mario_platonov
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martedì 1 febbraio 2011
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un film che mira troppo in alto
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Fassbinder fa un cinema della sovrabbondanza: di gesti, di parole, di immagini. Questi eccessi supportati da una regia ispirata e da personaggi che, seppur caricati, riescono a interagire in modo profondo, ci hanno regalato i film più riusciti del regista tedesco. Negli altri casi, rimane sempre forte il sospetto di un divertissement o peggio, la deriva nel trash.
Querelle si colloca in una posizione intermedia, molto più vicina alla seconda tipologia. Il fascino del film risiede quasi esclusivamente in una fotografia dai colori vivissimi, piena di contrasti, capace di adattarsi al mutare delle situazioni e di immergere la storia in un clima espressionistico. Il resto è una discesa negli inferi di un bordello nel porto di Brest, in vicende di uomini spinti, di volta in volta, da istinto sessuale, amore, orgoglio, in un'estetica della violenza e del sesso non priva di fascino.
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Fassbinder fa un cinema della sovrabbondanza: di gesti, di parole, di immagini. Questi eccessi supportati da una regia ispirata e da personaggi che, seppur caricati, riescono a interagire in modo profondo, ci hanno regalato i film più riusciti del regista tedesco. Negli altri casi, rimane sempre forte il sospetto di un divertissement o peggio, la deriva nel trash.
Querelle si colloca in una posizione intermedia, molto più vicina alla seconda tipologia. Il fascino del film risiede quasi esclusivamente in una fotografia dai colori vivissimi, piena di contrasti, capace di adattarsi al mutare delle situazioni e di immergere la storia in un clima espressionistico. Il resto è una discesa negli inferi di un bordello nel porto di Brest, in vicende di uomini spinti, di volta in volta, da istinto sessuale, amore, orgoglio, in un'estetica della violenza e del sesso non priva di fascino.
Se fosse stato un film più “essenziale” nella trama e nella sceneggiatura, l’impatto sarebbe stato migliore: i colori e la regia creano in modo adeguato un ambiente evocativo (il porto, la prostituzione, le passioni), malsano nella sua emotività, nelle sue pulsioni più animalesche.
L’opera entra in crisi nel momento in cui si creano delle relazioni tra i personaggi supportate in modo approssimativo da una sceneggiatura eccessiva che non riesce ad andare oltre la superficie: molti passaggi logici saltano, i personaggi sembrano agire per capricci del copione, il ridicolo si annida dietro l’angolo.
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gianmarco.diroma
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giovedì 7 ottobre 2010
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dalla parte del potere
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"L'idea di omicidio evoca spesso l'idea del mare, dei marinai. E all'idea del mare e dell'omicidio si lega naturalmente l'idea dell'amore o della sessualità". Partendo dalla frase che il narratore fuori campo di Querelle de Brest pronuncia in apertura del film, considerando quindi "l'amore una sorta di covo per assassini", sapendo che quelle braccia forti, da marinai, "potrebbero essere capaci di uccidere", ascoltando la Donna (interpretata da Jeanne Moreau) dire che "Querelle rischia di trovare sé stesso", allora ci rendiamo conto che quella che stiamo per vedere è sì una storia fatta di amore e morte, ma anche il percorso doloroso di un'anima che si compie.
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"L'idea di omicidio evoca spesso l'idea del mare, dei marinai. E all'idea del mare e dell'omicidio si lega naturalmente l'idea dell'amore o della sessualità". Partendo dalla frase che il narratore fuori campo di Querelle de Brest pronuncia in apertura del film, considerando quindi "l'amore una sorta di covo per assassini", sapendo che quelle braccia forti, da marinai, "potrebbero essere capaci di uccidere", ascoltando la Donna (interpretata da Jeanne Moreau) dire che "Querelle rischia di trovare sé stesso", allora ci rendiamo conto che quella che stiamo per vedere è sì una storia fatta di amore e morte, ma anche il percorso doloroso di un'anima che si compie. E per rendere ancora più chiaro cosa si nasconda dietro il calvario di Querelle (interpretato da un sensualissimo Brad Davis, capace di conferire al suo personaggio quel giusto connubio tra la virilità prepotente tipica dell'uomo di mare e la lascivia di colui che si abbandona ad un'esistenza dissoluta e colpevole) credo possa essere estremamente utile chiamare in causa il testo teatrale Orgia di Pier Paolo Pasolini, dove, i protagonisti (un Uomo e una Donna per l'appunto) si chiudono nella propria casa, abbandonandosi a qualsiasi tipo di esperienza violenta, che non potrà che condurli alla morte: l'Uomo protagonista di Orgia, come Querelle, è un uomo che è sempre stato dalla parte del potere ("del potere che si ha o cui solo si partecipa"). Un Uomo che nascondendo agli altri la propria Diversità (non permettendo che questa venisse "esaminata, capita, accettata, discussa o manipolata") è in qualche maniera rimasto vergine nel profondo. E rimanendo vergine, è diventato un magnaccia sfruttatore della propria Donna: "Puoi fare di me quello