samanta
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martedì 23 febbraio 2021
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denaro, sesso e potere.
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E' un thiller con un vicenda non banale raccontata da Clint Eastwood in ottima forma che non solo è il regista e produttore, ma anche il protagonista principale con Gene Hackman, un film poliziesco misto a politica, sesso e corruzione. Il film ebbe a suo tempo (nel 1997) una buona accoglienza da parte del pubblico e della critica.
Luther (Clint Eastwood) è un ladro anziano e bravissimo che decide dopo diversi anni di inattività, di fare un grosso colpo nella villa di un anziano miliardario Walter Sullivan (E.G. Marshall, noto attore: La parola ai giurati), personalità celebre per la sua filantropia (negli ultimi anni ha donato più di 1 milardo di $) e che è il miglior amico del Presidente Alan Richmond (Gene Hackman).
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E' un thiller con un vicenda non banale raccontata da Clint Eastwood in ottima forma che non solo è il regista e produttore, ma anche il protagonista principale con Gene Hackman, un film poliziesco misto a politica, sesso e corruzione. Il film ebbe a suo tempo (nel 1997) una buona accoglienza da parte del pubblico e della critica.
Luther (Clint Eastwood) è un ladro anziano e bravissimo che decide dopo diversi anni di inattività, di fare un grosso colpo nella villa di un anziano miliardario Walter Sullivan (E.G. Marshall, noto attore: La parola ai giurati), personalità celebre per la sua filantropia (negli ultimi anni ha donato più di 1 milardo di $) e che è il miglior amico del Presidente Alan Richmond (Gene Hackman). Sullivan vedovo di 80 anni ha sposato la giovane e bella Christy ((Melora Hardin: 27 volte in bianco).Luther prepara meticolosamente il furto approfittando che la coppia con i domestici è andata nella loro villa alle Bahamas, nella camera da letto dietro uno specchio c'è un caveau blindato attraverso lo specchio si vede la camera da letto ma non viceversa. Il ladro ruba un'ingente somma di denaro, gioielli, orologi un bottino da 5 milioni di $. Sorpresa! Nella camera da letto entrano sbronzi il Presidente e Cristy che è rimasta in città accampando una scusa, Luther assiso su una poltrona avanti allo specchio assiste ad una scena di sesso violento, il Presidente esagera e la donna si mette ad urlare prende un coltello e sta per colpirlo ma entrano nella stanza 2 uomini che sparano e l'uccidono. Sono 2 agenti di scorta che chiamano il Capo Gabinetto Gloria Russel (Judy Davis: Passaggio in India, C'eravamo tanto amati) che ordina di pulire la scena del crimine perché risulti un furto mal riuscito, i 2 obbediscono guardati da Luther allibito. Di qui una serie continua di colpi di scena, basti sapere che i 2 agenti dimenticano il coltello e la collana della vittima, presi da Luther che scappa, inseguito riesce a fuggire, diventando bersaglio dei 2 agenti e di un killer pagato da Sullivan che lo crede assassino.
Il film è uno dei migliori thriller delgi anni '90 (La giuria, Presunto Innocente, Il collezionista di ossa), ha una tensione vincente, le scene e le riprese sono tipiche di Eastwood, sciolte, senza sbavature, senza esagerare nella suspence, ma attanagliando l'attenzione dello spettatore. Nel film sono affrontati vari temi: il rapporto tra Luther e la figlia Kate (Laura Linney: Conta su di me, La famiglia Savage)) giovane medico che ha vissuto lontano dal padre non condividendone la vita ma Luther da lontana vigila su di lei; l'amore tra la ragazza e l'ispettore di polizia che indaga Seth (Ed Harris sempre bravo), l'umiliazione di Sullivan costretto a confessare che faceva "il guardone" della moglie che faceva sesso con gli amanti, il cinismo di potere del Presidente che fa il finto amico di colui che gli aveva permesso di fare carriera politica. Alcune scene son da manuale per la loro efficacia: a cominciare dall'incipit con Luther chiuso nella camera blindata che guarda stupefatto lo spettacolo da dietro lo specchio, la scena dell'attentato al ladro da parte di 2 killer l'uno all'insaputa dell'altro, comica la scena del ballo tra il Presidente . Ottimi gli attori in primis Clint Eastwood e tra i comprimari Ed Harris e una luciferina Julia Davis.
