fabio 3121
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domenica 14 marzo 2021
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la redenzione e la morte del padrino
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il film scorre per circa 3 ore attraverso 3 principali locations: 1) New York dove il Padrino Michael Corleone (Al Pacino) riceve dall'Arcivescovo Gilday una bolla papale per le opere benefiche; 2) Roma dove il Padrino investe 600 milioni di dollari nella Banca Vaticana per entrare nella società Internazionale Immobiliare ponendo fine così ai suoi affari "poco legali" legati ai Casinò e al gioco d'azzardo. A Roma il Padrino, ormai anziano e malato di diabete, troverà la forza per confessarsi al Cardinale Lamberto - futuro Papa - in cerca di redenzione e perdono soprattutto per l'uccisione del fratello Fedro; 3) Palermo dove il Padrino giunge per assistere al debutto del figlio Anthony come cantante lirico al Teatro Massimo nell'opera "Cavalleria Rusticana".
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il film scorre per circa 3 ore attraverso 3 principali locations: 1) New York dove il Padrino Michael Corleone (Al Pacino) riceve dall'Arcivescovo Gilday una bolla papale per le opere benefiche; 2) Roma dove il Padrino investe 600 milioni di dollari nella Banca Vaticana per entrare nella società Internazionale Immobiliare ponendo fine così ai suoi affari "poco legali" legati ai Casinò e al gioco d'azzardo. A Roma il Padrino, ormai anziano e malato di diabete, troverà la forza per confessarsi al Cardinale Lamberto - futuro Papa - in cerca di redenzione e perdono soprattutto per l'uccisione del fratello Fedro; 3) Palermo dove il Padrino giunge per assistere al debutto del figlio Anthony come cantante lirico al Teatro Massimo nell'opera "Cavalleria Rusticana". In tutto questo la figlia Mary (Sofia Coppola) si innamorerà del cugino Vincent (Andy Garcia) figlio di Sonny. Non mancano colpi di scena e vari tentati attentati al Padrino che ormai vecchio ritorna a vivere in Sicilia nella villa dove era morta la prima moglie Apollonia e qui morirà affranto per tutte le tragedie familiari legate alla sua attività malavitosa. La pellicola, coosceneggiata da Mario Puzio e dal regista Francis Ford Coppola, è un buon film con una trama abbastanza articolata come i primi 2 capitoli ma soffre per una eccessiva lentezza e durata. Pregievoli sempre la scenografica e la fotografia. Buona la prova del cast, una menzione merita la performance di Andy Garcia. Il film, anche se uscito a diversi anni di distanza dalle prime 2 parti, è la giusta conclusione di una saga familiare italo/americana che ormai è entrata nella storia del cinema mondiale. Voto al film: 7,5/10.
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jena plissken 97
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venerdì 28 giugno 2019
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conclusione in grande stile per una grande saga
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“Il padrino- parte III” è un grande film. Non è un film perfetto, soffre di magniloquenza e prolissità, non mancano scompensi a livello di scrittura, ma è un grande film. Come negli altri capitoli (nel secondo forse ancor più che nel primo), la trama è solo lo sfondo, lo spunto da cui partire per l’analisi dei comportamenti di personaggi che hanno attraversato quasi vent’anni di storia del cinema. Forse, proprio per questo, risultano inadeguate alcune lungaggini in cui l’intreccio sembra perdersi, a differenza degli altri due lungometraggi, il cui andamento narrativo era talora ellittico. Non viene meno però la creazione di alcune immagini potenti e imponenti, di squisite sequenze di puro cinema, cosa che ha sempre caratterizzato la saga (considerate l’incursione in elicottero all’inizio o il gran finale al teatro massimo di Palermo).
