Dark Matter

Film 2023 | Drammatico, Thriller, +13 114 min.

Regia di Stefano Odoardi. Un film con Alessandro Demcenko, Angélique Cavallari, Eleonora Giovanardi, Thierry Toscan. Cast completo Genere Drammatico, Thriller, - Italia, 2023, durata 114 minuti. Uscita cinema giovedì 4 maggio 2023 distribuito da Superotto Film Production. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,04 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 1 maggio 2023

Una riflessione sulla complessità delle relazioni umane e familiari. In Italia al Box Office Dark Matter ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 7,9 mila euro e 3,9 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,04/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 2,50
PUBBLICO 4,11
CONSIGLIATO SÌ
Un thriller dell'anima che si interroga tra la materia oscura e l'essere umano.
Recensione di Simone Granata
venerdì 21 aprile 2023
Recensione di Simone Granata
venerdì 21 aprile 2023

L'autorevole fisico Antonio Brissoni è impegnato in un importante progetto di ricerca sulla materia oscura. Il lavoro sembra assorbirlo al punto tale da fargli trascurare moglie e figli. In particolare, si mostra quasi anaffettivo nei confronti del figlio undicenne Thomas, taciturno e introverso, che gli preferisce la compagnia del nonno. La vita di Antonio viene stravolta quando, il giorno del funerale di suo padre, il piccolo Thomas scompare all'improvviso, seguendo una donna misteriosa. La ricerca del figlio spingerà Antonio a cercare anche sé stesso, e a interrogarsi sulle relazioni familiari e sull'ignoto quale elemento irremovibile dell'esistenza.

Attraverso una luce fredda che all'apparenza rende tutto chiaro ma dietro cui affiora un senso di mistero, Odoardi mette in relazione l'uomo e l'universo, scegliendo un approccio metafisico non molto coinvolgente.

La materia oscura costituisce circa il 95% dell'universo ma non ne sappiamo nulla. Esiste ma non l'abbiamo trovata, essendo fatta di particelle che non possiamo ancora individuare. Sappiamo solo che questa materia tende a far restringere il cosmo per effetto della gravità, mentre un'altra enigmatica energia oscura tende a farlo espandere. Viviamo insomma immersi nel mistero, in bilico tra due forze per noi inconoscibili che governano i destini dell'universo, e da questa constatazione prende spunto il film di Stefano Odoardi.

Come nel suo lungometraggio d'esordio Una ballata bianca e nei primi due capitoli della sua trilogia Mancanza (Mancanza-Inferno e Mancanza-Purgatorio), il regista adotta un approccio metafisico, seppur qui meno marcato, e il risultato è un thriller psicologico che tenta di sondare l'insondabile animo umano nello stesso modo in cui Antonio cerca di 'catturare' le particelle di materia oscura nel suo laboratorio sotterraneo.

Vengono dunque messi in relazione l'universo e l'essere umano, due dimensioni solo all'apparenza lontane come l'estremamente grande e l'estremamente piccolo, e accomunate dallo stesso ineffabile segreto.

Centrale e problematico è pure il rapporto genitore-figli, declinato non solo nella relazione tra Antonio e Thomas ma anche in quella tra Elena (Angélique Cavallari), la donna che rapisce il bambino, e suo padre, di cui si rivela a sua volta una vittima soggiogata con la violenza.

La recitazione piuttosto fredda e distaccata, soprattutto del protagonista, è coerente con l'atmosfera sospesa del film, tuttavia ostacola il coinvolgimento nella storia, rendendo i personaggi poco empatici.

È invece attraverso la fotografia luminosa e raggelata degli ambienti esterni e interni che Odoardi, proveniente dal mondo dell'arte visiva, riesce a trasmettere il senso dell'opera. Tutto appare chiaro e limpido in superficie, eppure tutto sembra nascondere un mistero. A guidare i fili delle nostre esistenze resta il caos, e così anche un sequestro può innescare paradossalmente una doppia salvezza.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 19 giugno 2023
Shoko Miya

Il regista è riuscito a esprimere poeticamente un tema delicato e impegnativo.Le due emozioni contrastanti di amore e odio che coesistono nell'animo umano sono espresse in un gioco di metafore - sogno e realtà, luce e ombra, verità e illusione - attraverso gli occhi di un bambino innocente che è caduto preda della materia oscura.In immagini contrastanti di dolcezza e freddezza.