che vuoi", dice lei. "Sei sempre l'adolescente che mi ha fatto paura". La Diversità ad un certo punto si rivela con tutta la sua forza. Ne consegue una profonda sete di violenza. Questo è il frutto della frustrazione. "Chi possiede è sempre innocente (Nono, il proprietario del bistrot/bordello), mentre chi è posseduto è sempre colpevole (Querelle)". Querelle ambisce ad essere colpevole, cerca la dannazione, ma si ferma sempre un attimo prima, perché infondo, ciò a cui ambisce maggiormente è "essere l'eroe di coloro che sono sprezzanti", e che quindi neppure una colpa si sanno assumere. Anime "lerci", "solenni ed eccitanti". Per questo Querelle prima uccide, e poi fa ricadere la propria colpa su Gil, l'unico di cui forse si sia veramente innamorato nel corso delle vicende narrate nel film. E nel finale, assecondando una sorta di logica del contrappasso, pregherà il suo capitano di sodomizzarlo, un po' come il protagonista di Orgia, l'Uomo, finirà col fare un "buon uso della morte" impiccandosi al soffitto.
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giorgio
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domenica 28 dicembre 2008
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inutile
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Visto "querelle": film del tutto inutile e gratuito nella sua truce ed ambigua tendenza estetizzante.
Film allucinato di un regista forse allucinato a sua volta.
Si salva solo l'ambientazione e la certa quale atmosfera insana "newromantic" anni 80.
Dimenticabile.
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paride
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venerdì 20 giugno 2008
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scandaloso querelle
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Di sicuro si tratta di un film intenso, dai molteplici significati metaforici...un vortice senza ritorno e senza speranza. Devo dire, però, che non mi ha convinto fino in fondo; mi è sembrato come se il regista avesse volutamente esagerato nei toni enfatici e nelle caratterizzazioni...cioè come se il film non fosse davvero sincero.
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anonimo
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sabato 2 febbraio 2008
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davis, moreau e nero per fassbinder da genet
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Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder è ispirato all'omonimo romanzo di Jean Genet. Ci sono Brad Davis (reduce dal successo di Fuga di mezzanotte di Alan Parker) che interpreta il marinario Querelle, c'è Jeanne Moreau che interpreta Lysiane, la Donna, e infine c'è l'italiano Franco Nero (da notare, di Nero, le interpretazioni in Tristana di Luis Bunuel, in Profezia di un delitto di Claude Chabrol e in Marcia trionfale di Marco Bellocchio) che interpreta il tenente Sablon (cioè Jean Genet) che nel libro era il vero protagonista (e narratore) della storia. Geniale e intelligentemente anticonformista l'idea di giare tutto in Studio, in teatro di posa, e di far prevalere i colori giallo-arancione e blu sugli altri.
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Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder è ispirato all'omonimo romanzo di Jean Genet. Ci sono Brad Davis (reduce dal successo di Fuga di mezzanotte di Alan Parker) che interpreta il marinario Querelle, c'è Jeanne Moreau che interpreta Lysiane, la Donna, e infine c'è l'italiano Franco Nero (da notare, di Nero, le interpretazioni in Tristana di Luis Bunuel, in Profezia di un delitto di Claude Chabrol e in Marcia trionfale di Marco Bellocchio) che interpreta il tenente Sablon (cioè Jean Genet) che nel libro era il vero protagonista (e narratore) della storia. Geniale e intelligentemente anticonformista l'idea di giare tutto in Studio, in teatro di posa, e di far prevalere i colori giallo-arancione e blu sugli altri. Si tratta di un film molto legato allo choc della morte del regista, un fatto che è stato oggetto di provincialissime morbosità, dove l'esplicita sensualità maschile di alcune scene potrebbe urtare o turbare il pubblico completamente eterosessuale.
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anonimo
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giovedì 31 gennaio 2008
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davis, nero e moreau per fassbinder da genet
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Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder è ispirato all'omonimo romanzo di Jean Genet. Ci sono Brad Davis (reduce dal successo di Fuga di mezzanotte) che interpreta il marinaio Querelle, c'è Jeanne Moreau che interpreta la Donna (rappresenta la Donna), e c'è l'italiano Franco Nero (da notare, di Nero, le interpretazioni in Tristana di Luis Bunuel e in Marcia trionfale di Marco Bellocchio) che interpreta il capitano Sablon (interpreta cioè Jean Genet), personaggio che nel libro era il vero protagonista (e narratore) della storia. Geniale e intelligentissima l'idea di girare tutto in studio, in teatro di posa, e di far prevalere il colore giallo su tutti gli altri. L'esplicita sensualità maschile di alcune (in realtà molte) scene può disturbare non poco il pubblico eterosessuale, mentre pare che i gay abbiano generalmente apprezzato (come anche molte femministe).