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“Il padrino- parte III” è un grande film. Non è un film perfetto, soffre di magniloquenza e prolissità, non mancano scompensi a livello di scrittura, ma è un grande film. Come negli altri capitoli (nel secondo forse ancor più che nel primo), la trama è solo lo sfondo, lo spunto da cui partire per l’analisi dei comportamenti di personaggi che hanno attraversato quasi vent’anni di storia del cinema. Forse, proprio per questo, risultano inadeguate alcune lungaggini in cui l’intreccio sembra perdersi, a differenza degli altri due lungometraggi, il cui andamento narrativo era talora ellittico. Non viene meno però la creazione di alcune immagini potenti e imponenti, di squisite sequenze di puro cinema, cosa che ha sempre caratterizzato la saga (considerate l’incursione in elicottero all’inizio o il gran finale al teatro massimo di Palermo). I nuovi innesti nel cast, generalmente, funzionano: il poliedrico Joe Mantegna, il grande Eli Wallach, il bravo Andy Garcia, nel ruolo di Vincent Mancini, figlio illegittimo di Sonny Corleone. Purtroppo Garcia viene coinvolto in una ridicola sottotrama (l’unico scivolone veramente preoccupante del film) in cui Vincent si innamora della figlia di Michael Corleone (un’inadeguata Sofia Coppola): un’imbarazzante, inopportuna e noiosa love story a metà tra l’incesto e la questione di cuore adolescenziale. Bravissime e misurate invece le vere protagoniste femminili, Talia Shire, una Connie Corleone ben più saggia di quanto avessimo finora visto, e Diane Keaton, sulla cui classe è inutile spendere parole. Queste ultime supportano il protagonista assoluto, cuore pulsante della saga, Michael Corleone, ancora una volta interpretato da Al Pacino, truccato maluccio ma molto in forma. Il gelido e raggelante gangster della parte II è diventato un vecchio fragile, debole, riflessivo, roso dai sensi di colpa e, in definitiva, in ritardo per essere assolto dai suoi peccati. La malinconica immagine finale, in cui Michael siede da solo, disperato, al sole della sua villa in Sicilia, vicino alla morte come tutti i vecchi, chiude magistralmente una saga che ha segnato indelebilmente il nostro immaginario cinematografico e non solo.
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alejazz
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giovedì 21 febbraio 2019
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terzo e ultimo capitolo della trilogia di coppola
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Michael Corleone, il noto Padrino affermatosi negli anni, è ormai fisicamente stanco e apparentemente demotivato dal suo business. Non è più Don Michael mandatario di assassini (familiari e non); i suoi interessi si sono spostati verso la sfera del mercato immobiliare, delle quote societarie e sopratutto dei legami con la potenza della Chiesa (il film inzia proprio del Papa Paolo VI che nomina Michael commendatore).
Nonostante il Padrino non riesca più a tenere il polso fermo della situazione, egli deve necessariamente trovare un suo erede. Costui sarà suo nipote, Vincent, figlioccio di Sonny che, inoltre, si innamora perdutamente di Mary (la figlia di Michael!).
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Michael Corleone, il noto Padrino affermatosi negli anni, è ormai fisicamente stanco e apparentemente demotivato dal suo business. Non è più Don Michael mandatario di assassini (familiari e non); i suoi interessi si sono spostati verso la sfera del mercato immobiliare, delle quote societarie e sopratutto dei legami con la potenza della Chiesa (il film inzia proprio del Papa Paolo VI che nomina Michael commendatore).
Nonostante il Padrino non riesca più a tenere il polso fermo della situazione, egli deve necessariamente trovare un suo erede. Costui sarà suo nipote, Vincent, figlioccio di Sonny che, inoltre, si innamora perdutamente di Mary (la figlia di Michael!).
Il film (e quindi la trilogia) termina con un colpo di scena inaspettato. Michael lascerà, successivamente, questa Terra allo stesso modo (analogia?) di come fece diversi anni addietro il padre Vito.
Sebbene al pubblico questo film non sia piaciuto abbastanza e abbia avuto, quindi, un impatto più basso rispetto alle puntate precedenti, è comunque pur sempre un ottimo lavoro del regista Coppola. Egli, oltre ad aver ricamanto ancora una volta una buona trama (con eventi misti a vero come la nomina a Papa di Giovanni Paolo I e l'opera Cavalleria Rusticana al Teatro Massimo), è riuscito a scegliere una colonna sonora degna di aggiudicarsi una candidatura degli Oscar alla pellicola.
In definitiva, per questione anche di completezza, è doveroso concludere la conoscenza di questa trilogia con questo terzo e ultimo atto firmato Francis Ford Coppola.
