eugen
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mercoledì 28 febbraio 2024
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capolavoro spielberghiano
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Vero capolavoro di Steven Spielberg, che ha scritto e diretto il film, "Close Encounters of the Third Kind"/1977)prima di"ET"che e'posteriore di un lustro, Mostra la SF QUieta, pacifica, accomodante, dove, in controtendenza con gli "alien"i cattivi e decisamente metaforici dei"cattivi comunisti"anni 1950, tutto si svolgea armonicamente, anche se non senza problemi inziali, dove anche il"ratto alieno"non ha alcuna conseguenza negativa per la persona kidnapped. IN tutte le parti del mondo, con modalita'diverse, c'e l'attesa di un avenimento particolare, celebrato con riutalita'divers ee molto accentuate e regliosamente connotate soprattutto in INdia, emerge anche una musica comune per evocare l'incontro"altro", Particolamente notevoli in realta'tutte le sequenze cromaticamente forti, merito soprattutto di Douglas Trumbull, "mago"di tali effetti come noto e pluripremiato anche per questo film, dove quelle quasi iniziali della casa nella quale si muovono rtmicamente i giocatteoli e i pupazzi del bambino, che vine"cooptato"ad usicire, sono particolmente interessanti, sempre che si leghino alle differenti gradazioni cormatiche del e nel cielo.
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Vero capolavoro di Steven Spielberg, che ha scritto e diretto il film, "Close Encounters of the Third Kind"/1977)prima di"ET"che e'posteriore di un lustro, Mostra la SF QUieta, pacifica, accomodante, dove, in controtendenza con gli "alien"i cattivi e decisamente metaforici dei"cattivi comunisti"anni 1950, tutto si svolgea armonicamente, anche se non senza problemi inziali, dove anche il"ratto alieno"non ha alcuna conseguenza negativa per la persona kidnapped. IN tutte le parti del mondo, con modalita'diverse, c'e l'attesa di un avenimento particolare, celebrato con riutalita'divers ee molto accentuate e regliosamente connotate soprattutto in INdia, emerge anche una musica comune per evocare l'incontro"altro", Particolamente notevoli in realta'tutte le sequenze cromaticamente forti, merito soprattutto di Douglas Trumbull, "mago"di tali effetti come noto e pluripremiato anche per questo film, dove quelle quasi iniziali della casa nella quale si muovono rtmicamente i giocatteoli e i pupazzi del bambino, che vine"cooptato"ad usicire, sono particolmente interessanti, sempre che si leghino alle differenti gradazioni cormatiche del e nel cielo. INterpreti clou Richard Dreyduss, Melinda Dillon e il grande regista e sceneggiatore Francois Truffaut, mai cosi'impegnato in un lungo ruolo come interprete, dove, tra l'altro, pssoiamo senz'altro definirlo come il ruolo di un regista, di un coordinatore generale delle questione ufologica, perlatro(sia detto, a ormai quesi mezzo secolo dalla realizzazione del film)mai risolta neppure"approssimativamente"da nessun governo mondiale. Eugen
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enzo70
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lunedì 28 dicembre 2020
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una grande ode corale
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In incontri ravvicinati del terzo tipo Spielberg regala un modo inedito per raccontare uno dei sogni dell’uomo, l’incontro con gli Ufo. Una favola corale distante dall’individualismo che troviamo in Et, con alcuni bambini che devono nascondere il loro amico dagli scienziati dello Stato. Un bambino, un uomo ed uno scienziato francese sono solo gli ambasciatori della volontà di trasformare l’incontro in un momento di intergalattica umanità, che vada oltre le differenze. Incontri ravvicinati del terzo tipo è un cult e va visto in quest’ottica, tenendo conto che gli effetti speciali incredibili per quel periodo oggi sono del tutto datati. Ma è un film che vale sempre la pena di rivedere.
