montefalcone antonio
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venerdì 9 dicembre 2022
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rivisitazione più realistica e dark di pinocchio
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“Pinocchio” è il dodicesimo lungometraggio per il cinema di Guillermo del Toro, un film d’animazione in stop-motion, che il regista premio Oscar per “La forma dell’acqua” ha diretto assieme a Mark Gustafson e sceneggiato con Patrick McHale.
La pellicola è una delle più riuscite nella filmografia del regista messicano. In quest’opera veniamo catapultati nel tenebroso contesto sociale/storico/politico dell’Italia nell’epoca del regime fascista tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, e dunque, a livello cinematografico, in linea con la poetica e con le atmosfere buie, cupe e crude(li) che hanno caratterizzato le passate pellicole realizzate brillantemente da Guillermo del Toro: “Il labirinto del Fauno” e “La spina del diavolo”.
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“Pinocchio” è il dodicesimo lungometraggio per il cinema di Guillermo del Toro, un film d’animazione in stop-motion, che il regista premio Oscar per “La forma dell’acqua” ha diretto assieme a Mark Gustafson e sceneggiato con Patrick McHale.
La pellicola è una delle più riuscite nella filmografia del regista messicano. In quest’opera veniamo catapultati nel tenebroso contesto sociale/storico/politico dell’Italia nell’epoca del regime fascista tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, e dunque, a livello cinematografico, in linea con la poetica e con le atmosfere buie, cupe e crude(li) che hanno caratterizzato le passate pellicole realizzate brillantemente da Guillermo del Toro: “Il labirinto del Fauno” e “La spina del diavolo”.
Calata in quest’ambiente totalitario e minaccioso, ritroviamo la vicenda del più famoso burattino al mondo, quel Pinocchio del celebre libro di Carlo Collodi, ma troviamo anche una riscrittura quasi radicale, tratteggiata con sapiente libertà dal regista e sceneggiatore, dell’intero capolavoro collodiano, del qualelascia intatti i passaggi emblematici, i personaggi fulcro e un certo fascino che animava il libro, ma che usa come spunto iniziale per poi rielaborarlo dall’interno, sondando nuovi orizzonti, ribaltandone completamente il senso e la morale e arrivare fino a una vera e propria riflessione meta-cinematografica.
Pinocchio è infatti qui un personaggio ribelle, insofferente a dittatura e totalitarismi, regole proibitive e divieti, restrizioni e limitazioni di qualsiasi genere: un burattino che ad esempio rifiuta la partecipazione alla guerra e alle gerarchie militari, o che sbeffeggia il regime e addirittura lo stesso Duce. Insomma, vero simbolo di una pura, irriducibile dissidenza.
Il regista lo mette in scena nella maniera a lui più congeniale, seguendo il solco delle sue ossessioni e soprattutto la scelta stilistica dello stop-motion (è il suo esordio in questo tipo di animazione frame by frame)con dei veri e propri pupazzi di plastilina. La realizzazione in stop motion è eccellente e soprattutto ben funzionale alla resa visiva visionaria e spettacolare di certe scene già note o del tutto originali.
Dal cartoon Disney del 1940, Pinocchio è diventato il protagonista dei film di Giannetto Guardone, Roberto Benigni, Matteo Garrone e Robert Zemeckis, per citarne alcuni. Quello di Guillermo del Toro è una fiabadark di un’autenticità narrativa interessante e affascinante, che rinuncia al consueto elogio della morale insita nel libro di Collodi (non dire bugie, rispetta le regole) e umanizza ogni tipo di sentimento, soprattutto di quelli più dolorosi (Pinocchio è incapace di colmare la scomparsa del figlio di Geppetto, e quest’ultimo non riesce a vedere in lui il figlio perduto), ci fa riflettere sull’infanzia compromessa dagli orrori della guerra, e ben approfondisce tematiche universali o attuali, su tutte l’elogio dell’anticonformismo e non-omologazione praticati dal protagonista, come armi per avere autentica libertà di pensiero e di creatività.
A differenza di precedenti adattamenti, questa nuova versione è matura, più adulta, più dalla parte dei mostri, dei “diversi”, degli emarginati e di chi soffre.
Guillermo del Toro sa esaltare gli aspetti più strazianti e umanistici dell’intera vicenda (il potere unificante del dolore e della morte, ma anche dell’amore e della vita), e alla fine riesce ad immergere lo spettatore nella più grande e terribile delle avventure, che da sempre e per sempre è soltanto l’esistenza umana.
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fabrizio friuli
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sabato 10 dicembre 2022
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c''era una volta, il burattino...
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Un falegname conosciuto come Geppetto conduceva una vita felice e armoniosa grazie all' esistenza del figlio Carlo , che lo aiutava nel suo mestiere, ma una notte, una bomba ha devastato una chiesa dove si trovava lo sventurato bambino e il corso della sua vita è cessato permanentemente, e lo sventurato padre ha sofferto atrocemente a causa della morte di suo figlio, che era l' unica persona che rendeva la sua vita meno solitaria. Una sera , l' infelice Geppetto abbatte un pino e lo usa per costruire un bambino di legno e mentre lui era assopito, una misteriosa figura gli dona la vita ed affida ad un grillo erudito il compito di giudarlo e istruirlo, e ovviamente, quando Geppetto scopre che Pinocchio ha preso vita, era spaventato da lui ma nel corso degli eventi, Geppetto imparerà ad amare la sagoma di legno come amava il figlio perduto.
