fedeleto
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mercoledì 29 agosto 2012
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simon nel deserto delle tentazioni...
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Nel deserto su un pilastro di 3 metri passa sei anni di espiazione l'illuminato Simon,dopo per ordine dei monaci si sposta su un pilastro di 6 metri.Compie miracoli,lotta contro la lussuria verso il demonio che si incarna prima in una bambina maliziosa,poi nel signore,e infine lo porta nella metropoli in un moderno inferno dove in una discoteca ci si scatena.Luis Bunuel(viridiana,la selva dei dannati,l'angelo sterminatore),dopo il buon successo di Diario Di Una cameriera,dirige questa pellicola in Messico dopo 6 anni di assenza dal territorio in cui ha girato parecchi film.La pellicola blasfema e provocatoria,trova il suo terreno in un'atmosfera surreale e senza tempo.Simon appunto e' colui che vive nell'espiazione del suo essere uomo,combatte la fame,il sesso ,tutto cio' che si trova appunto sulla terra(non a caso metaforicamente potremmo dire che egli e' lontano da quelle tentazioni terrene poiche' egli e' sorretto in aria da un pilastro quasi come aspirasse al cielo)ma ad ogni modo egli e' preda anche del demonio che lo tenta in ogni modo(prima bambina poi figura santa) e come se non bastasse il demonio e' donna,poiche' la tentazione diventa con cio' grande.
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Nel deserto su un pilastro di 3 metri passa sei anni di espiazione l'illuminato Simon,dopo per ordine dei monaci si sposta su un pilastro di 6 metri.Compie miracoli,lotta contro la lussuria verso il demonio che si incarna prima in una bambina maliziosa,poi nel signore,e infine lo porta nella metropoli in un moderno inferno dove in una discoteca ci si scatena.Luis Bunuel(viridiana,la selva dei dannati,l'angelo sterminatore),dopo il buon successo di Diario Di Una cameriera,dirige questa pellicola in Messico dopo 6 anni di assenza dal territorio in cui ha girato parecchi film.La pellicola blasfema e provocatoria,trova il suo terreno in un'atmosfera surreale e senza tempo.Simon appunto e' colui che vive nell'espiazione del suo essere uomo,combatte la fame,il sesso ,tutto cio' che si trova appunto sulla terra(non a caso metaforicamente potremmo dire che egli e' lontano da quelle tentazioni terrene poiche' egli e' sorretto in aria da un pilastro quasi come aspirasse al cielo)ma ad ogni modo egli e' preda anche del demonio che lo tenta in ogni modo(prima bambina poi figura santa) e come se non bastasse il demonio e' donna,poiche' la tentazione diventa con cio' grande.Partendo dalla prima tentazione ovvero il demonio in veste di bambina,e' la tentazione di abusare dell'innocenza,un modo che prosegue con una moderna crocifissione di aghi che gli vengono conficcati nella schiena al povero Simon.Il dolore e la passione sono superati,ma manca ancora un altro modo per eliminare la forza d'animo di Simon,quello di portarlo nella metropoli appunto un moderno inferno,e ad ogni modo tentarlo nella confusione.Ma vi sono altre tenazioni anche diverse dall'incarnazione femminile del demonio,ovvero il sacerdote che bestemmia e che tenta di calunniare Simon dicendo che il cestino era pieno di viveri e lui non stava facendo affatto nessun digiuno.Ma quando il demonio prende parola ,il sacerdote bestemmia con attacchi epilettici una sorta dunque di esorcismo compiuto che toglie il male ancora una volta.L'ultima tentazione e' un'altra ovvero l'inganno evangelico dove il demonio si manifesta come un apostolico e irradiante santo che dichiara di desiderare Simon come peccatore e dedito al piacere.Le osservazioni sulla pellicola di Simon sono spesso discordanti,poiche' il significato e il lasciar intendere e' parecchio ,specialmente nel finale ambiguo non completato a causa di problemi economici.Prima di tutto la figura di dio non compare mai ,ed invece quella del demonio spesso,potrebbe intendersi come un mondo fatto solo ed esclusivamente dal male contro cui nulla si puo' fare se non resistere per poi cedere(nel finale appunto Simon-intellettuale rimane in quell'inferno),ad ogni modo il deserto e' luogo di espiazione per poi arrivare al piacere-dispiacere della metropoli-inferno.Bunuel dirige una delle pellicole piu' dissacranti ed allo stesso tempo straordinarie per via della visionarieta' che sviluppa con il suo surrealismo.L'unica tentazione che vi consiglio e' di vederlo anche piu' volte.