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fabio
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domenica 31 gennaio 2021
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buon thriller dal grande clint
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Un thriller d'autore che prende spunto da un delitto per interrogarsi sul potere enorme e sulle possibilità di controllo e di reazione a quel potere.
Il risultato convince a metà: se da una parte il film risulta pregevole nella cura nella realizzazione, come sempre trattandosi di Eastwood, dall'altra lascia poco spazio alla riflessione sul tema vero.
La domanda che il film poneva era etica: come scegliamo di agire, di fronte ad eventi che in modo imprevedibile ci impongono una scelta.
Di fronte al potere che diventa prepotenza assoluta, disonestà e immoralità, la scelta di campo toccherà i vari protagonisti.
Così sarà per il ladro che ha assistito involontariamente al delitto ma sceglierà di non voltarsi dall'altra parte; l'agente dei servizi segreti invece pagherà il suo momento di debolezza mentre il vecchio boiardo della politica rivelerà un animo vendicativo e immorale.
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Un thriller d'autore che prende spunto da un delitto per interrogarsi sul potere enorme e sulle possibilità di controllo e di reazione a quel potere.
Il risultato convince a metà: se da una parte il film risulta pregevole nella cura nella realizzazione, come sempre trattandosi di Eastwood, dall'altra lascia poco spazio alla riflessione sul tema vero.
La domanda che il film poneva era etica: come scegliamo di agire, di fronte ad eventi che in modo imprevedibile ci impongono una scelta.
Di fronte al potere che diventa prepotenza assoluta, disonestà e immoralità, la scelta di campo toccherà i vari protagonisti.
Così sarà per il ladro che ha assistito involontariamente al delitto ma sceglierà di non voltarsi dall'altra parte; l'agente dei servizi segreti invece pagherà il suo momento di debolezza mentre il vecchio boiardo della politica rivelerà un animo vendicativo e immorale.
Lo annovero come una buona prova, anche se non tra le migliori di Clint.
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elgatoloco
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venerdì 13 dicembre 2019
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originalissimo, grande clint
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Anche"Absolute Power"(1997)di Clint Eastwood, da un romanzo di David Baldacci dell'anno prima, sceneggiatura di WIlliam Goldman(una garanzia)mostra il continuo desiderio-riuscitissimo-di Clint di innovare-innovarsi rispetto al passato, nella sua ormai lunga filmografia come regista/autore(era già lunga allora, inutile dire che lo è ancora di più oggi), nella capacità di scegliere temi nuovi, approcci diversi, sia tecnicamente(la minuzia del ladro protagonista poi di un delitto è quello dell'entomologo, si vedano già le prime scene del film)sia in altro senso, nella complessiva produzione di senso. Se il thriller è perfetto, smascherando il falso puritanesimo e il moralismo ipocrita che avvolgono la figura del"the president"in campp sessuale negli States(si consideri che il film esce poco dopo lo scandalo Monika Lewinski che coinvolse Bill Clinton), bisogna dire che la riflessione filmica sul potere di Eastwood è dirompente, che esso non è stato colto adeguatamnente in Italia e in genere in Europa, dove certe valutazioni sono diverse(Hollande in Francia non ha fatto cose molto diverse, ma,.
