fabio
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lunedì 25 gennaio 2021
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una gita a disneyworld
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Carrellata di star anni '80 arruolate per questo spettacolo di "cappa e spada" in salsa western.
Sembra di stare ad uno spettacolo di cowboy a disneyworld. Non manca nulla: pistole veloci, sfide al saloon, duelli al sole.
Un puro entertainment che "spreca" letteralmente attori del calibro di Rosanna Arquette, Jeff Goldblum o John Cleese mentre impeversa per oltre due ore con una trama esile, una musica invadente e chiassona.
Si può perdere, il western è ben altra cosa.
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il bardo
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giovedì 25 agosto 2016
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si educato...
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Ma ho fatto tanta fatica nell'iscrivermi... per poter solo dire che almeno di questo film non Avete capito molto...
La forza... la scorrevolezza, il ritmo incessante... come il cavalcar, quanto il correr d'un fiume dal'acqua torbida
Due film in uno.
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Ma ho fatto tanta fatica nell'iscrivermi... per poter solo dire che almeno di questo film non Avete capito molto...
La forza... la scorrevolezza, il ritmo incessante... come il cavalcar, quanto il correr d'un fiume dal'acqua torbida
Due film in uno... la prova sta nel vederlo già iniziato, come capitò a me: mi rubò il sonno.
Temevo finisse ad una certa ora, secondo i regimi TV di quel palinsesto; eppure la storia doveva ancor giunger al suo epilogo - quando in tv passò la scritta "silverado - 3° tempo"! ... esultai come ad un goal di Baggio! :))))
Attori in stato di grazia... e la location perfetta... quella Luce pallida, sempre crepuscolare... per un film che invece s'infiamma e t'avvampa quanto il solleone ferragostano... scotta come la cana di un Winchester fumante!
E i costumi?... da oscar!
E se qualcuno vi avesse spiegato l'inquadratura iniziale, quella precedente ai titoli - quella in antrospettiva - in cui Scott Glenn esce dalla Baracca e l'immagine si apre sul Grand Canyon e dal vibrare di tromba parte la colonna sonora...
Se te l'avessero spiegata come è stata spiegata a me - forse ... e spero... ti ricrederesti.E il senso del film? Kasdan scommise con Eastwood che con un Western avrebbe riempito le sale... Quando il genere era morto. Beh! lo resuscitò! Giocando d'azzardo... come i protagonisti - e i loro antagonisti- del film...
Tra i miei grandi - e rari - rammarichi cinematografici... c'è quello di non averlo mai visto su grande schermo!
Uniche due stonature - il "diretto al mento attraverso le sbarre" col pugno di Jake- Kostner che sbuca da sotto il cappotto - sarebbe stato più plausibile 1 percossa... e Mal- Glover qual un Rambo/Commando... ostenta i suoi 44 Harries tutto cinturato di pallottoloni! - ecco queste due macchiette le ho trovate di cattivo gusto - sicuram NON farina del sacco del sensibilissimo Kasdan!
Comunque... "come sta il cane?"
Due film in uno perchè il film parte in solitaria... e man mano nello scorrer... fa proseliti, come un Gesù, non incazzato, ma certo stufo di porger l'altra guancia - Coinvolge altri protagonisti... ed i loro rispettivi antagonisti.
Come lo scavar del Fiume Colorado... comme l'incalzar della piena ... o della mandria... inarrestabile.
Fino alla resa dei conti... che non sfoga mai... viene repressa, rimandata, evitata... inghiottita come il boccone più amaro... fino a quando lo stomaco della sopportazione... non scoppia.
Ma senza devastare. Con chirurgica precisione, asporta solo il male...
Per come li descrivi tu, sembra il video di " quattro amici al bar!" :-D) E Non lo sono!
Quattro amici... ma non moschettieri... mai tutti per uno ed uno per tutti... se non al raccordo finale.
Spesso scostanti l'uno dall'altro. in rispettoso e rivrente conflitto tra loro...