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In incontri ravvicinati del terzo tipo Spielberg regala un modo inedito per raccontare uno dei sogni dell’uomo, l’incontro con gli Ufo. Una favola corale distante dall’individualismo che troviamo in Et, con alcuni bambini che devono nascondere il loro amico dagli scienziati dello Stato. Un bambino, un uomo ed uno scienziato francese sono solo gli ambasciatori della volontà di trasformare l’incontro in un momento di intergalattica umanità, che vada oltre le differenze. Incontri ravvicinati del terzo tipo è un cult e va visto in quest’ottica, tenendo conto che gli effetti speciali incredibili per quel periodo oggi sono del tutto datati. Ma è un film che vale sempre la pena di rivedere.
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biscotto51
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lunedì 16 dicembre 2019
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volevamo prendervi in giro...
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...con gli effetti speciali, e ci siamo riusciti. Tutto inizia con 4-5 aerei di caccia della II^ guerra mondiale trovati intatti in una zona desertica; poi con una nave abbandonata nel mezzo del deserto sabbioso(!); infine in India una folla guidata da un guru canta uno strano inno fatto da poche note musicale. Si prosegue con luci strane che sfrecciano nel cielo, poi con cucine in cui tutto balla e va per aria, poi un fuori di testa che, ispirato da chissà da quale spiritaccio, dopo aver fatto scappare di casa moglie e figli, costruisce nella sua cucina una specie di pandoro di fango che arriva fino al soffitto. Casualmente alla TV vede un pandoro simile che, in natura, si trova nel Wyoming.
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...con gli effetti speciali, e ci siamo riusciti. Tutto inizia con 4-5 aerei di caccia della II^ guerra mondiale trovati intatti in una zona desertica; poi con una nave abbandonata nel mezzo del deserto sabbioso(!); infine in India una folla guidata da un guru canta uno strano inno fatto da poche note musicale. Si prosegue con luci strane che sfrecciano nel cielo, poi con cucine in cui tutto balla e va per aria, poi un fuori di testa che, ispirato da chissà da quale spiritaccio, dopo aver fatto scappare di casa moglie e figli, costruisce nella sua cucina una specie di pandoro di fango che arriva fino al soffitto. Casualmente alla TV vede un pandoro simile che, in natura, si trova nel Wyoming. Allora va nel Wyoming e lì incontra una madre a cui era stato rapito il figlio. In una pista di atterraggio costruita dall'esercito per accogliere gli UFO, atterra una navicella spaziale grande come una portaerei e luccicante come un flipper. L'esercito fa suonare fiìno allo sfinimento la nenia dell'India, al che la navicella si apre e scende il bambino rapito e gli equipaggi degli aerei e della nave nel deserto. Siccome li hanno studiati per 40 anni senza ricavarne niente, gli alieni imbarcano il tipo del pandoro e partono con lui. Avranno maggior fortuna con lui?
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valerio massimo petricca
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domenica 8 settembre 2019
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immagini bellissime per essere il 1977
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Come dal titolo immagini ed effetti bellissimi per essere il 1977,ma per come la vedo io ha delle lacune enormi,scene lente e semplici e non particolarmente curate un esempio,a inizio film le persone si ustionavano al passaggio delle navi aliene mentre alla fine niente.....una mamma che gli sparisce il figlio come se niente fosse successo,base Top secret “americana” dove si entra e esce come si vuole,il personaggio principale che viene messo in divisa rossa(prima era quasi un intruso)per poi essere l unico ad andare sulla astronave aliena,e potrei stare qui un ora.comunque intuizione bellissima,ma con una notevole differenza di cura dei particolari rispetto alle icone ET e guerre stellari,in alcuni momenti sembra un film per bambini.
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Come dal titolo immagini ed effetti bellissimi per essere il 1977,ma per come la vedo io ha delle lacune enormi,scene lente e semplici e non particolarmente curate un esempio,a inizio film le persone si ustionavano al passaggio delle navi aliene mentre alla fine niente.....una mamma che gli sparisce il figlio come se niente fosse successo,base Top secret “americana” dove si entra e esce come si vuole,il personaggio principale che viene messo in divisa rossa(prima era quasi un intruso)per poi essere l unico ad andare sulla astronave aliena,e potrei stare qui un ora.comunque intuizione bellissima,ma con una notevole differenza di cura dei particolari rispetto alle icone ET e guerre stellari,in alcuni momenti sembra un film per bambini.
