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mercoledì 14 dicembre 2022
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bel film
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Film bello, intenso, appassionante.Bravi gli attori
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gabriella
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domenica 4 dicembre 2022
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vissi d''arte, vissi d''amore
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Un salto indietro nel tempo. ci porta agli anni 80, Valeria Bruna Tedeschi ricorda con nostalgia quel tempo, e si vede, si respira, la sua ammissione alla prestigiosa scuola di teatro di Patrice Chereau, l'amicizia con gli altri aspiranti attori e attrici, i loro sogni . le loro speranze, i loro amori. Erano anni in cui si credeva che tutto fosse possibile, specie quando si è giovani e il mondo ti appartiene, ti sembra di essere invincibile, perchè ci si mette entusiasmo, passione, energia, e in questo caso parliamo di ragazzi posseduti e accumunati dalla febbre del teatro, dalla sua fagocitante immersione, ma sono anche gli anni dell' AIDS, dell'uso di droghe, di promiscuità, le cui ripercussioni si faranno sentire anche nel gruppo, la storia d’amore tra Stella e il travagliato Etienne culminerà in un drammatico epilogo, perchè a quell'età si ha la presunzione di credere nell'amore come forza salvifica, ed è sordo alla logica della realtà, ai consigli degli amici ( Adele), si nutre della sua essenza e delle sue emozioni.
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Un salto indietro nel tempo. ci porta agli anni 80, Valeria Bruna Tedeschi ricorda con nostalgia quel tempo, e si vede, si respira, la sua ammissione alla prestigiosa scuola di teatro di Patrice Chereau, l'amicizia con gli altri aspiranti attori e attrici, i loro sogni . le loro speranze, i loro amori. Erano anni in cui si credeva che tutto fosse possibile, specie quando si è giovani e il mondo ti appartiene, ti sembra di essere invincibile, perchè ci si mette entusiasmo, passione, energia, e in questo caso parliamo di ragazzi posseduti e accumunati dalla febbre del teatro, dalla sua fagocitante immersione, ma sono anche gli anni dell' AIDS, dell'uso di droghe, di promiscuità, le cui ripercussioni si faranno sentire anche nel gruppo, la storia d’amore tra Stella e il travagliato Etienne culminerà in un drammatico epilogo, perchè a quell'età si ha la presunzione di credere nell'amore come forza salvifica, ed è sordo alla logica della realtà, ai consigli degli amici ( Adele), si nutre della sua essenza e delle sue emozioni. In Forever Young c’è tumulto, libertà, sregolatezza,una commistione emotiva travolgente, si fonde la vita vera con la finzione scenica, il teatro diventa luogo dove esprimersi , dove dare un significato al proprio dolore, un posto che ti accoglie anche se ci vai con la morte nel cuore, quello stesso luogo che ti ha fatto crescere, che ti è rimasto addosso come una seconda pelle e che ti accoglie ancora dopo che gli anni sono passati e dove ci si può abbandonare ai ricordi sulle note di Buscaglione Forse la Tedeschi su alcuni aspetti, si abbandona con troppa veemenza ai ricordi, mette dentro troppo di sé e non riesce a condurre lo spettatore nel suo vissuto, rischiando di appesantirne la durata, però ha anche il coraggio di mostrare il dietro le quinte dei grandi maestri, le loro fragilità e frustrazioni, riportandoli alla nostra statura.
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[+] il teatro, scelta di vita ed esperienza formativa
(di antonio montefalcone)
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athos
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sabato 3 dicembre 2022
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teatro e vita
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La storia di una compagnia teatrale composta da attori alle prime armi. Un film lento, che scandaglia la gioventù degli anni 80. Centro del film è il teatro e le prove per la messa in scena dello spettacolo. Seguono amori, conflitti, drammi legati ai problemi dell'epoca. Purtroppo, come nel pluripremiato film giapponese Drive my car, la visione risulta condizionata dalle prove e dai dialoghi dell'opera teatrale, che disturbano il filo narrativo. Una sorta di Academy vista in film ben più celebri.
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alberto58
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lunedì 24 ottobre 2022
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travolgenti anni 80
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Eravamo prigionieri delle ideologie o solo più giovani ? Quel sacro fuoco, quella passione smodata che i ragazzi esibiscono nel film fin dalle prime battute è qualcosa che c’è ancora oggi nei giovani ? Di certo c’era negli anni 70 ed anche negli anni 80 (anche se era in calo) e pare a vederla esagerata ed incongrua ma spingeva a grandi follie, a fumare continuamente, a drogarsi, a ubriacarsi, a correre con la macchina ma pure a mettere l’anima in quello che si faceva. L’unica ragazza che appare normale e ragionevole è tenuta sistematicamente ai margini dal regista che alla fine, davanti alle sue rimostranze, gli confessa che “non la emoziona” beccandosi così uno schiaffo (e quindi, probabilmente, la prima emozione).
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Eravamo prigionieri delle ideologie o solo più giovani ? Quel sacro fuoco, quella passione smodata che i ragazzi esibiscono nel film fin dalle prime battute è qualcosa che c’è ancora oggi nei giovani ? Di certo c’era negli anni 70 ed anche negli anni 80 (anche se era in calo) e pare a vederla esagerata ed incongrua ma spingeva a grandi follie, a fumare continuamente, a drogarsi, a ubriacarsi, a correre con la macchina ma pure a mettere l’anima in quello che si faceva. L’unica ragazza che appare normale e ragionevole è tenuta sistematicamente ai margini dal regista che alla fine, davanti alle sue rimostranze, gli confessa che “non la emoziona” beccandosi così uno schiaffo (e quindi, probabilmente, la prima emozione). La Bruni Tedeschi era bella, ricca, nobile ed istruita e consapevole di esserlo ma si buttò in questo caos….ed ancora ci sta dentro quasi 40 anni dopo e decide di “mettersi a nudo” con questo film già presentato a Cannes che chiude la festa del cinema di Roma nella splendida sala Sinopoli strapiena alla presenza del produttore Barbagallo e di Nanni Moretti. Prima che il film cominci Barbagallo, sul palco, si lancia in enfasi retoriche salvo poi dire che non può esagerare perché c’è Nanni in sala. Forse teme che il regista romano, anche se reso cauto dall’età, se ne esca con una invettiva tipo quelle di “Non sono un autarchico”. Il film è un po' forte ma fila via bene, mi piace, e mi piace anche lei, il suo coraggio, la sua forza. Mi piacciono i ragazzi che recitano, l’autodistruzione di Etienne ed anche quello della protagonista che decide di seguirlo su quella strada nonostante la sua amica la avverta con molto buon senso che non solo non riuscirà a salvare Etienne ma che probabilmente finirà per essere picchiata da lui o peggio. Ma lei insiste. Il clima di quegli anni è reso molto bene anche se forse sarebbe stato meglio rimanere sul caos globale, o corale, invece di zoomare sulla storia di Etienne e Stella (l’alter ego di Valeria). Bello anche il documentario di un’ora che segue il film, un dietro le quinte del film, in cui lo stile con cui Valeria dirige questi ragazzi è evidenziato. Dice che ci si può anche fare male per fre un film, basta che siano solo graffi o raucedine, insomma niente di grave. Ancora il Sacro fuoco
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