giulio andreetta
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mercoledì 28 ottobre 2020
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grande capolavoro con alberto sordi
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Grande capolavoro con Alberto Sordi e regia di Ettore Scola. Si tratta di un adattamento cinematografico di un pezzo teatrale scritto da Friedrich Dürrenmatt. La trama è semplice e allo stesso tempo avvincente: un uomo che sta traghettando una considerevole somma di contanti in una banca svizzera rimane in panne con la sua auto in mezzo alle montagne. Qui riuscirà fortunosamente a ricevere ospitalità presso un antico castello medievale, ospite nientemeno che di un conte e di alcuni suoi amici. Ma tutti loro si rivelano essere giudici o avvocati in pensione che per diletto organizzano finti processi, e in questo caso l'imputato è proprio Alberto Sordi.
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Grande capolavoro con Alberto Sordi e regia di Ettore Scola. Si tratta di un adattamento cinematografico di un pezzo teatrale scritto da Friedrich Dürrenmatt. La trama è semplice e allo stesso tempo avvincente: un uomo che sta traghettando una considerevole somma di contanti in una banca svizzera rimane in panne con la sua auto in mezzo alle montagne. Qui riuscirà fortunosamente a ricevere ospitalità presso un antico castello medievale, ospite nientemeno che di un conte e di alcuni suoi amici. Ma tutti loro si rivelano essere giudici o avvocati in pensione che per diletto organizzano finti processi, e in questo caso l'imputato è proprio Alberto Sordi... Questa è l'occasione, per il protagonista, di rievocare il proprio passato alla ricerca di qualche macchia, di qualche delitto...
Si tratta di un thriller psicologico estremamente ben diretto e recitato. La splendida fotografia e un buon ritmo narrativo creano questo piccolo gioiello, che rappresenta anche uno dei migliori film interpretati da Sordi, in questo caso protagonista di una parte drammatica. 5 Stelline.
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renatoc.
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sabato 21 ottobre 2017
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insolito film dell' albertone nazionale
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Film mai più riproposto dopo la prima uscita, (negli anni '70 si usava ancora riproporre i films di alcuni anni prima nei periodi estivi!) e con rarississimi passaggi in TV! Mi è capitato di rivederlo pochi giorni fa e l'ho trovato un film veramente insolito! Un imprenditore italiano che segue un'esca, cioè una janet Agren in moto con casco ma con una scollatura che le arrivava al ventre e lo porta in un castello dove dei magistrati in pensione si dilettavano a fare dei processi a dei malcapitati ospiti! Qui il protagonista ritrova la motociclista nei panni di una cameriera del castello, ma non la riconosce! L'Albertone alla fine, anche attratto dall'idea di una possibile notte con la cameriera, accetta di lasciarsi processare, e lì vengono f
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Film mai più riproposto dopo la prima uscita, (negli anni '70 si usava ancora riproporre i films di alcuni anni prima nei periodi estivi!) e con rarississimi passaggi in TV! Mi è capitato di rivederlo pochi giorni fa e l'ho trovato un film veramente insolito! Un imprenditore italiano che segue un'esca, cioè una janet Agren in moto con casco ma con una scollatura che le arrivava al ventre e lo porta in un castello dove dei magistrati in pensione si dilettavano a fare dei processi a dei malcapitati ospiti! Qui il protagonista ritrova la motociclista nei panni di una cameriera del castello, ma non la riconosce! L'Albertone alla fine, anche attratto dall'idea di una possibile notte con la cameriera, accetta di lasciarsi processare, e lì vengono fuori gli altarini! Avava fatto morire il suo principale per prenderne il posto ed in un modo tremendamente subdolo: facendosi trovare a letto con la moglie del principale, che soffriva di cuore, e facendolo così morire d'infarto! I magistrati quindi lo condannano alla pena di morte! Ma il processo doveva essere una farsa però spinta così in fondo che alla fine gli regalano un papiro con scritta la condanna a morte in un contenitore di cartone duro, cilindrico! Sulla via del ritorno il protagonista incontra di nuovo la motociclista e la segue nuovamente, lasciandosi trascinare in una strada interrotta ma non riuscendo a frenare prima di cadere nel precipizio perchè il contenitore della condanna a morte gli va a finire sotto il freno a quindi la macchina supera lo sbarramento a precipita nel burrone! Mentre precipita, Sordi vede la motociclista che si toglie il casco e riconosce in lei la cameriera del castello! Allora, nonostante stia per morire, scoppia in una risata mentere precipita comprendendo che i magistrati in pensione rappresentano i giustizieri, e la ragazza la morte! Infatti quando gli viene comunicata la sentenza di morte si vedono gli occhi di Janet Agren diventare spiritati, quasi di fuoco! La morale non è nuova: "Chi la fa, l'aspetti!!"