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rmarci 05
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domenica 9 giugno 2019
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uno dei film più riusciti e personali di spielberg
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Al suo terzo film e dopo lo straordinario successo de Lo Squalo, Steven Spielberg, il più grande intrattenitore del nostro tempo, realizza un film di cui cura anche il soggetto e la sceneggiatura: il risultato è una delle sue opere più riuscite e personali, rivoluzionaria per il genere fantascientifico in quanto viene stravolto lo stereotipo dell'alieno invasore, ipotizzando invece un incontro pacifico tra l'essere umano e l'extraterrestre, due civiltà tanto lontane tra loro nel tempo e nello spazio quanto intenzionate a comunicare. Oltre a ciò, il film è anche una metafora sull'allontanamento, da parte di una persona, dalla propria famiglia e dalla situazione in cui ha sempre vissuto per raggiungerne un'altra a lui sconosciuta, che però lo affascina di più e a cui si sente maggiormente appartentente.
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Al suo terzo film e dopo lo straordinario successo de Lo Squalo, Steven Spielberg, il più grande intrattenitore del nostro tempo, realizza un film di cui cura anche il soggetto e la sceneggiatura: il risultato è una delle sue opere più riuscite e personali, rivoluzionaria per il genere fantascientifico in quanto viene stravolto lo stereotipo dell'alieno invasore, ipotizzando invece un incontro pacifico tra l'essere umano e l'extraterrestre, due civiltà tanto lontane tra loro nel tempo e nello spazio quanto intenzionate a comunicare. Oltre a ciò, il film è anche una metafora sull'allontanamento, da parte di una persona, dalla propria famiglia e dalla situazione in cui ha sempre vissuto per raggiungerne un'altra a lui sconosciuta, che però lo affascina di più e a cui si sente maggiormente appartentente. Molto importante è, come in tutti i film del regista, la componente tecnica, in cui la maestosità degli effetti speciali e della fotografia rendono Incontri ravvicinati un'autentica gioia per gli occhi. Dunque un film coinvolgente, sognatore, misuratamente ottimista, molto personale ed emozionante senza essere melenso. L'unico difetto che gli si può attribuire è la scarsa recitazione dei comprimari e la superficiale caratterizzazione dei personaggi di contorno. Comunque, è il miglior film di fantascienza di Steven Spielberg. 3.5 stelle su 5.
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giuseppetoro
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sabato 31 marzo 2018
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storico
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uno dei miei primi film visti sulla fantascienza...bel film
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laurence316
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domenica 19 marzo 2017
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la resurrezione del cinema di fantascienza
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Caposaldo e pietra miliare del genere (esattamente al pari del contemporaneo Guerre stellari), l’unico film del regista di cui sia responsabile sia del soggetto che della sceneggiatura, Incontri ravvicinati del terzo tipo lo è soprattutto per la sua rivoluzionaria rappresentazione degli alieni non più come mostri guerrafondai e assettati di sangue bensì come esseri pacifici alla ricerca di una forma di cooperazione con la razza umana: una visione del tutto innovativa e per nulla scontata nel panorama cinematografico del tempo. Ma lo è anche per diversi altri motivi, in particolar modo per la sua geniale intuizione visiva e narrativa di mostrare il tentativo di comunicazione con gli alieni per mezzo non di un linguaggio verbale, ma bensì musicale.
