parsifal
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venerdì 3 novembre 2023
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incubi e realtà
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Realizzato nel 1960 da G. Franju, tratto dal romanzo di J.Redon che partecipò alla stesura della sceneggiatura, con C.Sautet come aiuto regista, venne inizialmente demolito dalla critica, per poi essere rivalutato negli anni, sino a diventare uno dei film horror più osannati nel cinema moderno.
Il professor Genessier, un talentuoso P.Brasseur illustre clinico e docente universitario di specchiata fama, è profondamente convinto di poter innestare dei tessuti morti su soggetti che hanno subito incidenti e/o malattie deturpanti , per poi ridargli vita e far scomparire le menomazioni e le tracce di ciò che i suoi pazienti hanno subito. Ma non ne è convinto soltanto in virtù di ragioni professionali e degli studi compiuti in merito, esiste una ragione senz’altro più profonda e dolorosa che lo conduce a nutrire simili convincimenti.
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Realizzato nel 1960 da G. Franju, tratto dal romanzo di J.Redon che partecipò alla stesura della sceneggiatura, con C.Sautet come aiuto regista, venne inizialmente demolito dalla critica, per poi essere rivalutato negli anni, sino a diventare uno dei film horror più osannati nel cinema moderno.
Il professor Genessier, un talentuoso P.Brasseur illustre clinico e docente universitario di specchiata fama, è profondamente convinto di poter innestare dei tessuti morti su soggetti che hanno subito incidenti e/o malattie deturpanti , per poi ridargli vita e far scomparire le menomazioni e le tracce di ciò che i suoi pazienti hanno subito. Ma non ne è convinto soltanto in virtù di ragioni professionali e degli studi compiuti in merito, esiste una ragione senz’altro più profonda e dolorosa che lo conduce a nutrire simili convincimenti. Sua figlia, la giovane e dolce Christiane ( E.Schob) è rimasta sfigurata in un incidente stradale, provocato dal lui stesso e dalla sua perenne volontà di dominare gli eventi, ed ora il Professore tenta di ridarle un volto degno della sua età e del suo candore. Ma non agisce certo in maniera giuridicamente ortodossa né tantomeno deontologicamente ammirabile, anzi….E’ affiancato d una donna ambigua e misteriosa , Louise, la stupenda Alida Valli, che si muove silenziosamente e d in modo implacabile, alla ricerca di giovani vittime. Sarà la volta di Edna, una studentessa alla ricerca di una stanza. Verrà catturata dal diabolico duo con uno stratagemma e tenuta prigioniera in attesa di un ennesimo trapianto, visto che quelli effettuati in precedenza non hanno avuto successo. Ma le cose andranno molto diversamente da come il Professore, mosso da una vera e propria esaltazione maniacale del proprio Ego, e tutto gli tornerà indietro come un tagliente ed affialto boomerang…Girato in un rigoroso e perfetto bianco e nero, alterna delle atmosfere cariche di angoscia a momenti di vera e propria elegia , quando viene descritto il mondo interiore della sfortunata figlia del professore. Un caposaldo del cinema horror francese del dopoguerra.
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onufrio
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martedì 19 dicembre 2017
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le facce del dottor genessier
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Franju realizza un opera innovativa per l'epoca, sconvolgendo lo spettatore. E' la storia del Dottor Genessier, esperto in chirurgia plastica e convinto di poter effettuare il trapianto del viso, l'uomo si impegna perchè è proprio la figlia la prima ad averne bisogno, la giovane ragazza infatti rimasta vittima di un incidente, è totalmente senza volto. L'impegno del padre assieme alla fidata assistente Lousie, porterà ad una ricerca ossessionata di cavie umane somiglianti alla giovane ragazza. Film da quale ha preso sicuramente spunto Pedro Almodovar nel suo recente "La pelle che abito", Franju anticipa la scienza, e terrorizza lo spettatore dell'epoca usando toni macabri e alcune scene forti.
