occhi blu
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venerdì 12 novembre 2021
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un amore a ferrara dopo l’8 settembre del 43
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Nella Ferrara brumosa della fine del 1943 si svolgono i tragici conflitti tra le anime movimentiste e quelle più istituzionali dei repubblichini, alla ricerca di una restaurazione di autorità.La storia si intreccia con la vicenda romantica della giovane Anna, sposata con il farmacista Pino Barilari, ex fascista della prima ora, ora disilluso ed invalido.La triste esistenza di Anna si accende con l’ incontro con Franco, vecchio amore, con cui intesse una intensa relazione che si dovrà drammaticamente confrontare con il precipitare degli eventi.
Prima opera di Florestano Vancini, che firmerà’ successivamente molti film di denuncia sociale,il film risente di influenze neorealiste (nella scelta dell’ intenso bianco nero, nelle scene notturne in una nebbiosa e triste Ferrara, nella riproposizione cruda delle tragiche vicende storiche, nella narrazione di fatti di forte carica emotiva come nell’uso dei movimenti di macchina e dei piani sequenza).
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Nella Ferrara brumosa della fine del 1943 si svolgono i tragici conflitti tra le anime movimentiste e quelle più istituzionali dei repubblichini, alla ricerca di una restaurazione di autorità.La storia si intreccia con la vicenda romantica della giovane Anna, sposata con il farmacista Pino Barilari, ex fascista della prima ora, ora disilluso ed invalido.La triste esistenza di Anna si accende con l’ incontro con Franco, vecchio amore, con cui intesse una intensa relazione che si dovrà drammaticamente confrontare con il precipitare degli eventi.
Prima opera di Florestano Vancini, che firmerà’ successivamente molti film di denuncia sociale,il film risente di influenze neorealiste (nella scelta dell’ intenso bianco nero, nelle scene notturne in una nebbiosa e triste Ferrara, nella riproposizione cruda delle tragiche vicende storiche, nella narrazione di fatti di forte carica emotiva come nell’uso dei movimenti di macchina e dei piani sequenza).
La vicenda politica e’ tracciata con tratti talora schematici (fascisti tracotanti impersonati dal popolare e rozzo gerarca Aretusi a fronte di antifascisti colti e illuminati senza una forte caratterizzazione popolare) ma e’ intensa la rappresentazione dell’opportunismo di molti reduci dell’ 8 settembre che sfuggono alle scelte impegnative che si prospettano, cosi’ come la viltà di fascisti della prima ora. Anna, la protagonista, e’ una donna che rivendica autonomia, sino a scelte estreme che si scontrano con convenzioni ancora difficilmente superabili.
I piani della vicenda storica e della storia d amore sembrano talora scontrarsi (vedi l’appello inascoltato di Anna a Franco ad una presa di responsabilità’ nel denunciare i crimini dei repubblichini).
Sono interessanti le sequenze relative a molti anni dopo, con la incapacità di Franco di rivisitare criticamente il passato: una volontà di rimuoverlo che ben si traduce nell’incontro con l’ex gerarca Aretusi, perfettamente reinserito in una Ferrara ora solare, piena di vita, tra le canzonette dell’epoca e gli svaghi domenicali del bar e delle partite di calcio. Evidente e’la polemica verso la mancata epurazione post bellica che permise a molti esponenti del regime si sfuggire a condanne e di mantenere, spesso, ruoli nelle strutture nella Repubblica nascente.
Tra i protagonisti, Gino Cervi fortemente stilizzato, nei panni del gerarca Aretusi, Enrico Maria Salerno, sfortunato marito e ex fascista della prima ora, incapace di riscattare il passato, ed una splendida e tormentata Belinda Lee, interprete di Anna: una promessa diva che, giovanissima, scomparirà tragicamente in un incidente appena un anno dopo le riprese del film.
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parsifal
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lunedì 12 febbraio 2018
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ferrara in ombra
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Opera prima di Florestano Vancini, con evidente impronta neorealista, ispirata ad una delle Cinque Storie Ferraresi di Giorgio Bassani. Vicenda dunque interamente ambientata a Ferrara , città natale dello scrittore, come d'altronde " IL giardino dei Finzi Contini" con il quale, in alcuni passaggi narrativi, si riscontrano delle analogie .
