biscotto51
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giovedì 2 luglio 2020
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il solito truffaut
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Questo film mi conferma che i film diretti da Francois Truffaut (ne ho visti 4, ora basta!) si somigliano tutti: deprimenti, slavati, esangui, lenti, noiosi, sembrano delle recite di iscritti ad una scuola di cinematografia che fanno dei modesti saggi di recitazione. Atmosfere e situazioni soporifere, snervanti, dialoghi che più banali non si può. Qui c'é una Fany Ardant che con quella imperiosa mascella quadrata rende difficile pensare che un uomo possa perdere la testa per lei.
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biscotto51
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giovedì 2 luglio 2020
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solito film di truffaut
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Questo film mi conferma che i film diretti da Francois Truffaut (ne ho visti 4, ora basta!) si somigliano tutti: deprimenti, slavati, esangui, lenti, noiosi, sembrano delle recite di iscritti ad una scuola di cinematografia che fanno dei modesti saggi di recitazione. Atmosfere e situazioni soporifere, snervanti, dialoghi che più banali non si può. Qui c'é una Fanny Ardant che con quella imperiosa mascella quadrata rende difficile pensare che un uomo possa perdere la testa per lei.
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greatsteven
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giovedì 16 febbraio 2017
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tragico svolgimento d'una passione senza speranza.
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LA SIGNORA DELLA PORTA ACCANTO (FR, 1981) diretto da FRANçOIS TRUFFAUT. Interpretato da GéRARD DEPARDIEU, FANNY ARDANT, HENRI GARCIN, MICHèLE BAUMGARTNER, VéRONIQUE SILVER, ROGER VAN HOOL
Alla periferia di Grenoble vive Bernard Codret, pilota di barche trentaduenne felicemente sposato con la ricercatrice scientifica Arlette, da cui ha avuto il figlioletto Thomas.
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LA SIGNORA DELLA PORTA ACCANTO (FR, 1981) diretto da FRANçOIS TRUFFAUT. Interpretato da GéRARD DEPARDIEU, FANNY ARDANT, HENRI GARCIN, MICHèLE BAUMGARTNER, VéRONIQUE SILVER, ROGER VAN HOOL
Alla periferia di Grenoble vive Bernard Codret, pilota di barche trentaduenne felicemente sposato con la ricercatrice scientifica Arlette, da cui ha avuto il figlioletto Thomas. La sua vita procede tranquilla finché la casa di fianco alla loro non viene affittata dal controllore di volo Philippe Bochard e da sua moglie, l’illustratrice di libri per bambini Mathilde. E proprio Mathilde, otto anni prima, è stata l’amante di Bernard: conosciutisi da giovanissimi, hanno vissuto insieme una storia d’amore tormentata e ricca di incomprensioni che ha reso entrambi insoddisfatti e sofferenti quando ormai si concluse. Ora che entrambi hanno un nuovo partner e che non si vedono da tanto tempo, l’antico amore riesplode all’improvviso e sono ambedue ad un bivio: continuare a vivere serenamente la nuova esistenza o disseppellire dalle ceneri la vecchia passione e consumarla una volta per tutte? Incontrandosi di nascosto in un albergo di Grenoble, invitandosi reciprocamente a cena insieme al marito di lei e alla moglie di lui e giocando partite a tennis nel circolo della simpatica Odile Juve (colei che apre la narrazione del film al principio e la chiude nel finale), l’uomo e la donna riescono per qualche tempo a far passare la loro rinata relazione sotto silenzio… finché Bernard, stanco delle bugie e dei tradimenti, alla festa che preannuncia il viaggio di nozze di Philippe e Mathilde, non perde la pazienza e, tramite una reazione aggressiva, rivela tutto. Durante il viaggio di nozze, Philippe confessa tutta la sua delusione alla consorte e le impone di cambiare casa e trasferirsi in un appartamento a Grenoble. La donna, che sta collezionando successi sul lavoro grazie a dei disegni molto belli, ma è sempre più distrutta e depressa sul piano sentimentale, ha un esaurimento nervoso e deve essere ricoverata in clinica. Philippe chiede allora a