venerdì 9 giugno 2023
Valeria Cristofani

Ho visto Dark Matter al Greenwich di Cagliari, con la presenza del regista e dell'attrice protagonista. Emozionante già l'atmosfera in sala. Serata sold out e una grande partecipazione e condivisione. E poi il film, molto intenso, dove fili invisibili ti portano dentro la storia e via via, in un ritmo crescente, nella materia oscura che permea il mondo ed è dentro di noi.

domenica 14 maggio 2023
Giacinto Ceroli

Film d'autore. Il regista in questo lungometraggio tratta, a mio avviso, il disagio esistenziale e le distanze anche endofamiliari che la vita dei singoli personaggi, ben caratterizzati, presenta, individuandone la causa nella materia oscusa che, connotandosi in modo diverso, alberga in ognuno di essi.. Ottima l'interpretazione di Angelique Cavallari

domenica 14 maggio 2023
Giacinto Ceroli

Film d'autore. Il regista in questo lungometraggio tratta, a mio avviso, il disagio esistenziale e le distanze anche endofamiliari che la vita dei singoli personaggi, ben caratterizzati, presenta, individuandone la causa nella materia oscusa che, connotandosi in modo diverso, alberga in ognuno di essi.. Ottima l'interpretazione di Angelique Cavallari

FOCUS
INCONTRI
venerdì 12 maggio 2023
Luigi Coluccio

È in giro per le sale italiane Dark Matter, il film di Stefano Odoardi prodotto da Superotto Film Production, Orange Media e Key Films, e distribuito dalla stessa Superotto. Con un cast numeroso e assortito, dai genitori spezzati Alessandro Demcenko ed Eleonora Giovanardi, al bambino perduto – in tutti i sensi – Giulio Cecchettini, passando per l’angelo caduto Angélique Cavallari e il caldo abbraccio del nonno Orso Maria Guerrini, Dark Matter parte da una storia terrena e orrida – il rapimento di un bambino – per avvicinare le zone vuote e fredde e buie dell’animo umano come dell’universo intero. Perché quello che sta in basso è uguale a quello che sta in alto.

Abbiamo sentito, in una lunga e coinvolgente chiacchierata, il regista Stefano Odoardi.

Lei fa la spola, a livello di vita e di arte, tra l'Italia e l'Olanda. E in quest'ultima si è formato con la frequentazione del DasArts e del Binger FilmLab, come ha anche avuto il supporto e una residenza del Royal Netherlands Institute di Roma. C'è un'attenzione diversa in Olanda al finanziamento e alla diffusione dei progetti artistici, magari in un'ottica di “arti espanse”?
Sicuramente sì. Se parliamo di arte in generale, di cross-over art, in Olanda è qualcosa di comune. In questo senso è un territorio fertile. Poi a livello di finanziamenti è un luogo comunque difficile, ma i progetti vengono valutati per quello che sono, mentre mi sto accorgendo che in Italia ci sono tante variabili che spesso non dipendono dal valore artistico del lavoro proposto.

“Arti espanse”, “cross-over art”: non a caso con i suoi lavori ha partecipato, tra gli altri, alla Biennale Arte, alla Biennale Musica e alla Triennale di Milano. Quanto è importante avere uno sguardo sostenuto da altri modi di fare arte in un momento particolare com'è questo per il cinema, tra la crisi della sala, la presenza dello streaming e le nuove modalità di creazione/fruizione?
Da cineasta mi pongo sicuramente come un autore che esplora un linguaggio tutto suo. Il cinema non l’ho studiato ma mi sono ritrovato a farlo, in una sorta di conoscenza in cui sono stato subito benissimo e che mi permette di lavorare in primo luogo sull’immagine. L’immagine non è solo l’inquadratura, poiché l’inquadratura è formata da tante cose, luce, suono, movimento degli attori davanti alla macchina da presa, e a tutti questi elementi sono molto attento, dedico molta cura.
È una cosa legata alla mia formazione, alle arti visive, che continuo a praticare, a vedere nel mondo attraverso un linguaggio che non è quello cinematografico. Anche perché il cinema è un’arte molto giovane, quindi come si fa oggi a dire cos’è il cinema? Questa è una domanda che mi pongo quando lavoro. Ho l’impressione che a volte ci si fermi in una safe-zone, ma il cinema rispetto a tante altre arti è ancora tutto da esplorare. E io me ne accorgo mentre lo faccio, e il confronto con le arti visive è di grande ispirazione.

