Titolo originale | The Mauritanian |
Anno | 2021 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Gran Bretagna, USA |
Regia di | Kevin Macdonald |
Attori | Shailene Woodley, Benedict Cumberbatch, Zachary Levi, Jodie Foster, Tahar Rahim Langley Kirkwood, Corey Johnson, Matthew Marsh, Saamer Usmani, David Fynn. |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,08 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 26 maggio 2021
Un detenuto di Guantanamo Bay cerca l'aiuto di un avvocato per difendersi dopo dieci anni di reclusione. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 5 candidature a BAFTA, 1 candidatura agli European Film Awards, Al Box Office Usa The Mauritanian ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 833 mila dollari e 144 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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La storia vera tratta dalle memorie di Mohamedou Ould Slahi, che fu arrestato nel 2002 in Mauritania perché sospettato di partecipazione agli attentati dell'11 settembre e trasferito a Guantanamo Bay. Sarà l'inizio di un'odissea spaventosa per Slahi, il quale senza prove e senza accuse verrà interrogato e torturato per anni nelle buie celle della base navale americana a Cuba. L'avvocato Nancy Hollander accetta di difenderlo in tribunale nonostante tutti lo diano per colpevole, mentre dalla parte dell'accusa il tenente colonnello Stuart Couch, in cerca di giustizia dopo aver perso un amico nell'attacco, viene incaricato di cercare una condanna esemplare.
Chissà come sarebbe stata la versione documentaristica di The Mauritanian nelle mani dello stesso regista, Kevin Macdonald, il quale ha sempre mostrato un certo talento nel genere non-fiction a partire da La morte sospesa.
Forse meglio di una ricostruzione drammatica che rimane perlopiù inerte nei suoi sforzi di trattare con rispetto la straordinaria - quella sì - storia vera di Slahi e dei suoi quattordici anni di insensata prigionia a Guantanamo. Magari è perché il film arriva in un periodo storico ingeneroso, in cui gli abusi perpetrati in giro per il mondo dagli Stati Uniti durante le guerre in Medio Oriente che hanno seguito l'11 settembre ci appaiono troppo datati per essere rilevanti, e non abbastanza lontani nella memoria da poter essere rielaborati storicamente. Ma, come il recente The report, The Mauritanian mostra solo persone giuste al lavoro, contrapposte a un sistema cosmicamente sbagliato. Con una certa rigida dedizione ci ricorda di quello che era lo status quo fino a neanche troppo tempo fa, anche se in fin dei conti tutti i suoi personaggi sono una variazione della medesima rettitudine a stelle e strisce: l'avvocato (Jodie Foster) che non può non accettare un cliente che tutti considerano colpevole, perché è giusto che qualcuno lo faccia; e l'altro avvocato (Benedict Cumberbatch) che non può non vedere l'evidenza di un sopruso a dispetto del pregiudizio personale. In mezzo a loro, e al tempo stesso segregato lontano in una base militare, la sola vera scintilla è quella di Tahar Rahim, che incarna il verissimo Mohamedou (lo si vedrà in chiusura di film) accentuandone l'entusiasmo genuino e a tratti bambinesco, a dispetto e forse proprio a causa del suo essersi trovato in un incubo kafkiano. L'incrollabile forza di spirito del personaggio si sposa alla perfezione con il talento quieto di Rahim, performer ormai globale che in The looming tower ha prestato il volto a chi investigava sull'attentato dell'11 settembre e che qui fa il ritratto di chi era accusato di averlo organizzato.
Appartengono a lui le sequenze più impressionanti, che stralciano la poco ispirata routine da legal drama consumata sul suolo americano con immagini di torture e soprusi. A dispetto di questi momenti, però, The Mauritanian non ha nulla con cui stupire, provocare, indagare; rimane una difesa d'ufficio, ligia e rispettosa e meritevole, già pronta per gli archivi.
