elgatoloco
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domenica 11 agosto 2019
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non male, questo western di clint senza leone
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Dopo Sergio Leone, Ted Post, per Clint Eastwood:questo"Hang'Em High"(1968)non segna certo un particolare punto di svolta, ma certamente un novum: il film inizialmente avrebbe dovuto essere diretto da Leone, che declinò l'offerta perché impegnato(ufficialmente)in"C'era una volta il West", in realtà perché dedito a seguire le sue vie, come tematica e stile(soggetto e sceneggiatura sempre suoi): è un western quasi tradizionalmente yankee, con tanto di retorica dell'uomo giusto decisamente individualista(volendo, certo, è in gran parte anche la filosofia di Clint, che però in"Gran Torino"si rivela ben più sensibile alle difficoltà dgli "ultimi", che per miracolo sfugge a un'impiccagione comminatagli ingiustamente, conscio del proprio valore e del proprio coraggio, che poi riesce anche a autonomizzarsi dalla burocrazia civile e penale, non solo diventano vicesceriffo e poi sceriffo, ma a perseguire una sua giusitiza che, talora, contempla anche la vendetta, pur se proposta in modo più"soft".
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Dopo Sergio Leone, Ted Post, per Clint Eastwood:questo"Hang'Em High"(1968)non segna certo un particolare punto di svolta, ma certamente un novum: il film inizialmente avrebbe dovuto essere diretto da Leone, che declinò l'offerta perché impegnato(ufficialmente)in"C'era una volta il West", in realtà perché dedito a seguire le sue vie, come tematica e stile(soggetto e sceneggiatura sempre suoi): è un western quasi tradizionalmente yankee, con tanto di retorica dell'uomo giusto decisamente individualista(volendo, certo, è in gran parte anche la filosofia di Clint, che però in"Gran Torino"si rivela ben più sensibile alle difficoltà dgli "ultimi", che per miracolo sfugge a un'impiccagione comminatagli ingiustamente, conscio del proprio valore e del proprio coraggio, che poi riesce anche a autonomizzarsi dalla burocrazia civile e penale, non solo diventano vicesceriffo e poi sceriffo, ma a perseguire una sua giusitiza che, talora, contempla anche la vendetta, pur se proposta in modo più"soft". Film d'azione come anche western, "Hang' Em High"è fiilm decisamente fruibile, ma in alcune parti non più adatto allo spirito dei termpi attuali, Certo, nel 1968, quando si preparavano i grandi film sull'"Other America"doveva risultare decisamente qualcosa d'altro, per non dire(in effetti non lo è)un inno ai"buoni, vecchi tempi". Tra gli interpreti, opltre a Clint, Bruce Dern, Dennis Hopper quale"profeta", ma anche Dennis Hopper(non per soldi, ma per denaro, dovremmo dire, per il grande autore-attore di"Easy Rider"), Inger Stevens quale coprotagonista femminile.Non un film"sanza 'nfamia e sanza lodo"(Dante, Inferno, Canto III°, verso 36)quanto piuttosto un film che non corrispondeva nè corrisponde allo spirito del tempo e dei tempi, girato discretamente, senza nessuna innovazione nel modo di armeggiare con la macchina da presa. El Gato
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andrea alesci
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giovedì 6 agosto 2015
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violenta giustizia per un domani migliore
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Nella polvere del vecchio West la punizione ha una sola irrimediabile forma: quella del nodo scorsoio. A pendere nell’infernale territorio dell’Oklahoma è l’inconfondibile volto di Clint Eastwood nei panni di Jed Cooper, ex vicesceriffo ora mandriano, accusato di aver rubato del bestiame e sommariamente condannato a morte all’ombra di una quercia dalla banda del capitano Wilson (Ed Begley).
Salvato dal tempestivo arrivo dello sceriffo Dave Bliss (Ben Johnson), lo ritroviamo nella carovana di prigionieri in attesa di conoscere se entreranno nel buio attraverso la forca. Lassù, sopra quelle assi di legno che il regista Ted Post ci mostra in carrellata dall’alto, mentre la gabbia di reietti fa ingresso in una cittadina che soltanto la bionda Rachel Warren (Inger Stevens) riesce a strappare alla mesta anonimità del nulla.
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Nella polvere del vecchio West la punizione ha una sola irrimediabile forma: quella del nodo scorsoio. A pendere nell’infernale territorio dell’Oklahoma è l’inconfondibile volto di Clint Eastwood nei panni di Jed Cooper, ex vicesceriffo ora mandriano, accusato di aver rubato del bestiame e sommariamente condannato a morte all’ombra di una quercia dalla banda del capitano Wilson (Ed Begley).
Salvato dal tempestivo arrivo dello sceriffo Dave Bliss (Ben Johnson), lo ritroviamo nella carovana di prigionieri in attesa di conoscere se entreranno nel buio attraverso la forca. Lassù, sopra quelle assi di legno che il regista Ted Post ci mostra in carrellata dall’alto, mentre la gabbia di reietti fa ingresso in una cittadina che soltanto la bionda Rachel Warren (Inger Stevens) riesce a strappare alla mesta anonimità del nulla.
La versione di Cooper viene confermata e il giudice Fenton (Pat Hingle) gli ridà la libertà insieme alla soddisfazione di veder penzolare nell’accecante mattino colui che lo aveva frodato. Ma a Cooper non basta, lui vuole la sua vendetta su “quei galantuomini” che l’avevano impiccato. Potrà farlo però soltanto accettando il compromesso: con la stella da sceriffo sul petto, agli ordini del giudice Fenton per vigilare su un territorio di 160 miglia quadrate che è paradiso in terra per assassini, ladri, contrabbandieri, truffatori, fuorilegge.
