze è fantastica a dir poco). L'unco attore da rimproverare è Chazz Palminteri (Commissario Kunian). Troppo spesso si vede, infatti, che sta recitando, e a volte evita proprio di farlo. Nonostante ciò, "I soliti sospetti" è un ottimo film, e lo consiglio a chiunque voglia provare emozioni forti.
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enzo70
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sabato 29 marzo 2014
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la genialità del criminale
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Un film poliziesco sempre sospeso tra la parodia e la violenza, fatto di flash back, la storia prima va avanti e poi torna indietro, all’inizio si rimane un po’ disorientati, la stupenda sceneggiatura, e non a caso Christoper Mc Quarrie ha vinto l’Oscar, serra il ritmo e ne esce un gran bel film ben diretto da Bryan Singer. Il cast è di altissimo livello, su tutti uno straordinario Kevin Spacey, anche lui, giustamente, per l’occasione si è portato a casa la statuina d’oro, ma tutti grandissimi, da Stephen Baldwin all’allora quasi esordiente Benicio del Toro.
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Un film poliziesco sempre sospeso tra la parodia e la violenza, fatto di flash back, la storia prima va avanti e poi torna indietro, all’inizio si rimane un po’ disorientati, la stupenda sceneggiatura, e non a caso Christoper Mc Quarrie ha vinto l’Oscar, serra il ritmo e ne esce un gran bel film ben diretto da Bryan Singer. Il cast è di altissimo livello, su tutti uno straordinario Kevin Spacey, anche lui, giustamente, per l’occasione si è portato a casa la statuina d’oro, ma tutti grandissimi, da Stephen Baldwin all’allora quasi esordiente Benicio del Toro. Cinque persone con precedenti penali vengono accusati di un furto di un camion e costretti ad un confronto all’americana. Così si forma una nuova banda, lo spirito criminale prevale su tutto ed i colpi sono tutti in crescita. Ma raccontare la trama di questo film sarebbe davvero banale, in quanto bisogna, semplicemente, gustarselo, facendo attenzione a mantenere alto il livello di attenzione, perché il colpo di scena, l’ennesimo, è sempre di lì a poco da venire.
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dave san
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venerdì 11 ottobre 2013
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low profile, style
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Questa pellicola allora poteva suonare quasi pittoresca. Il colpo di scena finale un gong improvviso, estemporaneo. Un cumulo di criminali di media taglia. Un confronto all’americana. l’imprenditore di turno sospettato n° 1. La polizia che li torchia per risalire a una strage avvenuta all’interno di una nave da carico, sostanzialmente per eliminare IL testimone. Un insieme di avvenimenti che sembra incastrare il più in vista tra i sospettati. Il cinema americano, non di rado, si mostra smaliziato. Non fosse altro che le loro produzioni hanno procacciato all'economia regolare un certo rientro economico, quindi valore. Poco male, se il risultato educa alla giustizia e alle incrostazioni di pertinenza.
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Questa pellicola allora poteva suonare quasi pittoresca. Il colpo di scena finale un gong improvviso, estemporaneo. Un cumulo di criminali di media taglia. Un confronto all’americana. l’imprenditore di turno sospettato n° 1. La polizia che li torchia per risalire a una strage avvenuta all’interno di una nave da carico, sostanzialmente per eliminare IL testimone. Un insieme di avvenimenti che sembra incastrare il più in vista tra i sospettati. Il cinema americano, non di rado, si mostra smaliziato. Non fosse altro che le loro produzioni hanno procacciato all'economia regolare un certo rientro economico, quindi valore. Poco male, se il risultato educa alla giustizia e alle incrostazioni di pertinenza. Tornando alla storia. DI SEGUITO, SI SVELA LA TRAMA. Brevemente: la testa di una potente organizzazione criminale si trova nella tana del lupo, si giostra gli inquirenti (e noi) facendosi passare per un invalido, truffatore di mezza tacca. Dopo la sua deposizione esce dal commissariato e in uno sguardo d'intesa col suo legale affiliato, la verità, si svela. Per la polizia ufficialmente il caso sembrerebbe chiuso, ma un barlume risveglia l'agente David Kujan, troppo tardi. Dieci anni prima di The Wire o The Shield, in maniera più cinematografica (The Wire è una serie TV) erano già sufficientemente noti i meccanismi mimetici di certi consorzi. Il pezzo grosso che si occulta dietro soliti sospetti, con pavoni di turno, bluff o paraventi marionetta. Non si racconta qui, d’inquietanti e facciosi Jocker o di ragazzi di strada in stile “Magliana”. Kevin Spacey impersona un diavolo post-moderno che ci racconta di questo fantomatico Kaiser Söze, uno spauracchio da videogioco o da fumetto. Con quale ritmo narrativo! Il cineasta ci ha regalato un thriller vivace e noir insieme, con un cast eloquente. In un lampo, infine, Singer ci regala una sequenza eccelsa: i soliti sospetti che si scrutano loschi, sparpagliati davanti al tribunale con Verbal Kint claudicante, a ridosso della fermata di una subway.
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