massimo 49
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domenica 1 marzo 2020
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la parabola della reincarnazione.
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La parabola della reincarnazione.
Ci sono analogie nel percorso di vita del protagonista Heinrich Harrer (Brad Pitt) con il giovane Christian Diestl (Marlon Brando) del film capolavoro “i giovani leoni” di Edward Dmytryk. Entrambi i protagonisti, di umili origini, intravedono nel nazismo un futuro radioso che li faccia uscire dalla mediocrità e intraprendono la carriera militare nella Germania di Hitler.
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La parabola della reincarnazione.
Ci sono analogie nel percorso di vita del protagonista Heinrich Harrer (Brad Pitt) con il giovane Christian Diestl (Marlon Brando) del film capolavoro “i giovani leoni” di Edward Dmytryk. Entrambi i protagonisti, di umili origini, intravedono nel nazismo un futuro radioso che li faccia uscire dalla mediocrità e intraprendono la carriera militare nella Germania di Hitler. Entrambi ne sono inizialmente entusiasti ma alla fine comprendono il fallimento del loro ideale giovanile.
La differenza è nel percorso finale della storia: tragico quello di Christian, al contrario radioso quello di Heinrich.
La bella storia di “sette anni in Tibet” ha il potere di trasmettere ottimismo nella nostra epoca buia, in cui la gente soffre di cronica depressione, causata principalmente dall’assenza di un orizzonte. Il fatto che si tratti di una storia vera rende questo film ancora più luminoso, di contrappunto alle violenze del regime comunista contro il pacifico popolo del Tibet.
A pensarci bene, se la reincarnazione è la rinascita dello spirito di un individuo in un corpo fisico simile al precedente, dopo la sua morte terrena, questa storia è la parabola della reincarnazione.
Un uomo “morto dentro” rinasce e si trasforma in una meravigliosa persona.
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simone magli
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mercoledì 16 aprile 2014
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bella scenografia
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Un Tibet affascinante e solenne sulle cime del mondo.
Un Brad Pitt all'apice della sua bellezza.
Film avventuroso/drammatico ed anche storico.
Emotivamente non mi ha coinvolto molto, però è sicuramente consigliabile.
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kondor17
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sabato 10 novembre 2012
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incredibile ma vero
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Il film è tratto dall'autobiografia di un giovane neonazista austriaco, Heinrich Harrer, campione di sci ed appassionato alpinista, che, poco prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, parte per la conquista del Nanga Parbat, in Tibet, la bestia nera del terzo Reich, affidando la moglie incinta all'amico Horst. Nel corso della sua permanenza in Tibet, che doveva essere di pochi mesi, la sua vita prende un corso inaspettato e decisamente nuovo, cadenzato dal ritmo incalzante di eventi drammatici e cruenti: il divorzio, la guerra mondiale e la prigionia, l'ascesa di Mao con la distruzione dei monasteri, la loro difesa, l'inaspettato incontro con il bambino Tenzin Gyatso, allora e tuttora Dalai Lama, e la nascita della loro amicizia.
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Il film è tratto dall'autobiografia di un giovane neonazista austriaco, Heinrich Harrer, campione di sci ed appassionato alpinista, che, poco prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, parte per la conquista del Nanga Parbat, in Tibet, la bestia nera del terzo Reich, affidando la moglie incinta all'amico Horst. Nel corso della sua permanenza in Tibet, che doveva essere di pochi mesi, la sua vita prende un corso inaspettato e decisamente nuovo, cadenzato dal ritmo incalzante di eventi drammatici e cruenti: il divorzio, la guerra mondiale e la prigionia, l'ascesa di Mao con la distruzione dei monasteri, la loro difesa, l'inaspettato incontro con il bambino Tenzin Gyatso, allora e tuttora Dalai Lama, e la nascita della loro amicizia.
Pur con il beneficio d'inventario (si tratta pur sempre di un'autobiografia, dove i toni non sono stati certo sfocati), il film scorre bene, grazie anche alla maestria di Jj Annaud.
Non un capolavoro, ma assolutamente un film da vedere, se non altro per la fantastica ricostruzione di ambiente e costumi, per la fotografia mozzafiato e per le musiche originali di John WIlliams; ma, soprattutto, per la storia di un'amicizia senza confini. Grande anche David Thewlis nel ruolo di Peter Aufschneiter.
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marco chiappetta
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giovedì 4 ottobre 2012
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esotico viaggio nel pacifico tibet
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Heinrich Harrer è uno scalatore austriaco che nel 1939 tenta la scalata al Nanga Parbat, vetta dell'Himalaya. Fermato ed imprigionato come prigioniero di guerra dagli inglesi, evade dal campo di reclusione nel 1942 con alcuni compagni. Tenta di far perdere le sue tracce giungendo in Tibet dove, dopo una prima fredda accoglienza, diviene amico e consigliere di un giovanissimo Dalai Lama affamato di cultura occidentale. Harrer resterà in Tibet fino all'occupazione cinese. Tratto dall'autobiografia dello scalatore austriaco, il film è un fantastico viaggio in un oriente lontano (che in realtà è argentina) e spesso dimenticato, che ci fa conoscere la splendida cultura del popolo tibetano pacifico e praticamente inerme innanzi allo strapotere militare della Cina.