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Franju realizza un opera innovativa per l'epoca, sconvolgendo lo spettatore. E' la storia del Dottor Genessier, esperto in chirurgia plastica e convinto di poter effettuare il trapianto del viso, l'uomo si impegna perchè è proprio la figlia la prima ad averne bisogno, la giovane ragazza infatti rimasta vittima di un incidente, è totalmente senza volto. L'impegno del padre assieme alla fidata assistente Lousie, porterà ad una ricerca ossessionata di cavie umane somiglianti alla giovane ragazza. Film da quale ha preso sicuramente spunto Pedro Almodovar nel suo recente "La pelle che abito", Franju anticipa la scienza, e terrorizza lo spettatore dell'epoca usando toni macabri e alcune scene forti.
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vitosay
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giovedì 10 maggio 2012
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insolito georges franju
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Sulla scia del mito di Frankestein nasce l'horror chirurgico. Una storia sceneggiata con una linearità che ne evidenzia tutto il suo essere poco verosimile, lascia davvero perplessi. Il 'mad doctor' ama più la gloria o sua figlia? Non si capisce. L'infermiera Alida Valli è così devota al punto di diventare fredda assassina perchè con lei il mad doctor non ha fallito (mentre con la figlia fallisce: non si capisce)?. I gendarmi francesi sono fra i più tonti della storia del cinema, perchè? non si capisce. Il film non genera paura, non ricorre ad effetti particolari per farlo ma risulta godibile per l'abilità degli attori che recitano 'parti' così inverosimili salvando il film da un oblio destinato ad opere simili, addirittura ad esso superiori.
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Sulla scia del mito di Frankestein nasce l'horror chirurgico. Una storia sceneggiata con una linearità che ne evidenzia tutto il suo essere poco verosimile, lascia davvero perplessi. Il 'mad doctor' ama più la gloria o sua figlia? Non si capisce. L'infermiera Alida Valli è così devota al punto di diventare fredda assassina perchè con lei il mad doctor non ha fallito (mentre con la figlia fallisce: non si capisce)?. I gendarmi francesi sono fra i più tonti della storia del cinema, perchè? non si capisce. Il film non genera paura, non ricorre ad effetti particolari per farlo ma risulta godibile per l'abilità degli attori che recitano 'parti' così inverosimili salvando il film da un oblio destinato ad opere simili, addirittura ad esso superiori.
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paride86
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giovedì 6 ottobre 2011
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assurdo e inquietante
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Film sorprendente e molto diverso dal cinema cui Almodovar ci ha abituati, "La pelle che abito" è un oggetto sorprendente e controverso.
E' notevole la capacità del regista di rendere credibili anche le cose più assurde, avvalendosi di attori sempre all'altezza delle parti che interpretano - Banderas qui brilla più di tutti nella pare del cattivo che, tuttavia, non si riesce a odiare.
Si possono trovare, comunque, alcuni feticci tipici di Almodovar: l'attenzione maniacale agli arredi, le maternità/paternità celate, l'insistenza sul nudo maschile e femminile.
Insomma, un film davvero particolare e, secondo me, da vedere.
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Film sorprendente e molto diverso dal cinema cui Almodovar ci ha abituati, "La pelle che abito" è un oggetto sorprendente e controverso.
E' notevole la capacità del regista di rendere credibili anche le cose più assurde, avvalendosi di attori sempre all'altezza delle parti che interpretano - Banderas qui brilla più di tutti nella pare del cattivo che, tuttavia, non si riesce a odiare.
Si possono trovare, comunque, alcuni feticci tipici di Almodovar: l'attenzione maniacale agli arredi, le maternità/paternità celate, l'insistenza sul nudo maschile e femminile.
Insomma, un film davvero particolare e, secondo me, da vedere. Anche per chi non ama Almodovar.
Ps: non fate l'errore di leggere recensioni, anche se brevi: a me un commento su "L'Espresso" ha rovinato il colpo di scena finale, ed è stato un vero peccato.