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Caposaldo e pietra miliare del genere (esattamente al pari del contemporaneo Guerre stellari), l’unico film del regista di cui sia responsabile sia del soggetto che della sceneggiatura, Incontri ravvicinati del terzo tipo lo è soprattutto per la sua rivoluzionaria rappresentazione degli alieni non più come mostri guerrafondai e assettati di sangue bensì come esseri pacifici alla ricerca di una forma di cooperazione con la razza umana: una visione del tutto innovativa e per nulla scontata nel panorama cinematografico del tempo. Ma lo è anche per diversi altri motivi, in particolar modo per la sua geniale intuizione visiva e narrativa di mostrare il tentativo di comunicazione con gli alieni per mezzo non di un linguaggio verbale, ma bensì musicale. E’ poi un film emblematico della poetica dello Spielberg favolista (che poi proseguirà innanzitutto con E.T. l’extra-terrestre) di esaltazione del mondo dell’infanzia che in questo film coincide con la “conseguente ‘infantilizzazione’ dei personaggi eletti a entrare in contatto con gli alieni – Dreyfuss ama Disney e gioca con il purè” (Mereghetti).
Al di là delle componenti ideologiche, è comunque innegabile che il fattore di maggior impatto e fascinazione del film sia dato dalla sua straordinaria forza visiva, merito tanto degli effetti speciali di Douglas Trumbull quanto dell’eccezionale fotografia di Vilmos Zsigmond (giustamente premiata con l’Oscar). Incontri ravvicinati del terzo tipo è infatti prima di tutto una grandiosa esperienza visiva ed uditiva con pochi precedenti nella fantascienza cinematografica (ed è in questo avvicinabile a 2001: Odissea nello spazio di Kubrick).
E’ un film coinvolgente e appassionante, adatto tanto ai bambini quanto agli adulti, un’opera di un “sognatore per sognatori” (Morandini).
Girato nel più grande set mai usato (l’interno di una vecchia, smisurata aviorimessa per dirigibili), costato 20 milioni di dollari, è un grandissimo successo di pubblico, secondo solo a Guerre stellari. Ne esistono tre versioni differenti: oltre a quella originale distribuita nelle sale, quella ritoccata per una criticata (e criticabile) “Edizione Speciale” ed, infine, una terza, leggermente diversa, la Director’s Cut. Tra la prima e la seconda, la differenza più sostanziale consiste nell’inserimento di scene (del tutto superflue) girate all’interno dell’astronave, che risulta comunque complessivamente più corta di 3’ per il taglio e il ritocco di diverse altre scene. La terza ed ultima, la Director’s Cut, che si è vista solo per il mercato dell’home-video, è invece una sorta di fusione delle prime due, con però il grande pregio di ripristinare il finale originario, eliminando pertanto le scene all’interno dell’astronave. Volendo stilare una classifica, si può tranquillamente affermare che sia quest’ultima quella più riuscita e degna di nota.
Piccola curiosità: com'è probabilmente noto, il titolo si riferisce ad una teoria, che ha poi contribuito a popolarizzare, dell’astrofisico e “ricercatore ufologico” J. Allen Hynek, che suddivide in tre grandi tipi i possibili incontri con un’ipotetica razza aliena: l’incontro ravvicinato del primo tipo, che corrisponde all’avvistamento di un UFO; l’incontro ravvicinato di secondo tipo, che consiste nella prova materiale dell’esistenza dello stesso; ed infine l’incontro ravvicinato di terzo tipo, ovvero il contatto vero e proprio.
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great steven
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martedì 26 luglio 2016
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il primo mirabolante giocattolone sf di spielberg.
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INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO (USA, 1977) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da RICHARD DREYFUSS, MELINDA DILLON, FRANCOIS TRUFFAUT, TERI GARR, BOB BALABAN, CARY GUFFEY, SHAWN BISHOP, WARREN J. KEMMERLING, ROBERTS BLOSSOM, PHILIP DODDS, LANCE HENRIKSEN
Eventi bizzarri turbano la vita di una cittadina del Wyoming, soprattutto black-out improvvisi e terremoti spaventosi. Grazie all'impiego di sofisticati sistemi tecnologici, le stazioni scientifiche di osservazione e ricerca ipotizzano un atterraggio di UFO nei paragi. Nessuno degli abitanti sembra però dar corda a questa supposizione, esclusi un eccentrico giornalista e padre di famiglia, una premurosa donna il cui bambinn viene rapito da un'entità misteriosa e un estroverso scienziato francese.