Sarà l'esasperazione verso i cattivi a riunirli... Un cattivo che si nasconde dietro ad 1 stella di latta... "era 1 città così tranquilla..."
E poi... ognuno per la sua strada...
E grazie agli interpreti che si metton a nudo... i profili psicologici non son appiccicati allo schermo...
Piuttosto ne trasudano... in un Kostner che rincasto tardi, trova una fetta di torta..."dolce Kate"... -
In un Glover che risponde un inaspettoto "NO" e quasi scoppia a piangere... in uno Scott Glenn che s'inchina ed abraccia un nipotino... - In un Kline che "brinda alla roba di lusso" con la donna più racchia del mondo... e lei, Linda Hunt, si fida di un avances improbabile e al quanto immeritata... ma genuina... e in quell'illusione... annebbiante come un bicchierino di "roba di lusso" a stomaco vuoto... si lascia coccolare.
E che dir poi della pacatezza, mai troppo, o tutta cattiva, di Brian Denney...
E dell'impalbabile, leggera eterea... diafana quasi, grazia vestita di vigore... di Rosanna Arquette...
Irraggiungibile... come il lontano West, quanto la sua frontiera.
beh... buonanotte... e curatevi... e preoccupatevi del cane... anche voi :)
Insomma NON UN FILM BANALE... una trama adatta più ad 1 gangster che ad 1 western, per quanto moderna.
Ma se NON vi piace, è piaciuto o piacerà... consiglio allora "I cavalieri dalle lunghe ombre" , "L'assassinio di Billy the Kid" e "Appaloosa" - "e almeno 3 regie di Eastwood - cavaliere pallido - texano dagli occhi di ghiaccio... e "gli spietati"... [sempre esista qualcuno con la presunzione di commentar il genere senza aver visto questi film-cardine ] ... imperdibili! Anche da parte di chi non è amante del W. ma predilige, o solo frequenta - come me, un cineforum "ben guidato da accolturati ben preparati in materia... Figuratevi per chi respira polvere!
Evitate assolutamente "Young Guns"
Va beh... potrei continuare... ma lo farei solo per me...
Invece... volevo trasmetter, insegnar qualcosa...
Ed ora davvero... addio...
"addio Paden..." Addio Cob..."
due film in uno... nel primo si forma la compagnia di ventura... e prosegue poi nell'avventura... si perde e si ritrova!
Quando si ensa di esser giunti all'epilogo... inizia un altro film!!
i tv passava in tre tempi!
Sulla trama
bell'avventura, col lieto fine si mah... malinconico...
ma dice che torneranno :)
Dialoghi a tratti mitici! a tratti toccanti... solo un paio i sparate alla "Bruce Willis"... solo due...
i personaggi tutti diversi tra loro trovano un fine comune...
E certo che a qualcuno di loro somigliamo, forse a tutti...
Sulla colonna sonora
beh!!! EPICA!!! quelle trombe!! bastano i titoli di testa e già ti senti al galoppo!!
Cosa cambierei
NIENTE!!
e gli scenari, gli abiti di scena, le ricostruzioni sceniche...
mai visto meglio... perfetto!!
Su Lawrence Kasdan
mi capitò di legger da qualche parte che Kasdan lo fece per scommessa con Clint Eastwood: riempire le sale con un genere che, a quel tempo, pareva ormai morto... e fu un maestro del genere a dirlo, Clint E. appunto...
resuscitò il western!!!
Da menzionare le scene iniziali... crepuscolari direbbe qualche espeto... e quell'uscita sul gran canyon in antrospettiva... Merita il grande schermo!
Su Kevin Costner
mitico pazzo!! bravissimo, spiritoso e scanzonato... non sta fermo un attimo... dinamico rubacuori!
Su Kevin Kline
Paden... ti entra nel cuore...
Rende bene la sua doppia conversione, la sua introspezione... sembra viver in un mondo tutto suo ma alla fine la coscienza lo riporta ala realtà. Che affronterà da uomo saggio...
una delle sue migliori interpretazioni di sempre...