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Anche"Absolute Power"(1997)di Clint Eastwood, da un romanzo di David Baldacci dell'anno prima, sceneggiatura di WIlliam Goldman(una garanzia)mostra il continuo desiderio-riuscitissimo-di Clint di innovare-innovarsi rispetto al passato, nella sua ormai lunga filmografia come regista/autore(era già lunga allora, inutile dire che lo è ancora di più oggi), nella capacità di scegliere temi nuovi, approcci diversi, sia tecnicamente(la minuzia del ladro protagonista poi di un delitto è quello dell'entomologo, si vedano già le prime scene del film)sia in altro senso, nella complessiva produzione di senso. Se il thriller è perfetto, smascherando il falso puritanesimo e il moralismo ipocrita che avvolgono la figura del"the president"in campp sessuale negli States(si consideri che il film esce poco dopo lo scandalo Monika Lewinski che coinvolse Bill Clinton), bisogna dire che la riflessione filmica sul potere di Eastwood è dirompente, che esso non è stato colto adeguatamnente in Italia e in genere in Europa, dove certe valutazioni sono diverse(Hollande in Francia non ha fatto cose molto diverse, ma,..diverse erano le valutazioni dei Francesi, che si limitavano a qualche battuta), Senza voler dare valutazioni stringenti, Eastwood sembra muoversi da uomo di destra ma"libertarian", in modo autonomo rispetto a giudizi stereotipati, dando un quadro fenomenologico veritiero oltre il"probabile", il"qauasi certo"et similia... Film curatissimo, analitico e al tempo stesso capace di grandi sintesi, "Absolute Power"ci ridà anche un Clint attore sempre attentissimo(altro che le due forme interpretative individuate per scherzo da Sergio Leone a suo tempo...), capace di"fregolismo"senza mai essere buffonesco e meno che mai"buffo", sempre attento, invece, alla sua divisa di "voleur gentilhomme"che però non condivide nulla con il mito di Arsène Lupin. Da ristudiare, diremmo, questo film, con particolare attenzione alla prova di Gene Hackamn quale"president", di Ed Harris, Laura Linney, di altri/e interpreti ancora, in un film dove ogni tassello rimanda straordinariamente bene a tutto il puzzle. El Gato
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mauro
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giovedì 20 dicembre 2018
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poca professionalità
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Dite ai vostri programmatori di guardare un film prima di pubblicare trame che non hanno nulla a che fare col filo stesso..
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rmarci05
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lunedì 29 ottobre 2018
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un coinvolgente e attuale thriller politico
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Clint Eastwood dirige e interpreta bene un attuale e coinvolgente thriller politico in cui denuncia la falsità di alcuni politici e la difficoltà nel combattere le ingiustizie del sistema che detiene il potere. Per fare ciò però il regista usa lo stereotipo poco efficace del "solo contro tutti". Un buon film, ben girato e ricco di tensione. 3 stelle e mezzo.
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gustibus
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sabato 16 settembre 2017
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il potere semplice di eastwood
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Io adoratore del mito Eastwood da Sergio Leone in poi,ho 64anni e a 15 facevo un quaderno su Cliente,con i ritagli delle locandine dei film che negli anni 70si susseguivano.Avevo molte critiche che mi dicevano "ma che ci trovi in quell'attore?"..non dico che e'un attore da "actor studio"ma e'spontaneo ed e'diventato ora tra i piu'bravi registi viventi.Questo bel film(non un capolavoro eh!)e' talmente semplice che impostato con la sua mano,la sua direzione,le musiche da lui composte,diventa un racconto che visto 21 anni dopo non stanca mai.Lui ci mette poesia quando dirige questo "Potere assoluto" sorretto da Gene Hackman(il presidente degli Stati Uniti),L.
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Io adoratore del mito Eastwood da Sergio Leone in poi,ho 64anni e a 15 facevo un quaderno su Cliente,con i ritagli delle locandine dei film che negli anni 70si susseguivano.Avevo molte critiche che mi dicevano "ma che ci trovi in quell'attore?"..non dico che e'un attore da "actor studio"ma e'spontaneo ed e'diventato ora tra i piu'bravi registi viventi.Questo bel film(non un capolavoro eh!)e' talmente semplice che impostato con la sua mano,la sua direzione,le musiche da lui composte,diventa un racconto che visto 21 anni dopo non stanca mai.Lui ci mette poesia quando dirige questo "Potere assoluto" sorretto da Gene Hackman(il presidente degli Stati Uniti),L.Linley(la figlia),E.G.Marchall(il potente sen.Sullivan)Ed Harris che indaga sull'omicidio della moglie di Sullivan e alla fine si innamora anche della figlia di Luther(il ladro gentiluomo dove il nostro Eastwood la fa da padrone.Il finale non va raccontato,ma visto!mi raccomando da vedere eh!per cinefili eastwoodiani.
