gianleo67
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lunedì 8 aprile 2024
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four numbers eleven
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Quattro ragazzini con storie familiari diverse, si ritrovano sotto il palazzone residenziale in cui abitano per condividere i momenti di svago di una luminosa estate norvegese. La scoperta condivisa di misteriosi poteri ESP, trasforma le normali scaramucce dell'infanzia in un gioco molto pericoloso. Già sceneggiatore di tutti i film di Joachim Trier ed autore del pluripremiato Blind (2014), il norvegese Eskil Vogt sembra riprendere la tematica di una alterata percezione del mondo del suo primo lungometraggio e quella di una sua incontrollabile capacità manipolativa già vista in Thelma (2017), riconducendo il suo esperimento sociologico da Signore delle mosche, in un giardino d'infanzia autogestito dove innocenti pulsioni sadiche come taumaturgiche virtù empatiche riproducono un atavico scontro tra le forze del bene e quelle del male che glissa proprio su quelle sfumature psicologiche dell'età dello sviluppo che avrebbero potuto rendere il lavoro assai più interessante e convicente.
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Quattro ragazzini con storie familiari diverse, si ritrovano sotto il palazzone residenziale in cui abitano per condividere i momenti di svago di una luminosa estate norvegese. La scoperta condivisa di misteriosi poteri ESP, trasforma le normali scaramucce dell'infanzia in un gioco molto pericoloso. Già sceneggiatore di tutti i film di Joachim Trier ed autore del pluripremiato Blind (2014), il norvegese Eskil Vogt sembra riprendere la tematica di una alterata percezione del mondo del suo primo lungometraggio e quella di una sua incontrollabile capacità manipolativa già vista in Thelma (2017), riconducendo il suo esperimento sociologico da Signore delle mosche, in un giardino d'infanzia autogestito dove innocenti pulsioni sadiche come taumaturgiche virtù empatiche riproducono un atavico scontro tra le forze del bene e quelle del male che glissa proprio su quelle sfumature psicologiche dell'età dello sviluppo che avrebbero potuto rendere il lavoro assai più interessante e convicente. Più centrato come lavoro di messa in scena che di scrittura, il film di uno sceneggiatore di vaglia risolve la sua apparente contraddizione creativa nel tentativo di ricavarne un'opera narrativamente compatta che cerca di sfuggire ai numerosi cliché di un prodotto di genere (Il Cronemberg di Scanners o il De Palma di Carrie ne sono due esempi da antologia) traslando il portato spettacolare di questi poteri extrasensoriali sul piano delle sue implicazioni etiche e sociali (disagi familiari e multiculturalità alla periferia di Oslo) e stabilendo una relazione asimmetrica tra la propensione alla vita delle tre femminuccie del gruppo e le pulsioni distruttive dell'unico maschio alfa, frustrato da una condizione disagevole di bistrattato figlio di madre single, ma evocando a sua volta uno stereotipo che si rivela meramente funzionale alla tenzone finale. Pure a mezzo servizio pare il riferimento alla disabilità della ragazza autistica nella progressiva taratura delle rispettive potenzialità dei conponenti del quartetto e che la investono quale leader indiscusso a dispetto degli apparenti deficit cognitivi, forse avanzando l'interessante tesi secondo cui le capacità dell'uomo come essere sociale si possono esprimere pienamente solo nella reciproca interazione, crinale scivoloso sul quale pure si innestano tensioni, ripicche e prevaricazioni in una escalation di perigliosi dispetti che si capisce facilmente dove vogliano andare a parare. Marginale e sullo sfondo resta invece il mondo degli adulti, inconsapevoli e distratti mancati testimoni di una crescita etica e caratteriale che marca ancora di più la condizione di solitudine di un'infanzia chiamata a cavarsela da sola (anche i momentanei progressi della figlia disabile sono compresi tardivamente) segnando una strategia narrativa in cui le tensioni drammatiche restano pericolosamente sottotraccia rispetto all'apparente normalità del quotidiano tran tran suburbano. Rimane quindi un lavoro dalle molteplici virtù inespresse che rifulge di interessanti soluzioni figurative (un baluginio della luce meridiana tra la strada e le vetrate di casermoni dormitorio quale rappresentazione di uno volontà malevova che ribalza di casa in casa), un gruppo eterogeno di interessanti giovani protagonisti (ciascuno portatore di uno stigma personale che ne prefigura il destino) ed un finale da inevitabile resa dei conti nel quale spira sinistro, nella calura dell'estate scandinava, un angoscioso ed implacabile refolo di morte. Presentato al Festival di Cannes 2021, ha raccolto numerosi riconoscimenti in diverse kermesse cinematografiche, tra le quali la speciale menzione per il regista nella sezione ufficiale per la Fantascienza al Festival del Cinema di Sitges del 2021.
