steffa
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lunedì 29 aprile 2019
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imperdibile
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il film è davvero geniale, riesce infatti ad ottenere una piacevole commedia da una storia che sarebbe potuta risultare invece una pesantissima tragedia, senza perdere però in significato. Il cliché registico, dinamico e scenografico delle ambientazioni anni '50 con le musiche e le orchestrine jazz in sottofondo e gli appartamenti di design influenzeranno sensibilmente gran parte se non tutta la produzione di Allen che fino ad allora era stata differente
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fabiosistemi
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giovedì 3 aprile 2014
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bello e triste
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Una struttura registica pressoché perfetta, attori concentrati e in parte, e una storia che fa salire una grande indignazione: questo, per me, è Il Prestanome.
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fedeleto
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mercoledì 2 maggio 2012
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un prestanome di nome allen
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Nell'america degli anni 50,si visse un periodo estremamente difficile per alcuni registi come John Houston,Orson Welles,joseph Losey,e molti altri scritti nella lista nera,tra cui anche lo stesso Martin Ritt(la lunga estate calda,Paris Blues).Pertanto quest'ultimo ha deciso di girare un film su questa disarmante situazione,in cui l'America allontano' persone dello spettacolo dai riflettori per via dela loro scelta politica comunista.Il film si svolge in America dove un giovane cassiere di un bar(il grande Woody Allen) decide di aiutare uno scrittore della televisione suo amico per fargli da prestanome.La cosa prende piede e l'uomo si innamora di una donna che lavora in quel settore,ma la presa politica sinistroide della donna lo allontana.
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Nell'america degli anni 50,si visse un periodo estremamente difficile per alcuni registi come John Houston,Orson Welles,joseph Losey,e molti altri scritti nella lista nera,tra cui anche lo stesso Martin Ritt(la lunga estate calda,Paris Blues).Pertanto quest'ultimo ha deciso di girare un film su questa disarmante situazione,in cui l'America allontano' persone dello spettacolo dai riflettori per via dela loro scelta politica comunista.Il film si svolge in America dove un giovane cassiere di un bar(il grande Woody Allen) decide di aiutare uno scrittore della televisione suo amico per fargli da prestanome.La cosa prende piede e l'uomo si innamora di una donna che lavora in quel settore,ma la presa politica sinistroide della donna lo allontana.Morira' il suo amico Hecky(magistrale l'interpretazione di Zero Mostel) e anche lui accusato di possibile complotto comunista verra' messo sotto inchiesta,ma la sua risposta e' -Andateva a prendere nel culo!.Woody Allen stavolta non firma la sceneggiatura e neanche la regia,quest'ultima affidata appunto a Martin Ritt,un regista americano vittima del periodo delle liste nere insieme anche allo sceneggiatore del film Walter Bernstein.L'interpretazione di Allen e' buona anche se insolita finora,e trattandosi di un dramma e non di una commedia ,e per quanto riguarda la regia di Martin Ritt e' piu' che buona ,forse una pellicola che il buon regista americano da tempo aspettava di fare,in fondo questo film e' di denuncia politica-sociale.Coraggioso e realistico,ma soprattutto profondo(toccante la scena della morte di Hecky),un brutto periodo che ha generato solo problemi su ostilita' solo sospettate,un esempio di come la liberta' sia solo un utopia in un mondo dove ci insegna come pensare.
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sinkro
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lunedì 25 ottobre 2010
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woody allen comunista!
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Uno pensa di guardarsi un film con Woody Allen e pensa di farsi due risate.
Quì è in veste inedita; sa anche fare l'attore drammatico.
Un uomo fa il prestanome fingendosi un eroe e, suo malgrado, lo diventa (un po' il concetto di "Kagemusha" di Kurosawa per chi l'ha visto).
Attori,regista e sceneggiatori tutti REALMENTE nella "Blacklist" americana degli anni '50, quella McCartysta. Il film è un capolavoro sulla libertà.
Tanto di cappello a una coraggiosa produzione del genere.
Chissà se l'America ha mai pagato pegno o quantomeno chiesto scusa.
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umberto
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venerdì 24 agosto 2007
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splendido film
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Il voto più giusto sarebbe 4 stelle e mezzo, è un film ad un passo dal capolavoro. Grande interpretazione di W. Allen, eccellente Zero Mostel. E' un film sulla libertà, intesa nella sua accezione più ampia, un bene irrinunciabile e da perseguire ad ogni costo, un bene della cui importanza ci si accorge soprattutto quando qualcuno ce la vuole togliere, come appunto accadde negli Usa nel periodo delle purghe Maccartiste.
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fabryx
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giovedì 27 luglio 2006
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eloquente
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Eloquente... soprattutto il finale!
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