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parsifal
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venerdì 12 maggio 2017
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l'inaspettato è sempre in agguato
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IL Maestro Scola, con la collaborazione di Amidei, nel 1972 decise di mettere su pellicola il racconto La Panne, Una storia ancora possibile diF. Durrenmatt, che collaborerà alla stesura della Sceneggiatura. Vicenda decisamente intrigante ed originale, condita con ironia e a tratti a tinte fosche, narra del viaggio di un manager italiano, spregiudicato e con pochi scrupoli, interpretato da A. Sordi, in Svizzera con il fine di esportare illegalmente dei capitali e depositarli nelle banche elvetiche. Terminata l'operazione, il gaudente manager non resiste alla tentazione di seguire una conturbante motociclista ( Janet Agren) sino a raggiungere una disagiata strada di montagna , in prossimità di un castello.
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IL Maestro Scola, con la collaborazione di Amidei, nel 1972 decise di mettere su pellicola il racconto La Panne, Una storia ancora possibile diF. Durrenmatt, che collaborerà alla stesura della Sceneggiatura. Vicenda decisamente intrigante ed originale, condita con ironia e a tratti a tinte fosche, narra del viaggio di un manager italiano, spregiudicato e con pochi scrupoli, interpretato da A. Sordi, in Svizzera con il fine di esportare illegalmente dei capitali e depositarli nelle banche elvetiche. Terminata l'operazione, il gaudente manager non resiste alla tentazione di seguire una conturbante motociclista ( Janet Agren) sino a raggiungere una disagiata strada di montagna , in prossimità di un castello. L'auto d'improvviso si fermerà e l'incauto uomo d'affari dovra incamminarsi alla volta del maniero , dove incontrerà il Conte de LA Brunetiere ( Pierre Brasseur) , erede unico di tutta l' austera tenuta. Dopo un iniziale equivoco , il Conte chiamerà i meccanici di sua fiducia che non riscontreranno guasti ed inviterà a cena il Dott. Rossi. E nel frattempo , gli presenta i suoi compagni di permanenza la castello; tutti avvocati e magistrati in pensione , di grande intelletto e spirito. L'affarista resterà e si presterà volentieri al gioco che gli viene proposto; essere l'imputato di un processo immaginario, al fine di stabilire se la sua esistenza è davvero così limpida come egli afferma. Ma tra una portata e l'altra, annaffiate da ottimi vini d'annata, a furia di scavare, cosa nella quale il pubblico ministero Michel Simon si adopera oltremisura con acume e scaltrezza, si scoprono molti lati nascosti. IL Dottor Rossi non è affatto dottore, ha fatto carriera non in virtù dei suoi meriti ma solo grazie alla scaltrezza ed alla mancanza di scrupoli e nasconde una relazione extra coniugale. La difesa chiedrà l'assoluzione , mirando alla pochezza intellettuale dell'imputato, mentre il pubblico ministero lo dipingerà come uno dei peggiori malfattori esistenti, che non ha esistato a provocare volontariamente la morte di un collega per poi subentrare al suo posto. Quindi la condanna a morte viene accettata. Tornato in camera , offuscato dalle libagioni e preda del desiderio
di possedere la cameriera ( La misteriosa motociclista era al servizio del conte) , cade in un sonno agitato , popolato da mille incubi. Al risveglio, gli verrà comunicato che si trova in un albergo pagherà un conto salatissimo. Ma non è tutto, perchè il conto che dovrà saldare una volta uscito da quelle mura sarà molto più alto. Ottima scenaggiatura e notevole interpretazione , nonchè splendide ambientazioni, all'interno del castello di Tures( Bolzano). Intrigante.
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toty bottalla
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venerdì 2 agosto 2013
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la morte ha gli occhi azzurri!
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Il racconto di dùrrenmatt è suggestivo ma forse un regista come scola avrebbe potuto distaccarsi di più dalla narrazione originale dando più mistero all'evento filmico steatralizzandolo un pò, il finale delude perchè privo di magia, sordi è bravo come sempre e janet agren...una dolce morte! Saluti.
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marco governi
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giovedì 7 marzo 2013
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confesso di avere peccato in parole opere e omi...
