carloalberto
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mercoledì 29 dicembre 2021
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il dramma della solitudine
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Dalla penna di Scarpelli e Scola un film datato ma interessante, incentrato sul dramma della solitudine declinato nelle diverse età della vita. Non soltanto sono soli i due protagonisti, Sordi e Ravello, ma anche i personaggi di contorno. E’ solo, prigioniero della sua nostalgia, il vecchio pensionato, che vuole sbarazzarsi della moglie obesa e dispotica, bellissima un tempo, per correre dietro all’avvenente pizzicagnola. E’ solo il giovane laureato, a trent’anni ancora in cerca di un’occupazione, simile, per l’indifferente rassegnazione al suo destino, al protagonista del Lo Straniero di Camus, che si arrangia con le ripetizioni private e qualche lavoretto nella tipografia di un vecchio amico di suo padre, Mario Carotenuto.
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Dalla penna di Scarpelli e Scola un film datato ma interessante, incentrato sul dramma della solitudine declinato nelle diverse età della vita. Non soltanto sono soli i due protagonisti, Sordi e Ravello, ma anche i personaggi di contorno. E’ solo, prigioniero della sua nostalgia, il vecchio pensionato, che vuole sbarazzarsi della moglie obesa e dispotica, bellissima un tempo, per correre dietro all’avvenente pizzicagnola. E’ solo il giovane laureato, a trent’anni ancora in cerca di un’occupazione, simile, per l’indifferente rassegnazione al suo destino, al protagonista del Lo Straniero di Camus, che si arrangia con le ripetizioni private e qualche lavoretto nella tipografia di un vecchio amico di suo padre, Mario Carotenuto. E’ sola la madre vedova del giovane disoccupato, che vive di ricordi e si prende cura del figlio come se fosse ancora bambino. E’ sola la fidanzata del protagonista, Isabella Ferrari, insofferente verso i fratelli, a cui ha fatto da balia alla morte della madre, e che va in biblioteca per sfuggire alla volgarità della sua famiglia. E’ solo persino il barista, interpretato da un Ettore Garofalo ingrigito, l’indimenticabile figlio di Mamma Roma. E’ sola la zitella nevrotica, con manie di persecuzione, del palazzo, che ogni sera va a contare i capi del suo corredo custoditi gelosamente in cantina per paura che i condomini possano rubarglieli.
Il giallo è soltanto un pretesto per raccontare altro, ovvero la vita senza senso e senza speranze della gente comune nelle grandi città, che si saluta ma non si conosce, che si frequenta ma non si ama, chiusa in rapporti familiari, logorati dall’incomprensione e dall’insofferenza, dove le diversità degli individui, dei loro sogni, delle loro aspettative, sono soffocate dalla routine, destinate ad implodere nella nevrosi o a esplodere nell’omicidio.
La prigione, paradossalmente, viene vista come l'unica via di fuga dall'abbrutimento generale. Nel carcere il protagonista troverà uno scopo, insegnando l'italiano agli altri reclusi in parte si sentirà realizzato, ma l'inferno è appena fuori della sua cella.
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elgatoloco
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lunedì 15 giugno 2020
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film non banale, ma"stanco"di scuola
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Il film"ROmanzo di un giovane povero"(Ettore Scola, anche autore del sogetto e in collaborazione, della sceneggiatura, 1995)è una sorta di giallo "critico"della borghesia(antico tema scoliano)che ricorda lo scampio dei favori, dove il favore è la liquidazione della moglie, da pate dell'anziano pensionato e quello della madre, da parte del giovane laureato brillntamente che non trova lavoro. Ma le cose non sono quelle che sembrano-appaiono... Un film senz'altro"minore", pur se tutt'altro che bnale di un Ettore Scola ormai anziano e stanco, decisamente stanco e consumato dalla malattira, che ripropne una strepitosa prova drammatica di Sordi, che sembra riproporre "un borghese piccolo piccolo"o quasi, in una forma ovviamente ormai diversissima.