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citizenkane
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lunedì 6 novembre 2017
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there is no business like show business
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Decisamente sopravvalutato dalla critica ufficiale questo film è una accozzaglia di luoghi comuni della mafiosità italo-americana.Nonostante un ottimo cast di attori il film non riesce che a ripetere le situazioni tipo già espresse nei primi due capitoli della saga.La festa rimanda al matrimonio di Connie del primo,il viaggio in Sicilia la fuga di Mike in Sicilia del primo etc.etc.La banalità della associazione dramma operistico (Cavalleria di Mascagni)
con la violenza della società dell'onore e fin troppo ovvia oltre al rapporto tra consanguinei (i cugini).Emergono solo l'ottima fotografia e la grande interpretazione di Eli Wallach.Pacino risulta ripetitivo e piatto chiuso in una maschera fissa tra il disgusto e l'orrore.
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Decisamente sopravvalutato dalla critica ufficiale questo film è una accozzaglia di luoghi comuni della mafiosità italo-americana.Nonostante un ottimo cast di attori il film non riesce che a ripetere le situazioni tipo già espresse nei primi due capitoli della saga.La festa rimanda al matrimonio di Connie del primo,il viaggio in Sicilia la fuga di Mike in Sicilia del primo etc.etc.La banalità della associazione dramma operistico (Cavalleria di Mascagni)
con la violenza della società dell'onore e fin troppo ovvia oltre al rapporto tra consanguinei (i cugini).Emergono solo l'ottima fotografia e la grande interpretazione di Eli Wallach.Pacino risulta ripetitivo e piatto chiuso in una maschera fissa tra il disgusto e l'orrore.Il parallelismo con i fatti di cronaca italiana (Scandalo Banco Ambrosiano, Calvi (Helmut Berger?!) etc etc )è quasi fumettistico.La strage dei padrini è una scopiazzata di Scarface di de Palma,l'uccisione di Joey Zaza un altro luogo comune della coppia religiosità-violenza.Uno sciupio di ottini attori che sono costretti a rirecitare la propria parte già delineata nei precedenti.Andy Garcia poco espressivo come sempre (il sorrisetto del bello e niente più)bravina la Coppola ,gli altri uno sciupio di talenti.
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antsin
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sabato 24 ottobre 2015
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palazzo dove venne ucciso don ciccio (padrino ii)
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Ciao a tutti, c'è qualcuno che sa come si chiama il palazzo (e la località dove si trova) dove venne ucciso don Ciccio nel Padrino II?
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stefano bruzzone
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sabato 11 luglio 2015
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film necessario
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Anche se la critica lo definisce un escamotage per rifarsi degli ultimi insuccessi di Coppola (ma quali??) io ritengo che la terza parte sia la degna chiusura ad una trilogia che ha fatto la storia del cinema. Certo è fuori discussione che dei tre sia quello più noioso e forse, ma nemmeno troppo, il peggiore, ma era necessario scrivere la parola fine alla storia di Vito Corleone e cmq Coppola lo fa alla grandissima anche in questo caso.
Voto: 9
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fabio1957
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giovedì 9 luglio 2015
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non all'altezza dei precedenti
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Francis Ford Coppola è un grande regista,questo è il presupposto da tenere in considerazione quando si commentano i suoi film.Questo sequel del sequel non è sicuramente uno dei suoi lavori migliori, ma è pur sempre un film di qualità.Forse come giustamente ha detto qualcuno, sembra lontano dagli altri due e forse scritto con la mano sinistra.Molto violento,come del resto i precedenti,ha un colore fortemente melodrammatico,Al Pacino strepitoso ad interpretare il boss in caduta libera,con i suoi rimorsi le sue nostalgie,le sue debolezze.Andy Garcia giovanissimo e bellissimo, calato perfettamente nel ruolo del giovane ambizioso,istintivo e crudele.La storia inventata s'incrocia con un fatto di cronaca nera autentico,la morte di papa Luciani,l'intreccio è complesso e non si distingue la finzione,dai fatti.