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Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder è ispirato all'omonimo romanzo di Jean Genet. Ci sono Brad Davis (reduce dal successo di Fuga di mezzanotte) che interpreta il marinaio Querelle, c'è Jeanne Moreau che interpreta la Donna (rappresenta la Donna), e c'è l'italiano Franco Nero (da notare, di Nero, le interpretazioni in Tristana di Luis Bunuel e in Marcia trionfale di Marco Bellocchio) che interpreta il capitano Sablon (interpreta cioè Jean Genet), personaggio che nel libro era il vero protagonista (e narratore) della storia. Geniale e intelligentissima l'idea di girare tutto in studio, in teatro di posa, e di far prevalere il colore giallo su tutti gli altri. L'esplicita sensualità maschile di alcune (in realtà molte) scene può disturbare non poco il pubblico eterosessuale, mentre pare che i gay abbiano generalmente apprezzato (come anche molte femministe). È un film legato comunque alla morte del regista, oggetto di interesse morboso, provinciale e piccolo-borghese.
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bonrossi
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sabato 1 dicembre 2007
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capolavoro
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credo sia uno dei film più belli di tutti i tempi, quello oltre il quale non era più possibile fare nulla che accettare la morte. ambientazioni atmosfere spazi colori ti avvolgono in un sogno vitale dove vita e piacere, morte, ingenuità ed intrigo, e non centra nulla il messaggio omosessuale se non come percorso di una trama e forse è questo che condiziona un giudizio non positivo del film,
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howitzer
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giovedì 2 agosto 2007
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pessimo critico
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QUESTO CRITICO NON CAPISCE NIENTE DI CINEMA, ALLA LARGA I MORALISMI DALL'ARTE, E' UN GRANDE FILM CHECCHE' QUESTO INTELLETTUALOIDE DA STRAPAZZO NE PENSI, CREDO CHE IL SUO LINGUAGGIO GIORNALISTICO SIA MOLTO PIU' DI CATTIVO GUSTO CHE IL FILM
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paolo brenzini
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sabato 24 marzo 2007
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per soli maschi??
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ho voglia di recensire solo quello che considero un capolavoro il resto lo lascio agli addetti ai lavori.
bene il film trasuda sperma in ogni fotogramma è un film sporco puzza di cesso!!ed è la bellezza del film.claustrofobico,irrespirabile come le latrine delle vecchie stazioni .Tutto è marcio la luce ,i luoghi,i personaggi.Tutto puzza di sesso e di morte e di putridume.
tra puttane travstiti omosessuali assassini marinai...appare un angelo dalla bellezza accecante:querelle,demone dell amore della perdizione della morte della fragilità,della paura,della tenerezza......e tra le sue braccia ci abbandoniamo storditi dalla sua voluttà che ci incatena .
pericoloso è perdere la chiave del lucchetto che ci incatena.
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ho voglia di recensire solo quello che considero un capolavoro il resto lo lascio agli addetti ai lavori.
bene il film trasuda sperma in ogni fotogramma è un film sporco puzza di cesso!!ed è la bellezza del film.claustrofobico,irrespirabile come le latrine delle vecchie stazioni .Tutto è marcio la luce ,i luoghi,i personaggi.Tutto puzza di sesso e di morte e di putridume.
tra puttane travstiti omosessuali assassini marinai...appare un angelo dalla bellezza accecante:querelle,demone dell amore della perdizione della morte della fragilità,della paura,della tenerezza......e tra le sue braccia ci abbandoniamo storditi dalla sua voluttà che ci incatena .
pericoloso è perdere la chiave del lucchetto che ci incatena...potremmo non liberarci mai più.
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pabrem
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sabato 20 maggio 2006
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la forza l arte
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tra maschi in un bordello,alla ricerca della propria virilità.un mito del cinema.perfetto. claustrofobico,incessante,marcio. in un atmosfera di putrefazione,di crepuscolo dell esistenza l unico istinto vitale è la sopraffazione.tra uomini.alla ricerca della propria virilità,della propria femminilità .la luce di un sole moribondo addolcisce la conflittualità di questa umanità perduta nel rifiuto delle proprie emozioni,l amore.seblon interpretato da franco nero è una figura strepitosa,nella sua pacata ovattata repressione vive con totale analitica lucidità il suo folle amore-venerazione per il mozzo querelle,angelo della morte,epifania delle nostre tristi umane fragilità.
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