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Il film"ROmanzo di un giovane povero"(Ettore Scola, anche autore del sogetto e in collaborazione, della sceneggiatura, 1995)è una sorta di giallo "critico"della borghesia(antico tema scoliano)che ricorda lo scampio dei favori, dove il favore è la liquidazione della moglie, da pate dell'anziano pensionato e quello della madre, da parte del giovane laureato brillntamente che non trova lavoro. Ma le cose non sono quelle che sembrano-appaiono... Un film senz'altro"minore", pur se tutt'altro che bnale di un Ettore Scola ormai anziano e stanco, decisamente stanco e consumato dalla malattira, che ripropne una strepitosa prova drammatica di Sordi, che sembra riproporre "un borghese piccolo piccolo"o quasi, in una forma ovviamente ormai diversissima. Diremmo che , quasi indeciso sul finale(certo non scontato, ma probabilmente deludente per il"grande pubblico"che a metà anni 1990 forse ancroa affollava i cinema o almeno le"prime visioni")l'autore-regista Scola abbia ripiegato sulla proposta da parte del giudice istruttore di varie ipotesi, dove sarà lo spettatore a dover scegliere o meglio alcuni indizi lo indirizzeranno verso la "giusta soluzione"... Ma ciò che preme a Scola è più che altro la descrizione di uno stile di vita, negli anni 1990, nei quali il grigiore della borghesia ,ma anche della "società non affluente"ha ormai raggiunto vertici inegguagliabili assieme alla dabbengaggine, al pettegolezzo, all'incapacità di vivere in una mnaiera che non sia semplicemente prona alle convenzioni. Ecco allora che il pensionato ossessiionato dalla moglie, ormai alcolizzata e sfatta rispetto a un passato da"glorydays", invero come modesta soubrette, in combutta con il giovane laureato disoccupato opppresso dalla made, schiava e prigioniera di ogni minima allusione e di ogni pregiudizio possibile e(solo)immaginabile, diventano protagonisti di una vicenda nella quale "agiscono"anche due ragazze, rispettivamente amiche dei due protagonisti(quasi girlfriend del ragazzo una e vagamente concupita dall'anziano l'altra), circondati tutti e anche le due dal gossip morbono , dal chiacchericcio che diventa ragione di vita, quasi sostituend sciocche riviste che si occupano eslcuisvamente o qausi di tali argomenti.. Veramente una tematica inquietante, non fosse che vine, per così dire, "distillata"in maniera non proprio troppo accattivante e la suspense, di cui pure si intravedono accenni anche abbstanza chiari, rimane appunto a livello"sintomatico", mentre manca una costruzione organica, che per esempio era in un"trhriller politico"degli anni 1970 come"Todo Modo"di Elio Petri, ma là il soggetto era solidamente ricavato da un'opera di Leonardo Sciascia mentre qui potremmo forse parlare di"thriller di atmosfera"senza sbilanciarci in ulteriori definizioni, che finirebbero certamente per essere inadatte a descrivere il fim nel suo complesso....Sordi streiptoso ha ben meritato, anche inq uesto caso, una"Grolla d'oro", creando un altro personaggio inquietante e diviso tra un'ironia(non comicità)a tratti bieca e .nota prevalente-il dramma cupo in cui si è avvolta l'esisenza del suo perosnaggio; Rolando Ravello, nella parte del giovane studioso disoccupato ma anche disperato, finisce per preferire il carcere a una pseudolibertà, non è un"antagonista"in grado di reggere fino in fondo il confronto, tra gli altri/le altre Isabella Ferrari,nella parte della fidanzata del ragazzo, Renato de Carmine come avvocato, Mario Carotenuto nella sua ultima intrpetazione, un ottimo André Russolier quale giudice. El Gato
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toty bottalla
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mercoledì 13 marzo 2013
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un racconto che sbiadisce man mano!
