Dopo aver affrontato ne Il palloncino bianco e Lo specchio le tematiche infantili, con Il cerchio, l'iraniano Jafar Panahi, rivolge il proprio sguardo all'universo femminile. Espandi ▽
Dopo aver affrontato ne Il palloncino bianco e Lo specchio le tematiche infantili, con Il cerchio, l'iraniano Jafar Panahi, rivolge il proprio sguardo all'universo femminile. Otto ritratti di donne, otto storie di quotidiana sopravvivenza raccontate con la semplicità di un linguaggio che non cerca di emozionare lo spettatore, ma al contrario di accompagnarlo, mantenendo il più possibile un punto di vista distaccato. Il cerchio rimanda, in qualche modo, alla circolarità e alla frammentazione della narrazione, che descrive uno dopo l'altro ciascun personaggio. Le vicende si succedono apparentemente in modo del tutto casuale. Recensione ❯
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Un'opera prima ben congegnata che affronta la forza violenta dell'imprevedibilità. Drammatico, Iran2014. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film drammatico e teso come un thriller, in cui la menzogna e il senso di colpa rischiano di segnare il destino di due esseri in procinto di cambiare radicalmente la loro vita. Espandi ▽
Amir e Sara sono una giovane coppia in procinto di lasciare l'Iran per la lontana Australia, per ragioni di studio. Il film entra in casa loro mentre inscatolano le ultime cose e si danno appuntamento con i parenti più stretti per i saluti all'aeroporto. È tutto pronto, il futuro è alle porte. Occorre solo che un vicino di casa passi a riprendere la sua bambina di pochi mesi, che la babysitter ha lasciato in custodia a Sara. Ma qualcosa non va: la bambina, che credevano addormentata, non dà segni di vita. Recensione ❯
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Una partita fra realtà e simulazione per raccontare l'Iran contemporaneo. Drammatico, Iran2006. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Un nuovo film di Jafar Panahi sulla condizione delle donne in Iran. Questa volta una commedia ironica. Un sorriso amaro. Espandi ▽
Nel giorno della partita di qualificazione per i Mondiali di calcio fra Iran e Bahrain, una ragazza cerca di mimetizzarsi in mezzo a un pullman di tifosi per riuscire ad entrare allo stadio, dove le iraniane non sono ammesse per questioni di buoncostume. Dopo aver acquistato a caro prezzo un biglietto da un bagarino, la ragazza osserva le varie strategie adottate dalle tante altre donne presenti per riuscire a eludere la sicurezza. Solo che, una volta varcati i cancelli, viene presa dal panico e riconosciuta dai militari che la conducono in una zona di detenzione situata nell'ultimo anello dello stadio, dove anche altre ragazze smascherate sono in attesa di essere prelevate dalla polizia. Recensione ❯
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Kurdistan iraniano, nei pressi del confine iracheno. Cinque fratelli e una sorella vivono ai limiti della sopravvivenza. Uno dei fratelli è gravemente... Espandi ▽
Kurdistan iraniano, nei pressi del confine iracheno. Cinque fratelli e una sorella vivono ai limiti della sopravvivenza. Uno dei fratelli è gravemente ammalato e il medico dice che deve essere operato in tempi brevi se vuole sperare di poter sopravvivere. Nonostante gli sforzi del fratello maggiore che si impegna nei lavori più duri per racimolare il denaro, la somma è inarrivabile. La sorella accetta allora di sposare un iracheno che ha promesso di aiutarla finanziariamente per curare il fratello ma, al momento di passare il confine, la famiglia dello sposo respinge il malato dandogli come indennizzo un cavallo. Recensione ❯
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A Teheran, due amici sopravvivono come possono, circondati da una lussuria che non possono avvicinare. Per Hussein diviene una vera ossessione, finché... Espandi ▽
A Teheran, due amici sopravvivono come possono, circondati da una lussuria che non possono avvicinare. Per Hussein diviene una vera ossessione, finché non decide di rapinare una gioielleria. Recensione ❯
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Un ribelle che vent'anni prima ha accoltellato una guardia dello Scià è diventato regista. Espandi ▽
Un ribelle che vent'anni prima ha accoltellato una guardia dello Scià è diventato regista. L'ex guardia che si presenta a lui gli propone di diventare attore di un suo film. Si può tornare a narrare quell'episodio? Che ruolo sosterranno, nella finzione, coloro che ne furono i reali protagonisti? Makhmalbaf continua con originalità una ricerca sul cinema che troppi altri imitatori di Kiarostami hanno fatto diventare maniera. Recensione ❯
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Un viaggio nella memoria famigliare della regista ma anche nella Storia della Rivoluzione iraniana. Documentario, Norvegia, Iran, Svizzera2020. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia d'amore, due modi di intendere la vita e la fede, una figlia divisa tra un padre laico e una madre religiosa praticante negli anni che hanno cambiato la storia dell'Iran. Espandi ▽