Bernard di andarla a trovare, e il barcaiolo, mosso a pietà, accetta, ma obbliga l’ex amante a chiudere definitivamente la loro storia. Che avrà un tragico e sanguinoso epilogo. Personaggi che si muovono parallelamente a Bernard, Mathilde, Philippe e Arlette sono la matura Odile Juve, la cui vicenda personale ha molto a che fare con la tematica amorosa della trama: vent’anni prima dello svolgimento narrativo, innamorata di un uomo che fuggì in Nuova Caledonia abbandonandola malamente, lei si buttò di sua spontanea volontà giù dal settimo piano d’un palazzo, e soltanto una vetrata lì presente riuscì ad ammortizzare la caduta e salvarle la vita, dunque la sua conoscenza delle sofferenze per cause emotive e sentimentali è molto ampia e adeguata a capire nel profondo la difficile e travagliata passione che infiamma Bernard e Mathilde, fino a risultare fatale per tutti e due. Il più bel film dell’ultimo Truffaut (fu la sua penultima regia). Animato da una colonna sonora quasi inesistente come la stragrande maggioranza dei prodotti del cinema francese (e di Truffaut in particolare), racconta verità toccanti ma pur sempre scottanti sull’amore, descrivendolo come un corredo enorme di sentimenti che, più che avvicinare fra loro un uomo e una donna e decretare un miglioramento umano nei loro animi, li fa precipitare nell’abisso della negatività, troncandone i buoni propositi e dando vita ad un fuoco che brucia incessantemente fino ad incenerire quanto ci può essere di onesto, gradevole e ammissibile. Non a caso la storia si svolge a Grenoble, città della Francia centrale che diede i natali a Stendhal. L'alchimia fra Dépardieu e la Ardant è meravigliosa. Lei ancora un po’ acerba e digiuna del cinema che conta, ma già proiettata verso la piena valorizzazione del suo magnifico talento recitativo, lui già fortificato dalle eccellenti prove artistiche precedenti fornite in Novecento (Bernardo Bertolucci, 1976), Ciao maschio (Marco Ferreri, 1978) e L’ultimo metrò (dello stesso Truffaut, 1980), e qui consacrato in modo decisivo nella sua incontestabile posizione di attore di spicco del cinema d’oltralpe. Il migliore dei personaggi secondari è la gestrice del circolo tennistico di V. Silver: donna che ha vissuto la vita, esperta, dal forte senso pratico e dominata da un saggio altruismo, meritava forse uno spazio maggiore in quanto voce narrante dell’opera, ma il suo affiancamento ai due protagonisti rimane comunque una scelta alquanto azzeccata di una sceneggiatura che non perde un colpo, non aggiunge nei dialoghi una battuta di troppo e predilige i toni accesi pur mantenendo contemporaneamente una lucidità descrittiva e, paradossalmente, anche una certa pacatezza nella distensione dei moventi contrastanti che spingono i due personaggi principali a rispolverare un amore che credevano ormai morto e dimenticato. A suo modo, è anche un film d’amore hitchcockiano, per come prepara con accuratezza la tensione scena dopo scena, fino al momento del duplice sparo che pone termine ai dolori di Bernard e Mathilde: un veicolo congegnato a dovere che inietta nella pellicola anche alcuni elementi tradizionali del thriller. Inoltre, l’amore viene visto nell’ottica della quotidianità: un’ulteriore decisione che lo impreziosisce di un salubre realismo e lo rende un prodotto appetibile a molti spettatori, e soprattutto un capolavoro di gran classe e stile eccezionale.
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dario
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lunedì 14 marzo 2016
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citazionista
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Solito film di Truffaut, senza narrazione, ma con siparietti reiteranti la scena iniziale. La storia è così bloccata, scontata, non ha respiro e non gode di narrazione, di sviluppo. Dialoghi al limite del sopportabile, sceneggiatura inesistente,m attori spaesati, specie Depardieu, del tutto inadatto al ruolo. Raggiante l'Ardant, e brava, ma non sa da che parte andare. Finale fra i peggiori di Truffaut, banalissimo. Drammaturgia assente. Unica novità: lo sguardo registico dal di fuori, dal buco della serratura, con tanta mascherata presunzione di vedere e di sapere.