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andreamoretto
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sabato 4 giugno 2011
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occhi con una maschera bianca
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Un film che mi ha lasciato con diverse considerazioni, la prima in assoluto, i personaggi tutti credibili e ben scritti, la polizia (che fa il suo lavoro) ma che non conclude nulla che brancola nel buio e non sa vedere oltre anche perchè non ci sono fatti concreti. La figlia senza volto, senza identità, che desidera una vita normale e che assiste alla mutilazione dei volti delle altre ragazze, apparentemente senza particolare empatia, infatti la ragazza prova solo un senso di rancore verso il padre luminare nella scienza dei tessuti, e non si interessa delle altre ragazze morte per mano di suo padre e dei suoi esperimenti su cavie umane. Lei stessa è l'esperimento più importante, ed è proprio questo che porta Christiane a un punto di svolta, solo per il risentimento di sentirsi vittima anche lei.
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m.d.c
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martedì 29 giugno 2010
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quando l'orrore diventa poetico
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Non è mai stata così tenebrosa la notte parigina come nelle ipnotiche immagini di apertura di Occhi senza volto, storico capofila del cinema fantastico, diretto dall'estroso George Franju. L'ossessivo incipit mostra Alida Valli(attrice con una vocazione per l'anomalo)intenta a guidare nel chiaroscuro dell'abitacolo di auto con il viso avvolto da un foulard. La vediamo parcheggiare con fare clandestino nei pressi del greto di un canale e con molti impacci scaricare un corpo femminile. Si tratta delle spoglie dell'ultima vittima del chirurgo Pierre Brasseur, intento a sperimentare dei folli trapianti cutanei per ridare un volto alla figlia Edith Scob, irrimediabilmente sfigurata.
Quest'ultima, creduta morta perfino dal fidanzato, vive reclusa nell'imponente e sinista casa di campagna familiare, dove si aggira come un fantasma malinconico con il viso occultato da una pallida maschera, mentre il padre e la sua devota assitente(appunto la Valli)imperversano in cerca di nuove vittime.
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Non è mai stata così tenebrosa la notte parigina come nelle ipnotiche immagini di apertura di Occhi senza volto, storico capofila del cinema fantastico, diretto dall'estroso George Franju. L'ossessivo incipit mostra Alida Valli(attrice con una vocazione per l'anomalo)intenta a guidare nel chiaroscuro dell'abitacolo di auto con il viso avvolto da un foulard. La vediamo parcheggiare con fare clandestino nei pressi del greto di un canale e con molti impacci scaricare un corpo femminile. Si tratta delle spoglie dell'ultima vittima del chirurgo Pierre Brasseur, intento a sperimentare dei folli trapianti cutanei per ridare un volto alla figlia Edith Scob, irrimediabilmente sfigurata.
Quest'ultima, creduta morta perfino dal fidanzato, vive reclusa nell'imponente e sinista casa di campagna familiare, dove si aggira come un fantasma malinconico con il viso occultato da una pallida maschera, mentre il padre e la sua devota assitente(appunto la Valli)imperversano in cerca di nuove vittime.Gli elementi per una costruzione drammaturgica impeccabile sono tutti qui e concorrono alla riabilitazione di alcuni luoghi comuni del cinema orrorifico come la casa tetra e isolata, o lo scienziato dedito a folli esperimenti.Ma ciò che rende Occhi senza volto impareggiabile, ancorchè poco noto ad un pubblico non specializzato, è il suo catalogo vertiginoso di ossessioni, sottolineate da sequenze espressioniste da antologia e da un commento musicale quasi più improntato all'ironia che al mostruoso.Sceneggiato da due insigni giallisti come Boileau e Narcejac e rifinito nientemeno che da Claude Sautet,in una delle sue rare sortite nel cinema fantastico, Occhi senza volto deve il suo felicissimo esito al modo in cui la messinscena, nerissima e allo stesso tempo di una stupefacente nitidezza, sa rendere plausibili le trovate del copione in alcune scene di atroce riuscita, tralasciando virtuosismi visuali o recitativi(si veda la sequenza in cui la Valli quasi corteggia una studentessa inducendola a seguirla). A conti fatti il film è un esercizio di alta scuola, come testimoniano le numerose citazioni e i tentativi di plagio degli anni successivi che avvalorano l'impressione che persino l'orrore più avvolgente può raggiungere una inimitabile dimensione poetica.Matteo De Chiara
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