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INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO (USA, 1977) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da RICHARD DREYFUSS, MELINDA DILLON, FRANCOIS TRUFFAUT, TERI GARR, BOB BALABAN, CARY GUFFEY, SHAWN BISHOP, WARREN J. KEMMERLING, ROBERTS BLOSSOM, PHILIP DODDS, LANCE HENRIKSEN
Eventi bizzarri turbano la vita di una cittadina del Wyoming, soprattutto black-out improvvisi e terremoti spaventosi. Grazie all'impiego di sofisticati sistemi tecnologici, le stazioni scientifiche di osservazione e ricerca ipotizzano un atterraggio di UFO nei paragi. Nessuno degli abitanti sembra però dar corda a questa supposizione, esclusi un eccentrico giornalista e padre di famiglia, una premurosa donna il cui bambinn viene rapito da un'entità misteriosa e un estroverso scienziato francese. Si ritrovano tutti e tre presso una pista di atterraio aerospaziale, e attendono. L'astronave degli esseri intelligenti provenienti dallo spazio arriva. Il giornalista andrà con loro. Di straordinario pregio figurativo, detiene anche innegabili meriti dal punto di vista della preparazione tecnica: una fotografia (Vilmos Zsigmond, premiato con l'Oscar) abilissima sia nel ritrarre i paesaggi notturni del Wyoming che nel descrivere con meraviglioso fascino decorativo i luoghi centrali (i deserti, le case comuni, la foresta, le strade) in cui si verificano i contatti tentati fra gli alieni e gli umani; un superbo montaggio (Michael Kahn) che segue senza perdere un colpo l'evoluzione di una storia eccezionalmente originale anche per come viene consegnata a livello grafico agli spettatori; effetti visivi di un realismo impressionante, alla cui esecuzione provvide Douglas Trumbull, premio Oscar per lo stesso lavoro nel kubrickiano 2001: Odissea nello spazio, abbinati agli irripetibili (o quasi, considerando anche E.T.) pupazzi elettronici di Carlo Rambaldi, entrambi egualmente funzinali nel fornire al film un carisma plastico che stupisce per la varietà dei colori, l'intensità dei suoni e la bizzarria a briglia sciolta delle forme. Interpretazioni tutte di prima qualità, fra cui fanno macchia il capofaniglia squinternato ma deciso di Dreyfuss, l'affettuosa e coragiosa mamma di M. Dillon, il testardo uomo di scienza francofono di Truffaut (finalmente valorizzato anche come attore, e ciò non lede alla sua dignità di cineasta), la moglie irascibile e incredula di T. Garr (uno dei suoi ruoli più felici) e l'attrezzista interprete di B. Balaban. Sceneggiatura ridotta all'osso e tesa ad imprimere il segno sui dialoghi ad effetto, ma è comprensibile: per il primo capolavoro di fantascienza del regista di Cincinnati, qualche sacrificio si doveva pur fare, e le cose da non sacrificare hanno invece ricevuto, com'era opportuno, l'attenzione doviziosa e maniacale che meritavano. Anche soggettista e scenegiatore del suo secondo strepitoso successo di pubblico (dopo Lo squalo, 1975), Spielberg dimostrò una volta di più di dipendere eccessivamente dal sistema cinematografico dei generi, eppure questa sua inclinazione è perdonabile considerando che realizza prodotti ai quali si può giustamente rimproverare solo una tendenza global atta a compiacere la più ampia fetta di pubblico possibile. Il che non va assolutamente a scapito della qualità della pellicola: Close Encounters, osannato già all'uscita nelle sale e incluso molti anni dopo dall'American Film Institute al 64° posto nella lista dei migliori 100 film USA, sa farsi apprezzare per il sapiente miscuglio di suspense, pathos, autoironia e resilienza come per il professionale abbinamento fra contributi artistici e competenze tecniche, affermando la sua preponderanza nell'ambito di quei "blockbluster ante litteram" che, proprio in quel periodo e grazie soprattutto a Spielberg e a colleghi quali Pollack, Polanski, Coppola e il mai invecchiato Kubrick, determinarono incassi inimmaginabili al box office e fecero compiere un dietrofront ai critici di tutto il mondo. Musiche (John Williams), di soffice delicatezza alternativamente scambiata ad un incredibile ardore, che fanno sognare. Da lodare anche la geniale costruzione narrativa di un certo gusto poetico, perché basata sulla doppia metafora del motivo musicale e della montagna di terriccio. è anche un racconto di formazione imperniato sul rapporto che si attua rispettivamente fra coniugi, bambini e colleghi, oltre che una porta aperta verso il desiderio di mettersi alla prova e la sperimentazione verso l'ignoto, lo sconosciuto. Esiste anche in una versione di 152 minuti, oltre a quella canonica, diffusa in DVD e VHS, di 135.