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circe mine
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lunedì 14 luglio 2014
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ne con te ne senza di te
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Truffaut narra una storia d'amore come solo lui avrebbe potuto fare, delicata e tremenda al tempo stesso. L'amore come ardente passione e come dilaniante sofferenza é in questa pellicola espresso attraverso la storia di due vicini di casa che un tempo si erano amati e che ora, ingabbiati in vite all' apparenza perfette e lontane da quell' antico sentimento, si ritrovano a fare i conti con la legge che misteriosamente li attrae: oramai impossibile stare insieme ma pur sempre impensabile immaginare la propria esistenza lontano dall' altro.
Dopo "La mia droga si chiama Julie" e "Adele H." una nuova pellicola sull' amore, straziante eppure sognante, un capolavoro.
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Truffaut narra una storia d'amore come solo lui avrebbe potuto fare, delicata e tremenda al tempo stesso. L'amore come ardente passione e come dilaniante sofferenza é in questa pellicola espresso attraverso la storia di due vicini di casa che un tempo si erano amati e che ora, ingabbiati in vite all' apparenza perfette e lontane da quell' antico sentimento, si ritrovano a fare i conti con la legge che misteriosamente li attrae: oramai impossibile stare insieme ma pur sempre impensabile immaginare la propria esistenza lontano dall' altro.
Dopo "La mia droga si chiama Julie" e "Adele H." una nuova pellicola sull' amore, straziante eppure sognante, un capolavoro.
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fedeleto
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venerdì 16 dicembre 2011
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il truffaut della porta accanto
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Un uomo felicemente sposato e con un bambino,viene profondamente colpito quando scopre che una sua vicina e' una donna con cui ha avuto una storia parecchio tempo prima.Si reincontreranno e non resisteranno alla loro passione ,ma entrambi si renderanno conto di aver commesso solo una sciocchezza( in tempi diversi),anche se ormai e' troppo tardi...Francois truffaut (le due inglesi,baci rubati,effetto notte)dopo il successo dell'ULTIMO METRO,dirige una bellissima storia ,dove una signora anziana racconta la tragedia di questa coppia sventurata.Gerard depardieu,interpreta un ruolo difficile e interessante ,ovvero l'uomo che cede alla passione del ricordo e del corpo ,invece Fanny ardant interpreta la donna che anche se inizialmente e' lei a sedurre ,vorrebbe poi abbandonare la cosa ,ma infine ritorna sui suoi passi e rivuole l'uomo .
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Un uomo felicemente sposato e con un bambino,viene profondamente colpito quando scopre che una sua vicina e' una donna con cui ha avuto una storia parecchio tempo prima.Si reincontreranno e non resisteranno alla loro passione ,ma entrambi si renderanno conto di aver commesso solo una sciocchezza( in tempi diversi),anche se ormai e' troppo tardi...Francois truffaut (le due inglesi,baci rubati,effetto notte)dopo il successo dell'ULTIMO METRO,dirige una bellissima storia ,dove una signora anziana racconta la tragedia di questa coppia sventurata.Gerard depardieu,interpreta un ruolo difficile e interessante ,ovvero l'uomo che cede alla passione del ricordo e del corpo ,invece Fanny ardant interpreta la donna che anche se inizialmente e' lei a sedurre ,vorrebbe poi abbandonare la cosa ,ma infine ritorna sui suoi passi e rivuole l'uomo .La donna eternamente confusa ma capace di effettuare una scelta drastica e definitiva(la scena dell'omicidio -suicidio)e l'uomo sempre in merce' della donna.Ancora una volta per Truffaut l'amore e la morte vanno a pari passo,e nel dramma c'e' la riflessione sulla chiusura del ricordo solo con la morte .Un truffaut come sempre in forma.
