Uncoupled

Film 2022 | Commedia 30 min.

Regia di Andrew Fleming, Zoe R. Cassavetes, Peter Lauer. Una serie con Neil Patrick Harris, Tisha Campbell-Martin, Brooks Ashmanskas, Emerson Brooks. Cast completo Titolo originale: Uncoupled. Genere Commedia - USA, 2022, Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento giovedì 4 agosto 2022

Lasciato dopo 17 anni dal compagno, Michael si trova ad affrontare due incubi: perdere quella che pensava fosse la sua anima gemella e ritrovarsi a oltre quarant'anni da uomo single e gay a New York. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
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Un Sex and the City in salsa gay. Non mancano i buoni propositi, ma purtroppo neppure i cliché narrativi.
Recensione di Gabriele Prosperi
giovedì 4 agosto 2022
Recensione di Gabriele Prosperi
giovedì 4 agosto 2022

Michael (Neil Patrick Harris), ormai vicino ai cinquanta, è un agente immobiliare di appartamenti di lusso che vive da ben diciassette anni con il suo compagno, l'affascinante Colin (Tuc Watkins - che ricorda, non solo fisicamente, il Mr. Big di Sex and the City). Michael sta preparando la festa di compleanno per i 50 anni del suo compagno e, giunto alle porte della festa a sorpresa, scoprirà di essere in realtà lui all'oscuro di qualcosa: Colin ha infatti deciso di lasciarlo proprio in quella fatidica serata, senza dare troppe spiegazioni. Michael tornerà solo, da uomo gay attempato che ha ormai perso l'orientamento in un mondo fatto di app e incontri occasionali. Ad aiutarlo in questo finimondo troviamo una serie di personaggi comprimari, i suoi cari amici Suzanne (Tisha Campbell-Martin), collega di Michael e madre single del giovane Kai, Billy (Emerson Brooks), personaggio televisivo che, malgrado l'età, continua a far strage di cuori e, Stanley (Brooks Ashmanskas), gallerista d'arte che ha ormai lasciato ogni speranza per una relazione.

Contemporaneità, New York, upper-class. Protagonista inaspettatamente single, per di più agente immobiliare di case di lusso e per persone altolocate, dopo una quasi ventennale relazione coi fiocchi si ritrova a ricostruire il suo mondo, passando per "nuovi" primi appuntamenti e mettendosi in gioco per scoprire in sé i propri limiti e difetti, le proprie necessità e le proprie paure. In altre parole: niente di nuovo.

Se non fosse che il nostro protagonista è un uomo gay di quasi cinquant'anni, in un nuovo mondo, quello costruito dai e per i millennials, catapultato in app di dating (aka sesso occasionale), e interpretato da un attore fino ad oggi incastrato in un ruolo da donnaiolo accanito (benché gay dichiarato), quello di Barney Stinson in How I Met Your Mother. Parliamo di Neil Patrick Harris e di Uncoupled, la nuova serie Netflix, ovviamente iper-inclusive (ovvero woke, come da trend assodato da serie quali Bridgerton, Stranger Things e La regina degli scacchi) con cui l'attore torna alla ribalta, attraverso un prodotto dai molti difetti ma anche con qualche peculiarità.

Iniziamo (e poi concluderemo) con le brutte notizie: come già detto la serie non porta con sé, dopotutto, grandi novità. Sostanzialmente lineare nella sua narrazione, molto della trama si svela già nel primo episodio, così come anche le svolte relative ai personaggi secondari - in direzione woke, per l'appunto, quindi figure sociali solitamente meno esposte nella produzione audiovisiva: una madre di colore single, una donna over-60 appena reduce da un divorzio, il personaggio omosessuale sui generis ormai troppo maturo per lasciarsi andare (ovviamente gallerista) che troppo ricorda il nostro amato, compianto e trascurato Stanford Blatch (Willie Garson) in Sex and the City. E non è certo un caso questo secondo riferimento alla serie HBO che ci trattenne sugli schermi a cavallo degli anni Duemila, con la quale Uncoupled condivide l'ideatore, Darren Star (qui insieme a Jeffrey Richman).