Su Scott Glenn
ottimo nel ruolo del compassato della banda... tiene a bada tutti... amici e nemici!
Su Danny Glover
forse la più toccante delle interpretazioni... da buona e struggente vittima sacrificale a uomo di, se non redenzione, che redime le altrui anime!
Passa dal ruolo del duro all'uomo che dei duri e prepotenti è vittima con disinvoltura... bravissimo!
Su Jeff Goldblum
bravo, ideale nel ruolo del viscido! si ritaglia una parte da non sottovalutare...
Su Linda Hunt
beh... un premio oscar...
qui gliene avrei dato un altro!
Su Rosanna Arquette
poco più di un cameo, poche scene mah... anche in quello sguardo malinconico passa questo filmone!
Su Brian Dennehy
non rifà lo sceriffo di Rambo... ma un cattivo "buono"...
giganteggia nel ruolo dell'antagonista...
fino all'addio coll'amico rivale...
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domenico rizzi
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sabato 24 maggio 2014
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quattro per una vendetta
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Lawrence Kasdan non brilla nel firmamento western come uno dei grandi registi al pari di Walsh, Hawks e Ford, ma ha avuto il merito di ridare fiato ad un genere ormai collassato dopo il fiasco del faraonico "I cancelli del cielo" di Michael Cimino, seguito da un periodo incolore che dal 1981 al 1984 offre pochissimi film degni di menzione. "Silverado" spezza questo imbarazzante silenzio proponendo una storia, se non proprio genuina, almeno capace di riavvicinare lo spettatore alle avventure di cowboy e fuorilegge. Mettendo in campo attori quali Kevin Kline, Scott Glenn, l'afro-americano Danny Glover e il trentenne Kevin Costner destinato a grande notorietà sia come regista che come attore e imbastendo una vicenda piuttosto ordinaria (e alquanto confusa) ottiene però un discreto risultato, sebbene sostenuto solo a tratti da una buona scenografia.
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Lawrence Kasdan non brilla nel firmamento western come uno dei grandi registi al pari di Walsh, Hawks e Ford, ma ha avuto il merito di ridare fiato ad un genere ormai collassato dopo il fiasco del faraonico "I cancelli del cielo" di Michael Cimino, seguito da un periodo incolore che dal 1981 al 1984 offre pochissimi film degni di menzione. "Silverado" spezza questo imbarazzante silenzio proponendo una storia, se non proprio genuina, almeno capace di riavvicinare lo spettatore alle avventure di cowboy e fuorilegge. Mettendo in campo attori quali Kevin Kline, Scott Glenn, l'afro-americano Danny Glover e il trentenne Kevin Costner destinato a grande notorietà sia come regista che come attore e imbastendo una vicenda piuttosto ordinaria (e alquanto confusa) ottiene però un discreto risultato, sebbene sostenuto solo a tratti da una buona scenografia. I difetti della pellicola si sintetizzano nella sceneggiatura eccessivamente elaborata, nella banalità di alcune sequenze troppo scontate e nell'eccessivo numero di personaggi e situazioni, tale da disorientare anche un pubblico attento. Le figure originali sono invero assai poche e possono ridursi a Malachi Johnson (Glover) e Stella (Linda Hunt) la tenutaria di un saloon. Pur non potendosi definire un film spettacolare nelle scene, esso riesce a mantenere vivo l'interesse dello spettatore fino alla fine, concludendosi nella maniera più classica con il duello fra uno dei 4 protagonisti - Emmett, interpretato da Scott Glenn - e il corrotto sceriffo Mc Kendrick. Va evidenziato che i personaggi ideati dallo stesso Kasdan, al quale appartiene il soggetto, non sono i tipici eroi positivi "senza macchia e senza paura" e in ciò si può ravvisare un accostamento ai "redenti" tanto cari a John Ford. Infatti si tratta di ex detenuti in viaggio verso la California fino al momento in cui vengono coinvolti in una serie di vicende che porteranno al regolamento di conti finale. Realizzato con un budget superiore ai 20 milioni di dollari, "Silverado" (che prende il nome da un immaginario paese sperduto nella prateria) ne incassa una quindicina in più, facendo ben sperare che il western ritorni sugli schermi di tutto il mondo con buone prospettive. Le aspettative si rivelano fondate, perchè quello stesso anno Clint Eastwood dirige e interpreta "Il cavaliere pallido", scatenando lo stesso entusiasmo suscitato nelle platee al tempo di "Per un pugno di dollari", con un ricavato 6 volte superiore al capitale investito.
