A voler essere razionali la sceneggiatura sembra scritta sotto l’effetto di stupefacenti. Fin dalla prima sequenza nella quale la pistola di Mike Barnett mostra con grande evidenza (a noi moderni cinefili che possiamo bloccare l’inquadratura) una scritta “Made in Italy” si capisce che non occorre aspettarsi troppo da Cardone sul piano della correttezza formale. La scrittura presenta evidenti lacune che potrebbero far inorridire i razionalisti già nel primo quarto d’ora quando il citato Barnett, viene pestato a sangue da un sette persone che lo lasciano però in vita perché Fernando Sancho dicendo sostanzialmente: «tanto quando ci trova.
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A voler essere razionali la sceneggiatura sembra scritta sotto l’effetto di stupefacenti. Fin dalla prima sequenza nella quale la pistola di Mike Barnett mostra con grande evidenza (a noi moderni cinefili che possiamo bloccare l’inquadratura) una scritta “Made in Italy” si capisce che non occorre aspettarsi troppo da Cardone sul piano della correttezza formale. La scrittura presenta evidenti lacune che potrebbero far inorridire i razionalisti già nel primo quarto d’ora quando il citato Barnett, viene pestato a sangue da un sette persone che lo lasciano però in vita perché Fernando Sancho dicendo sostanzialmente: «tanto quando ci trova...» e poi, una volta ripresi i sensi prima di preoccuparsi della salute della moglie va a verificare in un cassetto se ci sono documenti e soldi. Più avanti, dopo un duello ferocissimo nel deserto, spunta il suo più caro amico che gli dice una banalità e poi ritorna nel nulla da dove è arrivato. Siccome il cinema non è solo razionalità, ma fantasia e capacità di attrarre l’attenzione dello spettatore il film va rivalutato. È godibile, piacevole e a tratti, come nelle lunghe sequenze in cui il protagonista è rinchiuso in prigione, anche appassionante. Non è un caso che Thomas Weisser lo consideri il miglior western di Cardone, che qui si firma come Albert Cardiff. È anche il primo western all’italiana interpretato da Wayde Preston. Una nota d’eccellenza va cercata nelle musiche, prima e unica colonna sonora scritta da Michele Lacerenza, la tromba di "Per un pugno di dollari" e "Per qualche dollaro in più".
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