Tra memoria e testimonianza(allora recente, inizio luglio 1976, "Raid on Entebbe"di Kershner è appena di un anno dopo), il film, che è forse il migliore tra i tre realizzati sull'episodio, che vedeva un attacco terroristico ai danni di Israele, con l'appoggio del sedicente"roi"idi Amin Dada dell'Uganda, non fa mai scemare la tensione che caratterizza il film: pur se era comunque nota la dinamica dell'azione, la suspense c'era per come era realizzato il fi,m, appunto. Bronson assolutamente diverso dalle interpretazioni da"giustiziere della notte", Constantine(fra l'altro di origini ebraiche, notoriamente, dunque anche lui, a fortiori impegnato come"solidale"con Israele, cui il film è sostanzialmente dedicato, da parte di una produzione USA), Martin Balsam, non ancora costretto a fare sempre(o quasi)il ruolo del mafioso, Peter Finch, la cui bravura è ben nota, Sylvia Sidney e altri/e, per un film che indubbiamente risente del fatto di cronaca, ma non per questo si presta a diventare un semplice(anche se l'aggettivo non è forse opportuno, vista anche la drammaticità dei fatti)"documentario", Suspense, si diceva, perché, anche considerando la tecnologia a disposizone del cinema di allora, la realizzazione era più che notevole.
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Tra memoria e testimonianza(allora recente, inizio luglio 1976, "Raid on Entebbe"di Kershner è appena di un anno dopo), il film, che è forse il migliore tra i tre realizzati sull'episodio, che vedeva un attacco terroristico ai danni di Israele, con l'appoggio del sedicente"roi"idi Amin Dada dell'Uganda, non fa mai scemare la tensione che caratterizza il film: pur se era comunque nota la dinamica dell'azione, la suspense c'era per come era realizzato il fi,m, appunto. Bronson assolutamente diverso dalle interpretazioni da"giustiziere della notte", Constantine(fra l'altro di origini ebraiche, notoriamente, dunque anche lui, a fortiori impegnato come"solidale"con Israele, cui il film è sostanzialmente dedicato, da parte di una produzione USA), Martin Balsam, non ancora costretto a fare sempre(o quasi)il ruolo del mafioso, Peter Finch, la cui bravura è ben nota, Sylvia Sidney e altri/e, per un film che indubbiamente risente del fatto di cronaca, ma non per questo si presta a diventare un semplice(anche se l'aggettivo non è forse opportuno, vista anche la drammaticità dei fatti)"documentario", Suspense, si diceva, perché, anche considerando la tecnologia a disposizone del cinema di allora, la realizzazione era più che notevole. La storia si fa dopo un certo numero di tempo, si suol dire; ma il terminus a quo del quarto di secolo sembra ormai decisamente superato, mentre un impatto come quello del film"instant movie"ha comunque il pregio di ricordare a chi non c'era(o aveva voluto ignorare il fatto)che l'avvenimento si era svolto, dunque anche la doverosa necessità di documentarsi in merito, dove libri, articoli di giornale e saggi storici sarebbero certamente opportuni da consultare, pur se la scelta è comunque delegata al futuro(evneutale) lettore e comunque spettatore. El Gato
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