Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord

Si tratta di un tentativo di road movie rimasto a metà. Forse a un quarto. Cognetti non è attore e gli è chiesto di essere se stesso ma essere se stesso davanti ad una videocamera non è lo stesso di esserlo a casa propria. Ripete frasi cercando di dare loro solennità e pathos ma forse se le ripetesse e basta sarebbe meglio. Quando visita la ragazza americana mi sono imbarazzato per la forzatura di visita e dialoghi. I luoghi sono stupendi ma in fin dei conti mi è parso eccessivo caricarli su aspettative di grandiosità quando le gite o escursioni che i protagonisti svolgono non hanno alcuna valenza neppure escursionistica. Si bagnano i piedi ed accendono il fuoco, è vero, però in fin dei conti percorrono sentieri battuti da centinaia di nuovi pellegrini come loro. Dal punto di vista estetico è tutto corretto, un paio di fuori fuoco ardimentosi che magari si potevano evitare o tagliare, ma l'impatto è quello di un dokufilm da streaming, senza post produzione però. Insomma, un film su di lui che però fatica a trovare interesse per lui dato che appare tutto un po' forzato, caricato di valenze che non ci sono. Insipido. Però non mi sono addormentato ed anzi la curiosità di vedere dove vanno a finire, delusa, resta fino al termine.