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laulilla
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martedì 27 settembre 2011
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l'anacoreta
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Nel bellissimo libro che contiene le sue memorie ultime (Dei miei sospiri estremi) Luis Buñuel ci racconta i suoi soggiorni messicani e la sua amicizia con Gustavo Alatriste, produttore di molti lavori del periodo in cui, dopo aver girato due film negli Stati Uniti, il regista dovette tornare in Messico, per evitare le persecuzioni maccartiste. Purtroppo, per difficoltà economiche insorte, Alatriste dovette sospendere la produzione di questa pellicola e Buñuel fu costretto a chiuderla in fretta, con un finale inatteso, ma anche, in certo modo, geniale, tanto che, mutilata e incompleta, l'opera riuscì comunque a ottenere il premio speciale veneziano per la miglior regia al Festival del 1965, oltre ad altri quattro premi.
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Nel bellissimo libro che contiene le sue memorie ultime (Dei miei sospiri estremi) Luis Buñuel ci racconta i suoi soggiorni messicani e la sua amicizia con Gustavo Alatriste, produttore di molti lavori del periodo in cui, dopo aver girato due film negli Stati Uniti, il regista dovette tornare in Messico, per evitare le persecuzioni maccartiste. Purtroppo, per difficoltà economiche insorte, Alatriste dovette sospendere la produzione di questa pellicola e Buñuel fu costretto a chiuderla in fretta, con un finale inatteso, ma anche, in certo modo, geniale, tanto che, mutilata e incompleta, l'opera riuscì comunque a ottenere il premio speciale veneziano per la miglior regia al Festival del 1965, oltre ad altri quattro premi.
La storia raccontata è quella del monaco stilita Simon, che, fra il V e il VI secolo, decide di abbandonare ogni forma di vita sociale e di dedicarsi alla preghiera solitaria nel deserto, vicino ad Aleppo, in cima a una colonna, cibandosi di poche e frugali vivande che i monaci del monastero gli fanno arrivare con un canestro legato a una fune. La vita solitaria di preghiera e di mortificazione, tuttavia, non riesce a tenere lontane né le distrazioni (altri monaci, folle in attesa di miracoli, la madre, il pastore di capre), che ne turbano la vita contemplativa, né le tentazioni della carne che Satana (Silvia Pinal, moglie di Alatriste, famosa protagonista di tante opere buñueliane) gli offre sotto mentite spoglie. Il film si interroga, come altri dello stesso regista sul bene e sul male, cercando di individuare, rappresentando i personaggi, quali siano i comportamenti virtuosi e quali quelli malvagi, concludendo, a mio parere, che isolarsi dal mondo non pare essere la via del bene, perché la vita, difficile per tutti, deve essere sopportata fino in fondo, come inviterà a fare Satana – Pinal, che è riuscito infine nell’intento di strappare Simon alla sua colonna, per trasportarlo con un volo vertiginoso nel tempo e nello spazio, in un locale chiassoso e affollato di Manhattan. Lì, i peccatori (Sinners è il nome del locale!), cioè tutti gli avventori, cercano di divertirsi al suono di una musica “indiavolata”, fumando e bevendo. Una battuta sorridente del demonio invita Simon, che vorrebbe uscire, ad andare “Ultra”, citando una rivista surrealista, Ultra per l’appunto, che nel 1922 aveva pubblicato per la prima volta un articolo di Buñuel.