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Alberto Sordi in grande forma, smagliante. Un film onirico. Come può essere una corte che giudica il comportamento sociale di un individuo (SordI), che non ha commesso nessun reato effettivo, ma che il suo malanimo e desiderio di successo lo rendono meschino, piacione, succube degli eventi, approfittatore, tenero. Un processo alla coscienza di Sordi (forte l'influsso Freudiano). I giudici ti obbligano a confrontarti con la tua coscienza, vita vissuta fino a quel momento. Quanti ne avrebbero voluti condannare di imputati, colpevoli solo di meschinità e di avere desiderato il male? Con questo gioco hanno l'occasione. Bellissima Simonetta diavolo tentatore all'inizio del film e angelo della morte alla fine.
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marco petrini
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mercoledì 11 luglio 2012
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la giustizia divina?
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Il film è bello fino al Giudizio del Tribunale: il finale del film è veramente sconcertante. Peccato, un film da quattro stelle, interpretato discretamente, con un sempre discreto Alberto Sordi, reso poco gradevole da un finale che, come minimo, sembra tirato via. Meritava certamente una conclusione diversa.
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dario
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giovedì 29 settembre 2011
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pasticciato
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Il finale rovina tutto. Peccato perchè il meccanismo funziona bene, la recitazione è gradevole e l'ambientazione perfetta. Sordi funziona perchè interpreta soltanto, non dirige (ultima, sciagurata parte della sua carriera: la perla della quale è la recitazione in Tutti a casa). I 4 francesi sanno recitare anche senza parlare. Una Janet Agren, poi, al top in tutti i sensi.
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fsromait
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lunedì 22 marzo 2010
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torno dopo aver letto l'originale di durrenmatt e
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... non posso fare a meno di ribadire che, semmai, il grande Ettore Scola e Sergio Amidei non hanno snaturato nulla bensì, semmai, non possono aver fatto altro che, sapientemente, sviluppare e ampliare i significati intrinseci all'opera dello scrittore svizzero. Molto bello il preambolo narrativo del breve libro; belli i dialoghi e le battute della prima parte, che si ritrovano quasi invariati nel film; tuttavia, il "divenire" e la "nemesi" finale, rappresentati nell'opera di Scola, a mio avviso trascendono di gran lunga gli spazi e i tempi relativamente angusti e affrettati della pura ed essenziale narrazione originale. Scola e Amidei conferiscono al racconto, insieme all'ambientazione "sperduta" tra le montagne svizzere, un elemento onirico e, ripeto, "senza tempo", che non sono riuscito a ritrovare nel libro; quest'ultimo ha un valore di "prodromo" ispiratorio che richiedeva di essere raccolto e fatto evolvere.
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... non posso fare a meno di ribadire che, semmai, il grande Ettore Scola e Sergio Amidei non hanno snaturato nulla bensì, semmai, non possono aver fatto altro che, sapientemente, sviluppare e ampliare i significati intrinseci all'opera dello scrittore svizzero. Molto bello il preambolo narrativo del breve libro; belli i dialoghi e le battute della prima parte, che si ritrovano quasi invariati nel film; tuttavia, il "divenire" e la "nemesi" finale, rappresentati nell'opera di Scola, a mio avviso trascendono di gran lunga gli spazi e i tempi relativamente angusti e affrettati della pura ed essenziale narrazione originale. Scola e Amidei conferiscono al racconto, insieme all'ambientazione "sperduta" tra le montagne svizzere, un elemento onirico e, ripeto, "senza tempo", che non sono riuscito a ritrovare nel libro; quest'ultimo ha un valore di "prodromo" ispiratorio che richiedeva di essere raccolto e fatto evolvere. Scola, la cui cinematografia degli anni '70 é stata davvero nel segno della piena maturità umana e professionale, coglie pienamente questo compito e centra l'obiettivo con uno stuolo d'attori, probabilmente, da Oscar, tra i quali Albertone giganteggia in una sontuosa e sapiente sintesi del proprio universo di personaggi simpatici e canaglieschi.
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ludwigo
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sabato 10 gennaio 2009
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sordi strabiliante
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Bellissimo film, uno dei miglio del Sordi anni Settanta
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carla g.
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giovedì 25 ottobre 2007
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film "la più bella serata della mia vita"
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neppure io capisco perchè questo film sia stato dimenticato, soprattutto dalla critica . D'accordo, si discosta molto dall'originale dal racconto di Duerrenmatt, ma è dichiaratmente aquesto "liberamene ispirato". Grande cast, gande Sordi, atmosfera magica, sospesa nel tempo, e finale carico di significati (ineluttabilità del "giudizio" che aspetta ciascuno di noi, come è scritto in uno dei precedenti commenti) .
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