Venendo al film, Dark Matter da più parti è stato definito come un qualcosa di altro, diverso, rispetto a quanto di solito produce l'industria italiana. A parte che nell'esplosione produttiva degli ultimi anni stiamo vedendo anche qualcosa di nuovo per il nostro cinema, non pensa che un’etichetta del genere possa più nuocere che giovare al film, ai film come il suo?
Sono completamente d’accordo con te. È come se si volessero mettere da una parte, quasi dicendo che questi film non possono avere un pubblico. Penso che non sia assolutamente così, perché un autore che lavora sul linguaggio, in questo caso cinematografico, il primo confronto che fa è con l’altro, e quell’altro è lo spettatore. Quando si dice “altro”, “diverso”, si crea una frattura con il pubblico, perché film come Dark Matter nascono dal cuore e vanno visti con il cuore, senza troppe razionalizzazioni. E questo aspetto, di una visione legata ad una spinta emotiva molto forte, è quello che il cinema dovrebbe approfondire di più rispetto, magari, ad una struttura narrativa che spesso diventa manipolazione dello spettatore. Ecco, lo spettatore va rispettato per quello che è. Paradossalmente mi sto accorgendo che il film, e lo dico senza polemica, da una parte della critica non venga compreso come oggetto “definito” ma etichettato come “diverso”. Il pubblico, al contrario, ha un’idea “definita” di Dark Matter. Da questo punto di vista si tratta quasi di un’opera popolare, non a caso ho scelto di fare un thriller perché attraverso un genere riconoscibile per il pubblico gli mostro una porta accessibile, e poi sarà allo spettatore decidere se attraversare tante altre porte e approfondire gli aspetti più complessi della propria anima. Il mio è uno slancio, un impeto verso il pubblico.
 

Con Angélique Cavallari, la sua attrice-feticcio, avete lavorato a 360° gradi, partendo dal nome del personaggio da lei interpretato fino ad arrivare ai vestiti di scena. In un film così trattenuto, rigoroso mi verrebbe da dire, quanto costruisce “dietro” lo schermo per poi agire in sottrazione con quello che arriva “davanti” allo schermo?
Il lavoro sulla Elena di Angélique nasce dalla scrittura, mia e della co-sceneggiatrice Sytske Kok, in residenza al Royal Netherlands Institute di Roma. L’idea era quella non di avere dei personaggi “naturalistici” ma delle figure irriconoscibili, quasi calate dallo spazio. Il padre, la madre, il nonno, non sono delle persone normali, e su questo ho insistito tanto con gli attori, che ringrazio perché si sono prestati a lavorare in un modo inusuale, partendo se vogliamo da un’astrazione. Il percorso fatto con Angélique è stato molto profondo, ed è iniziato dai nostri lavori fatti in precedenza. Non le ho dato dei riferimenti precisi rispetto ad esempio alla figura del carnefice, del rapitore, perché il suo personaggio è anche vittima, ostaggio a sua volta.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 4 maggio 2023
Giorgio Amadori
Sentieri Selvaggi

Il nuovo lungometraggio di Stefano Odoardi riflette sul rapporto tra uomo e universo. Il rassicurante mondo che si apre davanti a nostri occhi si contrappone al mistero dell'inconoscibile, ben più vasto e complesso di quanto il nostro sguardo possa registrare e la nostra ragione comprendere. Il senso di inquietudine che deriva da questo contrasto è l'essenza di Dark Matter, thriller psicologico in [...] Vai alla recensione »

mercoledì 3 maggio 2023
Matteo Marelli
Film TV

«Amo risolvere problemi... Mi tiene la mente occupata, non mi lascia il tempo di chiedermi: cosa facciamo... Perché... Per chi». A domandarselo è Antonio, un fisico che, mentre sta indagando l'invisibile e onnipresente materia oscura, si trova costretto a indagare la scomparsa del figlio undicenne. Antonio è il protagonista di Dark Matter, un giallo magico e iperrealista, o meglio un anti-giallo attraversat [...] Vai alla recensione »

martedì 2 maggio 2023
Sarah Mataloni
Close-Up

Dark Matter - sottolinea il regista - è in primo luogo un film di genere: un thriller sull'affascinante e spesso inafferrabile rapporto tra l'essere umano e l'Universo. Da una parte c'è l'Universo che ci circonda con la sua Materia Oscura e dall'altra c'è l'Universo intimo e personale dell'essere umano. Due dimensioni all'apparenza diverse, ma in realtà molto vicine tra di loro perché circondate da [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
venerdì 31 marzo 2023
 

Regia di Stefano Odoardi. Un film con Alessandro Demcenko, Angélique Cavallari, Eleonora Giovanardi, Thierry Toscan, Elisabetta Pellini. Da giovedì 4 maggio al cinema. Guarda il trailer »

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