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luca scialò
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giovedì 17 novembre 2011
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una fiamma che non scalda
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In un tranquillo paesino collinare della Francia, Bernard vive in armonia con la moglie e il figlioletto. Arrivano i nuovi vicini e con sorpresa scopre che si tratta di una vecchia fiamma, Mathilde, lasciata 8 anni prima in malomodo. Tra i due riscoppia inevitabilmente la passione, ma le loro vite ora hanno preso altre vie e dunque è un amore difficile da portare avanti...
Penultimo film di Truffaut. Un lungometraggio che mostra tutte le sue caratteristiche: lentezza e freddezza, anche se si parla di passioni e un amore dannato. Dunque trattasi di una fiamma, ma fredda, che non scalda lo spettatore come dovrebbe. Tuttavia, il buon François resta comunque un ottimo regista e dunque il film è ad ogni modo impostato bene.
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silvana
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martedì 9 agosto 2011
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flms datato ma molto bello
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e' molto bello poter rivedere films di questo livello anche se non recenti i registi che sono stati grandi come truffaut sono nell'enciclopedia del cinema, film molto attuale e introspettiva dei due protagonisti molto efficace.
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elizabeth 91
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martedì 26 luglio 2011
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amore folle
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In questo film ho rivisto qualcosa che più tardi sarà presente in film come 'Matchpoint': passione e morte. Il film per buona metà non mi aveva appassionato ma devo dire che ha guadagnato molto alla fine. Una fine a mio avviso inaspettata ma perfetta e coinvolgente. Una passione talmente forte che prima sembra portare sull'orlo della pazzia lui, una pazzia che si impadronisce invece totalmente di lei e che la spinge all'unico atto possibile; la morte di entrambi. Tutto il film è racchiuso nell'ultima frase pronunciata dall'anziana infortunata <<Non posso stare con te ma nemmeno senza di te>>.
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a17540
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martedì 14 giugno 2011
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amore: gioia e sofferenza
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L’amore che è allo stesso tempo gioia e sofferenza è uno dei temi chiave della poetica di Truffaut. E’ un motivo presente in quasi tutti i suoi film ma è il tema centrale di almeno quattro: Jules e Jim, La mia droga si chiama Julie, Adele H. e appunto La signora della porta accanto. In questa pellicola i due protagonisti, F. Ardant e G. Depardieu, per uno scherzo del destino si ritrovano a vivere uno di fronte all’altra. Già si sono amati in passato ed è stata una passione incontrollabile e distruttiva. Entrambi hanno cercato di porvi riparo: entrambi hanno ora un’altra relazione stabile che potrebbe dar loro la tranquillità.
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L’amore che è allo stesso tempo gioia e sofferenza è uno dei temi chiave della poetica di Truffaut. E’ un motivo presente in quasi tutti i suoi film ma è il tema centrale di almeno quattro: Jules e Jim, La mia droga si chiama Julie, Adele H. e appunto La signora della porta accanto. In questa pellicola i due protagonisti, F. Ardant e G. Depardieu, per uno scherzo del destino si ritrovano a vivere uno di fronte all’altra. Già si sono amati in passato ed è stata una passione incontrollabile e distruttiva. Entrambi hanno cercato di porvi riparo: entrambi hanno ora un’altra relazione stabile che potrebbe dar loro la tranquillità. Ma le ragioni del cuore e della passione sono irrazionali e irrinunciabili e ben presto i nostri due si ritrovano nuovamente amanti ben sapendo di non avere scampo, di non potersi difendere da ciò che sono. Così ciò che è già stato in passato, sarà nuovamente e le conseguenze non potranno che essere tragiche. Depardieu nei film di Truffaut si trova a fronteggiare attrici straordinarie e bellissime e se, nell’Ultimo Metrò, rimane forse un po’ soggiogato dalla presenza della Deneuve, in questo film trova tutte le chiavi interpretative giuste. La sua follia è la sua passione e tutta la sua interpretazione è tesa a dichiararlo.
Di a17540
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