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elgatoloco
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venerdì 1 gennaio 2016
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capolavoro che smitizza sterotipi e pregiudizi
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Che il film sia uno dei vertici del cinema di ogni tempo è chiaro e assodato;SF assoluutamente originale , quella di Spielberg, che parte da ua stiuazione casalinga, quotidiana, per passare, attraverso l'irruzione di un elemento"nuovo"("disastro elttrico")all'elemento ignoto(UFO et collegati)attraverso una progressione intelligentissima e assoltamente creativa; un procedimento anche didattcamente e pedagogicamente effcacissimo e sempre riuscito, foriero della capacità di andare oltre, anzi di distruggere, ma con l'arma del cinema e della creatività artistica tutti i pregiudizi della SFcorriva e di maniera, in letteratura e nel cinema, quella che vede gli "alieni"tout court come cattivi, vilains etc.
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Che il film sia uno dei vertici del cinema di ogni tempo è chiaro e assodato;SF assoluutamente originale , quella di Spielberg, che parte da ua stiuazione casalinga, quotidiana, per passare, attraverso l'irruzione di un elemento"nuovo"("disastro elttrico")all'elemento ignoto(UFO et collegati)attraverso una progressione intelligentissima e assoltamente creativa; un procedimento anche didattcamente e pedagogicamente effcacissimo e sempre riuscito, foriero della capacità di andare oltre, anzi di distruggere, ma con l'arma del cinema e della creatività artistica tutti i pregiudizi della SFcorriva e di maniera, in letteratura e nel cinema, quella che vede gli "alieni"tout court come cattivi, vilains etc., magri , come in molti film sciocchi dei"glorydays"della guerra fredda, idetificandoli con i"reds,", id est rossi, comunisti magari anche solo"socialists"(negli USA è un insulto). Flm di luce che schiacca e scacccia le tenebre, "Incontri..."viene poi"completato" ualche anno dopo da un film più"bucolico"come "ET"(questo è epico,invece) , che in sostanza veicola nuovamente il messaggio universalista e pacifista di"Encounters. Eccelsi gli interprti, tra cui un inedito Franços Truffaut in veste d attore. El Gato
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andrejuve
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lunedì 28 dicembre 2015
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il pregiudizio nei confronti del "diverso"
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“Incontri ravvicinati del terzo tipo” è un film del 1977 diretto da Steven Spielberg. Un gruppo di scienziati comandati da Claude Lacombe si reca presso il deserto messicano in quanto sono stati misteriosamente ritrovati degli aeroplani del 1945, considerati dispersi, incredibilmente ancora attivi e funzionanti. Sul posto inoltre trovano un contadino, dall’aria molto confusa e con un evidente rossore sul volto, il quale dice di aver visto quella notte una luce potentissima paragonabile addirittura a quella del sole. Nel centro di gestione del traffico aereo di Indianapolis invece alcuni piloti comunicano di essere stati sorvolati da alcuni oggetti luminosi di non precisa identificazione.