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Francis Ford Coppola è un grande regista,questo è il presupposto da tenere in considerazione quando si commentano i suoi film.Questo sequel del sequel non è sicuramente uno dei suoi lavori migliori, ma è pur sempre un film di qualità.Forse come giustamente ha detto qualcuno, sembra lontano dagli altri due e forse scritto con la mano sinistra.Molto violento,come del resto i precedenti,ha un colore fortemente melodrammatico,Al Pacino strepitoso ad interpretare il boss in caduta libera,con i suoi rimorsi le sue nostalgie,le sue debolezze.Andy Garcia giovanissimo e bellissimo, calato perfettamente nel ruolo del giovane ambizioso,istintivo e crudele.La storia inventata s'incrocia con un fatto di cronaca nera autentico,la morte di papa Luciani,l'intreccio è complesso e non si distingue la finzione,dai fatti.
Non all'altezza del primo e del secondo ma buono comunque
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kondor17
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mercoledì 15 aprile 2015
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pacchiano e inutile
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Il film inizia male, continua peggio e si trascina stancamente verso un finale inconcludente. Pessime, nel complesso, le interpretazioni dei protagonisti. E non si tratta di illustri sconosciuti.
Ho rivisto ieri in tv, per la terza volta almeno, questo estenuante lungometraggio di FF Coppola. Brava la giovane Sofia nel ruolo della figlia di Mike Corleone, un padrino dimesso e stanco, un Al Pacino in una delle sue peggiori interpretazioni. Ma anche Andy Garcia, Joe Mantegna e il resto della banda non è che alzino la media.
Peccato: il romanzo, gli attori, il regista, il budget, il tempo per realizzarlo... le premesse c'erano tutte affinché si potesse scrivere un ultimo capitolo degno dei predecessori.
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Il film inizia male, continua peggio e si trascina stancamente verso un finale inconcludente. Pessime, nel complesso, le interpretazioni dei protagonisti. E non si tratta di illustri sconosciuti.
Ho rivisto ieri in tv, per la terza volta almeno, questo estenuante lungometraggio di FF Coppola. Brava la giovane Sofia nel ruolo della figlia di Mike Corleone, un padrino dimesso e stanco, un Al Pacino in una delle sue peggiori interpretazioni. Ma anche Andy Garcia, Joe Mantegna e il resto della banda non è che alzino la media.
Peccato: il romanzo, gli attori, il regista, il budget, il tempo per realizzarlo... le premesse c'erano tutte affinché si potesse scrivere un ultimo capitolo degno dei predecessori. Così non è. Meglio tenersi il ricordo dei primi due e saltare a pie' pari questo. Inutile.
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ivansos
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venerdì 27 febbraio 2015
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uno schiaffo alla tradizione
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l'ultimo capitolo della saga è una delusione. Nonostante sia la continuazione dell'epopea dei corleone e sia ancora una volta diretto da Coppola, questo film è sconnesso dai precedenti.La cosa che più colpisce in negativo è la caratterizzazione dei personaggi. Tralasciando un andy garcia che a mio parere non ha nulla da spartire con i vari de niro al pacino e brando che hanno giganteggiato nei primi due episodi, mi lascia perplesso il personaggio di michael corleone. Sembra un altra persona. Se nel padrino e nle padrino parte seconda, il personaggio di vito Corleone era stato reso alla perfezione nella sua evoluzione psichica, e perfino nello sviluppo graduale della sua gestualità, con un de niro eccezionale nella recitazione, in grado di fare intravedere i caratteri che marlon brando aveva reso celebri prima di lui, in questo ultimo atto ci troviamo di fronte a un al pacino trasfigurato oltremodo invecchiato e ferito e per certi versi irriconoscibile.
