annibale
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sabato 15 dicembre 2018
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interpretazione troppo grezza.
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Mah, sarà un gioiellino, però l'ho trovato troppo breve e l'interpretazione della Hepburn (mia attrice idolo di sempre), esageratamente sopra loe righe.
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mondolariano
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venerdì 20 maggio 2011
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la versione più bella del romanzo
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I film più datati sono sempre meglio dei remake, specie quando la loro epoca si avvicina maggiormente all’epoca dei romanzi originali. L’ottima versione di George Cukor è dunque la migliore, un gioiellino classico che più classico non si può, testimonianza di un’epoca imbevuta di buoni sentimenti. Quasi metà della storia si sofferma intorno alla festa natalizia delle sorelle, delizioso mondo di affetti familiari di cui il vecchio cinema americano è sempre maestro. Ma essendo il film troppo breve per rendere l’idea dello scorrere del tempo (a differenza di “Via col Vento”) il processo di maturazione delle ragazze è sacrificato nella seconda parte, che risulta troppo frettolosa rispetto alla prima.
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I film più datati sono sempre meglio dei remake, specie quando la loro epoca si avvicina maggiormente all’epoca dei romanzi originali. L’ottima versione di George Cukor è dunque la migliore, un gioiellino classico che più classico non si può, testimonianza di un’epoca imbevuta di buoni sentimenti. Quasi metà della storia si sofferma intorno alla festa natalizia delle sorelle, delizioso mondo di affetti familiari di cui il vecchio cinema americano è sempre maestro. Ma essendo il film troppo breve per rendere l’idea dello scorrere del tempo (a differenza di “Via col Vento”) il processo di maturazione delle ragazze è sacrificato nella seconda parte, che risulta troppo frettolosa rispetto alla prima. Il ruolo di Jo sembra tagliato su misura per l’insuperabile Katharine Hepburn.
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bluebeard
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mercoledì 2 settembre 2009
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la migliore?
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Abbagliato dalle critiche entusiastiche (o presunte tali) nei confronti di questo film, ho deciso di dargli un'occhiata, dal momento che "Piccole Donne" è un romanzo che ho sempre apprezzato. Dopo estenuanti ma vane ricerche, sono riuscito a vederlo su Sky, ma purtroppo scevro del doppiaggo italiano originale, che aveva ricevuto dalla critica di allora speciali apprezzamenti, soprattutto per la voce data a Katharine Hepburn (Jo) che pare fosse particolarmente indovinata. Il nuovo doppiaggio vede all'opera Cinzia De Carolis (Jo), Alessandra Korompay (Meg), Barbara Berengo Gardin (Beth), Claudia Razzi (Amy), Roberto Pedicini (Laurie), Franco Zucca (Fritz Bhaer), Franca Dominici (Zia March) e altri; nel complesso il risultato è gradevole, anche se ho avuto le mie riserve, soprattutto per la De Carolis che nei punti comici fa sembrare Jo un'oca logorroica e in quelli intensi e romantici patetica e affettata.
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Abbagliato dalle critiche entusiastiche (o presunte tali) nei confronti di questo film, ho deciso di dargli un'occhiata, dal momento che "Piccole Donne" è un romanzo che ho sempre apprezzato. Dopo estenuanti ma vane ricerche, sono riuscito a vederlo su Sky, ma purtroppo scevro del doppiaggo italiano originale, che aveva ricevuto dalla critica di allora speciali apprezzamenti, soprattutto per la voce data a Katharine Hepburn (Jo) che pare fosse particolarmente indovinata. Il nuovo doppiaggio vede all'opera Cinzia De Carolis (Jo), Alessandra Korompay (Meg), Barbara Berengo Gardin (Beth), Claudia Razzi (Amy), Roberto Pedicini (Laurie), Franco Zucca (Fritz Bhaer), Franca Dominici (Zia March) e altri; nel complesso il risultato è gradevole, anche se ho avuto le mie riserve, soprattutto per la De Carolis che nei punti comici fa sembrare Jo un'oca logorroica e in quelli intensi e romantici patetica e affettata. Quindi il nuovo doppiaggio (forse necessario perchè quello originale è andato smarrito o non si è riusciti a restaurarlo) ha penalizzato non poco la pellicola, di per sé non eccezionale. La regia di Cukor mi ha dato parecchie perplessità (specie nel finale, chi l'ha visto mi crederà) ma soprattutto la Hepburn/Jo non mi ha convinto per niente: sarà pur stata indubbiamente una grandissima caratterista (basti pensare ad altri suoi lavori, come Scandalo a Philadelphia, anche quello diretto da Cukor) ma nel ruolo di Jo non l'ho trovata una scelta felice. Troppo artificiosa, troppo sopra le righe (e in questo, mi ripeto, non è stata aiutata dalla doppiatrice ed è un vero peccato), insomma non penso che Josephine March, l'alter ego di Louisa May Alcott, corrisponda al personaggio della Hepburn. Non è detto che una ragazza-maschiaccio debba necessariamente distinguersi perchè sbraita e parla a macchinetta, almeno io non l'ho mai vista così. Poi non ho riscontrato un'intesità drammatica pari a quella sulla carta: per esempio, nella scena della morte di Beth (l'attrice che la interpretava era orribile, ma dove l'hanno pescata?), il dolore è impalpabile, il cuore non si intenerisce, non si provano emozioni e dov'è allora lo scopo prncipale di un film come "Piccole Donne" se non comunicare qualcosa che vada aldilà del protofemminismo? In barba ai critici che provano un'acre idiosincrasia per i buoni sentimenti e il romanticismo, che probabilmente hanno dato il loro Ok a questo film visto che di emozioni il regista ce ne ha lesinate parecchie. Giudizio quindi negativo per un film da cui mi aspettavo qualcosa di più. Salverei dal disastro generale, solo la scena in cui Laurie si dichiara a Jo, l'unica visibilmente vibrante e intensa.
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anonimo
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sabato 8 gennaio 2005
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errore
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la sorella maggiore è Meg, la prima a sposarsi. Jo, la secondogenita, si trasferisce a New York dopo il matrimonio di meg.
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