Durante l'anno della costituzione della Repubblica Sociale Italiana , in una nazione allo sbando e d estremamente confusa, la pigra ed oziosa cittadina di provincia, pur vivendo delle evidenti tensioni politiche , non sa ancora cosa davvero l' aspetta. IL gerarca Aretusi detto Sciagura ( un grande Gino Cervi, perennemente all'altezza del ruolo) , è favorevole al pugno duro , come nel '22, per ripristinare l'ordine perduto e punire quelli che da lui vengono considerati dei traditori.
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Opera prima di Florestano Vancini, con evidente impronta neorealista, ispirata ad una delle Cinque Storie Ferraresi di Giorgio Bassani. Vicenda dunque interamente ambientata a Ferrara , città natale dello scrittore, come d'altronde " IL giardino dei Finzi Contini" con il quale, in alcuni passaggi narrativi, si riscontrano delle analogie .
Durante l'anno della costituzione della Repubblica Sociale Italiana , in una nazione allo sbando e d estremamente confusa, la pigra ed oziosa cittadina di provincia, pur vivendo delle evidenti tensioni politiche , non sa ancora cosa davvero l' aspetta. IL gerarca Aretusi detto Sciagura ( un grande Gino Cervi, perennemente all'altezza del ruolo) , è favorevole al pugno duro , come nel '22, per ripristinare l'ordine perduto e punire quelli che da lui vengono considerati dei traditori. Rastrellamenti, spedizioni punitive, proclami deliranti sono all'ordine del giorno, per intimorire gli abitanti ed esercitare il potere senza scrupoli di sorta. Ma il Federale Bolognesi lo invita ad essere più legalitario e meno squadrista, nei metodi e nei modi. Aretusi, vilmente coglie la palla al balzo; fa eliminare da uno dei suoi scagnozzi il Federale per poi incolpare gli antifascisti storici del gesto e scatenare una sanguinosa e crudele rappresaglia. Esiste però un testimone di tutto ciò; il dott. Barillari, farmacista titolare della rivendita sul Corso cittadina , in cui viene scatenato dapprima il rastrellamento, alle prime luci dell'alba e poi la vile strage di tutti i presenti. Egli è infermo , (poi su scoprirà che Aretusi è il diretto responsabile della malattia del dottore),e trascorre le sue giornate alla finestra , in perenne osservazione, roso dall'invidia e dalla malinconia derivante dalla sua condizione. Sposato ad una donna più giovane, è fragile come un fuscello. Lei lo ama come un fratello, ma è attratta fatalmente da Franco, sua fiamma di gioventù. I due si incontrano nuovamente dopo anni di lontananza e la fiamma arde più che mai. La notte dell'eccidio erano insieme e il dott. Barillari ( un grande e malinconico Enrico Maria Salerno) los a e tace. Tace anche di fronte alle domande di Aretusi, quando con una scusa lo va a trovare per capire se ha visto o meno .Lui non parlerà ed il suo mutismo continuerà anche di fronte alla moglie ( splendida Belinda Lee) , che lo lascerà al suo destino. Verrà respinta anche da Franco, sconvolto dalla morte del padre durante la rappresaglia. L'azione si sposta in avanti di diversi anni e Franco che non vive più a Ferrara, torna con la sua famiglia per una breve visita ed incontra Aretusi, che ovviamente non mancherà di essere falsamente gentile ed ossequioso, come ogni vile che si rispetti. Ottimo esordio di un regista che tanto ha dato al cinema italiano di stampo storico.
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parsifal
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lunedì 12 febbraio 2018
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ferrara nera
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Opera prima di Florestano Vancini, con evidente inpronta neorealista, ispirata ad una delle Cinque Storie Ferraresi di Giorgio Bassani. Vicenda dunque interamente ambientata a Ferrara , città natale dello scrittore, come d'altronde " IL giradino dei finzi Contini" con il quale, in alcuni passaggi narrativi, si riscontrano delle analogie .
Durante l'anno della costizione della Repubblica Sociale Italiana , in una nazione allo sbando e d estremamente confusa, la pigra ed oziosa cittadina di provincia, pur vivendo delle evidenti tensioni politiche , non sa ancora cosa davvero l' aspetta. IL gerarca Aretusi detto Sciagura ( un grande Gino Cervi, perennemente all'altezza del ruolo) , è favorevole al pugno duro , come nel '22, per ripristinare l'ordine perduto e punire quelli che da lui vengono considerati dei traditori.
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Opera prima di Florestano Vancini, con evidente inpronta neorealista, ispirata ad una delle Cinque Storie Ferraresi di Giorgio Bassani. Vicenda dunque interamente ambientata a Ferrara , città natale dello scrittore, come d'altronde " IL giradino dei finzi Contini" con il quale, in alcuni passaggi narrativi, si riscontrano delle analogie .