Hossein, iraniano occidentalizzato, sposa Tayl, una donna del suo Paese che non ha mai lasciato la famiglia di origine. Insieme si trasferiranno in Svizzera, conducendo una vita lontana anni luce da quella che avrebbero vissuto in Iran, anche se il rapporto fra marito e moglie mostra qualche segno di disparità anche in terra straniera. Quando la coppia tornerà a Teheran le tradizioni avranno tuttavia il sopravvento e le difficoltà per Tayl aumenteranno: la sua casa diventerà una prigione dorata per sottrarsi alla quale, e per recuperare la propria identità e indipendenza, la donna si unirà ai movimenti fondamentalisti che hanno preso piede nel suo ritrovato Paese. Radiograph of a family ricrea le difficoltà di una donna mediorientale calata in due culture diverse ma in qualche misura discriminatorie nei confronti del genere femminile, e soprattutto apre uno squarcio su una realtà poco conosciuta in occidente: la militarizzazione delle donne nell'esercito della Rivoluzione iraniana del 1979. La regista contestualizza i documenti personali lasciati dai suoi genitori con filmati d'archivio e Radiograph of a family compie un viaggio nella memoria famigliare ma anche nella Storia, ricostruendo quelle dinamiche esplosive che ancora oggi sfociano in violenza e ribellione, sia all'interno del nucleo domestico che sui campi di battaglia. Recensione ❯
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Una famiglia è in grave crisi economica quando si scopre che il padre ha nascosto per anni un segreto. Espandi ▽
Il cinema iraniano ha in Saeed Roustayi un valido conoscitore di generi che, in questa occasione, sa mettere a frutto la lezione della più classica commedia all’italiana. L'inizio di questo lungo film per il quale però non si avverte la stanchezza della visione è di quelli che inseriscono immediatamente lo spettatore nell'azione. Si assiste al blocco dell'attività produttiva di una fabbrica con l'irruzione delle forze dell'ordine che impongono l'interruzione dei lavori. Da questo evento prende l'avvio della conoscenza dei caratteri dei componenti di una famiglia in cui la figura dominante è costituita dalla sorella senza però ridicolizzare i componenti maschili. Roustayi riesce a compiere un'operazione di forte critica della società iraniana non dimenticando mai il compito di intrattenere avvalendosi anche di colpi di scena che risultano tutti giustificati. Non solo denuncia l'abisso che separa le classi sociali mostrando l'avidità di chi è già benestante e lo stato di perenne umiliazione di chi invece ha poco o nulla ma mette una donna, Leila, al centro dell'azione. Recensione ❯
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Un esordio che gioca con i nostri pregiudizi e sorprende con un mix tra realismo iraniano e noir alla Fargo. Commedia, Iran, Canada2020. Durata 97 Minuti.
La bugia di due sorelle sulla scomparsa del fratello comincia a diventare sempre più difficile e pericolosa da gestire. Espandi ▽
Akram e Azar sono sorelle. Entrambe mentono sulla scomparsa di loro fratello, dicendo a tutti che è fuggito in Germania. Con il tempo la bugia diventa sempre più grande e ingestibile, arrivando a condurre tutti in luoghi oscuri e misteriosi. Recensione ❯
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Quando arriva il momento di chiudere la fabbrica di mattoni, il supervisore della struttura ha una sola grande preoccupazione: fare in modo che non accada nulla alla donna che ama. Espandi ▽
Il dirigente di una fabbrica di mattoni collocata in un'area desertica informa gli operai e le loro famiglie della chiusura dell'attività. Tutti dovranno andarsene e ad occuparsi dell'abbandono del sito sarà Lotfollah che lì è nato e ha lavorato ed è innamorato di Sarvar, una donna su cui nella piccola comunità si fanno pettegolezzi. Recensione ❯
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Un apologo sui poteri e sulle loro cadute in cui Makhmalbaf riesce a spingersi oltre la lettura del presente non dimenticando il proprio vissuto e il proprio cinema. Drammatico, Iran2014. Durata 115 Minuti.
Il primo film in lingua inglese del regista iraniano in esilio. Espandi ▽
In un paese immaginario il Presidente, dittatore sanguinario, gioca con il nipotino mostrandogli come tutto sia possibile, anche far piombare un'intera città nel buio. Ma il gioco ha un intoppo e scoppia la rivoluzione. Il despota è costretto alla fuga e porta con sé il bambino. L'immersione nella realtà lo porterà a scoprire ciò che i sottoposti pensano realmente di lui. Recensione ❯
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Kiarostami accompagna il cinefilo in 24 stazioni di un percorso che fonde le origini del cinema con il suo futuro. Sperimentale, Iran, Francia2016. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Kiarostami dirige una serie di cortometraggi basati sulla potenzialità narrativa delle foto. Espandi ▽
Una raccolta di 24 cortometraggi realizzati traendo ispirazione e spunto da dipinti e fotografie, opere congelate che prendono vita sotto l'occhio della videocamera di Kiarostami. Recensione ❯
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Un uomo cieco perde le sue certezze quando incontra una donna. Espandi ▽
Dall'Iran arriva un film di denuncia che costruisce il proprio assunto sul ricordo e sul desiderio. Un film che non fa concessioni al regime degli ayatollah mentre costruisce una vicenda che va oltre alla semplice denuncia per scavare nel profondo di una condizione umana ed esistenziale.
Il fare film oggi in Iran uscendo dagli schemi consueti non deve essere per nulla facile e quindi l'escamotage dell'immaginario può divenire utile per far sì che la lettura dei censori non sia così drastica come invece avrebbe potuto essere. Resta forte la percezione di un cinema che sente battere con violenza alle proprie porte l'imposizione del Potere. In una visione della società che si vorrebbe ipovedente e quindi incapace di 'guardare oltre', quei colpi si trasformano in un collirio che, se anche attualmente non può modificare la situazione, impedisca almeno che si trasformi in cecità conformistica e totale. Recensione ❯
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