L’ordine da mantenere con l’esercizio di una giustizia severa, perché dai territori dell’Oklahoma di quel 1889 possa un giorno sorgere uno Stato (cosa che avverrà nel 1907). Il sogno di uno Stato con un governatore e uno strutturato apparato di tribunali, contando sull’opera di uomini come Jed Cooper, sceriffo dalla dura scorza con l’espressione di tranquilla determinazione di Clint Eastwood.
Ted Post dimostra d’avere ben appreso la lezione da Sergio Leone, procedendo nel racconto con stacchi che vanno avanti e indietro e si modulano con l’appropriata musica di Dominic Frontiere. Una sintesi di immagini e suoni che segue la caccia del neosceriffo Cooper alla ricerca dei nove che quasi lo uccisero; inciampando anche in altri casi e nella difficoltà ad accettare l’intransigenza della giustizia che non ammette obiezioni, che esamina i fatti e applica le condanne, anche dovendo macchiare di sangue la bandiera col sacrificio di qualche innocente (vedi l’impiccagione dei due fratelli Ben e Billy Joe): perché dove ancora non c’è lo Stato l’indulgenza sarebbe terreno fertile per la selvaggia azione di chi intende farsi giustizia da sé.
S’intrecciano così la Storia di una nazione in cerca della radici democratiche e quella personale di Jed Cooper, cui non bastano quegli 800 dollari che Wilson & Co. gli offrono; pagherà il rifiuto con un assalto armato: ma ancora rimane aggrappato alla vita, salvato stavolta dalle amorevoli cure di Rachel, angelica presenza in attesa di vendicare un fantasma del passato ma riscattata ella stessa dall’amore per Cooper.
E il suicidio per impiccagione da parte del capitano Wilson è il salario di una colpa divenuta insopportabile, la vendetta/punizione che si compie entro la circonferenza di un cappio come unica violenza per combattere la violenza. Poi, Cooper minaccia di lasciare la stella da sceriffo, ma il finale perdono che il giudice Fenton accorda al vecchio Jenkins convince il Giusto Cooper a cavalcare sulle tracce di coloro che la legge vuole ancora. Perché il domani abbia uno Stato in cui nessun uomo possa ergersi a giudice unico.
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brando fioravanti
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lunedì 28 maggio 2012
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bello
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Scampato a un tentativo di impiccaggione per un reato mai commesso un uomo cercherà la sua vendetta. Lo stile del regista è più basso rispetto ai colleghi Don Siegel e Sergio Leone, ma i contenuti sono notevoli e ancora attuali. Ben evidenziata la differenza tra giustizia privata e pubblica. Soprattutto l'importanza di un istituzione valida all'interno di una nazione. In mancanza di essa sono inevitabili violenze ed ecquivoci. Eastwood molto bravo finalmente in un ruolo non scontato.
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dario
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giovedì 29 settembre 2011
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indeciso
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E' un film che non sa che strada prendere. Memorabile la lunga sequenza dell'impiccagione, con il pubblico addossato alle forche, preda di follia omicida, di sete di spettacolo macabro. Una denuncia civile non da poco. Per il resto, un sacco di contraddizioni e un machismo insopportabile. La narrazione è abbastanza fluida, ma la sceneggiatura è gracile, dispersiva. Recitazione troppo marcata.
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albplet
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lunedì 8 novembre 2010
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western niente male
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Un passo avanti verso un mondo più civile. Anche un film può contribuire a sensibilizzare la cultura della gente: questo qui stimola pensieri, riflessioni e sentimenti sull'ingiustizia dei sistemi giuridici, anche se non ci troviamo di fronte a ciò che fu nel '700 l'opera del Beccaria. Bravi gli interpreti col "solito" Eastwood. Bella la fotografia.
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acidhouse
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domenica 12 novembre 2006
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credevo meglio...
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Ciao a tutti...come probabilmente tutti voi, anche io sono un grande appassionato di film western all'italiana...era da tanto che volevo comprare questo DVD ma ora che l'ho visto devo dire che sono rimasto molto deluso...non mi è piaciuto quasi niente di questo film...dalla trama, al finale...lo terrò perchè faccio la collezione ma non è decisamente in linea con gli altri film interpretati dal mitico Clint Eastwood...carina la scena nel saloon (che ricalca quelle dei film di Sergio Leone) ma subito dopo la rovina Clint con una faccia da pazzo-psicopatico che poco gli si addice...sicuramente da vedere ma non vi aspettate un capolavoro altrimenti rimarrete fortemente delusi...scarse anche le sparatorie e i nemici decisamente scadenti.
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Ciao a tutti...come probabilmente tutti voi, anche io sono un grande appassionato di film western all'italiana...era da tanto che volevo comprare questo DVD ma ora che l'ho visto devo dire che sono rimasto molto deluso...non mi è piaciuto quasi niente di questo film...dalla trama, al finale...lo terrò perchè faccio la collezione ma non è decisamente in linea con gli altri film interpretati dal mitico Clint Eastwood...carina la scena nel saloon (che ricalca quelle dei film di Sergio Leone) ma subito dopo la rovina Clint con una faccia da pazzo-psicopatico che poco gli si addice...sicuramente da vedere ma non vi aspettate un capolavoro altrimenti rimarrete fortemente delusi...scarse anche le sparatorie e i nemici decisamente scadenti...il giudice amico di Clint è un rompipalle...finale che fa venire voglia di tirare il DVD ai cani...peccato prometteva bene...del resto i classici lo sono per un motivo!!!
LuKa
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