ralphscott
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domenica 26 febbraio 2012
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simpatico polpettone
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Il mestiere,l'abitudine ad arrangiarsi in ogni genere di cinema non sono sufficienti al buon S. Martino per far di questo film-chimera qualcosa di valido. "Il fiume del grande caimano",per ricordare un'altra avventurosa pellicola del regista,è più compatto e ricco di phatos. In continuo bilico tra cannibalismo (vero e propio filone agli albori,che durerà pochi anni a cavallo dell' 80) ed avventura da cartolina,la narrazione indugia sulle bellezze naturali,ma non beneficia di una convincente sceneggiatura. Ad una prima parte interssante,segue una matassa di idee mal sviluppate,culminante nelle grotte in cima alla montagna. Lì,oltre una vaga sensazione di clima alla Indiana Jones,dove prevale il delirio collettivo,il film deraglia diventando noioso e ridicolo.
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Il mestiere,l'abitudine ad arrangiarsi in ogni genere di cinema non sono sufficienti al buon S. Martino per far di questo film-chimera qualcosa di valido. "Il fiume del grande caimano",per ricordare un'altra avventurosa pellicola del regista,è più compatto e ricco di phatos. In continuo bilico tra cannibalismo (vero e propio filone agli albori,che durerà pochi anni a cavallo dell' 80) ed avventura da cartolina,la narrazione indugia sulle bellezze naturali,ma non beneficia di una convincente sceneggiatura. Ad una prima parte interssante,segue una matassa di idee mal sviluppate,culminante nelle grotte in cima alla montagna. Lì,oltre una vaga sensazione di clima alla Indiana Jones,dove prevale il delirio collettivo,il film deraglia diventando noioso e ridicolo. Nei titoli di testa sequenza di animali esotici in tutto il loro splendore,sebbene più tardi li rivedremo nelle loro "miserie" (reali morti cruente). Buon cast,su tutti Stacy Keach. La signora Andress,già baciata da madre natura,appare ancor più bella grazie a luci e trucchi,ma a discapito della credibilità:è sempre in ordine,linda e cotonata,anche dopo le fatiche più immani. Ed il rimmel non le cola mai
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mauri 67
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martedì 2 settembre 2008
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scene crude
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Se il clichè di genere ci sono tutti, il film ha il pregio di non trascinarsi troppo per le lunghe e di inanellare gli inevitabili colpi di scena al momento giusto senza appesantire una trama che comunque si
segue con piacere
La montagna del dio cannibale è un film duro e non mancano le scene crude tipiche del genere Cannibal-movie
Il film non è un capolavoro ma e meritevole di una visione
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sdn
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martedì 4 marzo 2008
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scimmietta
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La montagna del dio cannibale. Umano l'occhio della scimmietta che nell'ultimo istante guarda la telecamera e sembra dire "perchè mi fate questo " e lasciata al suo destino in una scena inutile di inumana crudeltà. Scena invedibile che adombra ciò che di buono è stato fatto dal regista. Non acquisterò mai più film di Martino, un uomo ... lascio a voi il commento dopo aver visto quella scena!
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