La mia vita in rosa

Non date retta alla recensione a dir poco retrograda che non si sa come e perché è stata scelta dal sito MYmovies. Il film fa riflettere su una realtà concreta, ha uno stile fiabesco e contenuto pedagogico, adatto per un pubblico di tutte le età.
Guardatelo, molto carino.

Non date retta alla recensione a dir poco retrograda che, non si sa come e perché, è stata scelta dal sito MYmovies. Il film, pur facendo riflettere su una realtà concreta, ha una narrazione fiabesca e contenuto pedagogico, adatto quindi ad un pubblico di ogni età. Guardatelo, ne vale la pena.

Dunque le due stelle su cinque date al film sono dovute solo al fatto che l'autore della recensione ritiene riprovevole ideologicamente un film che infrange il tabù della disforia di genere e del transessualismo,
per di più presentandolo visto dagli occhi ingenui di un bambino, che non capisce come mai il mondo adulto reagisca in modo così violento. Una violenza che evidentemente al critico nostrano piace (non so bene su quale base definisca i genitori "apertissimi" viste le reazioni del padre nel corso di tutto il film: o meglio, se questa è la sua definizione di "apertissimo", non vorrei essere nei panni dei suoi figli) e nel suo piccolo la ribadisce con un giudizio scarso al film, che invece è a mio avviso meraviglioso. [+]

Dunque le due stelle su cinque date al film sono dovute solo al fatto che l'autore della recensione ritiene riprovevole ideologicamente un film che infrange il tabù della disforia di genere e del transessualismo,
per di più presentandolo visto dagli occhi ingenui di un bambino, che non capisce come mai il mondo adulto reagisca in modo così violento. Una violenza che evidentemente al critico nostrano piace (non so bene su quale base definisca i genitori "apertissimi" viste le reazioni del padre nel corso di tutto il film: o meglio, se questa è la sua definizione di "apertissimo", non vorrei essere nei panni dei suoi figli) e nel suo piccolo la ribadisce con un giudizio scarso al film, che invece è a mio avviso meraviglioso. Meraviglioso appunto per il coraggio di presentare una questione così spinosa, così forte, vista dal punto di vista del bambino, con tanto di bambola-fata-supereroe che interviene a consolarlo nei momenti di sconcerto. Il punto di vista adulto viene ribaltato e sfidato; lo spettatore viene obbligato a mettersi nei panni del bambino, e a riflettere sull'assurdità della violenza sessista/omofoba. A mio avviso è un capolavoro, mi ha commosso e mi commuove alle lacrime ogni volta che lo rivedo.
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Ludovic è un bambino di sette anni convinto di essere femmina. La sua situazione, ma soprattutto le sue azioni, metteranno alla berlina lui e tutta la sua famiglia, appena arrivata in un nuovo quartiere. Il film affronta un tema importante, ma lo fa dalla prospettiva del bambino, quindi con metafore fantastiche, magici stratagemmi e una scenografia coloratissima, tutte cose che rendono la storia un'amalgama poco omogeneo e credibile. Tuttavia ho apprezzato molto le interpretazioni degli attori, anche i più piccoli.