Perché il signor R. è diventato matto?

Dietro a ciò che viene considerata normalità si possono, invece celare le ragioni che portano ad atti imprevedibilmente folli. In questo quarto film di Fassbinder, per esempio, uccidere la propria famiglia e una amica della moglie, parecchio disturbante. Il film, questo cerca di motivare. Lo fa nel modo più giusto: attraverso la normalità d’una quotidianità scandita dal lavoro, dagli incontri con gli amici, dal rapporto apparentemente tranquillo con moglie e figlio. In queste sequenze, però, si incuneano delle crepe: la noia e l’estraneità, il dolore e l’inadeguatezza, il senso di una sconfitta e di un’oppressione. Vediamo il protagonista, un disegnatore tecnico, con i colleghi, mentre lavora e in pausa pranzo, con amici-amiche (si fa per dire) intorno a divani o a tavoli, in cui ci si racconta, si chiacchiera, si discute. [+]

Dietro a ciò che viene considerata normalità si possono, invece celare le ragioni che portano ad atti imprevedibilmente folli. In questo quarto film di Fassbinder, per esempio, uccidere la propria famiglia e una amica della moglie, parecchio disturbante. Il film, questo cerca di motivare. Lo fa nel modo più giusto: attraverso la normalità d’una quotidianità scandita dal lavoro, dagli incontri con gli amici, dal rapporto apparentemente tranquillo con moglie e figlio. In queste sequenze, però, si incuneano delle crepe: la noia e l’estraneità, il dolore e l’inadeguatezza, il senso di una sconfitta e di un’oppressione. Vediamo il protagonista, un disegnatore tecnico, con i colleghi, mentre lavora e in pausa pranzo, con amici-amiche (si fa per dire) intorno a divani o a tavoli, in cui ci si racconta, si chiacchiera, si discute. La parola spesso è rituale e, a volte, ipocrita, qualche volta fastidiosa; certi volti, soprattutto quello del protagonista non lo sono. E qui entra in gioco la cinepresa a mani che, disegnando traiettorie, sottolinea, mettendo in luce disagi, lontananze, oppressioni. Soprattutto nella sequenza emblematica del film: lui che vuole ascoltare la TV, forse senza neppure interesse, ma che viene inesorabilmente disturbato da una chiacchiera fluviale, continuamente ripresa, da un’ amica della moglie. Film radiografia che conserva un’intatta freschezza per verità e asciuttezza stilistica. [-]

DOPO I DUE PRIMI LUNGOMETRAGGI (VERI E PROPRI CAPOLAVORI) FASSBINDER CI PORTA LONTANO DAL TERRITORIO NOIR CUI CI AVEVA ABITUATI,E CI TROVIAMO NUOVAMENTE A MONACO MA CON UNA STORIA REALE DI TUTTI I GIORNI FORSE,DOVE L'ESPOSIONE DELLA FOLLIA POTREBBE ESSERE UNA PROBABILITA' CHE RISIEDE IN OGNUNO DI NOI.LA STORIA INCOMINCIA CON LA PRIMA SEQUENZA IN CUI ALCUNI COLLEGHI DEL SIGNOR R (CHIAMATO COSI QUASI FOSSE UN'INCOGNITA ) SI RACCONTANO DELLE BARZELLETTE,E L'ULTIMA DETTA SARA' IN REALTA' LA SCENA FINALE DEL FILM,E NON SARA' COSI COMICA COME SEMBRA.TUTTAVIA LA STORIA INCOMINCIA CON UN DIALOGO FRA LA MOGLIE DEL SIGNOR R ED IL MEDESIMO,NEI LORO DISCORSI TRASPARE L'INSOFFERENZA MA SOPRATTUTTO SI PARLA SOLO DI OBBLIGHI( LA MAGGIOR PARTE DEL FILM SI MUOVE SU QUESTA TEMATICA). [+]