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“Incontri ravvicinati del terzo tipo” è un film del 1977 diretto da Steven Spielberg. Un gruppo di scienziati comandati da Claude Lacombe si reca presso il deserto messicano in quanto sono stati misteriosamente ritrovati degli aeroplani del 1945, considerati dispersi, incredibilmente ancora attivi e funzionanti. Sul posto inoltre trovano un contadino, dall’aria molto confusa e con un evidente rossore sul volto, il quale dice di aver visto quella notte una luce potentissima paragonabile addirittura a quella del sole. Nel centro di gestione del traffico aereo di Indianapolis invece alcuni piloti comunicano di essere stati sorvolati da alcuni oggetti luminosi di non precisa identificazione. Nel frattempo nello Stato dell’Indiana, all’interno di una abitazione in mezzo alla campagna, una notte inspiegabilmente gli oggetti cominciano a spostarsi autonomamente e il piccolo Barry Guiler, come se avesse subito una sorta di ipnosi, esce dalla casa per recarsi verso il centro abitato. La madre, Jillian Guiler, accortasi di quanto accaduto insegue disperatamente il figlio. Sempre nell’Indiana nella stessa notte Roy Neary, sposato, con tre figli e addetto alla manutenzione della corrente elettrica sulle strade, viene chiamato a intervenire a causa di un inspiegabile calo di tensione avvenuto sulla linea autostradale. Mentre si dirige con la sua macchina sul posto improvvisamente l’autovettura comincia a perdere il controllo e tutti i comandi elettrici al suo interno si attivano e si disattivano casualmente, senza una logica precisa. All’improvviso un oggetto volante, rassomigliante ad un Ufo, si apposta sopra la vettura di Roy, il quale rimane quasi accecato dalla potentissima luce emanata che gli provoca un arrossamento nella parte sinistra del viso. Roy insegue il misterioso oggetto e ad un certo punto incontra il piccolo Barry in mezzo alla strada, rischiando di investirlo prima del provvidenziale intervento della madre. Roy si ferma per accertarsi delle condizioni del bambino e nota che la madre, la quale si è imbattuta anch’essa nel misterioso oggetto, presenta lo stesso arrossamento sulla faccia. Roy è rimasto sconvolto dall’esperienza vissuta e assume comportamenti folli e bizzarri che preoccupano l’intera famiglia, specialmente la moglie Ronnie. Roy, cosi come Jillian, ha impressa nella mente la figura di una montagna rocciosa dalla forma particolare e, pur non sapendo di che cosa si tratti, nutre il desiderio di raffigurarla e riprodurla in qualsiasi momento e nelle più svariate forme. Un giorno gli oggetti volanti si ripresentano nei pressi dell’abitazione di Jillian e il figlio Barry, attratto da essi, nonostante il terrore e le forti opposizioni della madre, esce dalla dimora vanendo rapito dagli alieni. Nel frattempo in India Claude Lacombe, grazie a delle particolari tonalità emesse da una tribù indiana, riesce a comunicare con quelli che presumibilmente potrebbero essere degli alieni che viaggiano all’interno di particolari navicelle spaziali. Dall’Universo, in risposta a questi canti tribali, sopraggiungono altri segnali che indicano delle precise coordinate geografiche che corrispondono allo Stato del Wyoming negli Stati Uniti d’America. L’equipe di esperti allora capisce che quel luogo potrebbe costituire il punto di incontro con gli alieni e, fingendo che a causa di un disastro ferroviario sia fuoriuscita una grande quantità di gas nervino, riescono ad evacuare l’intera zona per svolgere tranquillamente i loro esperimenti. Roy, ormai abbandonato dalla moglie e dai figli, nota nel servizio televisivo relativo al finto deragliamento del treno che nella zona in questione è situata la montagna rocciosa che continua a invadere i suoi pensieri. Anche Jillian lo nota e allora i due decidono di recarsi nel Wyoming per scoprire il