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Heinrich Harrer è uno scalatore austriaco che nel 1939 tenta la scalata al Nanga Parbat, vetta dell'Himalaya. Fermato ed imprigionato come prigioniero di guerra dagli inglesi, evade dal campo di reclusione nel 1942 con alcuni compagni. Tenta di far perdere le sue tracce giungendo in Tibet dove, dopo una prima fredda accoglienza, diviene amico e consigliere di un giovanissimo Dalai Lama affamato di cultura occidentale. Harrer resterà in Tibet fino all'occupazione cinese. Tratto dall'autobiografia dello scalatore austriaco, il film è un fantastico viaggio in un oriente lontano (che in realtà è argentina) e spesso dimenticato, che ci fa conoscere la splendida cultura del popolo tibetano pacifico e praticamente inerme innanzi allo strapotere militare della Cina. Il difetto più grande della pellicola è la sua lentezza nella narrazione delle vicende, che si rappresentano il senso di pace spirituale dei tibetani, ma rischiano di annoiare a tratti. Bravo ed affascinante, come al solito, Brad Pitt, buona la prova registica di Jean-Jacques Annaud, anche se ci ha regalato di meglio.
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paride86
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venerdì 16 settembre 2011
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bello
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Seppur non troppo coinvolgente, "Sette Anni in Tibet" è un film interessante per il contenuto politico di cui è intriso. La storia della amicizia (vera) tra Harrer e il Dalai Lama è trattata da una parte con affabile realismo, dall'altra con sentimentalismo manierato. Stessa cosa vale per il modo in cui vengono descritti il Tibet e il buddhismo.
Rimane comunque una bella storia di redenzione personale e una altrettanto bella lezione sul potere e la politica.
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riccidirovo
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domenica 21 agosto 2011
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non solo un viaggio
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Un film molto bello, sia per la sceneggiatura e la fotografia che per contenuto ed attori. Un padre tedesco arruolato nelle SS, egoista ed egocentrico, parte per un viaggio in TIbet trascurando le preghiere di sua moglie. Essa incinta prega Heinrich di non partire, ma lui non sente scuse e presto parte per il viaggio. Un viaggio travagliato e pericoloso, che farà cambiare profondamente l'uomo, che gli farà apprendere i valori della fratellanza e della comprensione sociale, della tolleranza etnica. Molto riuscito, avvincente in ogni momento e pieno di contenuti. Il fatto che venga ripreso da una storia vera lo rende ancora più interessante e coinvolgente.
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luca scialò
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sabato 16 ottobre 2010
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le sofferenze di un popolo pacifico
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Heinrich Harrer è uno scalatore di montagne austriaco, ma anche campione di sci e attore, che finisce per essere arruolato nelle SS, qualche anno prima che il Fuhrer tenti la scalata del Mondo. Decide però di lasciare tutto, compreso la moglie incinta, per tentare lui una scalata sull'Himalaya. Qui però viene catturato dagli inglesi, che ivi si trovano in guerra contro i giapponesi. Dopo vari tentativi riesce però a scappare dal campo di prigionia con altri militari e raggiungere, grazie anche al suo hobby di scalatore, la città di Lhasa.
Qui conosce il futuro Dalai Lama, ma anche le sofferenze di un popolo pacifico qual è quello tibetano, martorizzato da un impero cinese in crudele ascesa.
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Heinrich Harrer è uno scalatore di montagne austriaco, ma anche campione di sci e attore, che finisce per essere arruolato nelle SS, qualche anno prima che il Fuhrer tenti la scalata del Mondo. Decide però di lasciare tutto, compreso la moglie incinta, per tentare lui una scalata sull'Himalaya. Qui però viene catturato dagli inglesi, che ivi si trovano in guerra contro i giapponesi. Dopo vari tentativi riesce però a scappare dal campo di prigionia con altri militari e raggiungere, grazie anche al suo hobby di scalatore, la città di Lhasa.
Qui conosce il futuro Dalai Lama, ma anche le sofferenze di un popolo pacifico qual è quello tibetano, martorizzato da un impero cinese in crudele ascesa. Quest'esperienza così profonda cambierà il suo modo di essere, ma gli farà anche capire quanto la storia si ripeta e cosa l'uomo sia capace di compiere, anche in un Paradiso sulla Terra qual è il Tibet.
Il film diretto da Jean Jacques Annaud ci presenta la biografia di Heinrich Harrer, scomparso nel 2006. Ponendo soprattutto l'attenzione sul fatto che la crudeltà umana non conosca limiti, anche geografici, tant'è che egli ha lasciato un inferno, quello europeo della Seconda guerra mondiale, per ritrovare i genocidi di massa dei cinesi dall'altra parte del Mondo. Orrori tra l'altro compiuti, ancora oggi, contro un popolo che professa la pace.
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goal!
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mercoledì 23 giugno 2010
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forza pit!
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Decisamente un bel film. la storia di sicuro non banale ne scontata, ma semplice da seguire. non si può dire sia un film d'azione o molto movimentato, ma a me è piaciuto perchè non è commerciale. una lode fa fatta alla recitazione di Pit con il quale mi congraturo . un film dove la bravura dei attori principali è ottima e sicuramente aiuta nell'immersione nel film dello spettatore.
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antonella
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venerdì 6 marzo 2009
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a me il film nn mi è piaciuto tanto,a me nn piaccd
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A me il film nn mi è piaciuto tanto;io so di essere una tipa un po' difficile...nn piacciono i film di storia...e odio gli attori o le attrici troppo "montate"...rispondetemi all'indirizzo millepiedidoc@tiscali.it con un vostro commento nn sl sul film...
VI ASPETTO IN TANTI...!!kissina by Anto
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