Il finale, spiazzante e beffardo ci riporta dunque ai temi cari al regista: nessuno è buono, né lo è stato nei tempi passati, perché i vizi degli uomini sono ad essi connaturati: quel monaco imbroglione; quel pastore un po’ troppo vicino alle sue capre; quel ladro che grazie alle preghiere di Simon riacquista le mani, ma subito ne è irritato, perché di lavorare non ha proprio voglia, e ora non ha più scuse; quella folla superstiziosa e ignorante, tutti, insomma, sono molto meno umani e simpatici della divertente e surreale diavoletta incarnata dalla Pinal, che chiede, in fondo, e forse con sincerità, visto che piange, di essere perdonata per il suo antico peccato di superbia. Finale certamente blasfemo, come spesso il finale dei film con tema religioso, di un regista ateo, ” per grazia di Dio”, come dice lui stesso. Non a caso lo stesso regista, nel suo libro di memorie afferma: ” Oggi mi sembra che Simon del Desierto potrebbe già essere uno degli incontri dei due pellegrini della Via Lattea, sulla strada tortuosa per Santiago de Compostela”
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luca scialò
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giovedì 3 marzo 2011
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difficile resistere alle tentazioni...
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Simon è un monaco che predica nel deserto (in tutti i sensi). Il popolo lo idolatra, ma lo schernisce pure. Come ogni apostolo di Cristo, è vittima di tentazioni da parte di Satana...
Un film di Bunuel incompiuto, causa il suo produttore, Gustavo Alatriste, che non si sentì di concluderlo. Pentito cercò di rimediare successivamente, ma non trovò registi disponibili. Nonostante ciò, ottenne un Leone d'argento e il premio Fipresci a Venezia. In fondo, in quei "soli" 40 minuti dice già tutto, e sulla falsariga di Nazarin, è un omaggio a Cristo e alle sue difficoltà di professare in Terra. Sebbene fosse molto più blasfemo dell'altro.
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Simon è un monaco che predica nel deserto (in tutti i sensi). Il popolo lo idolatra, ma lo schernisce pure. Come ogni apostolo di Cristo, è vittima di tentazioni da parte di Satana...
Un film di Bunuel incompiuto, causa il suo produttore, Gustavo Alatriste, che non si sentì di concluderlo. Pentito cercò di rimediare successivamente, ma non trovò registi disponibili. Nonostante ciò, ottenne un Leone d'argento e il premio Fipresci a Venezia. In fondo, in quei "soli" 40 minuti dice già tutto, e sulla falsariga di Nazarin, è un omaggio a Cristo e alle sue difficoltà di professare in Terra. Sebbene fosse molto più blasfemo dell'altro. Ma l'attacco alla Chiesa e alla borghesia benpensante è comunque compiuta.
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bissoli
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sabato 5 febbraio 2011
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misticismo medievale
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C'è tutto il misticismo che ha permeato il Medioevo, dentro questo film: tensione verso il sublime, il divino. Ascesi gotica, tendenza al sovrumano. E contemporaneamente, i lati oscuri dell'anima: le passioni intese come peccato, la gioia di vivere intesa come dannazione, il godere in questo mondo come colpa che porta all'inferno. Tendere alla santità alla purezza, alla luce divina, significa anche creare l'ombra, creare la tentazione, il diavolo, il peccato.
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dachnak
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giovedì 25 ottobre 2007
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giusto...
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Anche perchè i sei anni li fa sulla colonna più bassa!
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l'angelo del 3°piano
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mercoledì 8 febbraio 2006
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ipse dixit : "<>"
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penso che l'anticlericalismo e il sarcasmo di bunuel raggiunga il culmine in questo lungometraggio;
le tentazioni che ingannano l'uomo e lo vincono sono presenti nelle prime battute; dopo il jet, l'inferno quotidiano e la svogliatezza dell'uomo nell'affrontare la vita lo obbligano a chiedere ospitalità a dio.
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sasso
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mercoledì 14 aprile 2004
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vedere i film prima di parlarne
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L'impressione è che Farinotti questo film non l'abbia proprio visto, ma ne abbia sentito parlare da qualcuno cui l'avevano raccontato. Il breve film di Bunuel è un capolavoro per senso e rigore morale ed anche per ironia.
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(di richard)
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