Michael, in seguito alla rottura, dovrà ricostruire la propria vita, ripensarsi in assenza del suo compagno e, sottotraccia, comprendere quelli che sono i suoi limiti e le caratteristiche personali che, scoprirà, non permettevano a entrambi, nella coppia, di essere felici. Ancora nulla di nuovo, così come non vi è grande originalità nell'introdurre un personaggio assai divertente come Claire Lewis - interpretata da una piacevolissima Marcia Gay Harden - che mette in scena le difficoltà di una donna appena entrata nella terza età che, come il povero Michael, è costretta a ricostruire la sua vita in seguito a un inaspettato divorzio. Ovviamente Michael sarà introdotto a Claire come agente immobiliare, ovviamente tra i due nascerà un rapporto parallelo, sia professionale che di amicizia, ovviamente i due beneficeranno delle rispettive situazioni, così come ovviamente ogni filo narrativo e approfondimento nella storia dei personaggi comprimari sarà funzionale al percorso di crescita del protagonista.

Malgrado i pochi elementi di originalità, con la costante sensazione di una storia già vista (anzi, con la tentazione di andare a rivedere qualche puntata di Sex and the City), Uncoupled ha il merito di rivolgersi innanzitutto a una platea che poco conosce la comunità LGBT+ non palestrata, non giovane (ovvero under-40), non conforme paradossalmente a degli stereotipi estetici. Attenzione però, perché ciò non significa che il racconto non sia colmo e ricolmo di cliché, come giustamente ci aspettiamo e, d'altronde, come vogliamo da una serie che è adatta per un rapido bingewatch estivo.

La necessità di ricostruire la sua vita pone il quasi cinquantenne Micheal in un mondo che non conosce e che, come lui, molt? Spettatric? Non hanno mai visto. Oltre all'app Grindr, di cui già altre serie hanno permesso di conoscere il meccanismo, Uncoupled ha il merito di mettere per la prima volta sulla bocca di un protagonista - e nel nostro caso del suo doppiatore - le parole TasP (Therapy as Prevention), PrEP (Pre-Exposure Prophylaxis) e PEP (Post-Exposure Prophylaxis), acronimi che si riferiscono alle più recenti terapie per il contrasto alla diffusione del virus dell'immunodeficienza umana HIV. Parliamo cioè di terapie la cui conoscenza solo recentemente è stata diffusa, e più specificamente nel mondo delle persone M2M (uomini che fanno sesso con uomini), ma che rimane ancora ignota a gran parte della popolazione (soprattutto italiana): un'ignoranza che lascia ancora aperte le porte dello stigma nei confronti delle persone sieropositive.

Insieme a questi argomenti, si affacciano finalmente problematiche contemporanee legate alla comunità omosessuale maschile, come la tendenza a scegliere consapevolmente di fare sesso occasionale non protetto (bareback) o il vortice sessuale in cui molti individui della comunità rischiano di essere risucchiati per via della facilità all'incontro (permessa, appunto, dalle app).

Ebbene, la serie si propone di aprire - come già in passato hanno fatto serie come Ellen, Will & Grace e Modern Family - le porte della conoscenza e chiudere quelle del tabù, rivolgendosi a più strati della popolazione troppo spesso trascurati, anche all'interno della comunità LGBT+.

Malgrado i buoni propositi, Uncoupled pecca, paradossalmente, di troppa inclusività, che spesso porta a dialoghi didascalici, a forme retoriche di inclusione, a trame episodiche piuttosto scontate: dal chiodo scaccia chiodo che si rivela essere esattamente un'estremizzazione del protagonista - e che quindi gli/ci permetterà di scoprirne i difetti - alla ricerca di informazioni sul proprio ex - un pallido tentativo di fuga da parte di Michael, incapace di occuparsi di sé e quindi alla ricerca di nuovi aspetti dell'altro da giudicare, piuttosto che guardare ai propri. Ancora una volta: spulciate tra una stagione e l'altra di Sex and the City e troverete uno, anzi due o tre episodi con la stessa trama.

La serie non è spiacevole, sicuramente è un ottimo passatempo estivo e vedere finalmente Harris "nei suoi panni" è divertente, ciononostante non possiamo valutarla del tutto positivamente a causa dei troppi cliché narrativi, dei dialoghi didascalici e dei personaggi secondari assai poco esplorati - sicuramente più interessanti e "nuovi" del protagonista; caratteristiche che rendono Uncoupled una pallida imitazione di serie del passato e che le danno, perciò, un sapore nostalgico o, in maniera controproducente, antiquato.

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giovedì 4 agosto 2022
Gabriele Prosperi

Neil Patrick Harris torna in TV con un prodotto dai molti difetti ma anche con qualche peculiarità. Disponibile su Netflix. Vai all'articolo »

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