Durante l'anno della costizione della Repubblica Sociale Italiana , in una nazione allo sbando e d estremamente confusa, la pigra ed oziosa cittadina di provincia, pur vivendo delle evidenti tensioni politiche , non sa ancora cosa davvero l' aspetta. IL gerarca Aretusi detto Sciagura ( un grande Gino Cervi, perennemente all'altezza del ruolo) , è favorevole al pugno duro , come nel '22, per ripristinare l'ordine perduto e punire quelli che da lui vengono considerati dei traditori. Rastrellamenti, spedizioni punitive, proclami deliranti sono all'ordine del giorno, per intimorire gli abitanti ed esercitare il potere senza scrupoli di sorta. Ma il Federale Bolognesi lo invita ad essere più legalitario e meno squadrista, nei metodi e nei modi. Aretusi, vilmente coglie la palla al balzo; fa eliminare da uno dei suoi scagnozziil Federale per poi incolpare gli antifascisti storici del gesto e scatenare una sanguinosa e crudele rappresaglia. Esiste però un testimone di tutto ciò; il dott.Barilari, farmacista titolare della rivendita sul Corso cittadina , in cui viene scatenato dapprima il rastrellamento, alle prime luci dell'alba e poi la vile strage di tutti i presenti. Egli è infermo , (poi su scoprirà che Aretusi è il diretto responsabile della malattia del dottore),e trascorre le sue giornate alla finestra , in perenne osservazione, roso dall'invidia e dalla malinconia derivante dalla sua condizione. Sposata ad una donna più giovane, è fragile come un fuscello. Lei lo ama come un fratello, ma è attratta fatalmente da Franco, sua fiamma di gioventù. I due si incontrano nuovamente dopo anni di lontananza e la fiamma arde più che mai. La notte dell'eccidio erano insieme e il dott. Barillari ( un grande e malinconico Enrico Maria Salerno) lo sa e tace. Tace anche di fronte alle domande di Aretusi, quando con una scusa lo va a trovare per capire se ha visto o meno .Lui non parlerà ed il suo mutismo continuerà anche di fronte alla moglie ( splendida Belinda Lee) , che lo lascerà al suo destino. Verrà respinta anche da Franco, sconvolto dalla morte del padre durante la rappresaglia. L'azione si sposta in avanti di diversi anni e Franco che non vive più a Ferrara, torna con la sua famiglia per una breve visita ed incontra Aretusi, che ovviamente non mancherà di essere falsamente gentile ed ossequioso, come ogni vile che si rispetti. Ottimo esordio di un regista che tanto ha dato al cinema italiano di stampo storico.
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woody62
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sabato 16 agosto 2014
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l'esordio di un grande regista da non dimenticare
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Ci ha ormai lasciato da qualche anno, ma rivedere "La lunga notte del 43" di Florestano Vancini ci rammenta la sua grandezza. L'opera si avvale anche del meraviglioso bianco e nero di Carlo Di Palma, all'inizio di una carriera come direttore della fotografia che lo porterà a lavorare con i migliori registi italiani e stranieri. La storia tratta da un libro di Bassani, ci riporta alla tragedia di un fascismo agonizzante, agli ultimi colpi di coda, in una Ferrara cupa e nebbiosa. La vicenda politica si intreccia con quella personale di Anna, moglie insoddisfatta di un marito paralitico (Salerno), che ritrova il primo amore (Ferzetti), professore antifascista, scappato dopo l'8 settembre e inizia una nuova relazione con lui nascosto nella casa natia dove vive il padre avvocato.