mistero legato a questa loro visione e per cercare di ritrovare Barry. La pellicola a mio avviso effettua un’analisi sulla curiosità dell’essere umano. In particolare l’uomo è sempre stato attratto da tutto quello che è ignoto o misterioso, con particolare riferimento all’eventuale esistenza all’interno dell’Universo di altre forme di vita differenti dalla nostra. Tutti noi ci siamo sempre posti quesiti relativi alla presenza di figure aliene e alla possibilità che queste ultime possano invadere il pianeta Terra. La curiosità è insita nella natura umana e a mio parere rappresenta l’emblema e la base dell’intelligenza, in quanto è solo grazie alla volontà di scoprire quello che non si conosce che l’uomo riesce ad evolversi e a migliorarsi. Un mondo disinteressato da tutto ciò che ci circonda sarebbe statico e privo di qualsiasi tipo di cambiamento. Basti pensare semplicemente alle evoluzioni tecnologiche avvenute in questi ultimi anni che hanno portato al raggiungimento di risultati fino a poco tempo fa considerati impensabili e utopici. A prescindere da quello che uno possa credere o meno è normale che ognuno di noi sia inevitabilmente attratto da avvenimenti misteriosi ed enigmatici, che pongono dubbi e mettono in discussione certezze che sembravano incontestabili e incontrastabili. E’ sempre importante valutare ed analizzare ogni cosa in maniera oggettiva effettuando una disamina da più punti di vista differenti, che non si accontenti di un unico parere o di una sola opinione. Inoltre il film, attraverso la metafora degli alieni, mette in risalto la reazione dell’uomo nei confronti di ciò che è atipico e diverso. L’essere umano tende purtroppo a creare una sorta di barriera formata dalla diffidenza e dall’emarginazione in rapporto a tutto quello che non rientra in quella che viene considerata la normalità e la quotidianità. Questo tipo di comportamento è controproducente perché porta gradualmente ad una chiusura mentale e ad un’incapacità di confrontarsi con differenti realtà che potrebbero fornirci degli importanti spunti di riflessione al fine di migliorare noi stessi e il mondo circostante. Di conseguenza nell’animo dell’uomo è insita la volontà di autodifendersi e di confliggere contro coloro che potrebbero costituire una minaccia, pur se tale timore risulta privo di fondamento. Molto spesso emerge il binomio diversità-sfiducia che genera sensazioni di inquietudine, timore e tormento. Il regista effettua anche una critica nei confronti dei Governi e dei mass media, i quali molto spesso celano la realtà al fine di poter dedicarsi ai propri interessi senza alcun tipo di opposizione. Per fare questo spesso si ricorre al cosiddetto “terrorismo mediatico”, basato sulla divulgazione di notizie che possano allarmare la popolazione sviando cosi l’attenzione da operazioni delicate che devono essere tenute all’oscuro di tutto e tutti. Spielberg con maestria è riuscito a mettere in scena sul grande schermo una storia che costituisce uno dei più grandi misteri dell’uomo, e lo fa utilizzando una narrazione coinvolgente, ricca di tensione e mai banale, in quanto sino all’ultima sequenza lo spettatore vive nell’oscurità e nell’enigmaticità assoluta. Sono da segnalare anche gli ottimi effetti speciali che sicuramente, considerando l’anno di produzione del film, risultano all’avanguardia e molto efficaci. Un bel film che riesce a mescolare la fantascienza ad una riflessione sulla psicologia dell’uomo e sulla società in generale. Su tutte spiccano le buone interpretazioni di Richard Dreyfuss, nei panni di Roy Neary, di Melinda Dillon, in quelli di Jillian Guiler, e di Francois Truffaut, il quale è uno dei più grandi registi della cinematografia francese, nella parte di Claude Lacombe. Un film da vedere perchè riuscirà ad attrarvi e a stupirvi.
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