DOPO I DUE PRIMI LUNGOMETRAGGI (VERI E PROPRI CAPOLAVORI) FASSBINDER CI PORTA LONTANO DAL TERRITORIO NOIR CUI CI AVEVA ABITUATI,E CI TROVIAMO NUOVAMENTE A MONACO MA CON UNA STORIA REALE DI TUTTI I GIORNI FORSE,DOVE L'ESPOSIONE DELLA FOLLIA POTREBBE ESSERE UNA PROBABILITA' CHE RISIEDE IN OGNUNO DI NOI.LA STORIA INCOMINCIA CON LA PRIMA SEQUENZA IN CUI ALCUNI COLLEGHI DEL SIGNOR R (CHIAMATO COSI QUASI FOSSE UN'INCOGNITA ) SI RACCONTANO DELLE BARZELLETTE,E L'ULTIMA DETTA SARA' IN REALTA' LA SCENA FINALE DEL FILM,E NON SARA' COSI COMICA COME SEMBRA.TUTTAVIA LA STORIA INCOMINCIA CON UN DIALOGO FRA LA MOGLIE DEL SIGNOR R ED IL MEDESIMO,NEI LORO DISCORSI TRASPARE L'INSOFFERENZA MA SOPRATTUTTO SI PARLA SOLO DI OBBLIGHI( LA MAGGIOR PARTE DEL FILM SI MUOVE SU QUESTA TEMATICA).L'OBBLIGO PER R.FORSE E' AVERE UNA MOGLIE,UN FIGLIO,UN LAVORO,MA LA CAUSA CHE PORTA IL NOSTRO PERSONAGGIO ALLA STRAGE FINALE QUALE PUO' ESSERE?LA CAUSA STA NELL'INCOMUNICABILTA',DOVE TALE OSTACOLO DIVENTA INSUPERABILE,(R.NON RIESCE AD OPPORSI ALLA MOGLIE NEMMENO QUANDO LO INSULTA SEPPUR NON ACCADA SPESSO CHE LO FACCIA)UNO SCOGLIO DOVE L'ESIGENZA DI UCCIDERE DIVENTA L'ELEMENTO DI COMUNICABILITA'( SI BADI BENE CHE L'ARMA DELLA STRAGE E' UN CANDELABRO DOVE R. ACCENDE UNA FIAMMA QUASI SIMBOLEGGIASSE LA SCINTILLA DELLA SUA FOLLIA) IL TUTTO NASCE PERCHE' R. E' UN UOMO VUOTO NON HA EMOZIONI NE IN POSITIVO NE IN NEGATIVO(QUANDO LO DERIDONO LE COMMESSE DI UN NEGOZIO DI DISCHI) E' SOLO UNA MACCHINA CHE SVOLGE IL SUO LAVORO(NELLE PRIME SCENE APPARE LUI ED I SUOI AMICI AL LAVORO E SEMBRANO VERE E PRORPIE MACCHINE)INCONSAPEVOLE DI CIO PORTA FORSE UNA FOLLE LUCIDITA' FINALE DOVE E' L'UNICO MODO PER USCIRE DALLA MECCANICITA'.UN FASSBINDER CHE DESCRIVE LA FOLLIA IN UN CONTESTO BORGHESE DOVE IL MATERIALISMO(QUANDO I PARENTI DI R. SCHERZANDO CON LA MOGLIE DICONO CHE GLI UOMINI SERVONO SOLO A PORTARE SOLDI)DIVIENE SEMPRE UN'OSTACOLO PER L'ANIMO UMANO DERUBANDOLO DEL SUO IO,PERSINO R. HA UN MALDITESTA DICE AL DOTTORE ,MA TALE CAUSA DERIVA DAL SUO INCESSANTE DESIDERIO INCONSCIO DI TRONCARE UNA REALTA' CHE NON VUOLE.UN GRANDE FASSBINDER CHE COME SEMPRE PORTA A FARCI RIFLETTERE SU COME POSSA UN UOMO IMPAZZIRE SEPPUR APPARENTEMENTE ABBIA TUTTO,MA IL TUTTO E' AVERE TUTTO O AVERE SE STESSI?

Una storia di ordinaria follia portata avanti in maniera piuttosto monocorde e noiosa da un Fassbinder un po' presuntuoso, questa volta. Ho rischiato più volte di addormentarmi.