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Ci ha ormai lasciato da qualche anno, ma rivedere "La lunga notte del 43" di Florestano Vancini ci rammenta la sua grandezza. L'opera si avvale anche del meraviglioso bianco e nero di Carlo Di Palma, all'inizio di una carriera come direttore della fotografia che lo porterà a lavorare con i migliori registi italiani e stranieri. La storia tratta da un libro di Bassani, ci riporta alla tragedia di un fascismo agonizzante, agli ultimi colpi di coda, in una Ferrara cupa e nebbiosa. La vicenda politica si intreccia con quella personale di Anna, moglie insoddisfatta di un marito paralitico (Salerno), che ritrova il primo amore (Ferzetti), professore antifascista, scappato dopo l'8 settembre e inizia una nuova relazione con lui nascosto nella casa natia dove vive il padre avvocato. Relazione destinata a finire male dopo l'uccisione del padre di Ferzetti da parte dei fascisti. Anna decide anche di abbandonare il marito ritenuto, a torto, complice nell'eccidio. Grandissima interpretazione per Gino Cervi, mirabile nel rappresentare il viscido e calcolatore Aretusi, autentica "anima nera" della storia, che naturalmente ne uscirà indenne grazie all'abile trasformismo nel dopoguerra. Altro capolavoro di recitazione per Enrico Maria Salerno, fascista della prima ora, che nella nuova condizione di infermo, vive le sue giornate nella voyeuristica e frustrante attenzione per la vita della moglie e soprattutto per la vita che scorre sotto la sua finestra, ove passa intere giornate e ove assiste anche all'eccidio dei presunti antifascisti per rappresaglia verso l'omicidio del federale in realtà commissionato dal rivale Aretusi. Pare quasi una citazione del maestro Hitchcock che sei anni prima (nel 1954) aveva diretto uno dei suoi film migliori "La finestra sul cortile", con il quale l'ossessione di Barillari/Enrico Maria Salerno per "la vita degli altri" ha molte analogie.
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paperino
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sabato 30 aprile 2011
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un film coinvolgente
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Una vera sorpresa questo film tratto da un racconto di Bassani ( che già ha regalato al cinema lo spunto per opere indimenticabili come " il Giardino dei finzi Contini" e l'ottimo, a mio parere " Gli occhiali d'oro" con l'insuperabile Philip Noiret)
Molto contribuisce alla riuscita del film la fotografia di una Ferrara subito riconoscibile nelle confondersi delle sue "acque e nebbie ".
Gabriele Ferzetti riesce ad esprimere al meglio il tormento del suo personaggio specialmente durante il dialogo infarcito di prosopopea e oscure minacce di Gino Cervi a cui fanno da contrappunto i silenzi e le espressioni eloquenti del farmacista.
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Una vera sorpresa questo film tratto da un racconto di Bassani ( che già ha regalato al cinema lo spunto per opere indimenticabili come " il Giardino dei finzi Contini" e l'ottimo, a mio parere " Gli occhiali d'oro" con l'insuperabile Philip Noiret)
Molto contribuisce alla riuscita del film la fotografia di una Ferrara subito riconoscibile nelle confondersi delle sue "acque e nebbie ".
Gabriele Ferzetti riesce ad esprimere al meglio il tormento del suo personaggio specialmente durante il dialogo infarcito di prosopopea e oscure minacce di Gino Cervi a cui fanno da contrappunto i silenzi e le espressioni eloquenti del farmacista.
L'ultima scena con lo zoom sulla targa a ricordo delle undici vittime ci lascia con l'amaro in bocca e un peso sulla coscienza: quanto è labile la memoria degli uomini, quante targhe come questa abbiamo visto lungo il nostro cammino che ci hanno lasciato indifferenti...
Il riproporre film d'autore come questo, che non potrà mai essere ritenuto datato, aiuta a tenere viva la nostra coscienza
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katherine
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lunedì 25 aprile 2011
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un film di esordio di grande tensione morale
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In una cupa Ferrara,in parte ricostruita in studio,con lo splendido bianco e nero di Carlo Di Palma,la ricostruzione,ispirata all'omonimo racconto di Giorgio Bassani ,di una tragica rappresaglia organizzata dal fanatico fascista Artusi,che fa uccidere il più moderato federale Bolognesi,per poter accusare e far fucilare un gruppo di antifascisti ferraresi.Lugubri atmosfere di un regime ormai agonizzante,tra atti di coraggio e meschine viltà. Nel mezzo,la difficile storia d'amore di Anna Barillari (Belinda Lee) moglie di un farmacista invalido e con un passato di militante fascista e Franco Villani(Gabriele Ferzetti),figlio di un antifascista,una delle vittime della spietata rappresaglia.
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In una cupa Ferrara,in parte ricostruita in studio,con lo splendido bianco e nero di Carlo Di Palma,la ricostruzione,ispirata all'omonimo racconto di Giorgio Bassani ,di una tragica rappresaglia organizzata dal fanatico fascista Artusi,che fa uccidere il più moderato federale Bolognesi,per poter accusare e far fucilare un gruppo di antifascisti ferraresi.Lugubri atmosfere di un regime ormai agonizzante,tra atti di coraggio e meschine viltà. Nel mezzo,la difficile storia d'amore di Anna Barillari (Belinda Lee) moglie di un farmacista invalido e con un passato di militante fascista e Franco Villani(Gabriele Ferzetti),figlio di un antifascista,una delle vittime della spietata rappresaglia. La sceneggiatura è firmata da Pasolini,insieme a De Concini e allo stesso Vancini.Un'opera d'esordio già connotata da una grande tensione morale e da uno scavo psicologico sui personaggi.Ottimo il cast,tra cui spicca il sanguigno e spietato Artusi,interpretato da un ottimo Gino Cervi,e il farmacista Barillari,un Enrico Maria Salerno,diviso tra disprezzo verso i rappresentanti del regime e viltà di fronte alla possibilità di un riscatto morale.