THE MAURITANIAN disponibile in DVD o BluRay |
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The Mauritanian è il film sul prigioniero di Guantanamo ingiustamente detenuto per 14 anni. Doveva essere un documentario. Invece la storia paradossale di Mohamedou Ould Slahi è diventata un super lavoro hollywoodiano. The Mauritanian è il classico film per il quale viene richiesta un’adesione tale al realismo e alla ricostruzione, che ha portato Tahar Rahim a [...] Vai alla recensione »
Al di là del contenuto politico del film, che rischia di risolvere in modo banale la questione controversa, ovvero il dilemma mai posto in modo riflessivo, se sia giusto o meno applicare sempre e comunque le regole dello stato di diritto e garantire a chiunque le tutele poste dalle democrazie occidentali a difesa della libertà individuale, Macdonald non convince del tutto nemmeno [...] Vai alla recensione »
il film è l'adattamento cinematografico del libro di memorie "Guantanamo Diary" di Mohamedou Slahi detenuto a Cuba nel campo di prigionia dal 2002 al 2016 senza una vera accusa o un processo ma col solo sospetto di far parte di Al-Queda e di aver reclutato i terroristi che hanno dirottato gli aerei contro le Torri Gemelli. Si occupa del suo caso l'avvocatessa Nancy Hollander [...] Vai alla recensione »
Quattordici anni di detenzione e torture a Guantanamo senza accuse né prove di colpevolezza. La liberazione, il processo e il riscatto nel 2016 grazie a un'avvocatessa coraggiosa e una crisi di coscienza di un colonnello marine. La vicenda del mauritano Mohamedou Ould Salahi è una delle troppe che hanno imbarazzato la Storia statunitense post 9/11, quando il sospetto di terrorismo islamico si traduceva [...] Vai alla recensione »
La famigerata "dottrina Rumsfeld", dal cognome del segretario alla Difesa americano voluto da Bush jr, autorizzò dopo l'11 settembre l'uso indiscriminato di "tecniche aggressive di interrogatorio", di fatto torture fisiche e psicologiche, che pesano ancora oggi sulla coscienza degli Stati Uniti. Quelle sevizie furono eseguite un po' dovunque: nelle prigioni di Abu Ghraib e Guantánamo, oltre che in [...] Vai alla recensione »
Il mauritano Slahi vanta un record poco ambito: è considerato l'uomo più torturato della prigione di Guantánamo e senza accuse formali dagli USA. Inevitabile l'approdo della sua storia in un film che racconta arresto e detenzione, senza risparmiare dettagli. Eppure, ci si emoziona solo in parte. Meglio il racconto della prigionia, reso drammaticamente impressionante dalla claustrofobica performance [...] Vai alla recensione »
The Mauritanian, disponibile dal 2 giugno su Prime Video, inizia con un ritorno e una ripartenza. Un uomo di nome Mohamedou Ould Slahi (Tahar Rahim) è tornato a casa, in Nordafrica, per un matrimonio. È stato all'estero per molti anni, prima per studiare ingegneria elettrica in Germania e poi per lavorare a Montréal. Siamo nel novembre del 2001, due mesi dopo l'11 settembre.
Durante il primo dei loro incontri, l'avvocato Nancy Hollander (una Jodie Foster segaligna) e il colonnello Stuart Couch (Benedict Cumberbatch, rigido come il ruolo impone), su fronti opposti nel processo che riguarda appunto il "mauritanian" del titolo - il musulmano Mohamedou Ould Slahi (Tahar Rahim, davvero intenso) accusato dagli Usa di Bush e Rumsfeld di essere il reclutatore degli attentatori [...] Vai alla recensione »
La riluttanza degli Stati Uniti ad assumersi la responsabilità della loro storia fa pensare che ci vorranno decenni - forse un secolo - perché facciano pienamente i conti con le nefandezze di Guantánamo. Anche se tutti sanno delle torture e delle disumanità che si sono compiute tra le mura del centro detentivo e anche se l'amministrazione Biden ha fatto capire di volerlo chiudere, la struttura è ancora [...] Vai alla recensione »
La storia vera, narrata nel libro 12 anni a Guantánamo (pubblicato redacted nel 2015), di Mohamedou Ould Slahi, cittadino mauritano incarcerato e torturato nell'infame campo di prigionia Usa senza che venisse ufficializzato contro di lui un capo d'accusa. Il biopic del muscolare Macdonald alterna il suo punto di vista a quello dell'avvocata che lottò per la sua libertà, Nancy Hollander, interpretata [...] Vai alla recensione »
Nel novembre 2001, due mesi dopo l'attacco alle Torri gemelle, Mohamedou Ould Slahi, in visita dalla sua famiglia in Mauritania - l'occasione un matrimonio - viene raggiunto da un gruppo di rappresentanti delle autorità governative che gli chiedono di seguirlo: gli americani, dicono, vogliono fargli alcune domande su suo cugino, Abu Hafs al-Mauritania, membro di Al Qaeda e consigliere di Osama Bin [...] Vai alla recensione »
Tesi: Mohamedou Ould Salahi è un terrorista corresponsabile delle stragi dell'11 settembre. Antitesi: Mohamedou Ould Salahi è stato detenuto per più di quindici anni a Guantanamo con l'accusa di essere un reclutatore di Al-Qaeda, cosa mai provata. Sintesi: la realizzazione di un film-epitome di denuncia per pubblico generalista, The Mauritanian di Kevin MacDonald, documentarista pluripremiato, poco [...] Vai alla recensione »
The Mauritanian del regista scozzese Kevin Macdonald, presentato alla Berlinale in anteprima europea (sugli schermi USA è uscito in febbraio, mentre in Italia è annunciato su Amazon Prime Video), è uno di quei film per i quali risulta particolarmente spiacevole che l'edizione del Festival quest'anno si sia svolta online. Siamo certi che nella conferenza stampa e nei vari incontri col regista ci sarebbero [...] Vai alla recensione »
Come amiamo continuare a ripetere, la capacità di costruire narrazioni a partire dal traffico delle informazioni sarà sempre di più la forma delle storie del futuro. Da questo punto di vista, il parallelismo più diretto da fare riguardo a The Mauritanian è quello con il quasi coevo Report di Scott Z. Burns: entrambi i titoli partono da files che smascheravano le tecniche disumane degli interrogatori-tortura [...] Vai alla recensione »
Già premio Oscar per il documentario One Day in September e apprezzato regista de L'ultimo re di Scozia, Kevin MacDonald porta sullo schermo con The Mauritanian la vera storia di Mohamedou Ould Slahi, imprigionato dagli Stati Uniti per sospetto terrorismo ed affiliazione ad Al-Qaeda nel campo di detenzione militare di Guantánamo per quattordici anni, dal 2002 al 2016, senza essere stato mai formalmente [...] Vai alla recensione »