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l'ultimo capitolo della saga è una delusione. Nonostante sia la continuazione dell'epopea dei corleone e sia ancora una volta diretto da Coppola, questo film è sconnesso dai precedenti.La cosa che più colpisce in negativo è la caratterizzazione dei personaggi. Tralasciando un andy garcia che a mio parere non ha nulla da spartire con i vari de niro al pacino e brando che hanno giganteggiato nei primi due episodi, mi lascia perplesso il personaggio di michael corleone. Sembra un altra persona. Se nel padrino e nle padrino parte seconda, il personaggio di vito Corleone era stato reso alla perfezione nella sua evoluzione psichica, e perfino nello sviluppo graduale della sua gestualità, con un de niro eccezionale nella recitazione, in grado di fare intravedere i caratteri che marlon brando aveva reso celebri prima di lui, in questo ultimo atto ci troviamo di fronte a un al pacino trasfigurato oltremodo invecchiato e ferito e per certi versi irriconoscibile. in particolare, è lo sguardo di al pacino a essere spento, ed è in questo senso emblematico. Negli occhi di michael non c è più la sicurezza e la forza che lo caratterizzavano, così come questo film sembra mancare di convinzione. Una caduta di stile, un film evitabile che non può fare altro che sfigurare rispetto agli altri due. Se non volete rovinare il vostro immaginario sul padrino, non guardate qesto film
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mystic
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sabato 28 aprile 2012
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gran finale
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Nel terzo capitolo dedicato ai Corleone, Michael è sedotto da due intenti: allontanarsi definitivamente dagli affari mafiosi e trovare un erede adatto. Ormai vecchio e limitato dai problemi di salute tormenta sè stesso rimuginando il proprio passato; in particolare due eventi lo possiedono: il fallimento dei suoi precedenti matrimoni e l'uccisione del fratello. Arriva così la malinconica decisione di adottare Vincent e di dedicare la vecchiaia alla ricerca della redenzione; tuttavia, quando le buone intenzioni sembrano affermarsi, la svolta: la possibilità di trattare affari con il Vaticano e rientrare nel circolo vizioso. Diretto ancora una volta da Francis Ford Coppola, il Padrino III ha una sola colpa: non ritrae più lo spietato Al Pacino del secondo capitolo o il Marlon Brando del primo film che avevano così appassionato i grandi critici e il pubblico.
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Nel terzo capitolo dedicato ai Corleone, Michael è sedotto da due intenti: allontanarsi definitivamente dagli affari mafiosi e trovare un erede adatto. Ormai vecchio e limitato dai problemi di salute tormenta sè stesso rimuginando il proprio passato; in particolare due eventi lo possiedono: il fallimento dei suoi precedenti matrimoni e l'uccisione del fratello. Arriva così la malinconica decisione di adottare Vincent e di dedicare la vecchiaia alla ricerca della redenzione; tuttavia, quando le buone intenzioni sembrano affermarsi, la svolta: la possibilità di trattare affari con il Vaticano e rientrare nel circolo vizioso. Diretto ancora una volta da Francis Ford Coppola, il Padrino III ha una sola colpa: non ritrae più lo spietato Al Pacino del secondo capitolo o il Marlon Brando del primo film che avevano così appassionato i grandi critici e il pubblico. Nel terzo film Coppola da largo spazio al lato umano di Michael, rendendolo comune a molti anziani che guardano con scetticismo le generazioni successive; nemmeno il ricordo del padre riesce a risvegliare in lui scellerate ambizioni di potere. La terza parte propone un salto temporale non indifferente: è scontato quindi il cambiamento di mentalità e di approccio da parte di tutti i Corleone. Sempre superlativi sono Al Pacino, che conferisce debolezza e instabilità al proprio personaggio, e Andy Garcia, nel ruolo di Vincent. Tragicamente deludente Sofia Coppola, figlia di Francis, preferita a Winona Ryder. Fotografia perfetta e sceneggiatura superba fanno da contorno ad un palpabile perfezionismo alla regia di Coppola. Questo terzo capitolo, prodotto sempre da Paramount, è il sontuoso capolinea della saga più bella di sempre, realizzato seguendo le vicende narrate da Puzo. Nel film si coglie un certo parallelismo con i precedenti capolavori: la sequenza finale del primo film vedeva un Michael incosciente assaporare il crudele potere, nel secondo il padrino è dominato da una vena di nostalgia, pessimismo e rammarico che fanno da tramite alla terza parte, nell'ultimo il protagonista muore in solitudine, abbandonato e umile, con la consapevolezza di aver seguito la via sbagliata per tutta la sua esistenza.
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