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Un falegname conosciuto come Geppetto conduceva una vita felice e armoniosa grazie all' esistenza del figlio Carlo , che lo aiutava nel suo mestiere, ma una notte, una bomba ha devastato una chiesa dove si trovava lo sventurato bambino e il corso della sua vita è cessato permanentemente, e lo sventurato padre ha sofferto atrocemente a causa della morte di suo figlio, che era l' unica persona che rendeva la sua vita meno solitaria. Una sera , l' infelice Geppetto abbatte un pino e lo usa per costruire un bambino di legno e mentre lui era assopito, una misteriosa figura gli dona la vita ed affida ad un grillo erudito il compito di giudarlo e istruirlo, e ovviamente, quando Geppetto scopre che Pinocchio ha preso vita, era spaventato da lui ma nel corso degli eventi, Geppetto imparerà ad amare la sagoma di legno come amava il figlio perduto.
Nonostante questo film sia basato sull' opera letteraria di Carlo Collodi , il lungometraggio animato in stop motion del talentuoso e geniale regista Guillermo Del Toro è decisamente superiore del remake in live action del lungometraggio della Disney dell' anno 1940. Innanzitutto, il film fa comprendere quanto la perdita di un figlio faccia soffrire un genitore ed anche che la guerra non si limita solo a causare la morte , la guerra contamina il presente e il futuro dei giovani ( che dovrebbero studiare, imparare ed essere felici ed avere un ' infanzia, e non impugnare i fucili, uccidere ed essere uccisi ) infatti, nel film Pinocchio e Lucignolo non finiscono nel Paese dei Balocchi, ma in un campo di addestramento dove dovranno rinunciare all' istruzione, ai sogni e alle speranze per diventare dei soldati, piuttosto che degli asini da vendere , in entrambi i casi, i loro fati saranno infelici. Oltre a ciò, uno degli antagonisti del film : Il Conte Volpe ( un personaggio che è stato assemblato unendo il Gatto e La Volpe con Mangiafuoco ) in una scena maltratta spietatamente la povera scimmia a cui ha dato un nome ignobile: Spazzatura , quella scena va rammentata perché lui maltratta un animale e Pinocchio reagisce proteggendola, e la nobile azione di Pinocchio fa comprendere che lui , pur essendo una marionetta di legno è molto più umano di Conte Volpe , ed è lui ad essere Spazzatura, anche perché lui ha in mente di racimolare tutto il denaro ( pur avendo promesso a Pinocchio di dare una parte dei suoi guadagni a lui per sostenere il suo caro padre , ovvero Geppetto ). È necessario aggiungere che il film presenta degli elementi che rovinano il film stesso : La rappresentazione della Fata e della Morte , l' idea di rappresentare La Fata come una curiosa creatura mistica è buona, ma sarebbe stato sicuramente meglio rappresentare il personaggio come una vera fata ( una creatura che ha l' aspetto di una donna bellissima, dotata di orecchie a punta e le ali di una farfalla ) mentre La Morte ( che non dovrebbe avere rapporti di parentela con La Fata ) nel film ha l' aspetto di una chimera o di una manticora ( un animale mitologico a quattro zampe con il volto umano ) e tale figura dovrebbe apparire come uno scheletro vivente avvolto da una tunica nera e con una falce, inoltre, sarebbe stato decisamente meglio far apparire La Morte in un cimitero con delle lapidi, e non all' interno di una strana stanza dove niente sembra essere associato alla morte, esclusi i quattro conigli neri che appaiono nell' opera originale di Collodi. Altre due pecche del film sono l ' aspetto del Duce e la conclusione : Benito Mussolini appare come un uomo alto come uno dei sette nani o come Lord Farquaad ( il bassissimo antagonista del film Shrek ) e quindi il personaggio ( storico ) potrebbe sfociare nel ridicolo anche per via della voce che non è adeguata ( anche se è stato doppiato da Massimiliano Alto, un bravissimo doppiatore italiano che ha perfino diretto il doppiaggio del film ). La conclusione del film , pur essendo suggestiva, può essere considerata eccessivamente tragica, perché Pinocchio ritorna in vita rimanendo un burattino ed assiste alla morte di Geppetto, suo padre , alla morte di Sebastian il Grillo, la sua saggia guida, e alla morte di Spazzatura, che ha rischiato la sua vita per salvare Pinocchio dalle grinfie dell' infido Conte Volpe, ed è rimasto da solo , senza nessuno accanto , magari potrebbe incontrare nuovamente Lucignolo, ma ciò non è garantito.
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[+] assistente di guillermo
(di emmeci)
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