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Un laureato disoccupato depresso e deluso nel 95, e cosa è cambiato? è tutto uguale, forse peggio, con la differenza che oggi nessuno dà dei soldi per uccidere la moglie: lo fa lui e gratis, il film di scola parte bene, spiana i personaggi e ci coinvolge, poi, la commedia s'incaglia nel sociale, diventa cupa e confusa: come la realtà, ottimo come sempre sordi e ultima apparizione artistica del grande mario carotenuto, morto poco dopo le riprese del film. Saluti.
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germi86
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lunedì 25 gennaio 2010
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alberto sordi su tutti!!
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Laureato da 6 anni,il giovane Vincenzo vivacchia con lavori precari e costretto dunque a vivere con la cara odiata mamma in una palazzina dove abita un simpatico vecchietto,il signor Aldo,infelicemente sposato con una donnona bellissima in gioventù,quanto detestate e grassa in vecchiaia,sempre stravaccata sulla sua poltrona davanti alla tv.Il giovane e il vecchio fanno amicizia,diventanto confidenti intimi al punto tale che Aldo fa una proposta scioccante al giovane ragazzo..Buon film con tematiche valide,un sempre grande albertone e un omaggio al caro e simpatico Mario Carotenuto alla sua ultima apparizione sugli schermi(è morto proprio nel 1995,se nn sbaglio)
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teen ager
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domenica 21 giugno 2009
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sottovalutato
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Film molto sottovalutato e per nulla mediocre, si parla di precariato e ancora una volta di mostri della società ma in questo caso non è Sordi il mostro bensì la moglie, la quale alla fine sarà uccisa ma non si saprà mai chi è stato ad ucciderla
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santucci
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sabato 20 giugno 2009
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film di ottima qualità
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Alberto Sordi in grande forma, tanto da ricevere dopo questo film il Leone d'oro alla carriera
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lara pr.
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venerdì 5 giugno 2009
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rivalutatelo
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Credo sia assolutamente necessario rivalutare questo film, tenuto da troppo tempo in magazzino.
Tema molto attuale, diretto dal maestro Ettore Scola con un Alberto Sordi ancora in grande forma
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manfredi 4ever
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martedì 2 giugno 2009
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non male
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L'inizio del film è molto positivo, avvincente e Sordi come solito fantastico, poi dopo la prima ora tutto diventa più noioso rovinando ciò che di buono era stato fatto, non male comunque !!
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claibba
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domenica 10 maggio 2009
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un romanzo a metà
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Laureato da sei anni, Vincenzo Persico (Rolando Ravello) è un ragazzo frustrato e depresso. Costretto a vivere con la madre, il giovane ragazzo è alla ricerca di un lavoro che non arriva mai. Un giorno per la strada incontra il sig. Bartoloni (Alberto Sordi) suo vicino di casa che gli propone un piano: ucciderli la moglie per 30 milioni.
Romanzo di un giovane povero è un film a metà. La prima parte del film vuol raccontare una fetta di una società dove la disoccupazione e le incertezze sono nel quotidiano. I personaggi vengono costruiti e presentati seguendo una linea narrativa classica. La seconda parte sembra appartenere ad un altro film. Il ritmo cala drasticamente, la regia, ben presente nella prima parte, sembra entrare troppo spesso in soccorso ad una sceneggiatura con troppe debolezze.
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Laureato da sei anni, Vincenzo Persico (Rolando Ravello) è un ragazzo frustrato e depresso. Costretto a vivere con la madre, il giovane ragazzo è alla ricerca di un lavoro che non arriva mai. Un giorno per la strada incontra il sig. Bartoloni (Alberto Sordi) suo vicino di casa che gli propone un piano: ucciderli la moglie per 30 milioni.
Romanzo di un giovane povero è un film a metà. La prima parte del film vuol raccontare una fetta di una società dove la disoccupazione e le incertezze sono nel quotidiano. I personaggi vengono costruiti e presentati seguendo una linea narrativa classica. La seconda parte sembra appartenere ad un altro film. Il ritmo cala drasticamente, la regia, ben presente nella prima parte, sembra entrare troppo spesso in soccorso ad una sceneggiatura con troppe debolezze. Alberto Sordi interpreta un personaggio costruito su misura. Diretto da Ettore Scola.
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