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franco1944
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lunedì 8 marzo 2010
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un poveraccio, non ha mai fatto male a nessuno
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non ho potuto trattenere un insulto al figlio...
un film che fa odiare il postfascimo più del fascismo stesso. Vorrei tanto che questo fosse solo finzione che non rispecchi la realtà del passato. gli attori hanno dato il meglio di loro per evidenziare il peggio del macellaio- cervi - , dal federale al figlio, al voyeur, e io sono rimasto stravolto....non ero nato ancora, lo feci l'anno dopo, ma l'indifferenza del figlio mi ha fatto sobbalzare dalla sedia, quella stretta di mano all'assassino del padre, è la rappresentazione della umiliazione, codardia .
DITEMI CHE E' SOLO UNA FINZIONE!! NON PUO ESSERE SPECCHIO DI UNA REALTA!!
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giorgio
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giovedì 21 agosto 2008
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malinconico, struggente, inutile fotoromanzo
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Una cosa va data atto al film. Il film rende con commozione struggente la temperie di un'avventura amorosa impossibile eppure resa apparentemente possibile nel clima di sospensione della guerra e prima del preciptare degli eventi che conducono il protagnosita lontano da ferrara. E' una storia struggente, perchè proiettata al passato sul filo della memoria della giovinezza, del ricordo dei banchi di scuola; una storia struggente, molto valorizzata dalla malinconica musica di Rustichelli e dalle scene della nebbiosa città emiliana.
Ma oltre a questo cosa c'è? C'è la guerra che incombe e con le sue dure esigenze e necessità richiama alla realtà e decreta la fine dell'idillio. Poca cosa: è la solita parabola dell'eterna "bohème"; è l'ennesima variazione sul tema "come si stava bene quando si era spensierati!".
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Una cosa va data atto al film. Il film rende con commozione struggente la temperie di un'avventura amorosa impossibile eppure resa apparentemente possibile nel clima di sospensione della guerra e prima del preciptare degli eventi che conducono il protagnosita lontano da ferrara. E' una storia struggente, perchè proiettata al passato sul filo della memoria della giovinezza, del ricordo dei banchi di scuola; una storia struggente, molto valorizzata dalla malinconica musica di Rustichelli e dalle scene della nebbiosa città emiliana.
Ma oltre a questo cosa c'è? C'è la guerra che incombe e con le sue dure esigenze e necessità richiama alla realtà e decreta la fine dell'idillio. Poca cosa: è la solita parabola dell'eterna "bohème"; è l'ennesima variazione sul tema "come si stava bene quando si era spensierati!". Forse (alla pari de "il giardino" di De Sica) è questa semplicità di fondo che ha garantito il successo popolare del film. Nel film (ancora più che ne "il giardino" di De Sica) viene del tutto dispersa la dimensione etico-politica del racconto di Bassani. Tutto l'impegno dell'Autore è smussato a favore di un malinconico, struggente, quanto inutile fotoromanzo.
A riprova di quanto vado dicendo, mi permetto di rilevare come i due poli fondamentali della novella, la vita pubblica e la vita privata siano slegati, richiamo l'attenzione circa il fatto che nel film non è così chiara la funzione narrativa di un personaggio, quale il Gerarca (pure una delle più grandi interpretazioni di Gino Cervi), che, in fondo, non fa che giocare la "parte del cattivo", ma che non interferisce significativamente sulla storia d'amore tra Ferzetti e la Lee, la quale finisce in fondo per uno sfogo di lui, pur necessitato dal rastrellamento del padre (della serie: "devo pensare alla mia famiglia, non ho tempo per le morose!"). Meno chiara ancora è la figura di Salerno, che da "voyeur" osserva la strage degli ebrei e antifascisti dalla finestra della propria farmacia e che assiste virtualmente alla 'scappatella' della moglie. Questa figura di 'homme qui regarde' getta sul film un'ombra di sgradevole morbosità, abbastanza inutile nell'economia narrativa del film.
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