rob8
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sabato 4 agosto 2018
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opera notevole
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Mazzacurati ambienta la vicenda del film in quel delta del Po della grande stagione neorealista: cui subito rende omaggio, nella bella sequenza d’apertura in bianco e nero dell’incidente su una strada solitaria che costeggia il fiume, evocando Ossessione di Luchino Visconti.
Del pari richiamerà nel prosieguo i paesaggi umani e geografici de Il grido di Antonioni, dal distributore di benzina alla torre dello stabilimento industriale.
Detto dei debiti, occorre però sottolineare i molti pregi della pellicola: la capacità descrittiva e figurativa di Mazzacurati; la sua narrazione piana ed avvolgente; l’utilizzo discreto del genere (qui un atipico noir).
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Mazzacurati ambienta la vicenda del film in quel delta del Po della grande stagione neorealista: cui subito rende omaggio, nella bella sequenza d’apertura in bianco e nero dell’incidente su una strada solitaria che costeggia il fiume, evocando Ossessione di Luchino Visconti.
Del pari richiamerà nel prosieguo i paesaggi umani e geografici de Il grido di Antonioni, dal distributore di benzina alla torre dello stabilimento industriale.
Detto dei debiti, occorre però sottolineare i molti pregi della pellicola: la capacità descrittiva e figurativa di Mazzacurati; la sua narrazione piana ed avvolgente; l’utilizzo discreto del genere (qui un atipico noir). Il tutto per un risultato notevole, che prefigura il futuro sviluppo della poetica del regista.
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pier71
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sabato 19 ottobre 2013
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film assolutamente da (ri)scoprire!!
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Pensate, in pieni anni 80, mentre l'Italia scorreggiava senza sosta con Jerry Calà e si pensava solo a bere Milano, esce Notte Italiana, questa piccola grande bomba di profondità, che in un attimo fotografa the dark side of the 80's e ne prende automaticamente le distanze. La regia di Carlo Mazzacurati impeccabile e poeticamente ispirata. Marco Messeri come Jean Gabin, immenso, moderno e d'altri tempi. Nanni Moretti, che qui aleggia in ogni dove ma senza inondare, indispensabile. Un film da dare, oggi più che mai, nelle scuole ma, soprattutto, negli uffici.
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dounia
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lunedì 20 giugno 2011
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caratteristiche del polesine
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Un film nelle terre del Polesine, come "La giusta distanza", sempre di Carlo Mazzacurati, mostra all'aspettatore le caratteristiche di quei luoghi. E' un film positivo, secondo me, perché con la sua trama fa vedere degli attori che rappresentano bene i personaggi e mette un punto all'apparente tranquillità del posto, dove rimane vivo il giro d'interessi economici e lo sfruttamento che le terre subiscono.
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paride86
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giovedì 28 ottobre 2010
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così così
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Esordio cinematografico di Carlo Mazzacurati.
Nonostante si avvalga di alcuni buoni attori - vedi Mario Adorf, per esempio - il livello complessivo del film è quasi amatoriale. Peccato, perché l'idea era molto interessante: se non altro ha il merito di far vedere che criminalità e omertà non sono una prerogativa del solo sud-Italia.
In alcuni momenti ricorda molto "La casa dalle finestre che ridono" di Pupi Avati.
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(di arnaco)
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poldino
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mercoledì 10 febbraio 2010
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bellissima notte
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Bell'esordio alla regia di Carlo Mazzacurati,che ricostruisce una storia di provincia italiana nella Padania,mettendo in luce tante magagne,che all'epoca pochi registi avevano timore di raccontare.Il film è un bel mix di commedia e giallo,condito da splenditi paesaggi e da,un eccellente prova di Marco Messeri e della dolcissima e bella Giulia Boschi.E'sicuramente un film da rivalutare e da conservare.Purtroppo,la televisione,oggi concede spazio soltanto alle commediacce ed ai film d'azione,dimenticandosi di pellicole come queste.Mi auguro,vivamente, che presto venga pubblicato in dvd, anche perchè, mi risulta che sia l'unico film di Mazzacurati non disponibile su questo supporto.
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chiari alessandro
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venerdì 4 luglio 2008
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la prima volta di mazzacurati
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Dopo avere visto la prima scena di Notte Italiana (e, a maggior ragione, dopo averlo visto tutto) mi sembra che non si possa fare a meno di proporre un paragone tra questa opera e quella che ci proporrà, 20 anni più tardi, Mazzacurati, riappropriandosi di temi a lui evidentemente cari: lo stesso paesaggio, dolce, sinuoso, calmo; una storia d’amore difficile da concludere; un lavoro che nasce con cadenze leggere per svoltare poi verso il drammatico; l’orgoglioso concetto dell’onestà, che nell’ultimo film è un particolare mentre qui rappresenta l’unica chiave di lettura, in quanto il personaggio di Otello è caratterizzato proprio dalla sua incorruttibilità (argomento tremendamente ostico, di questi tempi; ma così è, anche se non vi pare).
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Dopo avere visto la prima scena di Notte Italiana (e, a maggior ragione, dopo averlo visto tutto) mi sembra che non si possa fare a meno di proporre un paragone tra questa opera e quella che ci proporrà, 20 anni più tardi, Mazzacurati, riappropriandosi di temi a lui evidentemente cari: lo stesso paesaggio, dolce, sinuoso, calmo; una storia d’amore difficile da concludere; un lavoro che nasce con cadenze leggere per svoltare poi verso il drammatico; l’orgoglioso concetto dell’onestà, che nell’ultimo film è un particolare mentre qui rappresenta l’unica chiave di lettura, in quanto il personaggio di Otello è caratterizzato proprio dalla sua incorruttibilità (argomento tremendamente ostico, di questi tempi; ma così è, anche se non vi pare). Troppo lunga la sequenza sotto l’acqua (sia in assoluto sia in relazione alla durata complessiva del lungometraggio); decisamente azzeccati gli interpreti (alcuni dei quali si rivelano, un po’ per volta, per quello che sono nella falsa realtà della pellicola: degli inaspettati poco di buono). Complessivamente gradevole.
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roberto
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lunedì 19 maggio 2008
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una perla dimenticata
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io, che sono nato nella bassa, mi sono riconosciuto nei "modi" dei personaggi di questo ottimo film. se non avessi paura di sminuirne le qualità lo definirei un noir padano. peccato che a suo tempo sia passato in sordina. meriterebbe tuttoggi la pubblicazione in dvd. ottima anche la colonna sonora, che ricrea le atmosfere tipiche di questi luoghi suggestivi. purtroppo nemmeno questa è mai stata pubblicata.
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arkadico
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sabato 26 gennaio 2008
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linea di continuità
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Lo stile di Mazzacurati già si vede da questo film con i suoi luoghi marginali, pennellate di personaggi e situazioni popolari, una trama che sembra non decollare e poi si infiamma. Un Holliwood al contrario difficile da rendere e infatti non è al livello de "L'estate di Davide" o de "La giusta distanza", ma è solo il suo inizio.
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andrea
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domenica 2 dicembre 2007
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l'italia è dappartutto
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Film splendido. Per chi non l'ha visto chiedere un nuovo passaggio al cinema!
Andrea Peggion
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