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toty bottalla
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venerdì 15 novembre 2013
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giustizia politica!
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Una storia inverosimile raccontata con maestria e mestiere facendo finta di crederci: tiratori scelti armati di mezzi sofisticati, spiegamento di agenti dappertutto prima mancano il bersaglio poi lo perdono di vista, è assurdo ma necessario affinchè la trama continui, così ci godiamo un sempre grande eastwood e il lieto fine di una storia a cui credi fino ai titoli di coda. Saluti.
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archipic
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martedì 12 marzo 2013
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il mestiere del cineasta
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Un film di mestiere, con tutti gli ingredienti per un ottimo intrattenimento. Buon cast, bella trama, giusto intrigo, sufficiente azione e buon ritmo della narrazione. Un "delicato" attacco al potere ed ai suoi risvolti più antipatici e meschini. Una pellicola che si inserisce a pieno titolo tra le migliori del buon Clint. Da vedere.
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denzel for ever
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mercoledì 21 dicembre 2011
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mi aspettavo di piu dal grande clint
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gli do 3 stelle perche è clint ...ma secondo me ne merita 2.5 qst film...che è un po lento e scontato...nn decolla mai....certo nn è inguardabile...ma da uno cm lui ci si aspetta di piu
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satanson
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martedì 5 luglio 2011
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intrattenimento o denucia?
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Secondo il mio parere, questo film non ha fini di denucia, non cerca di aprire gli occhi alla gente: tutti, bene o male sanno, o meglio suppongono che, in qualche modo ogni potere costituito e non, ha il suo lato oscuro. La messa in scena stessa, le scelte registiche adottate sembrano trascendere i canoni tipici dei film di denuncia politica. Quel genere di film (quelli di denucia) assumono forme diverse da questo: i protagonisti di tali vicende vengono a capo della situazione scavando dentro al sistema stesso. In questo mi risulta invece più evidente una storia privata che ha il solo fine di intrattenere, fine che raggiunge in modo impressionante. Che il nome di Clint Eastwood conduca chiunque a pensare che debba esserci per forza un messaggio morale dietro alla narrazione è comprensibile.
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Secondo il mio parere, questo film non ha fini di denucia, non cerca di aprire gli occhi alla gente: tutti, bene o male sanno, o meglio suppongono che, in qualche modo ogni potere costituito e non, ha il suo lato oscuro. La messa in scena stessa, le scelte registiche adottate sembrano trascendere i canoni tipici dei film di denuncia politica. Quel genere di film (quelli di denucia) assumono forme diverse da questo: i protagonisti di tali vicende vengono a capo della situazione scavando dentro al sistema stesso. In questo mi risulta invece più evidente una storia privata che ha il solo fine di intrattenere, fine che raggiunge in modo impressionante. Che il nome di Clint Eastwood conduca chiunque a pensare che debba esserci per forza un messaggio morale dietro alla narrazione è comprensibile. Ovviamente esso c'è, ma nel modo in cui quasi ogni film condanna ciò che è male inneggiando al bene. Nel film in questione, che non cerca il confronto con film di denucia politica sicuramente molto più espliciti (come quelli di Michael Moore, ma anche diversi registi del cinema cosidetto "narrativo"), prevale la figura del protagonista, un eroe complesso che fa il suo "viaggio" (nel senso Vogleriano del termine). Un eroe che parte dalla sua situazione di normalità ma che si trova implicato ben presto in un fatto di cronaca di dimensioni nazionali; un eroe che all'inizio cerca la fuga ma che, dopo l'intervento di ciò che gli farà cambiare idea, prosegue il suo cammino verso il vero.
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