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kyotrix
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domenica 16 aprile 2023
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senza senso
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Ma veramente? Orrendo da tutti i punti di vista. Nulla è spiegato, tutti quei poteri? Comportamento di bambini e adulti ridicoli, su tutto quello cattivo, ma anche la piccola protagonista ci mette il suo, a volte sembra avere 20 anni, a volte 4 anni. Poi, al nord europa i genitori fanno così? ( bambini di 5/6 anni lasciti uscire da soli, andare dove voglio, nel bosco, ecc.? ). Pensavo i commenti negativi fossero esagerati, ma di esagerato ci sono solo i commenti positivi.
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astromelia
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lunedì 20 febbraio 2023
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non era necessario
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assolutamente rifiutante per la coscienza umana,non gridiamo al capolavoro,allucinante che ci si serva di ragazzini per questo tipo di film,inconcepibile,e non sono una bigotta, ma non ne avevamo bisogno,lo trovo orripilante cosa possiamo imparare di una sceneggiatura surreale ? bambini malvagi peggio degli adulti un livello tale di cattiveria in un bambino proprio no,anche se la società emargina c'è sempre un limite e poi la telepatia mi ha fatto sorridere roba da alieni ahahaha .....
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astromelia
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lunedì 20 febbraio 2023
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non era necessario
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assolutamente rifiutante per la coscienza umana,non gridiamo al capolavoro,allucinante che ci si serva di ragazzini per questo tipo di film,inconcepibile,e non sono una bigotta, ma non ne avevamo bisogno,lo trovo orripilante cosa possiamo imparare di una sceneggiatura surreale ? bambini malvagi peggio degli adulti un livello tale di cattiveria in un bambino proprio no,anche se la società emargina c'è sempre un limite e poi la telepatia mi ha fatto sorridere roba da alieni ahahaha .....
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l''''imbecille
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sabato 18 febbraio 2023
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quattro ragazzi attori: bravissimi
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Mi chiedo come potranno fare il regista, lo scenografo e tutti gli altri a far recitare in maniera così perfetta i ragazzi/attori??
Sguardi, pose, atteggiamenti da capolavoro; senza una piega. Complimenti davvero. Un film che si segue con attenzione fin dalla prima scena e che diventa sempre più assorbente e coinvolgente. E che dire della ragazza "minorata" (autismo-Down che dir si voglia), non è uscita neanche per un attimo dalla sua figura!! Ciò, per la verità, agli spettatori farà venire sicuramente un dubbio: la impersona o lo è davvero??
<<OTTIMISSIMO>> film.
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andrea marcon
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mercoledì 25 gennaio 2023
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la mancanza di empatia genera mostri (e l'autismo può essere orrorifico)
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... ovvero: la mancanza di educazione all'empatia (per difetto ovvero assenza dei genitori, almeno in questo film). Concordo in linea di massima con la recensione di Archimede Favini, ma segnalo che il personaggio di Anna non è caratterizzato dalla sindrome di Down, bensì dall'autismo (!), nello specifico un autismo regressivo non-verbale. Lo stesso Eskil Vogt ha spiegato la genesi di questo soggetto: «Ho letto un'intervista con un autore norvegese ... e ha parlato in modo molto aperto di suo figlio che aveva qualcosa che ha etichettato ‘autismo regressivo.’ Ciò significa che si stava sviluppando normalmente, comunicando verbalmente, fino all'età di 3 o 4 anni, e poi ha perso gradualmente le sue capacità linguistiche.
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... ovvero: la mancanza di educazione all'empatia (per difetto ovvero assenza dei genitori, almeno in questo film). Concordo in linea di massima con la recensione di Archimede Favini, ma segnalo che il personaggio di Anna non è caratterizzato dalla sindrome di Down, bensì dall'autismo (!), nello specifico un autismo regressivo non-verbale. Lo stesso Eskil Vogt ha spiegato la genesi di questo soggetto: «Ho letto un'intervista con un autore norvegese ... e ha parlato in modo molto aperto di suo figlio che aveva qualcosa che ha etichettato ‘autismo regressivo.’ Ciò significa che si stava sviluppando normalmente, comunicando verbalmente, fino all'età di 3 o 4 anni, e poi ha perso gradualmente le sue capacità linguistiche. E infine si è ritirato nella sua bolla. E per me, come padre, per me è un film horror...»
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francog
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lunedì 23 gennaio 2023
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interessante
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Tutto cio' che viene dalla penisola scandinava e' sempre interessante in un modo o nell' altro. Film a livelli di lettura diversi. Promosso a pieni voti
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lunedì 23 gennaio 2023
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the innocents
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Anna è affetta da autismo non dalla sindrome di DOWN
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venerdì 20 gennaio 2023
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sindrome di down?
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Salve signor Favini nella sua recenzione menziona per due volte che Anna sia affetta da sindrome di Down, ma nel film oltre è essere evidente dal comportamento della bambina tipico del distirpo di cui soffre, viene specificato che è affetta da autismo che è ben altra cosa dalla sindrome di Down, per il resto la sua recensione è condivisibile.
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martedì 27 dicembre 2022
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la sorella di ida è autistica
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La sindrome di Down è tutta un'altra cosa. Dovrebbe correggere la sua recensione. Grazie.
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