Domenico Rizzi, scrittore.
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(di elijah snow)
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dave69
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giovedì 23 maggio 2013
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uno dei migliori western degli anni '80
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Insieme a "Il cavaliere pallido" (1985) di Clint Eastwood e "Balla coi lupi" (1990) di Kevin Costner, è indubbiamente, uno dei più importanti western del decennio '80-'90 e rappresenta forse il miglior risultato registico di Kasdan, che dirige con ritmo e notevole energia una bella compagnia di attori. Nessuna sequenza veramente celebre, ma tanti momenti riusciti e di grande efficacia. Per gli amanti del genere è una vera chicca, per gli altri un film comunque da vedere. ^_^
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dragonia
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domenica 20 maggio 2012
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uno dei migliori western mai fatti
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Quattro pistoleri, tutti ex detenuti, si incontrano sulla strada per la città di Silverado; una volta giunti a destinazione, si separano salvo poi allearsi nuovamente per porre fine alle malefatte del corrotto sceriffo...Se si escludono i capolavori di Sergio Leone, il genere western non è mai stato di mio gusto, però Silverado ha il pregio di coinvolgere fin da subito, di durare lungo senza annoiare neanche un attimo: merito di una storia originale o quantomeno priva di quei fastidiosi stereotipi dei western precedenti, di un'ironia ben piazzata, di un ritmo veloce e brioso, di interpreti tutti a loro agio (da notare John Cleese in un ruolo atipico per lui) nonché di tutto rispetto, di una musica travolgente e da ben girate sequenze d'azione che costellano la pellicola dall'inizio alla fine.
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Quattro pistoleri, tutti ex detenuti, si incontrano sulla strada per la città di Silverado; una volta giunti a destinazione, si separano salvo poi allearsi nuovamente per porre fine alle malefatte del corrotto sceriffo...Se si escludono i capolavori di Sergio Leone, il genere western non è mai stato di mio gusto, però Silverado ha il pregio di coinvolgere fin da subito, di durare lungo senza annoiare neanche un attimo: merito di una storia originale o quantomeno priva di quei fastidiosi stereotipi dei western precedenti, di un'ironia ben piazzata, di un ritmo veloce e brioso, di interpreti tutti a loro agio (da notare John Cleese in un ruolo atipico per lui) nonché di tutto rispetto, di una musica travolgente e da ben girate sequenze d'azione che costellano la pellicola dall'inizio alla fine. I villain di Brian Dennehy e Jeff Goldblum sono incisivi ed antipatici abbastanza da rendere il confronto finale soddisfacente ed emozionante. Un film forse sottovalutato, che merita almeno una visione, se non altro per una serata in allegria.
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emilio58
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lunedì 26 settembre 2011
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anche nel 1985 si facevano western con i fiocchi
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Ho appena visto su "LA7" questo film, che chissà perchè, pur sapendo che era stato giudicato molto valido, mi ero sempre perso. Il giudizio è molto elevato: un western classico, con la sacrosanta e doverosa divisione fra i "buoni", magari dal passato un po' turbolento, ma pronti a spendersi per un ideale nobile, ed i "cattivi", cioè i sopraffattori , i violenti, i sostenitori con le armi della brutale legge del più forte. Qui alla fine i "buoni" vincono, come è giusto e, diciamocelo, per noi spettatori , come per gli spettatori dei western dai tempi di Tom Mix, questo ha un positivo effetto liberatorio. Si può dire che le tematiche di questo film, i "tòpoi" del cinema western , già usati in decine di films, ci siano quasi tutti: e allora? Non c'è secondo me niente di male nel rinverdire (questa mi pare la parola giusta) delle tracce già usate nel genere, se lo si fa, come in "Silverado", in maniera assolutamente egregia.
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Ho appena visto su "LA7" questo film, che chissà perchè, pur sapendo che era stato giudicato molto valido, mi ero sempre perso. Il giudizio è molto elevato: un western classico, con la sacrosanta e doverosa divisione fra i "buoni", magari dal passato un po' turbolento, ma pronti a spendersi per un ideale nobile, ed i "cattivi", cioè i sopraffattori , i violenti, i sostenitori con le armi della brutale legge del più forte. Qui alla fine i "buoni" vincono, come è giusto e, diciamocelo, per noi spettatori , come per gli spettatori dei western dai tempi di Tom Mix, questo ha un positivo effetto liberatorio. Si può dire che le tematiche di questo film, i "tòpoi" del cinema western , già usati in decine di films, ci siano quasi tutti: e allora? Non c'è secondo me niente di male nel rinverdire (questa mi pare la parola giusta) delle tracce già usate nel genere, se lo si fa, come in "Silverado", in maniera assolutamente egregia. Kasdan poi utilizza un cast magnifico. Partiamo dalle parti minori: la Hunt, che madre natura non ha certo premiato, riesce con la sua espressività ad essere simpatica; la Arquette è poco utilizzata, ma la sua (notevole) bellezza è fatta risaltare anche in solo 2-3 sequenze. Poi Kasdan utilizza alcuni fra i suoi attori de "Il grande freddo", e fra questi , per me , Kevin Kline qui è decisamente più che bravo (o meglio, il più valido di tutto il cast), nel tratteggiare un personaggio che sa essere sia spietato che buono e tenero, senza che i due aspetti risultino fra di loro stonati. Scott Glenn è perfetto in un ruolo a volte dolente, a volte sentimentale, a volte coraggioso, Costner è ancora molto giovane ma già bravo. Ometto di citare altri, ma il cast, ripeto, è di tutto rispetto. I paesaggi sono efficacemente ampi e suggestivi, come il western classico alla John Ford insegna, e il conflitto fra agricoltori ed allevatori, che pur così spesso nel western è il fulcro della trama, anche qui è ben delineato:del resto questa non è un'invenzione cinematografica, ma la rappresentazione di un conflitto reale che lacerò gli Stati Uniti a mano a mano che il "selvaggio West" veniva abitato
e colonizzato. Per concludere, secondo me "Silverado" è un gran bel western , che si fa vedere con piacere e coinvolgimento per tutta la sua durata.
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ruggero
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giovedì 19 febbraio 2009
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onesto
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Un buon western.Si sa che oggi la critica snobba il genere per film dalla pellicola pseudo intellettuale e impegnati nelle frivolezze e quindi dai censori non mi aspetto nulla di positivo sui western che continuerò ad apprezzare e a vedermi in pace.Per trascorrere oltre 2 ore in relax e con la non piccola soddisfazione che i "cattivi" alla fine hanno quello che si sono meritato.
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karlos01
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venerdì 22 agosto 2008
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filmetto western
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filmetto western che brilla più per la qualità del cast che per una storia ben montata e raccontata, tutto sommato si lascia vedere. buona la colonna sonora
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jd
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lunedì 21 aprile 2008
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certo non nuovo ma impeccabile
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Niente che non sia già stato visto,tipo l'inizio aperto su un paesaggio mozzafiato come in "Sentieri selvaggi".Poco apprezzato a non in grado di resuscitare il genere.Ma Kasdan gira con mestiere,bilanciando bene toni epici e scanzonati.E vi si respira aria da buon cinema.Ottimo il cast.Trampolino di lancio per il trentenne Costner,dopo che il regista aveva eliminato il suo personaggio ne"Il grande freddo".Piccola ma divertente parte per John Cleese.In origine durava di più,ma Kasdan lo accorciò tagliando purtroppo molte delle scene che vedevano protagonista la giovane Rosanna Arquette.
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